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che il tempo dedicato alla preparazione (avesse) dato i suoi frutti
(…) nei termini di divertimento e conoscenza”.
Un tempo che richiede concentrazione zen. Un papà dice “cerca-
vo di riuscire a dare il massimo per fare bene ogni compito, ov-
vero incollare, colorare, questo lo metto così, il colore sarà giu-
sto?”. Un tempo nel quale si mescolano, come in una tavolozza
di colore, molti aspetti: adulti che con ruoli diversi si prendono
cura dei bambini, stanno assieme per costruire un pezzo della
vita del nido, interpretando “vicinanze” ma anche “professionalità”.
Una mamma parla di “ottima miscela di professionalità e di
divertimento”, quasi come in una ricetta di cucina dove le azioni
devono essere consapevoli e fatte con arte e contemplare anche
divertimento e risate.
Un tempo fatto di nuove relazioni, con le educatrici, ma anche
con altri genitori. Per alcuni è l’occasione per conoscere e condividere
l’esperienza di genitore. Dice una mamma : “Io poi che non
sono originaria di Anzola ho avuto modo di conoscere i genitori
dei bimbi coetanei di D. e questo per me è stato importante”.
Un tempo fatto anche di fatica e di stanchezza. Quella della giornata
dei genitori e quella delle educatrici che hanno già in mente
la complessità “del viaggio” che si sta per intraprendere e che
sentono di avere dei doveri. Dovere essere in prima linea nel tenere
le fila dell’organizzazione della festa; dover contenere alcune
bellissime idee dei genitori, ma che sarebbero troppo lunghe
da realizzare; e infine “dover” promuovere tra i genitori una rete
di nuove relazioni in grado di creare possibili connessioni di pensieri,
idee, emozioni.
Nonostante la fatica, condividiamo con i genitori l’idea che questa
partecipazione con-divisa finalizzata all’organizzazione della
festa, rappresenti una esperienza in cui valga la pena di “buttarsi
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