18.06.2013 Views

sant'erasmo - ulisseland.com

sant'erasmo - ulisseland.com

sant'erasmo - ulisseland.com

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

INVI.,.O ALIA FES.,.A<br />

GErrA Il. MANrEl.l.O DEI. I.urro<br />

Carissimi,<br />

da troppo tempo usiamo l'espressione evangelica<br />

"prendere lo propria croce" <strong>com</strong>e un invito ad accettare<br />

le disgrazie, le malattie, i lutti ed ogni sorta<br />

di "cattiva sorte" che nella vita possono capitare. La frase di<br />

Gesù suonerebbe allora piuttosto minacciosa e angosciante:<br />

ogni evento negativo lo devi accettare perché è lo tua<br />

croce e Dio vuole che tu lo porti. Da qui nasce l'idea che sia<br />

Dio a mandarci quelle sofferenze e che tu le debba accettare,<br />

magari <strong>com</strong>e punizione divina per espiare i tuoi peccati.<br />

Eccoallora che si scivola nella rassegnazione, nel fatalismo,<br />

nella rinuncia ad ogni forma di lotta e resistenza di fronte al<br />

male. Ma siamo proprio sicuri che Gesù volesse intendere<br />

in questo modo quell'espressione? Dawero pensiamo che il<br />

nostro Patrono Sant'Erasmo sia venerato <strong>com</strong>e Santo unicamente perché ha sofferto?<br />

Credo sia importante liberarci da queste cattive interpretazioni, che hanno portato a vivere lo<br />

fede cristiana, che è bellissima e liberante, <strong>com</strong>e una religiosità del sacrificio in cui lo sofferenza<br />

e lo mortificazione rappresentano un valore in sé. Poi possiamo aggiungere un bel "beati<br />

voi poveri..." e l'equivoco diventa un imperativo spirituale e perfino morale: ogni sorta di afflizione,<br />

povertà o ingiustizia diventa d'incanto una benedizione. La via della santità consiste<br />

neIl'accettare lo "volontà di Dio" che, guarda caso, coincide sempre con le disgrazie e perfino<br />

con le ingiustizie da accettare con pazienza e "cristiana rassegnazione".<br />

Sant'Erasmo ci insegna un altro modo di leggere queste espressioni: Dio non vuole lo sofferenza,<br />

lo croce, lo tristezza e la rassegnazione dell'uomo. Non manda gli accidenti o le malattie<br />

o la morte. E' proprio Sant'Erasmo, con lo sua vita e, alla fine, con il martirio della sua morte,<br />

ad insegnarci che il nostro è il Dio della vita e che lo sua volontà di Padre è che ciascuno dei<br />

suoi figli realizzi in pienezza lo propria esistenza umana. Dio è alleato dell'uomo (e di ogni<br />

creatura). Si colloca spontaneamente accanto ad ogni figlio per aiutarlo nella ricerca della<br />

felicità di ciascuno; fa il tifo per lui, lotta, soffre e spera perché lo sua vita sia piena. Perché<br />

cresca, maturi, fiorisca.<br />

La croce nel senso evangelico non evoca malattie o sofferenze ad ogni costo. E', piuttosto, il<br />

tentativo di divenire capaci di scegliere e di rimanere fedeli alla Vita anche quando ti capita<br />

qualcosa che non va; anche quando ti ammali, perdi una persona cara, entri in una fase buia<br />

dell' esistenza. Fedeltà e fiducia sono lo "porta stretta" del Vangelo, lo fatica gioiosa di chi<br />

sceglie <strong>com</strong>unque di vivere, anche in un mondo che esalta lo morte, in tante forme sottili e<br />

insinuanti. Croce è lo" porta stretta" del fidarsi della Vita, malgrado tutto quello che può accadere<br />

di negativo. E' lo scelta di non lasciarsi sconfiggere da pensieri di morte; di non lasciarsi<br />

schiacciare dalla sofferenza ma di viveria con dignità, rimanendo nonostante tutto in piedi<br />

perché, <strong>com</strong>unque vada - proprio <strong>com</strong>e ci testimonia Sant'Erasmo - "andiamo verso lo vita".<br />

Consiste proprio in questo lo scelta di gettare via il mantello del lutto.<br />

L'iconografia dei santi ha concepito troppo spesso delle raffigurazioni dove, ad essere rappresentato<br />

sul volto del Santo, è soprattutto il dolore. Ben venga perciò, per le segue »><br />

Sito ufficiale della Manifestazione<br />

www.golfo.tv<br />

Il


strade della nostra città, la bellissima immagine di<br />

Sant'Erasmo che fu concepita dall'artista in tutt'altra<br />

postura: Egli, sottoposto ad atroce supplizio, benedice;<br />

vittima di ingiustizie, sorride ed abbraccia; ucciso<br />

dalla cattiveria dei servi del potere, continua a<br />

servire gli ultimi. Non indossa l'abito della mestizia,<br />

non riveste il<br />

mantello del lutto. Rossofuoco è il mantello di colui<br />

che ama fino al dono di sé, di colui che porta il fuoco<br />

nel cuore e che non lo trattiene ma lo diffonde.<br />

Prima di salutarvi ed abbracciarvi tutti, consentitemi<br />

di ringraziarvi per aver condiviso questo nuovo atteggiamento<br />

-per un verso, di maggiore senso della<br />

legalità e per un altro di più diffusa intolleranza- nei<br />

confronti delle forze oscure e sempre pericolose ancora<br />

presenti e animate da interessi economici forti,<br />

incuranti del bene della nostra Città.<br />

Questa battaglia la vinceremo se sempre di più, una<br />

nuova coscienza riuscirà a farsi strada e prevalere<br />

nel cuore di tutti noi.<br />

Insieme, quindi, con coraggio, consapevolezza e<br />

senso di responsabilità. Vi aspetto numerosi, carissimi,<br />

sia alla Novena sia in occasione dei festeggiamenti<br />

che ci apprestiamo a tributare tutti al nostro<br />

tanto amato Patrono.<br />

don Alfredo


SAN""EIlASMO<br />

Il GRANDE l'AUMAI'URGO<br />

Carissimi devoti di Sant'Erasmo, siamo giunti anche<br />

quest'anno alla sempre attesa celebrazione della<br />

Festa che ci chiama con gioia a onorare il nostro<br />

Patrono. Sappiamo quanto tale ricorrenza annuale<br />

sia fortemente sentita, non solo dai formiani, ma in Italia e<br />

nel mondo. Sant'Erasmo è stato inserito anticamente dalla<br />

Chiesa nel numero dei 14 Santi Ausiliatori e a lui i credenti<br />

sono ricorsi lungo i secoli per ottenere da Dio particolari doni<br />

di grazia e di aiuto nelle prove. L'attaccamento del popolo<br />

cristiano verso Sant'Erasmo dura nel tempo e si trasmette ad<br />

ogni generazione che gli attribuisce particolari qualità di Santo<br />

taumaturgo, cioè di operatore di prodigi. Chi ha sperimentato<br />

nella propria vita il sostegno e l'intercessione del Santo<br />

nelle difficoltà e nelle prove non può rimanere insensibile e<br />

indifferente davanti al dono che viene dall'alto e che supera<br />

ogni umana aspettativa.<br />

Quest'anno mi trovo anch'io nel numero di costoro. E' a tutti<br />

noto <strong>com</strong>e l'estate scorsa la mia salute sia stata messaa dura<br />

prova per un improvviso problema di cardiopatia. In tale sofferta<br />

circostanza ho potuto toccare con mano che siamo tutti<br />

molto fragili, io che non avevo mai conosciuto prima d'ora un<br />

letto di ospedale. Nello stesso tempo mi è stato riferito che<br />

tanti fratelli e sorelle, nelle due Comunità di Sant'Erasmo e<br />

di Santa Caterina si sono impegnati insieme nella preghiera;<br />

don Alfredo e gli altri confratelli hanno invitato e rac<strong>com</strong>andato<br />

di pregare. La cosa mi ha riempito di ammirazione e di<br />

riconoscenza: non credevo nel mio piccolo di meritare tanto.<br />

Sta di fatto che il Signore ha ascoltato le preghiere e io sono<br />

tornato, dopo poco alle consuete attività, pienamente ristabilito,<br />

di più senza strascichi e conseguenze che mi avrebbero<br />

potuto condizionare e rendere dipendente da altri (cosache nessuno mai si augura); segue »><br />

Il


poi le circostanze, davvero provvidenziali, hanno<br />

fatto sì che io tornassi a risiedere a Sant'Erasmo,<br />

sia per favorire il percorso di convalescenza, sia<br />

per sostenere l'accresciuto lavoro pastorale di<br />

don Alfredo, nel frattempo chiamato a curare anche<br />

le parrocchie della Madonna del Carmine e<br />

di santa Teresa: sembra proprio, miei carissimi,<br />

che una mano benevola abbia voluto ricondurmi<br />

in quella realtà dove ho operato per tanti anni: ho<br />

questa sensazione e ve la <strong>com</strong>unico fraternamente.<br />

Così, al presente, rimango parroco di Santa<br />

Caterina e nello stesso tempo sono di sostegno<br />

a Sant'Erasmo: questo mi riempie di gioia! Chi<br />

l'avrebbe immaginato! Il Signore è grande e ci<br />

ama oltre ogni misura: il suo amore è per sempre; è un dono gratuito, al di là dei nostri meriti.<br />

Pernoi è difficile capire tutto ciò, ma quando poi lo sperimentiamo personalmente siamo ricolmi<br />

di stupore e siamo spinti a ricambiare anche noi, con un amore simile, il dono ricevuto.<br />

La fede è per noi credenti quella marcia in più che ci fa sentire amati e guardati dall'alto,<br />

non lasciati al puro caso, senza speranza, chiusi e avviluppati nel nostro io, nel nostro mondo.<br />

Beati quelli che vivono con semplicità di cuore e si affidano al Signore! Per me sinceramente<br />

ciò che mi è capitato ha dell'incredibile: qualcuno, rivedendomi dopo, ha esclamato: "ecco il<br />

redivivo". Certo i medici hanno svolto bene la loro parte ed esprimo ad essi la più viva riconoscenza,<br />

ma sono certo che Qualcuno ha vegliato dall'alto, essendomi trovato un bel momento<br />

<strong>com</strong>e sospeso ad un filo. Molti hanno visto in tutto ciò lo mano del Signore e l'intercessione<br />

di Sant'Erasmo. Ora, ristabilito appieno, faccio pubblico attestato di gratitudine in occasione<br />

della Festa patronale, associando insieme tutti coloro che hanno pregato, tutti i fratelli e le<br />

sorelle che mi sono stati vicini con la stima, il calore e l'affetto. Ricordosempre la bella espressione<br />

manzoniana ispirata da fede sincera e profonda verso la Provvidenzadivina: "il Signore<br />

non permette mai clcunché di spiacevole per i suoi figli se non per procurare ad essi un bene<br />

migliore".<br />

Con rinnovato e pieno sentimento di <strong>com</strong>unione e di fraternità, vostro don Antonio Punzo


I.A (O OS(ENZA E' PANE<br />

PIlOGErrO IN GUINEA<br />

DON ALFREDO MICALUSI PARLA ALL'ISTITUTO AGRARIO "SAN BENEDETTO" E PRESENTA UN<br />

PROGETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE<br />

È tornato nella scuola dove si è diplomato ormai 25 anni fa, ha parlato di quanto «avere a che<br />

fare con i doni della terra» lo abbia <strong>com</strong>unque aiutato nel suo percorso futuro.<br />

È diventato un sacerdote, infatti, e all'agrario «SanBenedetto» ha portato oltre alla sua esperienza<br />

anche il progetto al quale lavora ormai da qualche anno.<br />

Uscendone con qualcosa in più di una promessa. Don Alfredo Micalusi, parroco di Sant'Erasmo<br />

a Castellone, è anche presidente di «GuineAction» un'associazione senza fini di lucro c~e<br />

sta svolgendo un intervento in Guinea in collaborazione con l'associazione Aved. Si parte dallo<br />

sloqon «Dene sinaa balooni» ovvero la conoscenza è pane ed è libertà per arrivare a diversi<br />

obiettivi: sostegno allo studio, miglioramento delle condizioni sanitarie, promozione di uno<br />

sviluppo sostenibile, educazione interculturale.<br />

L'associazioneha posto la prima pietra di una scuola ed è riuscita ad acquistare un immobile<br />

da destinare ad ambulatorio. Grazie a medici volontari e ad alcuni ragazzi del sud pontino<br />

sono stati già fatti alcuni viaggi per aiutare una popolazione che ha bisogno praticamente di<br />

tutto. Eche al tempo stessovive con grande dignità.<br />

Un progetto, quello di «GuineAction», che ha dei referenti sul posto e che si sta materialmente<br />

realizzando. Con una novità emersa proprio all'agrario, dove Don Alfredo ha incontrato anche<br />

i suoi vecchi docenti e il dirigente scolastico Nicola Di Battista. La possibilità che la scuola<br />

ospiti dei ragazzi provenienti dalla Guinea - dove l'agricoltura è ai primordi - e che l'Amministrazione<br />

provinciale mandi in Africa i materiali necessari per far applicare le nozioni apprese<br />

nell'istituto di Borgo Piave. Don Alfredo spiega "mediante il nostro sostegno economico i<br />

volontari si occupano di dare la formazione necessaria a creare le condizioni per lo sviluppo,<br />

convincere i genitori a togliere i bambini dai campi per affidarli all'associazione è un opera<br />

ardua, che cerchiamo di portare avanti dando un aiuto concreto alle "famiglie".<br />

Un progetto che s<strong>com</strong>mette sul valore delle persone e della cultura. Intanto per chi vuole<br />

sostenere l'associazione, anche<br />

impegnandosi per garantire un<br />

ciclo di studi ai ragazzi africani<br />

con un contributo che varia da<br />

80 a 150 euro l'anno, si può<br />

contattare il 392-9933993.<br />

Don Alfredo insieme ad alcuni<br />

collaboratori si reca annualmente<br />

in Guinea per controllare lo<br />

stato di attuazione dei progetti.


INSIEME PER LA GUINEA<br />

GuineAction è una Associazione<br />

apartitica, apolitica, aconfessionale,<br />

non lucrativa di utilità<br />

sociale (ONLUS).<br />

GuineAction nascedalla mia amicizia con<br />

Don Pierre e dalla volontà <strong>com</strong>une di tradurre<br />

in progetti il nostro sogno: ripartire<br />

dal diritto all'istruzione per tutti, perché<br />

ognuno possa avere la consapevolezza<br />

della propria dignità e la possibilità di<br />

esprimere la propria ricchezza.<br />

GuineAction opera nella Guinea Conakry,<br />

il meraviglioso Paesed'origine di Don<br />

Pierre, con quattro finalità fondamentali:<br />

• " sostegno allo studio dei bambini e dei<br />

ragazziattraversola collaborazionecon istitutiscolasticiconvenzionatie la costruzionedi una scuola<br />

• " miglioramento delle condizioni sanitarie attraverso la realizzazione di strutture e progetti<br />

di educazione ed informazione<br />

• La promozione di uno sviluppo sostenibile e la realizzazione di attività di formazione e aggiornamento<br />

professionale<br />

• Lo studio e la <strong>com</strong>prensione dei problemi globali legati all'immigrazione e allo sviluppo e la<br />

promozione di iniziative di educazione interculturale.<br />

Un famoso proverbio recita: "Se prevedi per un anno pianta l'erba; se prevedi per cento<br />

anni pianta un albero; se prevedi per mille anni fonda una scuola."Non amiamo forme di<br />

protagonismo, non facciamo carità, né assistenza, né beneficenza! Non è importante contribuire<br />

economicamente; abbiamo si, grandi progetti, ma non grandi pretese. Ci interessa<br />

fare rete, ci piace creare legami. Crediamo che vale la pena investire nell'ISTRUZIONE;<br />

Crediamo che sia giusto permettere a tutti di vivere dignitosamente e di accedere alle CURE<br />

NECESSARIE; Crediamo che uno SVILUPPO SOSTENIBILE sia non solo possibile ma doveroso;<br />

Crediamo che OGNI CULTURA porti in sé qualcosa per cui valga la pena conoscerlo.<br />

Non abbiamo la pretesa di cambiare il mondo ma ci piace pensare che è possibile renderlo e<br />

loscicrlo migliore.<br />

CREDIAMO POSSIBILE TRASFORMARE LA TERRA DI AMAREZZA IN TERRA INNAMORATA;<br />

Per quanti desiderano coinvolgersi troverete di seguito il modo di contattarci e di partecipare<br />

in mille modi diversi.<br />

il presidente don Alfredo Micalusi e tutti i soci di GUINEACTION onlus<br />

Associazione GuineAction onlus<br />

Viale Europa, 15 - 04020 Monte San Biagio (LT) ITALY<br />

Cod.Fiscale 900 516 10591<br />

CCPostale: 8101813<br />

IBAN: 1T63L 07601 14700 000008101813<br />

info@guineaction.it<br />

Presidente: Don Alfredo MICALUSI<br />

Celi. +393929933993<br />

email: a.micalusi@tiscali.it


AUGURI FORMIA<br />

'50 0 ANNIVERSARIO DEIU NASelTA DEI eOMUNE DI FORMIA<br />

Il 13 marzo 2012 ricorrono i 150 anni della riunificazione<br />

dei borghi di Mola e Castellone sotto l'antico<br />

nome di Formia.<br />

Il 13 marzo 1862 il ReVittorio Emanuele Il rendeva<br />

esecutiva, con regio decreto, lo delibera del Consiglio<br />

municipale del 12 dicembre 1861 che ripristinava il<br />

nome di Formia. Il primo sindaco della città, dal 1862<br />

al 1865, fu Gaetano Rubino. Un evento che si colloca<br />

appena un anno dopo lo costituzione dello Stato unitario<br />

nazionale. Un motivo in più per rendere omaggio<br />

all'atto ufficiale di nascita della nostra città. I due<br />

villaggi furono unificati solo nel 1862 con il nome di<br />

Formia e lo distanza tra loro fu colmata da nuove costruzioni.<br />

Nel 1861, nelle sale di Villa Rubino, piemontesi e napoletani<br />

firmarono l'armistizio che pose fine all'assedio<br />

della vicina Gaeta, dove Francesco Il di Borbone si era<br />

asserragliato<br />

dopo lo battaglia<br />

di Volturno<br />

con gli ultimi seguaci.<br />

L'unificazione definitiva dei due borghi del 1862, lo<br />

crescita e l'espansione della città, lo rinascita dopo lo<br />

tragedia della seconda guerra mondiale, sono le tappe<br />

significative del processo storico del territorio negli<br />

ultimi 150 anni. La città di Formia rappresenta oggi un<br />

territorio in continua evoluzione, che poggia le sue basi<br />

su uno straordinario patrimonio culturale, paesaggistico<br />

e ambientale.


... -.<br />

Il IlES.,.AUIlO<br />

LE NOVITA' DELL'ULTIMO RESTAURO NELLA CHIESA DI SANT'ERASMO<br />

I<br />

n questi ultimi anni le<br />

Chiese storiche della Città<br />

di Formia hanno avuto<br />

una stagione favorevole<br />

di restauro e di ripristino delle<br />

rispettive strutture, grazie<br />

all'interessamento e all'impegno<br />

profusi, a livello diocesano,<br />

nell'ambito dei Beni Culturali<br />

ecclesiastici. Mi riferisco<br />

alle Chiese di Santa Teresa,<br />

Sant'Anna, San Giovanni Battista,<br />

Sant'Erasmo e ancora<br />

della Santissima Annunziata<br />

di Maranola. Formia ha beneficiato<br />

di consistenti interventi finanziari con cui è stato possibile restaurare a regola d'arte i<br />

suoi monumenti ecclesiali più rappresentativi. Il merito va attribuito anche agli Enti e alle persone<br />

che hanno curato il buon esito dei lavori: Parroci, Amministratori pubblici, Responsabili<br />

vari nelle diverse <strong>com</strong>petenze, professionisti, e cosìvia.<br />

Mi soffermo in questa occasione sul lavoro svolto nella Chiesa di Sant'Erasmo, data lo vicinanza<br />

della Festa patrono le. Dopo lo lunga e laboriosa opera dei decenni precedenti, essa ha<br />

vissuto un'ulteriore importante fase di restauro, a partire dalla primavera del 2010 fino al Natale<br />

del 2011, per perfezionare e <strong>com</strong>pletare in maniera definitiva lo stessaopera. Rimangono<br />

ancora da concludere alcuni interventi che riguardano soprattutto lo Sagrestia e lo Cappella<br />

Gotica, situata a fianco della navata laterale sinistra. Il programma di lavori era stato da me<br />

preparato e anche seguito nel suo svolgimento prima di lasciare lo Parrocchia, in collaborazione<br />

con il nuovo parroco don Alfredo e le maestranze.<br />

Gli edifici sacri di grande valore storico ed artistico, hanno continuo bisogno di manutenzione<br />

e di migliorie per essere conservati ad un livello accettabile di funzionalità e di efficienza:<br />

ben presto infatti si manifestano fenomeni di degrado. Quando poi si tratta di edifici (<strong>com</strong>e<br />

nel caso della Chiesa di Sant'Erasmo), che hanno avuto un particolare percorso di restauro e<br />

di consolidamento per lo <strong>com</strong>plessità dei lavori affrontati ciò diventa ancora più necessario.<br />

Sono stati perciò reperiti fondi e predisposto un nuovo progetto di restauro ad opera dell' Arch.<br />

Mario Ferligoi. I fondi provenivano dalla partecipazione congiunta di diversi Enti: lo Regione<br />

Lazio, l'Amministrazione Provinciale di Latina e lo Conferenza Episcopale Italiana. Ad essi va<br />

lo nostra più sentita riconoscenza per aver permesso lo realizzazione del'opera lo cui spesa<br />

ammonta a circa € 600.000,00. Nel lavoro ormai giunto a conclusione si è potuto affrontare,<br />

<strong>com</strong>e asserivo poc'anzi, un'ampia serie di problemi che erano rimasti finora sospesi e che<br />

vengono qui di seguito illustrati:<br />

• lo riparazione definitiva dell'annosa, persistente lesione sulla volta centrale della chiesa, con<br />

l'impiego della tecnica a fibre di carbonio;<br />

• il recupero della zona archeologico sotto lo Sagrestia, che, per lo difficoltà di accesso, era<br />

rimasta abbandonata e dimenticata: essa rappresenta una parte importante dell'intera area,<br />

che si estende sotto lo superficie della chiesa. Si presenta <strong>com</strong>e un camminamento abbellito da<br />

colonne e capitelli antichi di spoglio e da una sezione di mura di cinta di origine preromana. La<br />

struttura lascia ipotizzare un ingresso alla cosiddetta "fenestella confessionis", cioè segue »>


alla Cripta semianulare (della fine del VI secolo),<br />

dove erano conservate le reliquie dei martiri,<br />

e dove era avvenuta la prima traslazione<br />

di quelle di Sant'Erasmo, dal primo santuario<br />

(martyrium), a lui dedicato;<br />

• la tinteggiatura, rifatta quasi del tutto con<br />

bella tonalità cromatica (tranne le artistiche<br />

pitture monocrome già restaurate in precedenza<br />

ad opera del Prof. Gianluigi Colalucci,<br />

( è colui che ha diretto il restauro del Giudizio<br />

Universale nella Cappella Sistina);<br />

• il nuovo impianto di illuminazione e di amplificazione,<br />

sia all'interno che all'esterno della chiesa, rispondente a criteri più attuali che<br />

esaltano le linee e i volumi del sacro edificio, naturalmente d'intesa con le maestranze e la<br />

Soprintendenza <strong>com</strong>petente; tra l'altro è stata meglio evidenziata l'artistica vetrata a colori del<br />

finestrone principale della facciata; ,<br />

• il presbiterio quadrangolare, di epoca rinascimentale, con il migliore rifacimento della tino:<br />

teggiatura e collocando in modo più evidente l'artistico organo a canne dell'800, per la cui<br />

migliore esposizione è stato sollevato ad un piano più alto e sono stati trasferiti gli storici<br />

monumentali candelieri in ottone del pregiato altare maggiore in marmi policromi del '600 in<br />

stile barocco napoletano;<br />

• la sistemazione delle pareti esterne della navata laterale destra con il ripristino dei motivi artistici<br />

e ornamentali di archi gotici e finestrelle, in blocchetti di tufo e mattoncini, che risalgono<br />

al '500, nonché le caratteristiche feritoie, realizzate nella stessaepoca con intento difensivo;<br />

• la costruzione del tetto spiovente a quattro falde sulla Casa Canonica allo scopo di meglio<br />

armonizzare l'intero <strong>com</strong>plesso monumentale;<br />

• il rinnovamento dei canali di gronda che sono stati sostituiti da quelli in rame;<br />

• la sistemazione della Sala San Probo (ex cappella dell'omonima Congrega, già da molto<br />

tempo adibita a sala parrocchiale) attigua alla chiesa, con il rifacimento del tetto, degli infissi<br />

e della tinteggiatura. Desidero, al termine, congratularmi con il parroco don Alfredo per l'impegno,<br />

la cura e lo spirito con cui ha gestito e portato avanti, in qualità di primo responsabile,<br />

l'intero lavoro, immettendosi con senso di responsabilità nel contesto di un'opera <strong>com</strong>plessa<br />

che veniva da lontano. Egli è stato validamente coadiuvato dall'arch. Ferligoi e dall'Impresa<br />

Mazzetti, riuscendo a interpretare e promuovere al meglio i vari interventi di restauro. L'intero<br />

lavoro ha trovato degna e appropriata esecuzione, in continuità di intenti e di collaborazione<br />

(sempre auspicabile in tali opere), dando piena soddisfazione alle aspettative dell'intera <strong>com</strong>unità<br />

formiana.<br />

A questo punto sorge spontanea e quasi naturale<br />

la domanda: perché non riprendere in mano lo studio<br />

dei risultati scientifici e storici delle varie tappe<br />

del lavoro realizzato nella Chiesa di Sant'Erasmo?<br />

Si potrebbe ora configurare un quadro più <strong>com</strong>pleto<br />

ed esauriente dell'intera opera, a futura memoria!<br />

E' ciò che, con l'aiuto del Santo Patrono, auspichiamo.<br />

di Mons. Antonio Punzo Incaricato Diocesano Beni Culturali


LA CHIESA DI SANTA MARIA LA NOCE<br />

La chiesetta di S.Maria La Noce, con annesso<br />

un piccolo monastero, fu costruita<br />

probabilmente intorno all'XI secolo<br />

quando i monaci benedettini cassinesi<br />

giunsero a Formia e iniziarono la loro opera<br />

evangelizzatrice scegliendo la località detta<br />

del Castellone. Il sito fu prescelto perché la<br />

consuetudine benedettina vieta la costruzione<br />

di cenobi all'interno delle mura cittadine né<br />

nelle loro più prossime vicinanze.<br />

I monaci benedettini, memori del legame con<br />

la chiesa formiana e dell'episodio della leggendariatraslazione<br />

nel VI secolo<br />

del cuore di S. Erasmo a Subiaco ad opera di S. Benedetto<br />

loro fondatore, desideravano risvegliare quei vincoli antichissimi<br />

e ricostituire un luogo di culto nei pressi di Formia.<br />

L'individuazione degli elementi stilistici e la struttura architettonica<br />

della chiesetta, che neIl'ossatura odierna corrisponde ancora<br />

alla chiesa medievale, giova a precisare meglio la collocazione<br />

della chiesetta rurale nel tempo; secondo la Campanelli: "limite<br />

temporale per l'edificazione è un'epoca di poco anteriore all'XI<br />

secolo"; (.....)<br />

il portale architravato su mensole marmoree trova numerosi<br />

confronti nel territorio circostante Formia in costruzioni di epoca<br />

medioevale e in chiese del territorio calabro-pugliese; (...) anche<br />

la cupola e il campanile appartengono per la loro tipologia<br />

all'area di influenza greco-normanna, andandosi ad aggiungere<br />

con l'eventuale pianta a due navate agli elementi stilistici che,<br />

sulla base dei confronti con esempi coevi, legano strettamente l'edificio attuale di S. Maria la<br />

Noce alla cultura bizantina dell'Italia meridionale. segue >>>


Nel XV secolo lo devozione popolare, lo venerazione<br />

dell'immagine della Madonna della<br />

Noce, alimentata dalla fama dei miracoli<br />

operati spingono alla concessione di particolare<br />

indulgenze ai numerosi pellegrini che<br />

affollano penitenzialmente il pio luogo; 1'8<br />

marzo 1488 viene stilata una bolla nella quale<br />

si concede una indulgenza di cento giorni<br />

"a qualunque persona, che visiterà lo chiesa<br />

di S. Maria della Noce, posta vicino al m(o)<br />

n(aste)ro di S. Erasmo di Castellone, nelle festività<br />

dell'Annunziata, dell'Assunzione di Maria<br />

Santissima, nella seconda feria dopo ..... di<br />

nostro Signor Gesù Cristo, il lunedì dopo lo<br />

domenica in Albis".<br />

Vale lo pena di ricordare e sottolineare che il lunedì in Albis è da tempi remoti indicato <strong>com</strong>e il<br />

giorno della festa della titolazione e dedicazione della chiesa rupestre della Noce; ancor oggi<br />

resta questa usanza.<br />

Riprendendo lo descrizione degli avvenimenti storici relative a S.Maria lo Noce ed al suo culto,<br />

emerge un episodio di grande importanza. La notte del 16 dicembre 1737 un fuoco di grandi<br />

proporzioni apparve in cielo in direzione del monte. I Castellonesi atterriti e sgomenti ricorsero<br />

ai loro protettori: presero lo statua di S. Erasmo e l'immagine della Madonna della Noce<br />

e le portarono di fronte al fuoco, che immediatamente si spense. Gli abitanti, consenzienti i<br />

monaci, fecero voto di costruire sul luogo una cappelluccia devozionale e iniziarono lo cerca<br />

per lo Terra del Castellone del denaro occorrente. Quando, con lo medesima repentinità, il<br />

29 (lo stesso mese?) riapparve lo straordinario fenomeno, portate processionalmente l'immagine<br />

della Vergine della Noce e lo statua del vescovo Erasmo e benedetto il fuoco, subito<br />

quest'ultimo s<strong>com</strong>parve. La promessa venne rinnovata, i religiosi per bocca del loro abate concessero<br />

il terreno per l'erezione dell'edicola ed insieme ai Castellonesi redassero lo richiesta<br />

di autorizzazione all'edificazione ed al culto, indirizzandola all'ordinario di Gaeta, il vescovo<br />

Segue »>


NICOI.AS POUSSIN<br />

Il MART'R'O DI SANT'ERASMO<br />

•<br />

Il Martirio di S. Erasmo dipinto tra il 1628 e il 1629 da<br />

Nicolas Poussin (LesAndelys 1594 - Roma 1665), è un<br />

olio su tela di grandi dimensioni (cm. 320 x cm.186),<br />

raffigurante Erasmo vescovo di Formia mentre subisce<br />

il martirio, durante le persecuzioni di Diocleziano nel 303<br />

d.C. Di questo dipinto sono noti almeno altri bozzetti, eseguiti<br />

dal Poussin <strong>com</strong>e studio preliminare all'opera finale.<br />

Un bozzetto, di cui non mi è dato di sapere le dimensioni,<br />

è custodito presso il National Gallery di Ottawa in Canada;<br />

un secondo, di dimensioni minori (cm.98 x cm.75A)'<br />

è custodito presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica, in<br />

Roma.<br />

I due bozzetti non si discostano daIl'opera definitiva se non<br />

per le dimensioni e per minime differenze, mentre sostanziali<br />

sono le differenze stilistiche. Il bozzetto di Ottawa è<br />

stato realizzato con pennellate rapide e con poche rifiniture;<br />

mentre il bozzetto di Roma è di buon livello, eseguito<br />

con fattura meno rapida, con chiaroscuri più intensi ma con<br />

le espressioni dei volti meno drammatici.<br />

Nel 1630 Nicolas Poussin dipinge una nuova tela di maggiori dimensioni (cm.240 x cm. 307).<br />

Di quest'opera non se ne conosceva l'esistenza, fino a quando in una Biblioteca di fotografie<br />

e ritagli di studio tra il 1930 - 20.00 ( Francine Clark Art Institute Records, Sterling e Francine<br />

Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts), non è stata rinvenuta una fotografia in bianco<br />

e inventariata al numero 723, con la didascalia "Dresdo, Gemaldegalerie n. 723/ N. Poussin,<br />

Marter des H. Erasmus / VA Bruckmann, Munchen, 1902". La fotografia fu eseguita segue »>


1902 quando l'opera era custodita nella città<br />

di Dresda in Germania. Il bombardamento di<br />

Dresda da parte della RoyalAir Force e della<br />

United States Army Air Force, avvenuto fra il<br />

13 e il 14 febbraio 1945, fu uno degli eventi<br />

più tragici della seconda guerra mondiale. Tre<br />

bombardamenti a tappeto degli Alleati rasero<br />

al suolo una gran parte del centro storico di<br />

Dresda, causando una strage di civili e la distruzione<br />

di numerose opere di architettura e<br />

d'arte,tra cui il bellissimo dipinto di Poussin,<br />

che oggi purtroppo, possiamo solo ammirare<br />

in una fotografia in bianco e nero.<br />

Nell'opera custodita in Vaticano, il pittore<br />

rappresenta il Martire in primo piano, un sacerdote<br />

che indica la statua di Ercole (l'idolo<br />

pagano che Erasmo aveva rifiutato di adorare, subendo per questo il martirio sulla pubblica<br />

piozzo}, un soldato romano a cavallo incaricato dell' esecuzione, il carnefice che estrae l'intestino,<br />

facendolo arrotolare intorno a un argano da marinai, un frammento di architettura classica<br />

e angeli che scendono verso la vittima, recando la palma e la corona simboli del martirio. Nel<br />

dipinto andato distrutto il sacerdote non indica la statua di Ercole, anche se la stessaè presente<br />

in alto a destra. Non sono presenti né gli angeli, né Il soldato a cavallo; i polsi del martire non<br />

sono legati da funi, ma da catene e le caviglie, libere nel primo dipinto, sono legate da funi<br />

del dipinto perduto.<br />

Le due tele sono <strong>com</strong>pletamente differenti; quindi non ci troviamo di fronte ad un bozzetto<br />

od uno studio preliminare. Si tratta di un'altra vera e propria opera che il Poussin ha dipinto<br />

successivamente. Nel primo quadro, <strong>com</strong>missionato dal Vaticano, è probabile che gli furono<br />

date delle indicazioni ben precise, da lui attuate.<br />

Successivamente ha dipinto il martirio <strong>com</strong>e forse avrebbe voluto; ed è dimostrato dal fatto<br />

che, fino alla sua distruzione era custodito in Germania e non in Italia. Il secondo dipinto, che<br />

purtroppo possiamo ammirare soltanto in bianco e nero, a mio parere, è di migliore fattura e<br />

presenza scenica: evidentemente il Poussinlo ha sentito più suo e lo ha voluto rappresentare<br />

in una forma più realistica.<br />

L'immagine a colori é il dipinto custodito nei Musei Vaticani, quella in bianco e nero é il dipinto<br />

distrutto.<br />

Renato Marchese<br />

:!<br />

;·'.1<br />

:i<br />

l<br />

~,<br />

:':1<br />

Il


ORMIA<br />

] km 29,5<br />

7125518<br />

.2<br />

ti)<br />

~ SGS<br />

SINURT<br />

04023 FORMIA<br />

Via A. De Gasperi<br />

Tel. 0771.771821<br />

Fax 0771.771822<br />

e-rnaìl: oliva.sal@liscali.i1<br />

tfJ"JD<br />

BOSeH<br />

'ONALE<br />

~ITERAPICO<br />

dro Cianciaruso<br />

•- ociato T.NPE.E.<br />

- - Riabilitazione Respiratoria<br />

••••• "-_IIlli1. da ~ontatto CR3 (tecar)<br />

a Tapi N l .<br />

~. 320.5329211<br />

-...it<br />

. -------<br />

..<br />

~"m* "<br />

~<br />

~.~~- rr '<br />

.fa " .-<br />

A. VEllHlCI<br />

WCASAD<br />

~<br />

~


1··IN~~a~~:~g};!j~~;';O<br />

L'inno sacro amoroso, fedele.<br />

All'eccelso Campion del Signore<br />

innalziamo i.sospiri del cuor<br />

OErasm~, noi siamo tuoi figli!<br />

Con paterno sollecito affetto,<br />

Tu ci assisti~proteggi e consigli<br />

nellacullo fln~esiremo_ respir:<br />

a Erasmo, se il màr burrascoso<br />

triste notte minaccia il nocchiero;<br />

Tu le luci mostra pietoso<br />

la vicinàbonaccia a segnar.<br />

~:::::~---<br />

~0;.i;


INFORMAZIONI<br />

ED ORARI PARROCCHIA DI SANr'ERASMO<br />

Parroco: don Alfredo Micalusi<br />

Viceparroco: don Showry Konka<br />

Parroco emerito: Mons. Antonio Punzo<br />

Segreteria:<br />

Tel/Fax 0771.700257<br />

celI. 339.5834861<br />

Contatti Parroco:<br />

393.9933993<br />

a.micalusi@tiscali.it<br />

Mail: santerasmoformia@gmail.<strong>com</strong><br />

Web: www.parrocchiasanterasmo.it<br />

ORARI SANTE MESSE<br />

Feriali:<br />

ore 18.00 (estivo ore 19.00)<br />

Festivi:<br />

ore 7.00, ore 11.00<br />

(estivo ore 9.30)<br />

ore 18.00 (estivo ore 19.00)<br />

Confessioni:<br />

mezz'ora prima e dopo le SS. Messe<br />

Ogni primo venerdì del mese nella chiesetta<br />

di s. Anna e ogni primo sabato del<br />

mese nella chiesetta di S. Rocco, si celebra<br />

lo S. Messa lo mattina alle ore 7.00

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!