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Cade la notte Nightfall Di Isaac Asimov Astounding Science ... - tardis

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«Lurida bestia schifosa!» mugolò dal<strong>la</strong> nebbia di dolore che lo accecava.<br />

Nello stesso istante il giornalista realizzava perfettamente ciò che succedeva attorno.<br />

Udì il grido di Beenay:<br />

«Ho fatto <strong>la</strong> fotografia! Tutti alle vostre macchine!» Poi tutti si accorsero che l'ultimo spicchio di<br />

luce so<strong>la</strong>re si era ulteriormente assottigliato ed era sparito.<br />

Contemporaneamente udì il rantolo di Beenay, il gemito stridulo di Sheerin, una risatina isterica<br />

che si spezzò e poi il silenzio, improvviso e strano e mortale che si stendeva sul<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> fuori.<br />

Latimer si era afflosciato sotto <strong>la</strong> stretta che ora si allentava. Theremon guardò gli occhi del<br />

Cultista, aperti e vuoti verso l'alto riflettenti il barlume giallo delle torce. All'angolo del<strong>la</strong> bocca<br />

aveva una bol<strong>la</strong> di saliva e dal<strong>la</strong> go<strong>la</strong> gli uscì un rantolo animale.<br />

Affascinato si alzò puntandosi su un braccio e guardò l'orrore nero oltre le finestre.<br />

E vide le Stelle.<br />

Non erano le tremi<strong>la</strong>seicento stelle lontane, visibili dal<strong>la</strong> Terra a occhio nudo. Lagash era al centro<br />

di un enorme ammasso stel<strong>la</strong>re. Trentami<strong>la</strong> soli bril<strong>la</strong>vano in un fulgore agghiacciante e ineffabile,<br />

più spaventoso proprio per <strong>la</strong> sua totale indifferenza, del vento che rabbrividiva sul<strong>la</strong> terra fredda e<br />

buia.<br />

Theremon si rialzò barcol<strong>la</strong>ndo, col respiro mozzato da una stretta al<strong>la</strong> go<strong>la</strong>, i muscoli contorti nel<strong>la</strong><br />

tensione di un terrore che superava qualsiasi soglia di sopportazione.<br />

Stava impazzendo e lo sapeva, e dal<strong>la</strong> sua mente un ultimo barlume di lucidità lottava contro il<br />

terrore irrefrenabile e disperato. Era orribile impazzire e saperlo, per qualche istante avrebbe<br />

conservata <strong>la</strong> coscienza e poi <strong>la</strong> sua identità sarebbe stata travolta e uccisa dal<strong>la</strong> follia. Questa era<br />

l'Oscurità, il Gelo e il Destino. Le mura dell'universo si erano schiacciate e le macerie nere<br />

crol<strong>la</strong>vano per distruggerlo e seppellirlo.<br />

Urtò qualcuno che strisciava verso di lui. ma continuò, con le mani strette al<strong>la</strong> go<strong>la</strong>, barcol<strong>la</strong>ndo<br />

verso le torce che riempivano <strong>la</strong> sua visuale.<br />

«Luce», gridò.<br />

Aton piangeva, <strong>la</strong>mentandosi come un bambino agonizzante di paura.<br />

«Le Stelle... tutte le Stelle. E non le conoscevamo, non ne sapevamo nul<strong>la</strong>, credevamo esistessero<br />

solo sei soli e invece ci sono le Stelle e l'Oscurità per sempre... le mura si spezzano e non sapevamo<br />

e non potevamo sapere...»<br />

Qualcuno brandì una torcia che cadde e morì. Allora il gelido splendore delle Stelle indifferenti si<br />

avvicinò di colpo.<br />

Al di là del<strong>la</strong> finestra, all'orizzonte, verso <strong>la</strong> Città di Saro, si alzò un bagliore porpora che<br />

aumentava di intensità e di volume, ma non era un sole che si levava.<br />

Era discesa di nuovo <strong>la</strong> lunga <strong>notte</strong>.

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