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Alberto Bolognesi IL CODICE CELESTE

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armeno che cercava oggetti “caldi” nell'ultravioletto e che si imbattè in un quasar molto vicino al<br />

bordo di una contorta galassia, la spirale NGC4319. Gli spettri furono determinati in seguito da un<br />

altro ricercatore che ricavò un valore corrispondente a un moto di allontanamento di 1700 km/sec<br />

per la galassia e di ben 21000 km/sec per l'oggetto quasaroide catalogato Mkn 205. Poco dopo<br />

l'astronomo Arp decise di esaminare da Monte Palomar e con la migliore risoluzione possibile<br />

l'intera configurazione, mettendo in luce una debole connessione luminosa fra il quasar e la<br />

galassia; la connessione fu confermata con altri telescopi, ma poiché questo avrebbe falsificato<br />

inesorabilmente l'interpretazione cosmologica del redshift, si convenne una posizione ufficiale in<br />

cui “l'apparente” connessione era dovuta alla sovrapposizione prospettica della distribuzione di luce<br />

di due oggetti “in realtà” lontanissimi tra loro.<br />

(La connessione di NGC4319 a Mkn205 – J.Sulentic)<br />

In seguito la connessione venne constatata con maggiore dettaglio per mezzo di nuove tecniche di<br />

processione delle immagini e poi ancora, nell'imbarazzo generale, dalle prime sortite dell'Hubble<br />

Space Telescope che evidenziò un ponte di materiale che si estendeva senza soluzione di continuità<br />

dalla galassia fino ad avvolgere l'oggetto di Markarian. Infine, nel 2002, un'organizzazione<br />

associata alla NASA fece circolare con grande risalto la stampa di una nuova fotografia dell'Hubble,<br />

annunciando stavolta la definitiva confutazione della connessione. Era un'immagine insolitamente<br />

scura, sulla quale però un gran numero di persone segnalò la presenza di una debole ma<br />

inequivocabile connessione ottica: aumentando semplicemente il contrasto poi, compariva la<br />

medesima struttura materiale già osservata con i telescopi a terra, più un sottile e luminoso<br />

filamento che si insinuava all'interno della connessione e che precludeva qualsiasi possibilità di<br />

accavallamento prospettico tra NGC4319 e Mkn 205. Ciononostante, nessun astronomo influente si<br />

sentì di commentare il comunicato o di confermare l'assenza di ogni connessione, mentre furono<br />

numerosi quelli che ne rivendicarono l'apparente struttura filiforme “pur non essendo assolutamente<br />

in grado di dire o di decidere che cos'è” (J.Sulentic).<br />

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