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Mussolini<br />
e <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi <strong>razziali</strong> antisemite del 1938
<strong>Il</strong> <strong>fascismo</strong> fu antisemita fin dal<strong>le</strong> sue<br />
origini? L’antisemitismo faceva parte<br />
del programma politico e dell’ideologia<br />
fascista già prima del 1938?
No. Almeno fino al 1938.<br />
Molti italiani di religione ebraica<br />
avevano aderito al <strong>fascismo</strong>, avevano<br />
partecipato alla marcia su Roma e<br />
occupavano posizioni di rilievo<br />
all’interno del regime fascista.<br />
La biografa ufficia<strong>le</strong> di Mussolini,<br />
Margherita Sarfatti, era ebrea, era<br />
stata la sua amante ed aveva<br />
contribuito come pochi altri alla<br />
creazione del mito del “Duce”.
Del resto, ancora nel 1932, Mussolini aveva dichiarato<br />
in una intervista: «Naturalmente non esiste più una<br />
razza pura, nemmeno quella ebrea. Ma appunto da<br />
felici mescolanze deriva spesso<br />
forza e bel<strong>le</strong>zza a una nazione.<br />
L’antisemitismo non esiste in Italia<br />
e il razzismo è una stupidaggine.<br />
Gli ebrei italiani si sono sempre<br />
comportati bene come cittadini<br />
e come soldati si sono<br />
battuti coraggiosamente».
Tuttavia nel <strong>fascismo</strong>, in quanto<br />
movimento politico nazionalista e<br />
razzista, l’antisemitismo era presente<br />
in forma latente. Questo spiega come<br />
nel ‘38 <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi <strong>razziali</strong> antiebraiche<br />
furono accettate senza discussioni<br />
negli ambienti fascisti, quasi fossero<br />
un fatto natura<strong>le</strong> e conseguente della<br />
dottrina fascista.
Perché Mussolini decise di elaborare<br />
e di far approvare <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi <strong>razziali</strong> nel<br />
giro di pochi mesi proprio nel 1938?
Secondo alcuni fu la Germania nazista a chiedere o ad<br />
imporre l’introduzione del<strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi <strong>razziali</strong> all’Italia fascista<br />
in qualità di al<strong>le</strong>ata. Questa ipotesi non è però supportata<br />
da alcun documento o testimonianza. Si tratta in sostanza<br />
di una tesi, se non assolutoria di Mussolini e del <strong>fascismo</strong>,<br />
almeno tendente a ridurre <strong>le</strong><br />
responsabilità dell’Italia, che<br />
sarebbe colpevo<strong>le</strong> tutt’al più<br />
di debo<strong>le</strong>zza nei confronti<br />
del potente al<strong>le</strong>ato.
Nella realtà Hit<strong>le</strong>r non cercò mai di trasmettere<br />
la sua ossessione antiebraica a Mussolini. La<br />
decisione di Mussolini di rompere con gli ebrei<br />
non fu dovuta ad alcuna irresistibi<strong>le</strong> pressione<br />
straniera, ma alla sua volontà di cementare<br />
l’al<strong>le</strong>anza con la Germania (l’Asse Roma –<br />
Berlino è dell’ottobre 1936; Mussolini visita<br />
Berlino nel settembre 1937 e Hit<strong>le</strong>r visita Roma<br />
nel maggio 1938), eliminando ogni contrasto<br />
nella politica del<strong>le</strong> due potenze.
Inoltre l’al<strong>le</strong>anza in corso con la Germania<br />
antisemita, aveva alienato al <strong>fascismo</strong> <strong>le</strong><br />
simpatie degli ebrei in Italia e all’estero.<br />
L’ostilità sempre più forte della comunità<br />
ebraica internaziona<strong>le</strong>, spinse perciò<br />
Mussolini a considerare gli ebrei – nella<br />
loro irriducibi<strong>le</strong> alterità – un potenzia<strong>le</strong><br />
pericolo per il regime, da sacrificare<br />
sull’altare dell’al<strong>le</strong>anza con Hit<strong>le</strong>r.
Senza considerare il fatto<br />
che orientamenti antisemiti<br />
GRAZIANI PREZIOSI<br />
erano presenti all’interno del <strong>fascismo</strong>,<br />
anche tra gli alti gerarchi, e che una dura<br />
politica di segregazione razzia<strong>le</strong> (apartheid)<br />
era sperimentata già da tempo<br />
nel<strong>le</strong> colonie. Anche questi<br />
fattori favorirono <strong>le</strong> decisioni<br />
di Mussolini.<br />
STARACE FARINACCI
La persecuzione dei diritti (1938-43)
<strong>Il</strong> fine della politica antisemita voluta da<br />
Mussolini era emarginare prima ed espel<strong>le</strong>re<br />
poi gli ebrei dalla società e dalla nazione<br />
italiana, ovvero rendere la società e la<br />
nazione del tutto ariane. Gli strumenti<br />
principali di questa politica furono la<br />
<strong>le</strong>gislazione e la propaganda, necessaria per<br />
ottenere il consenso in un Paese nel qua<strong>le</strong><br />
era storicamente debo<strong>le</strong>, se non assente, il<br />
sentimento antiebraico tra la popolazione.
Mussolini maturò la sua decisione di attuare una politica<br />
razzia<strong>le</strong> tra la fine del 1935 e il 1936, in concomitanza con<br />
l’aggressione all’Etiopia, con <strong>le</strong> sanzioni contro l’Italia da<br />
parte della Società del<strong>le</strong> Nazioni e dell’al<strong>le</strong>anza con la<br />
Germania nazista (Asse Roma–Berlino).<br />
La nascita dell’Impero imponeva<br />
il rigore razzia<strong>le</strong> nei rapporti tra<br />
dominatori e dominati, ovvero tra gli<br />
italiani di razza “ariana” e i sudditi<br />
del<strong>le</strong> colonie di razza “camitica”.
<strong>Il</strong> primo episodio di <strong>le</strong>gislazione<br />
razzia<strong>le</strong> risa<strong>le</strong> all'apri<strong>le</strong> del 1937,<br />
quando venne promulgata una<br />
<strong>le</strong>gge che vietava ai coloni italiani<br />
di stabilire una «relazione d'indo<strong>le</strong><br />
coniuga<strong>le</strong> con persona suddita<br />
dell'Africa orienta<strong>le</strong> italiana», al<br />
fine di evitare il meticciato e<br />
dunque la contaminazioni dei<br />
caratteri della razza italiana.
Seguirà una <strong>le</strong>gge per “la difesa<br />
del prestigio della razza italiana”<br />
nei confronti dei nativi dell’Impero<br />
dell’Africa Orienta<strong>le</strong>, d’impostazione<br />
chiaramente razzista.<br />
La politica razzia<strong>le</strong> contro gli ebrei<br />
va quindi inserita nel quadro<br />
dell'esaltazione della superiorità<br />
razzia<strong>le</strong> degli italiani, che ha il suo<br />
rodaggio con la realizzazione di un<br />
regime di separazione razzia<strong>le</strong><br />
nel<strong>le</strong> colonie africane.
Infatti, dopo l’avventura etiopica, i giornali<br />
nazionali iniziarono a pubblicare articoli ostili agli<br />
ebrei. Nel ’37 Paolo Orano pubblicò “Gli ebrei in<br />
Italia”, saggio che apre la campagna antiebraica<br />
orchestrata dal regime fascista, dove si<br />
attaccavano sia il sionismo che gli Ebrei italiani,<br />
visti come anti-italiani. Nel ’37 vennero pubblicati<br />
anche i Protocolli dei Savi di Sion, con una<br />
prefazione nella qua<strong>le</strong> si paventava la presenza<br />
di un complotto ebraico in Italia.
La propaganda si servì della stampa, controllata<br />
dal regime, con articoli e vignette
di riviste pseudo – scientifiche<br />
come La difesa della razza la<br />
rivista più nota del razzismo<br />
fascista, diretta da Te<strong>le</strong>sio<br />
Interlandi e uscita, con<br />
cadenza quindicina<strong>le</strong>, fra<br />
l'agosto 1938 e il giugno 1943.
della <strong>le</strong>tteratura d’evasione<br />
che contribuiva a diffondere<br />
gli stereotipi del razzismo e<br />
dell’antisemitismo tra i ceti<br />
popolari del paese
non risparmia neppure la<br />
pubblicità
ma soprattutto si rivolge ai bambini attraverso<br />
il fumetto per modellare la loro coscienza<br />
1. Ai quattrini l'israelita/ha<br />
votato la sua vita://2. La sua<br />
nota faccia tosta/con <strong>le</strong> cifre<br />
fu composta.//3. La sua testa,<br />
"zero“ tondo,/ruzzolando va<br />
pel mondo,//4. Un "tre", dritto<br />
o capovolto,/labbra e orecchie<br />
eguaglia molto//5. Ed un<br />
"quattro" un poco storto/vi dà<br />
l'occhio obliquo e smorto;//6.<br />
Tutti sanno che i giudei/hanno<br />
il naso fatto a "sei"//7. E i<br />
capelli arricciolati/son di<br />
numeri formati.//.
1. Assalonne Mordivò/si<br />
lamenta come può;//2. E il<br />
furbissimo giudeo/vara un ta<strong>le</strong><br />
piagnisteo//3. che,<br />
commosso, il buon Pierino/gli<br />
dà il pranzo e il borsellino://4.<br />
Assalonne, <strong>le</strong>sto<br />
<strong>le</strong>sto,/mangia il pranzo e<br />
intasca il resto.//5. Ma un<br />
amico di Pierino/dice:<br />
"Aspetta un momentino://6.<br />
guarda l'oro che c'è<br />
sotto/questo sudicio<br />
cappotto!"//7. <strong>Il</strong> furbone<br />
smascherato/a dovere è<br />
sistemato://8. Imprecando a<br />
Zaccaria/perde i soldi per la<br />
via//9. E correndo fino a<br />
sera/attraversa la frontiera.//.
<strong>Il</strong> primo segna<strong>le</strong> di minaccia nei<br />
confronti degli ebrei italiani fu<br />
l’ “Informazione diplomatica n. 14”<br />
del febbraio 1938, un documento<br />
indirizzato ai giornalisti della stampa<br />
estera e dunque un atto ufficia<strong>le</strong> del<br />
governo. A una prima parte di tono<br />
conciliante, in apparenza rivolta a<br />
fugare <strong>le</strong> apprensioni di chi temeva<br />
imminenti provvedimenti del governo<br />
contro gli ebrei …<br />
"<strong>Il</strong> Governo fascista<br />
non pensò mai, né<br />
pensa adesso, a<br />
prendere misure<br />
politiche, economiche,<br />
morali, contrarie agli<br />
ebrei, in quanto tali,<br />
salvo, beninteso, nel<br />
caso in cui si trattasse<br />
di e<strong>le</strong>menti ostili al<br />
Regime"
… segue una "precisazione" fina<strong>le</strong><br />
che lascia intravedere qua<strong>le</strong> fosse<br />
in realtà l'intenzione del duce nei<br />
confronti degli ebrei:<br />
"<strong>Il</strong> Governo fascista si riserva tuttavia di<br />
vegliare sull'attività degli ebrei di recente<br />
giunti nel nostro paese e di fare in maniera<br />
che la parte degli ebrei nella vita d'insieme<br />
della nostra Nazione non sia sproporzionata<br />
ai meriti intrinseci individuali e all'importanza<br />
numerica della loro comunità".
Manifesto<br />
degli<br />
scienziati<br />
razzisti<br />
<strong>Il</strong> secondo documento<br />
ufficia<strong>le</strong> è il Manifesto degli<br />
scienziati razzisti del 14 luglio,<br />
che fissa la posizione ufficia<strong>le</strong><br />
del <strong>fascismo</strong> nei confronti dei<br />
prob<strong>le</strong>mi della razza. <strong>Il</strong><br />
documento porta la firma di<br />
un gruppo di docenti<br />
universitari, ma a giudizio di<br />
Ga<strong>le</strong>azzo Ciano fu scritto<br />
interamente da Mussolini.
<strong>Il</strong> Manifesto si compone di dieci capito<strong>le</strong>tti<br />
che portano i seguenti titoli: 1. Le razze<br />
umane esistono; 2. Esistono grandi e<br />
picco<strong>le</strong> razze; 3. <strong>Il</strong> concetto di razza è<br />
concetto puramente biologico; 4. La<br />
popolazione dell'Italia attua<strong>le</strong> è di origine<br />
ariana e la sua civiltà è ariana; 5. È una<br />
<strong>le</strong>ggenda l'apporto di masse ingenti di<br />
uomini in tempi storici; 6. Esiste ormai<br />
una pura razza ariana;
7. È tempo che gli italiani si proclamino<br />
francamente razzisti; 8. È necessario fare<br />
una netta distinzione fra i mediterranei<br />
d'Europa (occidentali) da una parte, gli<br />
orientali e gli africani dall'altra; 9. Gli ebrei<br />
non appartengono alla razza ariana;<br />
10. I caratteri fisici e psicologici degli<br />
italiani non debbono essere alterati in<br />
alcun modo.
<strong>Il</strong> tono del documento è chiaramente razzista, ma al suo<br />
interno solo il capito<strong>le</strong>tto 9 si occupa in modo esplicito<br />
degli ebrei:<br />
Se si tiene conto del<br />
punto 7<br />
risulta evidente che il passaggio ad una <strong>le</strong>gislazione<br />
razzia<strong>le</strong> contro gli ebrei è solo questione di tempo e<br />
intende colpire proprio gli ebrei.<br />
“Gli Ebrei rappresentano l'unica<br />
popolazione che non si è mai assimilata<br />
in Italia, perché essa è costituita da<br />
e<strong>le</strong>menti <strong>razziali</strong> non europei, diversi in<br />
modo assoluto dagli e<strong>le</strong>menti che<br />
hanno dato origine agli italiani."<br />
“È tempo che gli italiani si proclamino<br />
francamente razzisti. Tutta l'opera che<br />
finora ha fatto il Regime in Italia è in<br />
fondo del razzismo”.
L’ “Informazione diplomatica n. 18” del 5 agosto<br />
1938, ispirata se non redatta dallo stesso<br />
Mussolini, chiarisce che: 1. il <strong>fascismo</strong> è razzista<br />
fin dalla sua fondazione nel 1919; 2. che «la<br />
conquista dell'Impero ha posto in primissimo<br />
piano i prob<strong>le</strong>mi chiamati comp<strong>le</strong>ssivamente<br />
<strong>razziali</strong> ad evitare la catastrofica piaga del<br />
meticciato, la creazione cioè di una razza<br />
bastarda, né europea né africana, che<br />
fomenterà la disintegrazione e la rivolta»;
3. che essendo il rapporto tra ebrei e ariani in<br />
Italia di 1 a 1000, «d'ora innanzi, la<br />
partecipazione degli ebrei alla vita globa<strong>le</strong><br />
dello Stato dovrà essere, e sarà, adeguata a<br />
ta<strong>le</strong> rapporto»; 4. che gli ebrei sono in quanto<br />
tali oggetto di sospetto e di sorveglianza da<br />
parte del regime in base all’ «equazione<br />
storicamente accertata, in questi ultimi venti<br />
anni di vita europea, fra ebraismo,<br />
bolscevismo e massoneria».
Già il giorno successivo, il ministro dell’Educazione<br />
Naziona<strong>le</strong> Bottai inviò ai Provveditorati italiani una<br />
circolare nella qua<strong>le</strong> si raccomandava di creare nella<br />
scuola dell'infanzia<br />
"il clima adatto alla formazione di<br />
una prima, embriona<strong>le</strong> coscienza<br />
razzista, mentre nella scuola media<br />
il più e<strong>le</strong>vato sviluppo menta<strong>le</strong> degli<br />
ado<strong>le</strong>scenti … consentirà di fissare<br />
i capisaldi della dottrina razzista …<br />
La propagazione della dottrina<br />
continuerà, infine, nella scuola<br />
superiore dove la gioventù studiosa<br />
… potrà approfondirla e prepararsi<br />
ad esserne, a sua volta,<br />
divulgatrice e animatrice".
Censimento<br />
e<br />
Demorazza<br />
<strong>Il</strong> 22 agosto si ebbe il censimento degli ebrei<br />
presenti in Italia (italiani e stranieri), sulla<br />
base di un comp<strong>le</strong>sso criterio di<br />
classificazione a carattere biologico,<br />
indipendentemente dalla religione<br />
professata, stabilito dalla Direzione genera<strong>le</strong><br />
per la demografia e la razza (Demorazza),<br />
istituito presso il ministero dell’Interno. <strong>Il</strong><br />
censimento si rendeva necessario per<br />
stabilire quali e quanti italiani fossero da<br />
perseguitare perché di “razza ebraica”.
Semplificando, era ebreo chi aveva più del 50% di<br />
“sangue ebreo” o comunque professava la<br />
religione ebraica pur avendo un solo nonno ebreo.<br />
Gli ebrei residenti in Italia risultarono essere<br />
51mila (10mila stranieri). Le schede del<br />
censimento permetteranno, dopo l’occupazione<br />
dell’Italia da parte dei tedeschi nel settembre<br />
1943, ai nazisti e al<strong>le</strong> autorità italiane<br />
collaborazioniste di individuare gli ebrei, arrestarli,<br />
deportarli nei campi di internamento, in attesa del<br />
loro trasferimento nei campi di sterminio.
A settembre, a Trieste, Mussolini pronuncia il<br />
suo unico discorso pubblico contro gli ebrei
Dichiarazione<br />
sulla razza<br />
del Gran<br />
Consiglio del<br />
Fascismo<br />
<strong>Il</strong> 6 ottobre, il Gran Consiglio del Fascismo<br />
elaborò un documento che sarà alla base<br />
di tutta la <strong>le</strong>gislazione razzia<strong>le</strong> antisemita<br />
successiva. Al fine di evitare «incroci e<br />
imbastardimenti» che potevano<br />
compromettere la purezza della razza<br />
italiana, il Gran Consiglio stabiliva, tra <strong>le</strong><br />
altre cose, «il divieto di matrimoni di<br />
italiani e italiane con e<strong>le</strong>menti<br />
appartenenti al<strong>le</strong> razze camita, semita<br />
e altre razze non ariane».
Per quanto riguardava gli ebrei, stabilito che «tutte <strong>le</strong><br />
forze antifasciste fanno capo ad e<strong>le</strong>menti ebrei» e<br />
l’equazione ebraismo = bolscevismo, dettava i criteri per<br />
stabilire l'appartenenza alla razza ebraica:<br />
Seguivano una<br />
serie di divieti che<br />
divennero <strong>le</strong>gge<br />
nel novembre<br />
successivo.<br />
"a) è di razza ebraica colui che nasce<br />
da genitori entrambi ebrei;<br />
b) è considerato di razza ebraica colui<br />
che nasce da padre ebreo e da madre<br />
di nazionalità straniera;<br />
c) è considerato di razza ebraica colui<br />
che, pur essendo nato da un<br />
matrimonio misto, professa la religione<br />
ebraica”.
Provvedimenti<br />
per la difesa<br />
della razza<br />
italiana<br />
I principali e più organici tra i<br />
provvedimenti <strong>le</strong>gislativi vennero<br />
presentati e approvati tra settembre e<br />
novembre 1938. <strong>Il</strong> primo si intitola<br />
“Provvedimenti per la difesa della razza<br />
nella scuola fascista” e contemplava<br />
l’espulsione di tutti gli studenti, di tutti gli<br />
insegnanti e di tutto il persona<strong>le</strong> di razza<br />
ebraica dal<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> di ogni ordine e<br />
grado, dal<strong>le</strong> Università e dal<strong>le</strong><br />
Accademie.
Furono vietati libri di testo di autori ebrei, cambiati<br />
nomi di scuo<strong>le</strong> dedicate ad ebrei, ecc. Da quel<br />
momento i ragazzi ebrei poterono frequentare<br />
solo <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> istituite dal<strong>le</strong> comunità israelitiche<br />
con insegnanti esclusivamente ebrei.
I successivi “Provvedimenti per la difesa della<br />
razza italiana”, oltre al<strong>le</strong> limitazioni ed ai divieti in<br />
materia di matrimonio, decretavano forti limitazioni<br />
del diritto di proprietà (determinandone<br />
consapevolmente l’impoverimento) e l’espulsione<br />
dei cittadini ebrei da quasi tutti gli ambiti della vita<br />
naziona<strong>le</strong> (dalla pubblica amministrazione,<br />
dall’esercito, dal partito fascista, dalla scuola,<br />
dal<strong>le</strong> banche, dal<strong>le</strong> imprese di interesse<br />
naziona<strong>le</strong>, ecc.), re<strong>le</strong>gandoli in una condizione di<br />
inferiorità socia<strong>le</strong> e di separazione razzia<strong>le</strong><br />
rispetto agli altri italiani.
L’effetto previsto e auspicato dal regime era la<br />
loro emigrazione volontaria dal Paese.
Altri provvedimenti, anche i più<br />
assurdi, vennero presi<br />
successivamente: si va<br />
dall’espulsione degli ebrei dal<strong>le</strong><br />
libere professioni, dal cinema, dal<br />
teatro, dalla radio, dall’editoria, fino<br />
al divieto di esercitare il commercio,<br />
di essere albergatore, fotografo,<br />
al<strong>le</strong>vatore di piccioni viaggiatori,<br />
saltimbanco girovago, non potevano<br />
possedere apparecchi radio o<br />
iscriversi a società sportive.
Venne imposta la chiusura di tutti i periodici ebraici.<br />
L’appartenenza alla razza ebraica veniva menzionata<br />
su tutti i certificati anagrafici, sui documenti scolastici<br />
e sul libretto di lavoro, inoltre doveva essere<br />
registrata da albergatori e affittacamere.
Le responsabilità di questa persecuzione vanno<br />
ascritte a Mussolini e al regime fascista, tuttavia<br />
tutti i provvedimenti <strong>le</strong>gislativi furono controfirmati<br />
da Vittorio Emanue<strong>le</strong> III, «per grazia di Dio e per<br />
volontà della nazione Re d’Italia e Imperatore<br />
d’Etiopia», che ne condivide l’infamia.
Né papa Pio XI né papa Pio XII protestarono<br />
pubblicamente contro <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi <strong>razziali</strong>,<br />
condividendone quindi, se non la responsabilità<br />
politica, certamente quella mora<strong>le</strong>.
Per quanto concerne la maggioranza della<br />
popolazione non–ebrea, assistette si<strong>le</strong>nziosamente<br />
alla persecuzione senza contestarla. Ciò fu<br />
conseguenza della dittatura, del fatto che chi vo<strong>le</strong>va<br />
opporsi all’antisemitismo doveva esprimersi contro il<br />
<strong>fascismo</strong>. L’antisemitismo attivo, praticato da una<br />
minoranza della popolazione, venne affiancato da<br />
una fascia di indifferenza passiva assai diffusa.<br />
Tuttavia, durante la guerra, non mancheranno i<br />
coraggiosi e i giusti che si adopereranno per salvare<br />
gli ebrei, anche a rischio della propria vita.
La persecuzione del<strong>le</strong> vite (1943-45)
10 giugno 1940: l’Italia entra nel conflitto a fianco<br />
della Germania
25 luglio 1943: Mussolini si dimette da Capo del<br />
Governo in seguito alla sfiducia del Gran<br />
Consiglio del <strong>fascismo</strong>
8 settembre 1943: viene data notizia<br />
dell’armistizio firmato dall’Italia con gli Al<strong>le</strong>ati;<br />
l’Italia esce dal conflitto
Settembre-novembre 1943: l’Italia centro-<br />
settentriona<strong>le</strong> viene occupata dai tedeschi, mentre<br />
gli Al<strong>le</strong>ati risalgono la penisola dal Sud; viene<br />
istituita la Repubblica socia<strong>le</strong> italiana, con capita<strong>le</strong><br />
a Salò, uno stato vassallo al<strong>le</strong> dipendenze della<br />
Germania, con a capo Mussolini.
Fino al luglio 1943, nella penisola vi fu una sola<br />
vera e propria ondata di gravi vio<strong>le</strong>nze: nel<br />
settembre –ottobre 1941 vennero devastate <strong>le</strong><br />
sinagoghe di Ferrara, Torino e Trieste.
Con l’occupazione tedesca ebbe subito inizio la<br />
persecuzione del<strong>le</strong> vite degli ebrei: essa durò fino<br />
all’estate 1944 nel<strong>le</strong> regioni centrali e fino<br />
all’apri<strong>le</strong> 1945 in quel<strong>le</strong> settentrionali. Mentre<br />
nella maggior parte del territorio gli arresti furono<br />
effettuati sia dai tedeschi sia dagli italiani …
… nella Zona di operazione Prealpi (Bolzano, Trento,<br />
Belluno) e nella Zona di operazione Litora<strong>le</strong> Adriatico<br />
(Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Lubiana) la<br />
persecuzione fu gestita sola dai tedeschi, anche se<br />
non mancarono collaborazioni da parte degli italiani.
La retata più grave in assoluto della Shoah<br />
italiana fu quella del ghetto di Roma (16 ottobre<br />
1943) condotta dai soli tedeschi: 1023 deportati<br />
ad Auschwitz, dei quali sopravvissero in 16.
<strong>Il</strong> 14 novembre a Verona, il Partito fascista<br />
repubblicano approvò un “manifesto programmatico”,<br />
la “Carta di Verona” il cui punto 7 stabiliva:<br />
«Gli appartenenti alla razza ebraica sono<br />
stranieri. Durante questa guerra appartengono a<br />
nazionalità nemica».<br />
Questo pronunciamento prefigurava i provvedimenti<br />
di arresto del<strong>le</strong> persone e di pre<strong>le</strong>vamento dei loro<br />
beni; inoltre lasciava gli ebrei privi di qualsiasi<br />
protezione in balìa dei nazisti.
<strong>Il</strong> 30 novembre 1943, il ministro dell’Interno<br />
Buffarini Guidi diramò l’ “Ordine di polizia n.5”<br />
che disponeva l’arresto di «tutti gli ebrei … a<br />
qualunque nazionalità appartengano» e la loro<br />
reclusione in campi di concentramento, oltreché il<br />
sequestro immediato di tutti i loro beni.
I campi di raccolta degli ebrei arrestati più famigerati<br />
sono quelli di Fossoli (Modena), di Bolzano e di<br />
Trieste (Risiera di San Sabba), dai quali partivano i<br />
convogli ferroviari diretti ad Auschwitz-Birkenau.
<strong>Il</strong> numero comp<strong>le</strong>ssivo del<strong>le</strong> vittime è di circa 7000, il<br />
16% del tota<strong>le</strong> degli ebrei, ciò significa che molti<br />
furono quelli nascosti e protetti da cittadini qualsiasi<br />
o dal<strong>le</strong> istituzioni ecc<strong>le</strong>siastiche e quelli che vissero<br />
in clandestinità. Gli episodi di solidarietà ebbero<br />
motivazioni diverse: l’antifascista agì per convinzioni<br />
politiche, il cattolico osservante per convinzioni<br />
religiose, il contadino e l’operaio per semplice<br />
solidarietà umana, l’ex-studente per aiutare il suo<br />
vecchio professore, l’uomo comune per salvare il suo<br />
vicino di casa. Ciascun soccorritore trovò in se<br />
stesso <strong>le</strong> ragioni per un comportamento umano.
Nello stesso tempo altri italiani non-ebrei ordinavano,<br />
organizzavano ed eseguivano gli arresti, compivano<br />
delazioni, rispondevano “no” al<strong>le</strong> richieste di aiuto. È<br />
diffici<strong>le</strong> stabilire quanti di questi italiani fossero<br />
consapevoli di condannare a morte gli ebrei e se<br />
fossero mossi da odio, indifferenza, fedeltà assoluta<br />
a Mussolini. Si manifestarono poi altri<br />
comportamenti, come quello di coloro che chiusero<br />
<strong>le</strong> finestre per non vedere cosa accadeva (e furono<br />
la maggioranza), o di coloro che chiesero lauti<br />
compensi per il soccorso prestato.
Molti ebrei parteciparono alla Resistenza ed ebbero<br />
incarichi importanti, come Leo Valiani, Emilio Sereni<br />
e Umberto Terracini. <strong>Il</strong> movimento partigiano,<br />
accettando la partecipazione degli ebrei alla lotta<br />
antifascista, pose <strong>le</strong> condizioni<br />
per il ripristino di quella<br />
condizione di uguaglianza tra<br />
gli italiani che il <strong>fascismo</strong> e la<br />
monarchia avevano spezzato<br />
e calpestato con la<br />
<strong>le</strong>gislazione del 1938.
I dirigenti fascisti erano pienamente informati non<br />
tanto del funzionamento tecnico del<strong>le</strong> gassazioni<br />
ad Auschwitz, quanto dello sterminio in sé; è<br />
documentato che nel secondo semestre del 1942<br />
Mussolini ricevette notizie sulla Shoah in corso.<br />
Anche dopo aver saputo, l’Italia fascista<br />
mantenne salda l’al<strong>le</strong>anza politica, militare e<br />
ideologica con la Germania nazista,<br />
sostenendone quindi di fatto l’azione<br />
sterminatrice, o comunque consentendone una<br />
più ampia realizzazione.
Per tutte queste considerazioni, il giudizio<br />
storico non può non ritenere il <strong>fascismo</strong><br />
italiano complice dello sterminio operato dal<br />
nazismo tedesco, almeno nella misura in cui<br />
il genocidio colpì gli ebrei residenti in Italia,<br />
per la sua attiva collaborazione nella<br />
individuazione, nell’arresto, nella detenzione<br />
e nella consegna ai tedeschi di migliaia di<br />
persone destinate alla deportazione e allo<br />
sterminio.