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A cura del Settore Educativo di CADIAI<br />

Fili di partecipazione<br />

Incontri con le famiglie<br />

nei nidi d’<strong>in</strong>fanzia<br />

<strong>Quaderni</strong> CADIAI 10


Indice<br />

Il Settore Educativo........................................................................................................................................3<br />

I servizi all’<strong>in</strong>fanzia .........................................................................................................................................4<br />

Introduzione al Quaderno ....................................................................................................................7<br />

Nido d’<strong>in</strong>fanzia “Abba” Bologna .............................................................................15<br />

Nidi d’<strong>in</strong>fanzia “Balenido”<br />

e “Pippi Calzelunghe” Casalecchio di Reno ..........................................35<br />

Nido d’<strong>in</strong>fanzia “Gianni Rodari” Anzola Emilia ...........................43<br />

Nido d’<strong>in</strong>fanzia “Maria Trebbi” San Lazzaro di Savena .......55<br />

1


Il Settore Educativo<br />

Il Settore Educativo di CADIAI raccoglie al proprio <strong>in</strong>terno servizi<br />

che hanno una spiccata valenza educativa e/o riabilitativa.<br />

Si tratta di servizi per l’<strong>in</strong>fanzia (nidi, micronidi, centri genitori/<br />

bamb<strong>in</strong>i, spazio bimbo), servizi per m<strong>in</strong>ori <strong>in</strong> situazioni di disagio<br />

psichico o di disabilità (servizi semiresidenziali, <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>dividualizzati,<br />

<strong>in</strong>terventi di sostegno scolastico), servizi terapeutici<br />

per tossicodipendenti (semiresidenza e attività di prevenzione<br />

sul territorio).<br />

La struttura organizzativa del Settore Educativo prevede, oltre al<br />

Responsabile di Settore, una collaboratrice referente per il personale,<br />

una collaboratrice referente per la Qualità e gestione degli<br />

acquisti ed una referente pedagogica per i servizi all’<strong>in</strong>fanzia.<br />

In ogni servizio sono presenti:<br />

• un tecnico (pedagogista o psicologo) che ha il compito di curare<br />

l’impostazione metodologica degli <strong>in</strong>terventi e di elaborare<br />

gli strumenti utili ad una corretta riflessione ed elaborazione<br />

dell’esperienza;<br />

• un coord<strong>in</strong>atore gestionale che coord<strong>in</strong>a il gruppo di lavoro e<br />

segue la gestione quotidiana delle attività.<br />

Il gruppo di lavoro, composto dall’<strong>in</strong>sieme delle professionalità<br />

co<strong>in</strong>volte nell’erogazione del servizio, è a sua volta un organismo<br />

con una precisa identità, sottol<strong>in</strong>eata dal fatto che ha momenti<br />

programmati di <strong>in</strong>contro (riunioni di equipe) per impostare<br />

e verificare l’<strong>in</strong>tervento educativo.<br />

Sono poi attivi due organismi collegiali che def<strong>in</strong>iscono punti di<br />

coord<strong>in</strong>amento più allargati: il Coord<strong>in</strong>amento Amm<strong>in</strong>istrativo,<br />

composto da tutti i coord<strong>in</strong>atori gestionali dei servizi; il Coord<strong>in</strong>amento<br />

Tecnico Scientifico, composto dai tecnici (pedagogisti<br />

3


4<br />

e psicologi) che si occupano dell’impostazione metodologica e<br />

tecnica degli <strong>in</strong>terventi erogati.<br />

I servizi all’<strong>in</strong>fanzia<br />

Il primo servizio all’<strong>in</strong>fanzia gestito da CADIAI è il “Progetto 1-6”<br />

<strong>in</strong> via Pier de’ Crescenzi a Bologna, <strong>in</strong>augurato nel Settembre del<br />

1999, <strong>in</strong> seguito all’aggiudicazione di un appalto di concessione<br />

del Comune di Bologna per la ristrutturazione e gestione del<br />

Servizio; il progetto prevedeva una scuola di cont<strong>in</strong>uità nidomaterna,<br />

costituita da tre sezioni di nido ed una sezione di scuola<br />

dell’<strong>in</strong>fanzia.<br />

Nel 2002 prende forma il progetto Karabak, tramite il quale CA-<br />

DIAI, <strong>in</strong>sieme ad altre quattro importanti cooperative bolognesi<br />

(Società Dolce, Manutencoop, Cipea, Camst), partecipa alle procedure<br />

per la costruzione e gestione di nidi comunali nel territorio<br />

della prov<strong>in</strong>cia di Bologna.<br />

Attraverso questo strumento e altre forme di gestione autonoma,<br />

CADIAI è arrivata ad essere titolare della gestione di dodici servizi<br />

nido comunali, di un nido privato, di due micronidi privati, di<br />

sette sezioni <strong>in</strong> quattro nidi comunali fra Bologna e prov<strong>in</strong>cia.


C’era un bamb<strong>in</strong>o profumato di latte<br />

che giocava <strong>in</strong>sieme a dieci gatte.<br />

Ciascuna leccava la punta di un suo dito<br />

e gli faceva un piccolo prurito.<br />

A ogni prurito il bamb<strong>in</strong>o rideva<br />

e bruscamente una coda prendeva.<br />

Così ci furono dieci risate<br />

e dieci code furono tirate.<br />

Stare dalla parte del bamb<strong>in</strong>o,<br />

amare i suoi giochi,<br />

sostenere le sue scoperte.<br />

Così può <strong>in</strong>iziare la storia<br />

di adulti che si <strong>in</strong>contrano<br />

vic<strong>in</strong>o a bamb<strong>in</strong>i che giocano…...<br />

Roberto Pium<strong>in</strong>i<br />

7


8<br />

Questo quaderno raccoglie numerose esperienze di Laboratori<br />

proposti a bamb<strong>in</strong>i e genitori all’<strong>in</strong>terno dei nidi gestiti da<br />

CADIAI.<br />

Educatrici con abilità particolari o con competenze acquisite<br />

durante il proprio percorso professionale hanno ideato e<br />

realizzato divertenti proposte di gioco o di attività per creare<br />

un’occasione di <strong>in</strong>contro e di scambio “<strong>in</strong> più ” per piccoli e<br />

grandi <strong>in</strong>sieme.<br />

Pag<strong>in</strong>a dopo pag<strong>in</strong>a le parole e le immag<strong>in</strong>i che le accompagnano<br />

descriveranno <strong>in</strong> maniera esauriente questi appuntamenti<br />

speciali.<br />

Come <strong>in</strong>izio e guida di questo racconto di esperienze abbiamo<br />

scelto di mettere <strong>in</strong> evidenza alcuni aspetti che le caratterizzano<br />

per offrire spunti di riflessione che aiut<strong>in</strong>o a comprendere cosa<br />

significa, per chi opera all’<strong>in</strong>terno del nido, assegnare centralità<br />

alle relazioni con le famiglie, quale è la posizione giusta <strong>in</strong><br />

cui mettersi e come <strong>in</strong>fluisce tutto questo sulla comunità che<br />

accoglie entrambi.<br />

Il laboratorio è un’occasione di GIOCO condiviso tra bamb<strong>in</strong>i e<br />

adulti; per il bamb<strong>in</strong>o è un’occasione speciale, ha vic<strong>in</strong>o a sé il<br />

papà e la mamma, o solo uno dei due, nello stesso posto dove<br />

passa anche molte ore della sua giornata, è un po’ stupito,<br />

a volte, ma contento, di solito, di questo tempo e di questa<br />

vic<strong>in</strong>anza mentre gioca o esplora nuovi materiali….<br />

I genitori un po’ giocano anche loro, un po’ guardano, prendendo<br />

una pausa da impegni e <strong>in</strong>combenze quotidiane… Vivendo<br />

dall’<strong>in</strong>terno l’esperienza che fa il proprio bimbo quando gioca<br />

capiscono ancora meglio che giocare con un bamb<strong>in</strong>o non<br />

significa solo giocare con lui, ma poterlo osservare da una<br />

posizione diversa e così comprendere le motivazioni profonde<br />

dei suoi <strong>in</strong>teressi, le emozioni e il piacere che prova, quello che<br />

conosce e che impara, che è mescolato <strong>in</strong>sieme perché è così


che si presentano le cose ai bamb<strong>in</strong>i, quando sono piccoli. La<br />

cosa importante allora è rendere possibile quest’esperienza<br />

per il bamb<strong>in</strong>o, assicurargliela <strong>in</strong> tutti i momenti della giornata<br />

nei quali non è impegnato a mangiare o riposare… Questo può<br />

capire meglio un adulto quando si mette al livello del bamb<strong>in</strong>o e<br />

gioca con lui.<br />

Ma anche altro. “La mia nonna spagnola ripeteva sempre che i<br />

bamb<strong>in</strong>i devono giocare <strong>in</strong> presenza degli adulti, ma gli adulti<br />

non devono giocare con loro, ciò impedirebbe loro di sognare,<br />

come se giocando con loro rompessero l’<strong>in</strong>cantesimo, come se<br />

occorresse essere presenti, ma <strong>in</strong>visibili”.<br />

(Moro, 2008, p.160)<br />

Queste parole riportano un op<strong>in</strong>ione diversa sul giocare con<br />

i bamb<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>teressante perché ci ricorda che ci sono, a tal<br />

proposito, posizioni culturali e generazionali molto diverse. Ci<br />

sono nonni che non hanno mai giocato con i propri nipoti, non<br />

era nelle abitud<strong>in</strong>i di un tempo, i nonni di oggi lo fanno <strong>in</strong>vece e<br />

molti raccontano di quanta soddisfazione ne ricavano.<br />

Le parole della nonna spagnola dicono però una cosa molto<br />

importante, che sicuramente i genitori hanno sperimentato nei<br />

momenti di gioco con i loro bamb<strong>in</strong>i: parlano dell’importanza<br />

della presenza, dell’esserci, anche un po’ <strong>in</strong>visibili. Sembra una<br />

contraddizione ma non lo è. Significa avere uno sguardo curioso,<br />

attento, <strong>in</strong>tervenire quando è richiesto, non <strong>in</strong>terrompere il gioco<br />

del bamb<strong>in</strong>o, provare un <strong>in</strong>teresse autentico per le cose nelle<br />

quali egli è impegnato ad agire, a fare, che può scoprire.<br />

Ma c’è anche un’altra presenza adulta <strong>in</strong> queste momenti di<br />

gioco: quella delle educatrici, che sono impegnate a offrire spunti<br />

o situazioni che rendono possibile questo avvic<strong>in</strong>amento, tra i<br />

bamb<strong>in</strong>i e i loro genitori, ma anche tra loro stesse e i genitori.<br />

Qual è il loro compito? Quello di <strong>in</strong>segnare a mamme e papà<br />

come giocare con i propri bamb<strong>in</strong>i o magari fargli capire che<br />

9


10<br />

anche a casa il bamb<strong>in</strong>o può fare gli stessi giochi del nido, come<br />

paciugare con colori, far<strong>in</strong>a e polvere di cacao?<br />

No, le vere ragioni e le potenzialità di questi momenti d’<strong>in</strong>contro<br />

sono ben altre.<br />

Le educatrici creano le condizioni perché si realizzi quest’esperienza,<br />

occupano una posizione esterna, ma sono anche<br />

dentro; hanno la possibilità di osservare, anche loro, di parlare<br />

con i genitori, di entrare più <strong>in</strong> confidenza, parlano con il bamb<strong>in</strong>o<br />

mentre è vic<strong>in</strong>o alla sua mamma, parlano con la mamma mentre<br />

è vic<strong>in</strong>o al suo bamb<strong>in</strong>o. E il bamb<strong>in</strong>o, anche se non capisce bene<br />

queste parole capisce che c’è un contatto, qualcosa che unisce<br />

persone diverse ma per lui importanti e si sente bene.<br />

Il laboratorio è allora un luogo dove è possibile prendersi cura<br />

dei LEGAMI. (Bianchi, 2004)<br />

Questo è il compito che spetta alle educatrici, perché “chi si<br />

trova a prestare cure a un bamb<strong>in</strong>o della cui famiglia non è parte<br />

deve sempre avere ben presente… la necessità di prendersi<br />

cura dei legami tanto quanto del bamb<strong>in</strong>o” (David, 1997, p.24).<br />

Perché il suo benessere non dipende solo dalla relazione con la<br />

sua mamma o con l’educatrice di riferimento, ma anche dalla<br />

relazione che esiste tra la mamma e quell’educatrice, tra tutti gli<br />

adulti che si occupano di lui.<br />

Il laboratorio offre così un tempo e uno spazio per le relazioni tra<br />

gli adulti, crea un ambiente dove c’è la possibilità di scambi, di<br />

un “addomesticamento” reciproco, pur nella consapevolezza e<br />

nel rispetto della diversità delle POSIZIONI che si occupano.<br />

È importante che chi lavora al nido, attribuendo centralità alle<br />

relazioni con le famiglie, sappia mettersi nella posizione giusta,<br />

per evitare errori e <strong>in</strong>utili fatiche.<br />

Occorre ricordare sempre che la famiglia viene prima, e che il<br />

lavoro al nido deve tenere conto di questo primato, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di<br />

responsabilità educativa, di riferimento affettivo e di sapere che


appartengono alla famiglia; è necessario lasciare posto a queste<br />

relazioni prime, cioè non desiderarle diverse e qu<strong>in</strong>di pensare di<br />

doverle modificare. Partire da lì.<br />

Tenere conto di questo significa avere capito che lavorare <strong>in</strong><br />

cont<strong>in</strong>uità con la famiglia non vuole dire annullare le differenze<br />

ma farle dialogare, mantenere aperto uno scambio cont<strong>in</strong>uo di<br />

saperi, entrambi importanti e fondamentali per la crescita e il<br />

benessere del bamb<strong>in</strong>o.<br />

Ma c’è un ultimo aspetto importante da mettere <strong>in</strong> luce.<br />

Quello che accade <strong>in</strong> questa situazione di laboratorio, come<br />

<strong>in</strong> altri momenti di gruppo che caratterizzano la vita del nido,<br />

dove più genitori si <strong>in</strong>contrano <strong>in</strong>sieme, dialogando tra di loro<br />

e con le educatrici a proposito del proprio bamb<strong>in</strong>o, ma anche<br />

su argomenti che riguardano la cura e l’educazione dell’<strong>in</strong>fanzia,<br />

le difficoltà che si <strong>in</strong>contrano e le soluzioni che si adottano… è il<br />

dare vita a una COMUNITA’, è l’essere COMUNITA’.<br />

E una comunità, ha, può avere, un forte impatto sul territorio,<br />

rispetto a richieste da porre, <strong>in</strong>iziative da prendere, capacità di<br />

farsi ascoltare, possibilità di ottenere ciò di cui si ha bisogno.<br />

È necessario però far maturare una prospettiva diversa da<br />

adottare, entrambi, i servizi e le famiglie.<br />

Da un lato i servizi devono comprendere che il sostegno alla<br />

genitorialità non significa educare i genitori ma fare emergere le<br />

loro risorse e considerarli non degli allievi ma dei partner <strong>in</strong>sieme<br />

ai quali è possibile costruire modalità condivise di risoluzione<br />

di problemi. I servizi sono chiamati a <strong>in</strong>terrogarsi sia su nuovi<br />

punti di vista dai quali guardare alle esigenze delle famiglie sia<br />

sui propri modelli pedagogici, riesam<strong>in</strong>ando anche criticamente<br />

quelli che sono stati, per lungo tempo, i riferimenti pr<strong>in</strong>cipali del<br />

“pianeta” nido.<br />

Dall’altro è importante che un genitore comprenda che le<br />

risposte ai problemi non possono essere trovate solo all’<strong>in</strong>terno<br />

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12<br />

di una dimensione <strong>in</strong>dividuale, della quale è fondamentale<br />

tenere conto, ma vanno messe <strong>in</strong> relazione con il contesto nido<br />

che è un contesto comunitario. Questo richiede per esempio<br />

di non fermarsi alla prima soluzione pensata e richiesta, ma di<br />

ricercarne un’altra, che magari non è subito evidente, ma che<br />

deve soddisfare sia le esigenze <strong>in</strong>dividuali che quelle collettive.<br />

E cosa ci si guadagna mettendosi <strong>in</strong> questa prospettiva? Si<br />

impara, servizi e famiglie, a “pensare <strong>in</strong>sieme” ai problemi e a<br />

trovare <strong>in</strong>sieme soluzioni appropriate.<br />

Può così maturare una “visione sociale, sovra<strong>in</strong>dividuale,<br />

comunitaria” di un servizio quale il nido, che crea un cultura<br />

condivisa sull’<strong>in</strong>fanzia capace di orientare le politiche di un<br />

territorio. (Infant<strong>in</strong>o,2008, p.5)<br />

Moro M. R. (2008). Maternità e amore, Frass<strong>in</strong>elli.<br />

Colombo G., Cocever E., Bianchi L. (2004). Il lavoro di cura,<br />

Carocci, Roma.<br />

David M. (1997). La parola alle operatrici, <strong>in</strong>troduzione a M.D,<br />

Le bebè, ses parents, leurs soignants, <strong>in</strong> “Spirale”, 5.<br />

Infant<strong>in</strong>o A. (2008). Flessibilità possibili. Bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Europa,<br />

VIII, 4, 2-5.<br />

Il Coord<strong>in</strong>amento Pedagogico CADIAI


Nido d’<strong>in</strong>fanzia “Abba” Bologna<br />

Legami-trame-orditi.<br />

La partecipazione delle famiglie nel nido d’<strong>in</strong>fanzia “Abba”.<br />

Il nido “Abba”, situato <strong>in</strong> via Abba, nel quartiere Savena, accoglie<br />

78 bamb<strong>in</strong>i di età diverse, dai 3 ai 36 mesi, suddivisi <strong>in</strong><br />

4 sezioni, omogenee per età.<br />

Ogni sezione ha un nome che la identifica e dei simboli che ne<br />

ornano le porte e che richiamano immediatamente alla mente<br />

il nome proprio di quella sezione, così, la sezione p<strong>in</strong>gu<strong>in</strong>i, ha<br />

un enorme p<strong>in</strong>gu<strong>in</strong>o bianco e nero, che si scorge da lontano<br />

non appena si imbocca il corridoio. Può sembrare un orpello,<br />

uno sfizio e <strong>in</strong>vece è un modo per avvic<strong>in</strong>are i bamb<strong>in</strong>i e le loro<br />

famiglie alla vita del servizio. È <strong>in</strong>fatti molto semplice ricordare<br />

un p<strong>in</strong>gu<strong>in</strong>o e anche i bamb<strong>in</strong>i non appena riescono ad<br />

articolare qualche parola imparano il nome della loro stanza<br />

e la ripetono orgogliosi alla loro famiglia. Nello stesso modo<br />

<strong>in</strong> cui noi rendiamo gli spazi sempre più famigliari costruendo<br />

legami, tra i bamb<strong>in</strong>i e lo spazio che diventa per loro sempre<br />

più riconoscibile, facciamo sì, che i bamb<strong>in</strong>i stessi, lasciando<br />

le loro tracce, costruiscano le trame del loro vissuto all’<strong>in</strong>terno<br />

del nido.<br />

I bamb<strong>in</strong>i qu<strong>in</strong>di, ritrovano ogni giorno le loro fotografie o i<br />

loro simbol<strong>in</strong>i sugli armadietti e sui lett<strong>in</strong>i, vedono appesi i<br />

loro disegni e quelli dei compagni, ritrovano nei diari scritti<br />

dalle loro educatrici le foto dei genitori e la testimonianza<br />

delle attività che li hanno co<strong>in</strong>volti.<br />

Le f<strong>in</strong>alità di un servizio per la primissima <strong>in</strong>fanzia sono <strong>in</strong> particolare<br />

legate al benessere del bamb<strong>in</strong>o, alla sua crescita, alla<br />

costruzione di pari opportunità per tutti, all’apprendimento<br />

delle autonomie, ma il nido è anche una grande comunità alla<br />

15


16<br />

quale partecipano per qualche anno anche gli adulti che compongono<br />

le famiglie dei bamb<strong>in</strong>i del nido ed essi chiedono di<br />

potere essere riconosciuti come uno degli attori importanti del<br />

sistema.<br />

Allora abbiamo pensato di co<strong>in</strong>volgerli non solo <strong>in</strong> attività istituzionali<br />

come le assemblee o i colloqui <strong>in</strong>dividuali, ma <strong>in</strong> momenti<br />

ludici che si caricavano di significato proprio perché, questo tempo,<br />

era dedicato a loro e alla socializzazione tra adulti.<br />

Piano, piano nel tempo si è costruito un ordito, un modo di tessere<br />

i rapporti, che è diventato parte della modalità di accoglienza del<br />

servizio. Offriamo alle famiglie molte opportunità che hanno caratteristiche<br />

diverse, dal laboratorio di Natale dove famiglie ed<br />

educatrici costruiscono <strong>in</strong>sieme un oggetto da regalare ai bamb<strong>in</strong>i,<br />

al laboratorio per le mamme o i papà che sono impegnati<br />

nell’<strong>in</strong>serimento del proprio bamb<strong>in</strong>o e che nei momenti di attesa<br />

si dedicano alla costruzione di un gioco che verrà utilizzato<br />

durante l’anno scolastico, oppure agli <strong>in</strong>contri a tema che vedono<br />

il gruppo di lavoro impegnato con i genitori nella condivisione<br />

di una discussione dialogica su tematiche legate all’<strong>in</strong>fanzia, ma<br />

non solo. Per esempio <strong>in</strong> queste pag<strong>in</strong>e è riportata l’esperienza<br />

di una serata nella quale abbiamo condiviso una idea sull’amore<br />

e le sue <strong>in</strong>terazioni, che faceva parte di un percorso di riflessione<br />

sulle emozioni, non solo quelle positive, ma anche quelle che ci<br />

toccano più profondamente come la rabbia o la paura.<br />

I nidi d’<strong>in</strong>fanzia <strong>in</strong> effetti sono veramente una grande comunità,<br />

nella quale si alternano, tanti momenti, alcuni anche difficili, ma<br />

sicuramente sempre molto formativi.<br />

Daria Quaglia<br />

Coord<strong>in</strong>atrice pedagogica


Laboratorio sull’Amore<br />

Ogni anno al nido “Abba” hanno luogo due laboratori tematici<br />

tenuti dalla pedagogista del servizio, aperti ai genitori dei bamb<strong>in</strong>i,<br />

alle educatrici e ai collaboratori.<br />

Sono <strong>in</strong>contri importanti, di scambio, di condivisione e di conoscenza<br />

dove si sviscerano argomenti che permeano il mondo del<br />

bamb<strong>in</strong>o e dell’adulto. Adulto che ha l’occasione di ritagliarsi<br />

uno spazio tutto per sé dentro al nido e nello stesso tempo di<br />

sentirsi parte di un gruppo.<br />

La scelta delle tematiche affrontate non è mai stata casuale ma è<br />

nata dall’ascolto dei bisogni e dell’esigenze dei genitori.<br />

In questi ultimi due anni i temi scelti hanno avuto come filo conduttore<br />

le emozioni: rabbia, paura, felicità e amore; sentimenti<br />

molto forti e co<strong>in</strong>volgenti che toccano tutti noi s<strong>in</strong> da piccoli.<br />

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18<br />

Il nido <strong>in</strong>fatti è un grande contenitore emozionale perché fatto di<br />

relazioni diverse tra persone diverse; è pensato ed organizzato<br />

come luogo di relazione a 3 <strong>in</strong> cui la presenza e il protagonismo<br />

delle famiglie è essenziale tanto quanto la presenza e il protagonismo<br />

dei bamb<strong>in</strong>i, degli educatori e dei collaboratori.<br />

Nido come seconda casa per chi ci vive, sede di emozioni volubili,<br />

di stati d’animo altalenanti, di sorrisi, di cambiamenti, di familiarità,<br />

di protezione e di affetto. Luogo che favorisce e aiuta il<br />

processo di crescita di ognuno, dove tutti i giorni si può imparare<br />

qualcosa dagli altri.<br />

Abbiamo così pensato che ci fosse l’esigenza di soffermarsi su<br />

questi aspetti e di prenderne coscienza dandone il giusto e meritato<br />

valore.


Analizzare assieme emozioni come la paura, la rabbia, la felicità<br />

e l’amore voleva essere per noi un momento per metterci <strong>in</strong> gioco<br />

come persone, senza dist<strong>in</strong>zione di ruolo.<br />

Gli <strong>in</strong>contri volevano anche dare la possibilità a tutti noi di poter<br />

riflettere sulle nostre esperienze e condividere i propri vissuti…<br />

liberi di emozionarci.<br />

Abbiamo pensato <strong>in</strong> questa sede di raccontarvi il laboratorio<br />

sull’AMORE che si è tenuto il 26 febbraio del 2008.<br />

I genitori partecipanti potevano essere 15. La scelta di un numero<br />

ristretto di persone è stata fatta per dare la possibilità a tutti<br />

di avere un proprio tempo di esprimersi <strong>in</strong> una situazione più<br />

familiare ed <strong>in</strong>tima. Il grande gruppo poteva <strong>in</strong>timorire e creare<br />

confusione. I genitori che volevano partecipare si sono iscritti <strong>in</strong><br />

una lista che trovavano all’<strong>in</strong>gresso del nido. La durata dell’<strong>in</strong>contro<br />

doveva essere di circa due ore. Del nostro servizio eravamo<br />

presenti <strong>in</strong> 6 educatrici, 1 collaboratore e la nostra pedagogista<br />

Daria Quaglia.<br />

In una delle nostre sezioni più grandi abbiamo sistemato le seggiol<strong>in</strong>e<br />

<strong>in</strong> cerchio dando così la possibilità di vedersi e sentirsi<br />

tutti allo stesso modo.<br />

Alle 18 abbiamo fatto accomodare i genitori e il laboratorio è<br />

com<strong>in</strong>ciato con una brevissima <strong>in</strong>troduzione di Daria <strong>in</strong> merito<br />

allo svolgimento della serata. Poi a turno noi educatrici abbiamo<br />

letto poesie, brani e frasi di diversi autori legati tutti dal tema<br />

comune dell’Amore. Successivamente noi partecipanti abbiamo<br />

scritto su un foglio le nostre sensazioni, i nostri pensieri e le parole<br />

suscitate dall’ascolto per poi condividerle con il gruppo leggendole<br />

ad alta voce.<br />

Daria ha poi s<strong>in</strong>tetizzato ed organizzato i nostri pensieri ponendo<br />

domande e cercando spunti di riflessione per un dibattito.<br />

Ognuno di noi ha cercato di dare una def<strong>in</strong>izione personale<br />

dell’amore.<br />

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I liberi pensieri d’amore delle mamme e dei papà, tra lacrime non<br />

trattenute, si sono diretti di più verso i loro figli, amori più recenti<br />

e più profondi perché nati dalle loro vite.<br />

Diversamente le educatrici non ancora mamme hanno def<strong>in</strong>ito<br />

l’amore più come sentimento verso una persona cara.<br />

Alcuni pensieri:<br />

“…l ’amore come dono… amore come sapersi donare… amore<br />

come sentimento <strong>in</strong>condizionato… amore come sicurezza…<br />

amore come complessità… semplicità e responsabilità…<br />

…l ’amore è anteporre l ’altra persona a se stessi… l ’amore è<br />

paura pianto dolore… l ’amore è non riuscire a dist<strong>in</strong>guere<br />

dove f<strong>in</strong>isce uno e com<strong>in</strong>cia l ’altro… l ’amore è vita!”<br />

Si respirava un’atmosfera di forte complicità, sembravano esserci<br />

implicite regole di rispetto e di ascolto nei confronti di tutto il<br />

gruppo.<br />

L’<strong>in</strong>contro è stato molto emozionante e co<strong>in</strong>volgente, ha dato<br />

a noi educatrici la possibilità di vedere i genitori sotto diversi<br />

aspetti, di approfondire la loro conoscenza e sentirli più vic<strong>in</strong>i.<br />

I genitori hanno avuto la possibilità di concentrarsi sul profondo<br />

ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito legame d’amore che esiste con i loro figli e, per poche<br />

ore, hanno potuto spostare il loro pensiero dalla quotidianità<br />

che a volte presenta aspetti difficili e faticosi nell’essere mamma<br />

o papà.<br />

L’<strong>in</strong>contro non era f<strong>in</strong>ito lì quella sera ma cont<strong>in</strong>uava ad avere i<br />

suoi effetti nei giorni a seguire. Si poteva avvertire e sentire che<br />

aveva risvegliato e ricordato belle emozioni e notammo che tra i<br />

genitori partecipanti si era venuto a creare un sottile legame di<br />

“amicizia” nato dalla condivisione delle proprie emozioni.<br />

Il laboratorio e la tematica hanno avuto un forte impatto emotivo


anche all’<strong>in</strong>terno del nostro gruppo di lavoro. In occasione della<br />

Festa di Primavera, organizzata dal Quartiere Savena, alla quale<br />

partecipiamo da qualche anno, abbiamo deciso di portare il nostro<br />

progetto L’amore è… amore tra i bamb<strong>in</strong>i, amore tra genitore<br />

e figlio, amore per la natura e amore per l’altro.<br />

Abbiamo scelto per la mostra foto speciali della vita quotidiana<br />

al nido “Abba” e accanto ad ognuna sono state riportate le frasi<br />

scritte dai genitori durante il laboratorio.<br />

Ancora oggi sono appese nei corridoi e nelle sezioni quelle foto<br />

e quelle frasi… abbiamo voluto lasciare traccia di questa bella<br />

esperienza così che, chi le guarda, può sentire che l’amore nel<br />

nostro nido c’è!<br />

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Pensieri e brani letti ai genitori<br />

“I vostri figli non sono figli vostri. Sono figli e figlie della sete<br />

che la vita ha di se stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma<br />

non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono.<br />

Potete donare loro amore, ma non i vostri pensieri: essi<br />

hanno i loro pensieri. Portate rifugio ai loro corpi ma non<br />

alle loro anime: esse abitano la casa del domani, che non<br />

vi sarà concesso visitare neppure <strong>in</strong> sogno. Potete tentare<br />

di essere simili a loro, ma non farli simili a voi: la vita<br />

procede e non s’attarda sul passato. Voi siete gli archi da cui<br />

i figli, come frecce vive, sono scoccate <strong>in</strong> avanti. L’arciere<br />

vede il bersaglio sul sentiero dell ’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito, e vi tende con forza<br />

aff<strong>in</strong>ché le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con<br />

gioia alla mano dell ’arciere; poiché come ama il volo della<br />

freccia così ama la fermezza dell ’arco.”<br />

KHALIL GIBRAN<br />

“L’amore è l ’unico tesoro che si moltiplica dividendosi.<br />

È l ’unico dono che aumenta quanto più ne sottrai.<br />

È l ’unica impresa nella quale più si spende e più<br />

si guadagna.<br />

Regala l ’amore, gettalo ovunque, vuotati le tasche,<br />

scuoti il cesto, rovescia il bicchiere, e domani ne avrai più<br />

di prima.”<br />

Il gruppo di lavoro del nido “Abba“


Vorremmo qui di seguito riportarvi alcune riflessioni nate dai<br />

partecipanti al laboratorio sull’amore svolto <strong>in</strong> febbraio.<br />

Sono pensieri molto <strong>in</strong>tensi e carichi di emozioni…<br />

L’amore… è un sentimento troppo grande, a volte non so<br />

spiegare quello che si prova... ho imparato che l ’amore è anche<br />

pianto, dolore per quello che credi che sarà ma che a volte<br />

si perde sul nascere. Ho due figlie e oggi mi rifugio dentro di<br />

loro con i miei baci, i miei abbracci, forse loro non capiscono<br />

ancora ma un loro sorriso è l’amore più grande che la vita<br />

mi sta regalando... l ’amore è vita...<br />

L’amore è complesso e l ’ho conosciuto veramente f<strong>in</strong>o <strong>in</strong><br />

fondo quando ho conosciuto S. La semplicità e la verità del<br />

suo essere mi ha fatto conoscere come le persone “partono”<br />

e poi su ciò che diventano sono responsabili i genitori (con<br />

eventuali errori nel percorso). Mi sono ripromessa di non<br />

imporre nulla, di farlo scegliere, cercando solo con il mio<br />

modestissimo esempio, e quello di suo papà a far capire il<br />

brutto e il bello, il buono e il cattivo. Spero di fare una<br />

buona cosa aff<strong>in</strong>ché lui sia una persona completa, sicura di<br />

sé e felice.<br />

L’amore ha tante facce. Personalmente il primo sentimento<br />

che mi viene <strong>in</strong> mente è quello nei confronti di mia figlia<br />

e qu<strong>in</strong>di la poesia che rispecchia di più le mie emozioni è<br />

stata “maglifica” (se non sbaglio). Ogni persona manifesta<br />

l ’amore <strong>in</strong> una maniera diversa. Anteporre l ’altra persona<br />

a sé stessi.<br />

Ciò che vorrei trasmettere agli <strong>in</strong>dividui che abbiamo (ho)<br />

creato è (<strong>in</strong>dubbiamente) avere un’educazione emotiva. Si<br />

parla di <strong>in</strong>telligenza emotiva… Amore = sicurezza<br />

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Immensità sconf<strong>in</strong>ato tesoro meraviglia dei miei occhi e del<br />

mio cuore. Energia e motore del mio essere. Specchio della mia<br />

anima. Paura di tradirmi di non essere vera, di non essere<br />

il meglio per te. Metro del mio umore. L<strong>in</strong>fa del mio amore.<br />

Ritmo che batte alla ricerca, ist<strong>in</strong>to più che forte che cerca<br />

senza una meta dubbi su come vedere la cometa. Occhi per<br />

vedere i tuoi occhi. Sensi per vivere come vivi. Sguardo mi<br />

perdo. Meraviglia tesoro immenso tesoro.<br />

Non è facile trovare le parole per parlare d ’amore perché<br />

queste parole d ’amore che abbiamo sentito fanno risuonare<br />

le corde del cuore. Mi hanno colpito quelle a proposito della<br />

meraviglia e dell’unicità di ogni bamb<strong>in</strong>o, forse perché nella<br />

quotidianità ci si dimentica che un figlio è una meraviglia e<br />

che il nostro amore è proprio dargli quella fiducia <strong>in</strong> se stessi<br />

e nel fargli sentire quanto è speciale.<br />

Mi ha colpito la poesia che parla del fatto che i figli non<br />

appartengono, che vivono <strong>in</strong>sieme a noi ma hanno una loro<br />

storia, loro sentimenti ed emozioni. Dimentico spesso questa<br />

cosa, pensando solo al quotidiano, <strong>in</strong>vece l’amore è l’altro, è<br />

ascoltare, perdonare, dare fiducia lasciare spazio alle op<strong>in</strong>ioni<br />

ed emozioni..<br />

Negli ultimi 18 mesi gran parte del mio “amore” è dedicato<br />

alla mia bimba, ho colto, <strong>in</strong> qua e là nelle poesie ascoltate la<br />

paura di non far bene il genitore, di non dare abbastanza,<br />

di sbagliare, è anche la mia paura. Sono conv<strong>in</strong>to che buona<br />

parte di quello che diverrà sarà merito o colpa nostra. Spero di<br />

non essere mai troppo stanco per starle accanto e di aiutarla<br />

o di non farlo qualche volta.


Per me l ’amore è riconoscersi, riconoscere il profumo, la<br />

morbidezza, abbracciarsi e sentirsi a casa, non riuscire a<br />

dist<strong>in</strong>guere dove f<strong>in</strong>isce uno e com<strong>in</strong>cia l ’altro. L’amore è<br />

avere paura di lasciare andare, voler fermare il tempo, ma<br />

anche aiutare a crescere, e a camm<strong>in</strong>are da soli, è forse questa<br />

la forma di amore più profondo, difficile e faticoso.<br />

Ciò che mi suscita amore è guardare negli occhi i miei bimbi<br />

e mio marito <strong>in</strong> modo particolare, ma anche le persone<br />

a me più care, che hanno contato molto nella mia vita.<br />

Giorni fa mio figlio J. mentre si stava addormentando mi<br />

ha abbracciato e mi ha detto “J. vuole tanto tanto bene alla<br />

mamma”. In quel momento mi sono sentita veramente<br />

serena, credo che sia questo per me l ’aspetto più importante<br />

dell’amore, così riuscire a provare un grande sentimento,<br />

saperlo esprimere e donare.<br />

Amore = capacità di dare anche senza ricevere amore =<br />

dolcezza tenerezza, è un sentimento <strong>in</strong>condizionato l ’essere<br />

felici nel vedere l ’altro felice. Condivisione, rispetto delle libertà<br />

reciproche.<br />

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Testimonianza della mamma di Gaia,<br />

sezione Girasoli<br />

Gli <strong>in</strong>contri a tema organizzati dal nido con il supporto della pedagogista<br />

sono sempre <strong>in</strong>teressanti perché, almeno <strong>in</strong> quelle<br />

due ore, mi consentono di riflettere su argomenti di vitale importanza<br />

su cui altrimenti, presa dal quotidiano, non mi fermerei a<br />

pensare.<br />

Parlare del significato<br />

della parola “amore”<br />

con un gruppo di persone<br />

<strong>in</strong> gran parte estranee<br />

non è semplice,<br />

ma dopo pochi m<strong>in</strong>uti è<br />

diventata una cosa piuttosto<br />

naturale.<br />

Il confronto è sempre<br />

utile e poi diciamo che,<br />

tutto sommato, tranquillizza:<br />

rendersi conto<br />

del fatto che i timori<br />

di ognuno di noi, <strong>in</strong> realtà, siano spesso pensieri comuni.<br />

Ricordo che partecipai all’<strong>in</strong>contro quando mancavano pochi<br />

giorni al term<strong>in</strong>e della mia seconda gravidanza e mi rassicurò<br />

non poco sentire la “mitica“ Daria che tranquillizzava un’altra<br />

mamma sul fatto che la nostra capacità di dare amore non abbia<br />

limiti, diciamo che dentro di me già lo sapevo, così come so bene<br />

quello che per me sia “l’amore” ma è bello avere conferme.<br />

Grazie di cuore.<br />

Simonetta


“Ma io non so mica cucire!?”<br />

Genitori <strong>in</strong> <strong>in</strong>serimento o novelli stilisti<br />

<strong>in</strong> fermento?<br />

Ogni anno, all’apertura dei servizi per l’<strong>in</strong>fanzia, si r<strong>in</strong>nova l’impegno<br />

dei gruppi educativi che accolgono i bamb<strong>in</strong>i e le loro famiglie<br />

per la prima volta o dopo la pausa estiva: nel settembre<br />

2007 i Delf<strong>in</strong>i, la sezione lattanti - 3/12 mesi - del nido “Abba”,<br />

ha dato il benvenuto a 20 nuove famiglie, che suddivise <strong>in</strong> quattro<br />

gruppi, sono state <strong>in</strong>serite al nido.<br />

L’<strong>in</strong>serimento-ambientamento di bamb<strong>in</strong>i così piccoli, programmato<br />

generalmente su c<strong>in</strong>que settimane ma modificabile <strong>in</strong> relazione<br />

alla risposta emotiva del bamb<strong>in</strong>o, rappresenta una fase di<br />

transizione, un passaggio evolutivo dalla dimensione familiare<br />

a quella sociale, il cui obiettivo è quello di creare una situazione<br />

di benessere per tutte le persone co<strong>in</strong>volte: bamb<strong>in</strong>i, genitori ed<br />

educatrici.<br />

In queste settimane, <strong>in</strong> cui la coppia genitore-bamb<strong>in</strong>o viene<br />

<strong>in</strong>serita al nido, le educatrici hanno un duplice compito: attraverso<br />

un’<strong>in</strong>iziale osservazione, poi<br />

<strong>in</strong>teragendo gradualmente, di entrare<br />

<strong>in</strong> contatto con il bamb<strong>in</strong>o e di conquistarsene<br />

la fiducia; di pensare, secondo<br />

una logica sistemica ed ecologica,<br />

l’<strong>in</strong>serimento-ambientamento non solo<br />

<strong>in</strong> relazione al co<strong>in</strong>volgimento del<br />

bamb<strong>in</strong>o, ma anche dell’adulto familiare,<br />

nell’ambito di un processo delicato<br />

e complesso, <strong>in</strong> cui l’educatrice<br />

stessa ha un ruolo centrale come mediatrice di tale transizione.<br />

Una delle fasi più emotivamente co<strong>in</strong>volgenti è quella del distacco,<br />

costituito da tutti quei momenti <strong>in</strong> cui il genitore si allontana<br />

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dal bamb<strong>in</strong>o e dalla sezione, pur rimanendo<br />

<strong>in</strong> struttura, e si tratta di un tempo delicato,<br />

poiché è la prima volta che la coppia<br />

si separa all’<strong>in</strong>terno del nido. Il<br />

gruppo di lavoro, nello specifi-<br />

co Rosi, Valent<strong>in</strong>a, Germana e<br />

Angela, consapevole della<br />

fatica emotiva che compie<br />

<strong>in</strong> questo momento<br />

il genitore, ha proposto<br />

ad ogni gruppo la realizzazione<br />

di un manufatto, ritenendo<br />

che il condividere<br />

con gli altri genitori l’ansia,<br />

i dubbi le paure del<br />

distacco possa risultare<br />

meno doloroso.<br />

L’idea<br />

Solitamente l’impegno richiesto ai genitori durante il momento<br />

del distacco è m<strong>in</strong>imo e di breve durata, poiché spesso si chiede<br />

loro di creare qualcosa (copert<strong>in</strong>e di quadernoni, segnal<strong>in</strong>i, ecc..)<br />

di personale per il proprio bamb<strong>in</strong>o. Durante questi distacchi <strong>in</strong>vece<br />

le educatrici hanno deciso di osare qualcosa di diverso, di<br />

proporre la creazione di manufatti che fossero <strong>in</strong>nanzitutto fruibili<br />

durante tutto l’anno all’<strong>in</strong>terno di un laboratorio con i bamb<strong>in</strong>i<br />

e che fossero pensati per tutto il gruppo di bamb<strong>in</strong>i e non<br />

per il s<strong>in</strong>golo. L’idea è semplicemente nata dalla consapevolezza<br />

che nel corso del primo anno di vita, il gioco è il mezzo con cui i<br />

bamb<strong>in</strong>i si orientano nel mondo che li circonda; usando il codice<br />

sensoriale, sia per comunicare che per conoscere, si rapportano<br />

con l’ambiente e con gli altri tramite gli organi di senso: la vista,


il tatto, l’udito, l’olfatto e il gusto. Il contatto con gli oggetti e<br />

gli stimoli che riceve dall’ambiente lo portano a discrim<strong>in</strong>are gli<br />

organi di senso ed a percepirne la funzione. Sulla base dell’importanza<br />

delle attività sensoriali per i bamb<strong>in</strong>i dai 3 ai 12 mesi,<br />

il gruppo di lavoro ha deciso di creare un laboratorio sensoriale<br />

“speciale”, nel quale venissero utilizzati i manufatti costruiti dai<br />

genitori.<br />

Metodologia<br />

Le educatrici, durante la prima settimana di <strong>in</strong>serimento, hanno<br />

spiegato ai familiari come sarebbe avvenuto il distacco della<br />

settimana successiva e <strong>in</strong> quella occasione hanno richiesto la<br />

loro disponibilità per l’ideazione e la costruzione di manufatti o<br />

tattili o sonori, spiegando loro l’utilizzo che ne avremmo fatto <strong>in</strong><br />

seguito: unico v<strong>in</strong>colo imposto per la realizzazione è stato quello<br />

di utilizzare materiale anallergico e rigorosamente riciclato.<br />

Ogni gruppo era composto da 4/5 genitori ed ha avuto modo di<br />

esprimersi liberamente durante questo percorso. Il gruppo di lavoro,<br />

avendo avuto modo di conoscere i familiari, ha <strong>in</strong>caricato,<br />

<strong>in</strong> accordo con il gruppo, un genitore di occuparsi del percorso<br />

(coord<strong>in</strong>are i lavori).<br />

Andamento<br />

dei s<strong>in</strong>goli gruppi<br />

I bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong>seriti venivano<br />

da culture diverse<br />

e questo ha dato modo<br />

all’<strong>in</strong>terno dei gruppi di<br />

lavoro di avere la possibilità<br />

di conoscere altre<br />

usanze. Mentre i familiari<br />

<strong>in</strong>sieme costruivano questi<br />

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manufatti, si raccontavano usi e costumi<br />

dei luoghi di provenienza.<br />

Anche questo aspetto ha creato un clima<br />

disteso e di conoscenza e di fiducia<br />

reciproca che ha avuto una ricaduta<br />

positiva all’<strong>in</strong>terno del gruppo.<br />

La presenza di figure paterne all’<strong>in</strong>terno<br />

dei gruppi “di lavoro” a nostro<br />

avviso si è dimostrato particolarmente<br />

importante perché ha stemperato le ansie delle mamme più apprensive,<br />

creando un clima più disteso.<br />

Conclusioni<br />

Ai genitori è stato chiesto di progettare e costruire degli strumenti<br />

tattili e sensoriali e dalla loro fantasia sono nati un tappetone,<br />

un enorme lucertolone, delle bottiglie maracas e un serpentone<br />

variop<strong>in</strong>to.<br />

Ci fa piacere sottol<strong>in</strong>eare come questo percorso assuma anche<br />

un contenuto etico; i genitori nella costruzione di questi oggetti<br />

si sono avvalsi completamente di materiale riciclato: bottiglie di<br />

plastica vecchie stoffe, bottoni ecc…<br />

Il messaggio che abbiamo voluto mandare, attraverso la progettazione<br />

del laboratorio di costruzione e l’attivazione del laboratorio<br />

sensoriale con i bamb<strong>in</strong>i, è che i bamb<strong>in</strong>i possono crescere<br />

e fare esperienze educative anche attraverso la conoscenza di<br />

questi oggetti, costruiti dai genitori senza ricorrere a giochi nuovi<br />

e tecnologici.<br />

Pensiamo <strong>in</strong>oltre che attraverso il fare <strong>in</strong>sieme si possa arrivare<br />

anche a perseguire una reale <strong>in</strong>tegrazione di mondi diversi e per<br />

i più sconosciuti, cogliendo la diversità come una reale risorsa<br />

che ci permette di migliorare e crescere <strong>in</strong>sieme.


Sulle orme del lucertolone…<br />

Il progetto non è term<strong>in</strong>ato con la f<strong>in</strong>e della programmazione, ma<br />

ha proseguito il proprio percorso, uscendo anche dai conf<strong>in</strong>i del<br />

nido. Infatti le foto della realizzazione dei manufatti sono state<br />

esposte alla mostra della festa di Primavera che si è tenuta al<br />

quartiere Savena, evento a cui diverse realtà educative del quartiere<br />

sono <strong>in</strong>vitate a partecipare con i temi che maggiormente le<br />

hanno caratterizzate durante l’anno.<br />

L’importanza di questa esperienza è stata tale che il gruppo di<br />

lavoro ha deciso di <strong>in</strong>serire un articolo all’<strong>in</strong>terno della rivista<br />

“Primi Passi” che viene distribuita ai genitori dei bamb<strong>in</strong>i che<br />

frequentano il servizio ed altre realtà. Riportiamo qui di seguito<br />

una breve storiella che <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi racconta…<br />

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32<br />

Questa è la storia di venti genitori<br />

che furon costretti ai forzati lavori,<br />

da quattro geniali e creative educatrici<br />

che degli <strong>in</strong>serimenti fecero momenti felici.<br />

Mentre <strong>in</strong> sezione si parlava d’ambientamento<br />

<strong>in</strong> sala pittura c’era un gran fermento<br />

tra taglio, cucito e lavoro di concetto<br />

i risultati furon di gran effetto.<br />

Che capolavori!! Che lavoro fenomenale…<br />

proprio adatto al laboratorio sensoriale!<br />

Ogni bamb<strong>in</strong>o ora esplorare potrà<br />

grazie all’aiuto di mamma e papà!!!<br />

Il gruppo di lavoro del nido “Abba”


Nidi d’<strong>in</strong>fanzia “Balenido”<br />

e “Pippi Calzelunghe”<br />

Casalecchio di Reno<br />

Laboratori a Casalecchio…<br />

Viaggiare e raccontare sono due cose<br />

belle da fare!<br />

Ecco la storia di due esperienze realizzate quest’anno, 2008-<br />

2009, <strong>in</strong> due nidi del Comune di Casalecchio. Brevi ma <strong>in</strong>tensi<br />

momenti di <strong>in</strong>contro tra le<br />

educatrici, i bimbi e i loro<br />

genitori. Il primo “fuori”<br />

dal nido il secondo “dentro”<br />

al nido.<br />

Alcune parole di <strong>in</strong>troduzione<br />

per sottol<strong>in</strong>eare<br />

aspetti <strong>in</strong>teressanti di queste<br />

esperienze.<br />

Un piccolo viaggio <strong>in</strong> treno<br />

è stata un’occasione un po’<br />

speciale per stare <strong>in</strong>sieme,<br />

per divertirsi, grandi<br />

e piccoli. Speciale perché<br />

i bamb<strong>in</strong>i hanno potuto<br />

vedere da vic<strong>in</strong>o e toccare<br />

con mano questo “oggetto”<br />

dei loro desideri… dei<br />

loro sogni… ma soprattutto dei loro giochi. Un treno vero, “lungo,<br />

lungo, che attraversa la città”, veramente, che fa rumore, sul<br />

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quale salire e partire per una piccola avventura. Un treno grande,<br />

molto grande per loro così piccoli. Il grande fa un po’ paura<br />

ai bamb<strong>in</strong>i ma è anche terribilmente attraente perché potente è<br />

il loro desiderio di essere grandi, forti… E l’adulto, nel seguire<br />

e nel dare credito e importanza alle passioni del bamb<strong>in</strong>o, si fa<br />

piccolo, può guardare le cose dal suo punto di vista e offrire una<br />

vic<strong>in</strong>anza che alimenta il desiderio di crescere.<br />

L’<strong>in</strong>fanzia ha bisogno di storie e di tempo per raccontarle. Le storie<br />

offrono dei posti per mettere le proprie paure, i propri desideri,<br />

per superare, attraverso i personaggi che le animano, varie<br />

difficoltà. È bello leggere storie ai bamb<strong>in</strong>i, a loro piace molto<br />

ascoltare un adulto che legge, ma forse piace loro molto di più<br />

quando racconta. C’è una magia particolare nell’atto narrante,<br />

perché i gesti, il tono della voce, i suoni, i movimenti che accompagnano<br />

il racconto, permettono al bamb<strong>in</strong>o una vic<strong>in</strong>anza maggiore<br />

con quanto è narrato e un <strong>in</strong>contro più <strong>in</strong>teressante con il<br />

narratore.<br />

È importante che gli adulti torn<strong>in</strong>o ad essere “raccontatori di storie”,<br />

si concedano il tempo per questo importante rito, ritrovando<br />

così il piacere, le occasioni e le abilità perché possa far parte<br />

dell’esperienza di vita di grandi e picc<strong>in</strong>i.<br />

In queste parole <strong>in</strong>troduttive vogliamo mettere l’accento su alcuni<br />

aspetti che le caratterizzano.<br />

Lucia Zucchi<br />

Coord<strong>in</strong>atrice Pedagogica


Laboratorio di “lettura animata”<br />

Il laboratorio di lettura animata si è tenuto al Nido “Balenido”<br />

il 14 Marzo 2009. Questo momento di <strong>in</strong>contro è stato aperto a<br />

tutti i genitori dei bamb<strong>in</strong>i frequentanti i Nidi di Casalecchio di<br />

Reno e naturalmente ai loro bimbi.<br />

Il laboratorio è stato tenuto, organizzato e ideato da tre educatrici<br />

del “Balenido”.<br />

Nei mesi precedenti all’<strong>in</strong>contro abbiamo pensato a quale fosse<br />

la storia più adatta ad essere letta ad un “pubblico” di genitori<br />

e bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong>sieme: la nostra scelta è caduta sul libro “A caccia<br />

dell’orso” di Michael Rosen. Questa storia <strong>in</strong>fatti ci aveva colpite<br />

durante un corso di formazione sulla letteratura per l’<strong>in</strong>fanzia<br />

per il modo <strong>in</strong> cui tratta<br />

un tema come quello della<br />

ricerca, del coraggio e<br />

dello sp<strong>in</strong>gersi oltre le<br />

proprie paure e <strong>in</strong>oltre<br />

perché la sua narrazione<br />

risulta essere molto d<strong>in</strong>amica<br />

e co<strong>in</strong>volgente. La<br />

sua lettura si presta <strong>in</strong>fatti<br />

alla ripetizione di suoni<br />

che si ripropone per tutta<br />

la sua durata e presenta<br />

un cont<strong>in</strong>uo climax che<br />

sfocia <strong>in</strong> un f<strong>in</strong>ale abbastanza <strong>in</strong>aspettato.<br />

Dopo aver scelto il libro abbiamo com<strong>in</strong>ciato a ragionare su quale<br />

fossero i migliori strumenti per presentarlo al nostro “pubblico”,<br />

perché vi sono molti fattori da tenere presenti durante la<br />

“creazione di una narrazione”.<br />

La letteratura per l’<strong>in</strong>fanzia, <strong>in</strong>fatti, si differenzia dagli altri generi<br />

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proprio perché viene NARRATA e necessita qu<strong>in</strong>di della mediazione<br />

di un adulto nel passaggio dal racconto al dest<strong>in</strong>atariobamb<strong>in</strong>o.<br />

Questa mediazione può avvenire a vari livelli: dalla scelta del<br />

libro, al modo di narrarlo-leggerlo <strong>in</strong>sieme; fondamentale è, a<br />

questo proposito, l’atteggiamento dell’adulto che gioca un ruolo<br />

significativo nel processo di avvic<strong>in</strong>amento del bamb<strong>in</strong>o al libro,<br />

favorendo, <strong>in</strong> primo luogo, la creazione di una situazione <strong>in</strong>terattiva<br />

piacevole ed emotivamente co<strong>in</strong>volgente, che stimoli ed<br />

<strong>in</strong>coraggi il bamb<strong>in</strong>o nell’analisi autonoma delle illustrazioni e lo<br />

co<strong>in</strong>volga <strong>in</strong>oltre nella narrazione.<br />

Tenendo conto di questi importanti fattori abbiamo <strong>in</strong>izialmente<br />

pensato di costruire un libro gigante di cartone riproducendo su<br />

di esso l’<strong>in</strong>tera storia e dei personaggi mobili di cartone da far<br />

scorrere su di esso. Questa idea era nata dalla necessità di rendere<br />

visibile a tutti i presenti le figure, problema che spesso si<br />

crea nella lettura di gruppo, e per poter lasciare al Nido una traccia<br />

dell’esperienza. Successivamente però abbiamo optato per<br />

l’ausilio del video proiettore perché, oltre a mostrare le immag<strong>in</strong>i<br />

con chiarezza e <strong>in</strong>tensità, avrebbe regalato alla narrazione qualcosa<br />

di magico, qualcosa fatto di ombre e luci.<br />

Il giorno del laboratorio abbiamo qu<strong>in</strong>di predisposto il centrogiochi<br />

del nido per l’<strong>in</strong>contro:<br />

abbiamo tolto tutti i giochi e<br />

le strutture per non distrarre i<br />

bamb<strong>in</strong>i dalla lettura e abbiamo<br />

disposto dei tappetoni a<br />

semi-cerchio per favorire la visione<br />

e al tempo stesso la condivisione<br />

di questo momento.<br />

Per creare la magia dello<br />

“spazio narrativo” abbiamo


“presentato” la storia e soprattutto i suoi personaggi tirandoli<br />

fuori da un cesto coperto con un telo: questo ci ha permesso di<br />

<strong>in</strong>durre una certa curiosità verso la storia e di catturare l’attenzione<br />

dei presenti.<br />

Successivamente abbiamo com<strong>in</strong>ciato la narrazione: una educatrice<br />

leggeva mentre l’altra muoveva i personaggi di cartone<br />

davanti alle immag<strong>in</strong>i proiettate sul muro, creando una <strong>in</strong>tensa<br />

suggestione di ombre <strong>in</strong> movimento.<br />

Durante la lettura abbiamo esortato genitori e bamb<strong>in</strong>i a ripetere<br />

con noi i suoni e ad esprimere mimicamente alcuni passaggi<br />

della storia. Alla f<strong>in</strong>e sono stati gli stessi bamb<strong>in</strong>i ad anticipare i<br />

movimenti e i rumori prima delle educatrici!<br />

Term<strong>in</strong>ata la lettura abbiamo portato tre cestoni pieni di libri <strong>in</strong><br />

modo tale che ogni bamb<strong>in</strong>o potesse scegliere autonomamente<br />

o con i genitori cosa leggere; è stato un bel momento per condividere<br />

con la propria mamma o papà i libri che quotidianamente<br />

si leggono all’asilo o per scoprirne <strong>in</strong>sieme di nuovi.<br />

Questa giornata ci ha sicuramente fornito l’occasione per ragionare<br />

su come sia importante la lettura per i bamb<strong>in</strong>i e come siano<br />

fondamentali tutti i fattori e i processi che portano alla scelta di<br />

COSA E COME LEGGERE AI BAMBINI.<br />

La magia della lettura <strong>in</strong>fatti lascia il bamb<strong>in</strong>o senza fiato, lo<br />

mette di fronte all’<strong>in</strong>aspettato, all’improvviso ma gli fa anche ritrovare<br />

su una pag<strong>in</strong>a ciò che vive e prova tutti i giorni.<br />

L’adulto deve diventare nella narrazione il mediatore delle emozioni<br />

suscitate dal libro, le deve enfatizzare e talvolta contenere<br />

utilizzando la voce, lo sguardo e i gesti.<br />

Saper scegliere e proporre nel miglior modo una lettura è qu<strong>in</strong>di<br />

fondamentale, soprattutto quando si legge ai bamb<strong>in</strong>i della fascia<br />

d’età 0-3.<br />

Il gruppo di lavoro di “Balenido”<br />

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Il Pippi <strong>in</strong> treno a Marzabotto<br />

Quest’anno, per rispondere all’esigenza dei genitori di essere<br />

maggiormente co<strong>in</strong>volti nella vita del nido “Pippi Calzelunghe”,<br />

è stata organizzata la “Gita <strong>in</strong> treno”, con dest<strong>in</strong>azione Marzabotto.<br />

Il nostro gruppo di educatrici ha così organizzato la giornata<br />

<strong>in</strong> data sabato 18 aprile.<br />

Il punto di ritrovo con bimbi e<br />

genitori è stata l’edicola vic<strong>in</strong>o<br />

alla stazione alle 9 e 30 per fare<br />

i biglietti, abbiamo preso il treno<br />

delle 10 e 15, che <strong>in</strong> 20 m<strong>in</strong>uti<br />

ci ha portato a dest<strong>in</strong>azione.<br />

Appena arrivati ci siamo recati<br />

presso un parco che si trovava<br />

a poche cent<strong>in</strong>aia di metri dalla<br />

stazione. Qui i bimbi si sono divertiti<br />

giocando con le altalene<br />

e gli scivoli lì presenti. Per chi aveva un po’ di fame, c’era anche<br />

la possibilità di comprare gelati e patat<strong>in</strong>e <strong>in</strong> un baretto lì di<br />

fianco.<br />

Alle 11 e 56 abbiamo preso il treno che ci ha riportati a Casalecchio<br />

dove ci siamo salutati cantando le canzonc<strong>in</strong>e preferite dai<br />

bamb<strong>in</strong>i.<br />

Quest’avventura è stata molto gradita da tutti, bamb<strong>in</strong>i, genitori<br />

ed educatrici. Ci ha permesso di conoscerci un po’ di più e di creare<br />

nuovi legami anche con coloro con cui non avevamo ancora<br />

avuto la possibilità di farlo. Per di più ci ha fatto piacere ritrovare<br />

genitori e bimbi dello scorso anno, che avvisati da altri genitori,<br />

hanno voluto partecipare con i loro bimbi a questa avventura.<br />

Per molti bimbi è stata la prima esperienza <strong>in</strong> treno, e li ha molto<br />

divertiti. I 20 m<strong>in</strong>uti di viaggio sono stati il tempo ottimale per far


conoscere il treno ai bamb<strong>in</strong>i, senza stancarli troppo.<br />

Alla f<strong>in</strong>e del viaggio bamb<strong>in</strong>i e genitori, entusiasti dell’esperienza,<br />

hanno chiesto di rifarla al più presto.<br />

I bimbi la ricordano con entusiasmo questa avventura, durante la<br />

giornata al nido, sia nei loro giochi sia chiedendo alle educatrici<br />

di simulare con loro un treno; e alla domanda “Ma dove andiamo?”<br />

rispondono, “A Marzabotto!”.<br />

Come regalo di f<strong>in</strong>e anno è stato realizzato un dvd dato a tutti i<br />

bimbi che hanno partecipato. È stato molto gradito sia dai genitori,<br />

che nei giorni successivi hanno ricordato l’esperienza con<br />

molta nostalgia, sia dai bimbi che rivedendosi hanno riconosciuto<br />

la loro avventura.<br />

Il gruppo di lavoro del nido “Pippi Calzelunghe”<br />

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Nido d’<strong>in</strong>fanzia “Gianni Rodari”<br />

Anzola Emilia<br />

La narratività può essere un una modalità<br />

di organizzazione dell’esperienza. (...)<br />

esiste una specie di isomorfismo<br />

tra il raccontare e il modo di apprendere<br />

della mente umana*<br />

Il nido “Gianni Rodari” ha solo quattro anni: è un nido “giovane”.<br />

La sua apertura risale <strong>in</strong>fatti al 17 ottobre 2005 e da quel giorno<br />

ha cercato di costruire gradualmente una sua identità.<br />

In questa ricerca alcune prassi sono state condivise con l’altro<br />

nido, il “Tilde Bolzani”, presente sul territorio dal 1975, come le<br />

modalità di ambientamento dei bamb<strong>in</strong>i, ma anche l’organizzazione<br />

assieme ai genitori della festa di f<strong>in</strong>e anno.<br />

Alcune pratiche, specie per chi non ha ancora radici temporali<br />

solide, possono entrare a fare parte della quotidianità come un<br />

dato di fatto: possono<br />

anche essere<br />

realizzate con serenità<br />

ed entusiasmo<br />

(e forse l’idea di festa<br />

si coniuga bene<br />

con l’idea di nido<br />

giovane), ma non<br />

è facile trovare il<br />

tempo per <strong>in</strong>terrogarsi<br />

sul suo significato<br />

e soprattutto<br />

* Dora Mattia - Un filo che orienta: l’<strong>in</strong>ventastoria - <strong>in</strong> “Inventastorie” - Scuola primaria grosso<br />

Istituto comprensivo 5 - Bologna - 2009<br />

43


44<br />

sui possibili significati condivisi tra educatrici e genitori.<br />

Al term<strong>in</strong>e dello scorso anno scolastico accade un imprevisto:<br />

una mamma consegna alle educatrici una lettera dove racconta<br />

come ha vissuto l’organizzazione della festa di f<strong>in</strong>e anno, le<br />

emozioni che ha provato, i suoi sentimenti <strong>in</strong>iziali…. Questa lettera<br />

rimane per un po’ di tempo sulla scrivania <strong>in</strong> ufficio. Non è<br />

facile creare nessi. Poi il gruppo di lavoro si <strong>in</strong>terroga e si del<strong>in</strong>ea<br />

gradualmente un percorso: le educatrici com<strong>in</strong>ciano a scrivere<br />

alcune tracce. Il foglio passa di mano <strong>in</strong> mano tra varie persone,<br />

ma non si riesce ancora a trovare il legame che connette.<br />

Nasce a questo punto l’idea di affidare “l’ascolto” ad un questionario<br />

<strong>in</strong>crociato rivolto sia alle educatrici sia ai genitori che<br />

sono stati co<strong>in</strong>volti nella organizzazione. Emergono dai questionari<br />

numerose connessioni, sentimenti ed emozioni condivise.<br />

F<strong>in</strong>almente ci si mette <strong>in</strong> gioco, non un gioco delle parti, ma un<br />

gioco che smaschera le maschere. Adulti (genitori ed educatori)<br />

che provano sentimenti contrastanti (timori, paure, entusiasmi)<br />

e che tentano assieme di costruire uno spettacolo da presentare<br />

ai bamb<strong>in</strong>i. Non è facile <strong>in</strong>dividuare i conf<strong>in</strong>i tra professionalità,<br />

gioco, divertimento, tra chi dirige e chi è diretto. Non è facile<br />

dire se questa sia reale partecipazione. Il dizionario enciclopedico<br />

rivela come significato della forma <strong>in</strong>transitiva del term<strong>in</strong>e<br />

partecipazione: “essere partecipe di qualcosa, fare parte di un<br />

gruppo, di un pensiero, di un’azione”.<br />

Ecco, mi sembra che l’esperienza della festa, assieme al tentativo<br />

parallelo di confrontare i diversi significati attribuiti alla festa<br />

da parte dei genitori e del personale del nido “Rodari”, abbia<br />

avuto come sfondo questa voglia di fare parte di…<br />

Silvia Travagl<strong>in</strong>i<br />

Coord<strong>in</strong>atrice Pedagogica


Nido <strong>in</strong> festa<br />

Talvolta una prassi consolidata può uscire dal b<strong>in</strong>ario della rout<strong>in</strong>e<br />

e diventare una occasione <strong>in</strong> grado di generare riflessioni, di<br />

permettere un confronto a più voci sul proprio modo di essere.<br />

Crediamo che questo sia un po’ quanto sia avvenuto nel nostro<br />

nido, a seguito delle riflessioni sulla partecipazione dei genitori,<br />

che sono emerse nei giorni successivi alla “consueta” organizzazione<br />

della festa di f<strong>in</strong>e anno, durante la quale, è una prassi ormai<br />

consolidata, presentiamo assieme ai genitori uno spettacolo<br />

rivolto ai bimbi.<br />

In realtà abbiamo sempre pensato che i momenti di “<strong>in</strong>contro”<br />

tra i genitori e le educatrici al nido, possano essere tantissimi e<br />

di diverso tipo, da quelli più <strong>in</strong>formali come i colloqui all’entrata<br />

e all’uscita dei bamb<strong>in</strong>i, a quelli più formali o ufficiali come le<br />

riunioni periodiche di gestione sociale, rappresentando <strong>in</strong>sieme<br />

45


46<br />

momenti di partecipazione che consentono di rendere il nido più<br />

“vivo” e le <strong>in</strong>tenzionalità educative maggiormente condivise.<br />

Nel tempo abbiamo scoperto l’importanza e la vivacità affettiva e<br />

relazionale dei momenti <strong>in</strong>formali: come alcuni spazi e strumenti<br />

di documentazione e comunicazione, ma anche i momenti di<br />

confronto, di conversazione, di scambio piacevole e divertente,<br />

come può essere l’organizzazione della festa di f<strong>in</strong>e anno.<br />

Cosa <strong>in</strong>tendiamo per partecipazione?<br />

L’organizzazione della festa di f<strong>in</strong>e anno, prende avvio con il primo<br />

<strong>in</strong>contro tra i rappresentanti delle sezioni dei genitori e la<br />

rappresentante delle educatrici, durante il quale si <strong>in</strong>izia a tracciare<br />

il “contenuto” della festa. È un momento che può diventare<br />

un’occasione di aggregazione tra i genitori che non si conoscono


e tra gli educatori che collaborano <strong>in</strong>sieme.<br />

Il vissuto di noi educatrici dopo le feste è sempre stato <strong>in</strong> genere<br />

positivo e la percezione che avevamo ci sembrava co<strong>in</strong>cidere con<br />

quanto provavano anche i genitori.<br />

Per renderci conto se il nostro vissuto aveva solo un carattere<br />

“impressionistico” abbiamo deciso, al term<strong>in</strong>e della festa dello<br />

scorso anno scolastico, di condividere con i genitori una “rielaborazione”<br />

di queste percezioni, tramite un questionario che abbiamo<br />

compilato <strong>in</strong> parallelo educatrici e genitori. Quando ci si<br />

trova a dovere scrivere, si è costretti a fermarsi a pensare, a fare<br />

riaffiorare pensieri ed emozioni che altrimenti rischiano talora di<br />

diventare un tutto <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>to.<br />

Lo scambio “epistolare” virtuale fra le risposte dei due questionari<br />

(quello delle educatrici e quello dei genitori) permette di<br />

<strong>in</strong>tegrare i diversi punti di vista, a partire proprio dal che cosa<br />

rappresenta la partecipazione dei genitori alla vita del nido.<br />

Uno dei temi che vengono evidenziati è quello della riduzione<br />

delle “distanze”. Alcune di noi annotano che “la partecipazione<br />

dei genitori alla vita del nido è fondamentale nella conoscenza<br />

effettiva dell’ambiente di provenienza del bamb<strong>in</strong>o e spesso ci<br />

suggerisce la chiave di lettura giusta per tanti nostri <strong>in</strong>terrogativi<br />

e fornisce a lui (...) uno strumento <strong>in</strong> grado di aiutarlo nei momenti<br />

del rientro, perché r<strong>in</strong>forza la sicurezza e la rassicurazione<br />

e rammenta a noi educatori il nostro ruolo”; e ancora: “partecipare<br />

alla vita del nido per un genitore è sicuramente un modo<br />

per avvic<strong>in</strong>are le distanze che ci sono”, “è un modo per conoscersi<br />

e confrontarsi (...) <strong>in</strong> un momento di calma e tranquillità<br />

contro la frenesia e la fretta di tutti i giorni”, “ è uno dei modi più<br />

forti per poter creare alleanze tra i genitori e le educatrici, “ un’<br />

esperienza importante da vivere serenamente e con gioia e consapevolezza<br />

che il proprio bamb<strong>in</strong>o è felice nel vedere co<strong>in</strong>volti<br />

e presenti i propri genitori nel loro ambiente che è il nido,”<br />

47


48<br />

e ancora “un’esperienza che dà la possibilità ai genitori di pren-<br />

dere familiarità con la struttura che accoglie i loro figli e nello<br />

stesso tempo con il personale che ci lavora”.<br />

La cosa <strong>in</strong>teressante è che le parole che narrano il significato della<br />

partecipazione sono molto simili tra genitori e noi educatrici,<br />

e <strong>in</strong> alcuni casi vanno quasi a sovrapporsi. Un genitore dice: “Sarebbe<br />

bello che tutti i genitori partecipassero alla preparazione<br />

della festa perché aiuta a capire meglio i propri bamb<strong>in</strong>i, a conoscere<br />

il loro ambiente e soprattutto tuo figlio capisce che stai<br />

partecipando alla sua vita”<br />

Nonostante gli impegni della vita quotidiana, molti genitori partecipano<br />

con entusiasmo agli <strong>in</strong>contri di preparazione, ricchi di<br />

idee e di voglia di fare, tanto che alcuni di loro si sono proposti<br />

e prestati durante la festa ad <strong>in</strong>trattenere i bamb<strong>in</strong>i con bolle di


sapone e pallonc<strong>in</strong>i.<br />

Una educatrice ricorda: “vederli arrivare così numerosi al primo<br />

<strong>in</strong>contro è stata proprio una bella sorpresa… c’era un po’ di timore<br />

nei loro occhi ma poi alla f<strong>in</strong>e si sono sciolti e le idee hanno<br />

com<strong>in</strong>ciato a fiorire…”.<br />

L’entusiasmo così come le paure, le <strong>in</strong>sicurezze sono trasversali<br />

e rappresentano un filo comune con cui educatrici e genitori fanno<br />

assieme i conti. Una educatrice dice: “Prima di <strong>in</strong>iziare il lavoro<br />

di preparazione della festa ero un po’ <strong>in</strong>timorita, <strong>in</strong> quanto era<br />

per me la prima volta (…). Alla f<strong>in</strong>e la mia voglia di fare, di aiutare<br />

i genitori nell’allestire la festa al meglio, ha avuto il sopravvento<br />

sulla mia timidezza.”<br />

Mettersi “<strong>in</strong> gioco”<br />

L’aspetto più divertente e co<strong>in</strong>volgente è stato sicuramente il<br />

fatto che abbiamo chiesto ai genitori di “mettersi <strong>in</strong> gioco assieme<br />

a noi” tramite la progettazione di una sceneggiatura adatta a<br />

rappresentare come <strong>in</strong> un teatro le canzoni preferite dai bamb<strong>in</strong>i<br />

di ogni sezione.<br />

Una mamma racconta: “… tutto è com<strong>in</strong>ciato per caso: durante<br />

una riunione si doveva eleggere un rappresentante dei genitori<br />

della sezione e nessuno si faceva avanti, non so cosa sia scattato<br />

<strong>in</strong> me… credo qualcosa del tipo: «devo fare di più per mia figlia<br />

così potrò starle vic<strong>in</strong>o anche qui!» così ho alzato la mano… Da<br />

lì a poco vengo convocata per una riunione dei rappresentanti<br />

di sezione con ord<strong>in</strong>e del giorno “Organizzazione della festa di<br />

f<strong>in</strong>e anno”! Ci esortano subito a sfoderare delle idee… IO?! Delle<br />

idee?! (…). E se non ne ho delle idee?! Non ho mai organizzato<br />

nulla!! Poi mi hanno “INCASTRATA”!!! In più ho dovuto ascoltare<br />

la mia “voc<strong>in</strong>a” e propormi per fare i disegni necessari ad animare<br />

le canzonc<strong>in</strong>e. Bhè! Non ci crederete, ma nel giro di poco mi<br />

49


50<br />

sono ritrovata a disegnare <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio per terra, divertendomi<br />

come o forse più della mia bimba.<br />

Man mano che la festa prendeva forma, io mi appassionavo a<br />

quello che stavo facendo e i complimenti dei miei “colleghi” per<br />

il mio operato, mi riempivano di entusiasmo. Mi sono scoperta<br />

ad aspettare trepidante l’appuntamento del mercoledì… quando<br />

poi sono com<strong>in</strong>ciate le prove e le cose fatte hanno preso vita, è<br />

stata una vera soddisfazione, al punto che la mia “voc<strong>in</strong>a” ha<br />

parlato di nuovo, ma questa volta <strong>in</strong> maniera consapevole e co-<br />

erente: mi sono candidata per il RUOLO DA STAR: LA GALLINA<br />

CESARINA!”…<br />

Ansia, trepidazione, timore, fatica che si aggiunge al carico della<br />

quotidianità che accomuna genitori e noi educatrici. Eppure rimane<br />

una sottile, forse nascosta, consapevolezza che ne valga<br />

la pena, nonostante tutto. Qualche genitore teme che l’assenza<br />

di vena artistica possa impedire di “partecipare”, poi scopre che<br />

l’importante è avere voglia di impegnarsi.<br />

Il tempo <strong>in</strong>diretto<br />

Con i genitori condividiamo un “tempo <strong>in</strong>diretto”, non frontale<br />

ma altrettanto importante e prezioso. Un tempo che sembra più<br />

vic<strong>in</strong>o ai bamb<strong>in</strong>i, f<strong>in</strong>alizzato a loro anche se il momento dello<br />

spettacolo sarà breve e la preparazione è lunga e impedisce un<br />

rientro a casa <strong>in</strong> orario.<br />

È un tempo che diventa rapido, veloce che sembra non bastare,<br />

perché l’entusiasmo dei genitori porta a fare progetti anche complessi,<br />

che fanno andare “di corsa”. Un tempo nel quale “stare”<br />

permette anche di “ritrovarsi”: “dopo una giornata lavorativa non<br />

vedevo l’ora di arrivare all’asilo per la festa, mi rilassava molto<br />

“spaciugare” con colori, colle e altro”. È un tempo che alla f<strong>in</strong>e<br />

premia la fatica. Un genitore ci dice “durante la festa ho pensato


che il tempo dedicato alla preparazione (avesse) dato i suoi frutti<br />

(…) nei term<strong>in</strong>i di divertimento e conoscenza”.<br />

Un tempo che richiede concentrazione zen. Un papà dice “cerca-<br />

vo di riuscire a dare il massimo per fare bene ogni compito, ov-<br />

vero <strong>in</strong>collare, colorare, questo lo metto così, il colore sarà giu-<br />

sto?”. Un tempo nel quale si mescolano, come <strong>in</strong> una tavolozza<br />

di colore, molti aspetti: adulti che con ruoli diversi si prendono<br />

cura dei bamb<strong>in</strong>i, stanno assieme per costruire un pezzo della<br />

vita del nido, <strong>in</strong>terpretando “vic<strong>in</strong>anze” ma anche “professionalità”.<br />

Una mamma parla di “ottima miscela di professionalità e di<br />

divertimento”, quasi come <strong>in</strong> una ricetta di cuc<strong>in</strong>a dove le azioni<br />

devono essere consapevoli e fatte con arte e contemplare anche<br />

divertimento e risate.<br />

Un tempo fatto di nuove relazioni, con le educatrici, ma anche<br />

con altri genitori. Per alcuni è l’occasione per conoscere e condividere<br />

l’esperienza di genitore. Dice una mamma : “Io poi che non<br />

sono orig<strong>in</strong>aria di Anzola ho avuto modo di conoscere i genitori<br />

dei bimbi coetanei di D. e questo per me è stato importante”.<br />

Un tempo fatto anche di fatica e di stanchezza. Quella della giornata<br />

dei genitori e quella delle educatrici che hanno già <strong>in</strong> mente<br />

la complessità “del viaggio” che si sta per <strong>in</strong>traprendere e che<br />

sentono di avere dei doveri. Dovere essere <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea nel tenere<br />

le fila dell’organizzazione della festa; dover contenere alcune<br />

bellissime idee dei genitori, ma che sarebbero troppo lunghe<br />

da realizzare; e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e “dover” promuovere tra i genitori una rete<br />

di nuove relazioni <strong>in</strong> grado di creare possibili connessioni di pensieri,<br />

idee, emozioni.<br />

Nonostante la fatica, condividiamo con i genitori l’idea che questa<br />

partecipazione con-divisa f<strong>in</strong>alizzata all’organizzazione della<br />

festa, rappresenti una esperienza <strong>in</strong> cui valga la pena di “buttarsi<br />

51


52<br />

perché (...) rimane un’esperienza che ti lascia implicazioni emo-<br />

tive, che <strong>in</strong> molte altre situazioni non si riescono a provare” e<br />

certamente “da consigliare perché il “tempo della programma-<br />

zione può risultare impegnativo ma (…) la soddisfazione f<strong>in</strong>ale<br />

è grande”.<br />

Il gruppo di lavoro del nido “Gianni Rodari”


Nido d’<strong>in</strong>fanzia “Maria Trebbi”<br />

San Lazzaro di Savena<br />

Nonni al nido<br />

Premessa<br />

Per un bamb<strong>in</strong>o è essenziale vivere assieme ad adulti diversi,<br />

sentirsi affettuosamente circondato e accompagnato alla conquista<br />

del mondo. I nonni rappresentano, <strong>in</strong> modo concreto, le<br />

radici e la cont<strong>in</strong>uità,<br />

la memoria su cui si<br />

costruisce il futuro.<br />

Come può <strong>in</strong>fatti un<br />

bamb<strong>in</strong>o rendersi<br />

conto di avere delle<br />

radici, cosa questa<br />

fondamentale per il<br />

suo sentimento di<br />

identità personale? La<br />

cont<strong>in</strong>uità <strong>in</strong>tergenerazionale<br />

era spesso<br />

sottol<strong>in</strong>eata <strong>in</strong> passato<br />

da un gesto altamente<br />

simbolico: l’attribuzione ai nipoti dei nomi dei propri avi.<br />

Oggi la scelta avviene sulla base di criteri (più del progetto che<br />

si ha per il piccolo, che del passato), ma il bisogno di ancorarsi a<br />

delle radici non è, per questo, scomparso. Un nonno a cui piace<br />

raccontare storie di famiglia dice: “Quando racconto ho veramente<br />

l’impressione di contribuire a radicarli <strong>in</strong> un’identità familiare<br />

e mi piace pensare che un giorno mi ricorderanno come l’antenato<br />

che ha creato dei legami tra il passato ed il presente”. Inoltre,<br />

55


56<br />

i nonni danno la preziosa<br />

testimonianza<br />

che anche i genitori<br />

sono stati bamb<strong>in</strong>i!<br />

Per i bamb<strong>in</strong>i si tratta<br />

di una testimonianza<br />

preziosa, serve a<br />

sdrammatizzare un<br />

po’ l’autorità ed a rapportarsi<br />

<strong>in</strong> modo più<br />

realistico alle figure<br />

parentali. Tra l’altro,<br />

il dono del sentimento<br />

di cont<strong>in</strong>uità è reciproco!! Anche i nipot<strong>in</strong>i offrono ai nonni la<br />

piacevole sensazione che qualcosa di loro cont<strong>in</strong>uerà a vivere<br />

anche dopo la loro scomparsa, attenuando così, <strong>in</strong> molti casi,<br />

l’angoscia della morte e regalando, come detto da un nonno, “un<br />

brandello di umana eternità”.<br />

La storia familiare conferma ad ognuno le proprie orig<strong>in</strong>i e questo<br />

è fondamentale per costruirsi l’autonomia personale.<br />

Enrico Mantovani<br />

Coord<strong>in</strong>atore pedagogico


L’esperienza<br />

Il co<strong>in</strong>volgimento delle famiglie nel nostro nido è sempre stato<br />

un obiettivo fondamentale atto a creare e consolidare una buona<br />

relazione di fiducia con i genitori.<br />

Da una parte abbiamo sempre proposto alle famiglie <strong>in</strong>iziative<br />

rivolte al gruppo di genitori di<br />

sezione e di plesso, a partire<br />

dalla merenda gioco di <strong>in</strong>izio<br />

anno per passare alle letture<br />

animate, ai laboratori di Natale,<br />

alla festa di primavera,<br />

alle assemblee tematiche,<br />

alle gite, f<strong>in</strong>o ad arrivare alla<br />

festa di f<strong>in</strong>e anno, nella quale<br />

vengono consegnati i quadernoni<br />

e i dvd che raccontano la<br />

storia di un anno di vita del bamb<strong>in</strong>o al nido.<br />

Dall’altra parte abbiamo cercato di <strong>in</strong>staurare una comunicazione<br />

rivolta alla s<strong>in</strong>gola famiglia attraverso colloqui <strong>in</strong>dividuali,<br />

l’allestimento di bacheche di sezione con foto e avvisi, nonché<br />

una buona e attenta restituzione delle emozioni e dei fatti vissuti<br />

dal bamb<strong>in</strong>o durante la giornata all’<strong>in</strong>terno del nido.<br />

Quest’anno abbiamo ritenuto opportuno co<strong>in</strong>volgere anche i<br />

nonni nella vita del nido per valorizzare il ruolo che spesso hanno<br />

nella quotidianità del bamb<strong>in</strong>o con un progetto a loro dedicato.<br />

La nascita di un nipote è senza dubbio uno degli eventi che costr<strong>in</strong>ge<br />

i componenti della famiglia a ricercare nuovi ruoli poiché<br />

rivoluziona tutte la d<strong>in</strong>amiche relazionali all’<strong>in</strong>terno di essa.<br />

I nonni danno vita con i nipoti ad un rapporto diretto, ist<strong>in</strong>tivo, a<br />

volte <strong>in</strong> armonia con i genitori, a volte <strong>in</strong> contrasto con loro.<br />

Quella del nonno oggi, è una figura emergente, nuova, poiché <strong>in</strong><br />

passato è sempre stata identificata con l’anziano, mentre oggi<br />

57


58<br />

è chiaro che non tutti gli anziani sono nonni e non tutti i nonni<br />

sono anziani.<br />

Qu<strong>in</strong>di l’essere nonni richiede atteggiamenti e comportamenti<br />

diversi rispetto ad un tempo.<br />

In questa ottica la figura del nonno può diventare fonte di promozione<br />

e dialogo per tutti i componenti della famiglia.<br />

Il progetto “Nonni al nido” si caratterizza come momento magico<br />

<strong>in</strong> cui i nonni possono raccontarsi ai bamb<strong>in</strong>i, un’occasione che<br />

crea <strong>in</strong>timità e confidenza, un momento che aiuta a valorizzare la<br />

comunicazione <strong>in</strong>terpersonale ed <strong>in</strong>tergenerazionale. Gli anziani<br />

hanno bisogno di essere stimolati dalla creatività dei più piccoli,<br />

viceversa, i bamb<strong>in</strong>i arricchiscono la propria esperienza dall’importante<br />

contributo di questi super-nonni.<br />

Dopo un primo <strong>in</strong>contro di tutto il gruppo di lavoro per <strong>in</strong>dividuare<br />

e condividere i macro obiettivi del progetto e come farne


la documentazione, si è proceduto alla stesura di un volant<strong>in</strong>o<br />

promozionale per il “reclutamento” dei nonni.<br />

A.A.A.<br />

NONNE, NONNI E BISNONNI CERCASI<br />

Si è ritenuto opportuno realizzare un’attività di collaborazione Nido-<br />

Famiglia per valorizzare il ruolo che hanno i nonni nella quotidianità<br />

e nella vita dei bamb<strong>in</strong>i.<br />

Si è pensato di far <strong>in</strong>teragire le diverse generazioni <strong>in</strong> <strong>in</strong>contri nei quali<br />

nonni e bisnonni racconteranno ai bamb<strong>in</strong>i non solo fiabe, ma anche<br />

momenti, ricordi, storie e li potranno <strong>in</strong>trattenere mostrando attività<br />

legate alla loro epoca nonché al loro quotidiano.<br />

Essendo nonni e bisnonni figure molto importanti che portano saggezza<br />

ed esperienza, tutti i momenti non potranno che arricchire e<br />

stimolare positivamente la crescita psicologica ed emotiva del bamb<strong>in</strong>o.<br />

Dopo un’attenta riflessione abbiamo <strong>in</strong>dividuato, nelle<br />

seguenti, le attività più idonee al nostro obiettivo.<br />

• Suonare uno strumento musicale<br />

• Raccontare fiabe e filastrocche<br />

• Cantare canzonc<strong>in</strong>e<br />

• Portare o costruire giochi della propria <strong>in</strong>fanzia<br />

• Riportare i propri mestieri (orto, calzolaio, falegname…)<br />

• Ballare<br />

• Sfogl<strong>in</strong>e<br />

• Foto della propria <strong>in</strong>fanzia da mostrare e raccontare<br />

Vi aspettiamo<br />

giovedi’ 12 febbraio alle ore 17<br />

presso il nido per raccogliere le vostre disponibilità<br />

e organizzare assieme i successivi <strong>in</strong>contri con i bamb<strong>in</strong>i.<br />

Grazie, le educatrici<br />

59


60<br />

Tutti i numerosi nonni disponibili a partecipare al progetto (anche<br />

coppie di marito e moglie) sono stati <strong>in</strong>vitati ad un <strong>in</strong>contro<br />

prelim<strong>in</strong>are <strong>in</strong> cui sono emerse le disponibilità <strong>in</strong>dividuali <strong>in</strong><br />

rapporto alle loro conoscenze, competenze, abilità, creatività ed<br />

emotività. Infatti alcuni di loro si sono proposti per fare qualcosa<br />

di speciale con i bamb<strong>in</strong>i (uno spettacolo di buratt<strong>in</strong>i, la sfoglia,<br />

la costruzione di giochi di legno e bambole di stoffa, le canzoni<br />

caratteristiche del loro luogo di orig<strong>in</strong>e, le collane di pasta, sem<strong>in</strong>are<br />

i fagioli e conoscere le tartarughe di terra), altri <strong>in</strong>vece hanno<br />

espresso semplicemente il desiderio di vivere una matt<strong>in</strong>ata<br />

con noi e il piacere e la curiosità di stare con il nipote <strong>in</strong> mezzo<br />

agli amici.<br />

Abbiamo poi fatto un calendario con le diverse date degli <strong>in</strong>contri<br />

a cui hanno partecipato uno o più nonni, nei casi <strong>in</strong> cui la proposta


fosse simile o ci fosse la stessa disponibilità di data.<br />

E poi… via con gli <strong>in</strong>contri!!!!!!!<br />

È stata un’esperienza speciale e preziosa, di arricchimento personale<br />

sia per i bamb<strong>in</strong>i che per i nonni, nonché per noi educatori.<br />

Tante sono le emozioni e gli aneddoti da raccontare; l’entusiasmo<br />

e il sorriso sono stati il filo conduttore del nostro progetto;<br />

nessuna esperienza è stata uguale all’altra per le d<strong>in</strong>amiche,<br />

l’atmosfera e le situazioni che si sono venute a creare.<br />

Dopo una breve presentazione del loro arrivo, i nonni entravano<br />

<strong>in</strong> sezione e si sedevano a tavola con il nipote e gli amici per<br />

assaggiare la nostra frutta e <strong>in</strong>iziare una bella conversazione<br />

(…a volte con qualche frase <strong>in</strong> dialetto che provocava risate a<br />

crepapelle), poi il gruppo si spostava sul tappeto a cantare le nostre<br />

canzoni, oppure quelle proposte da loro. In questi momenti<br />

i nonni erano sorpresi nel vedere una grande partecipazione e<br />

tranquillità di un gruppo così numeroso di bamb<strong>in</strong>i. Nipoti e amici<br />

ricercavano attenzione e coccole da parte dei nonni.<br />

Solo <strong>in</strong> alcuni casi, probabilmente provocato dalla grande emozione,<br />

il nipote si allontanava<br />

dai propri<br />

nonni e non partecipava<br />

alle proposte;<br />

<strong>in</strong> altri, il bimbo non<br />

ha accettato il distacco<br />

alla f<strong>in</strong>e del<br />

laboratorio ed è tornato<br />

a casa. Da evidenziare<br />

che quando<br />

le proposte erano<br />

tante, l’eccitamento<br />

nei bamb<strong>in</strong>i cresceva<br />

61


62<br />

creando conflitti e maggior ricerca di attenzione nei confronti dei<br />

nonni, impedendo a volte l’utilizzo dei giochi.<br />

È stato molto <strong>in</strong>teressante vedere la maestria da parte dei nonni<br />

nell’improvvisare e animare le proprie proposte anche nei momenti<br />

di confusione e di difficoltà riportando la quiete.<br />

Riguardando foto, riprese e riascoltando i racconti delle famiglie,<br />

siamo consapevoli di aver vissuto un’esperienza molto emozionante<br />

che rimarrà nella memoria dei bamb<strong>in</strong>i e degli educatori,<br />

soprattutto grazie alla naturalezza con cui si è svolta.<br />

La presenza di una persona di famiglia con esperienze e abitud<strong>in</strong>i<br />

diverse, con espressioni, toni e ritmi che da soli creano una<br />

situazione piacevole, ci ha regalato momenti unici di scoperta e<br />

serenità.<br />

“L’autunno della vita non è privo di frutti, non bisogna cercare<br />

fragole o lamponi, ma altri frutti ben più preziosi”.<br />

Il gruppo di lavoro del nido “Maria Trebbi”


Collana “<strong>Quaderni</strong> CADIAI 10 - Fili di partecipazione”.<br />

Tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione del testo o di sue parti è severamente vietata.<br />

La collana dei <strong>Quaderni</strong> CADIAI nasce nel 2004 dall’esigenza di raccogliere, valorizzare e<br />

condividere la produzione culturale e le esperienze della cooperativa e dei suoi servizi.<br />

Ogni Quaderno è dedicato ad una particolare esperienza sviluppata nell’ambito dei<br />

servizi ed <strong>in</strong>tende raccogliere e dare conto dell’impegno e della professionalità che<br />

i soci e i dipendenti mettono nel proprio lavoro. Ciò vale soprattutto nel caso <strong>in</strong> cui<br />

questo impegno si traduca <strong>in</strong> un <strong>in</strong>tervento, <strong>in</strong> un’esperienza o <strong>in</strong> una documentazione<br />

particolarmente <strong>in</strong>teressanti e di eccellenza, rispetto alla media delle attività dello<br />

stesso genere.<br />

La realizzazione di ogni Quaderno è corredata da una presentazione pubblica che costituisce<br />

un’occasione formativa per i nostri operatori e per gli operatori delle altre<br />

cooperative e associazioni eventualmente co<strong>in</strong>volte o <strong>in</strong>teressate.<br />

Gli altri numeri dei <strong>Quaderni</strong> CADIAI<br />

1 - Il Cibo... attrazione fatale? - Il Cibo, ovvero, il primo l<strong>in</strong>guaggio dell’affetto<br />

2 - Carta dei servizi per la prima <strong>in</strong>fanzia di CADIAI<br />

3 - La cura dell’ospite con deterioramento cognitivo - Dalla perdita delle capacità cognitive<br />

e relazionali nell’<strong>in</strong>vecchiamento alla demenza<br />

4 - Compiti per la memoria - Un’esperienza di stimolazione cognitiva<br />

5 - Il Castello dei Mostri - Attività espressive e <strong>in</strong>tervento educativo <strong>in</strong> psichiatria dell’età evolutiva<br />

6 - Le carezze che curano - Attività... e <strong>in</strong>attività con gli animali a Casa San Biagio<br />

7 - Il Clown <strong>in</strong> R.S.A., la terapia del sorriso<br />

8 - Il Pianeta di Nicola - Servizi residenziali per disabili: <strong>in</strong>tegrazione, <strong>in</strong>novazione, flessibilità come<br />

pratica quotidiana<br />

9 - Il Libro delle Passeggiate - Servizi semiresidenziali per disabili: luoghi privilegiati per<br />

l’<strong>in</strong>tegrazione sociale.<br />

Interamente stampato su carta riciclata al 100%.<br />

F<strong>in</strong>ito di stampare <strong>in</strong> luglio 2009.


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