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Mi presento: SONO FRANCESCO<br />
Sono nato ad Assisi nel 1182<br />
e, anche se sono trascorsi ottocento<br />
anni, in tanti mi ricordano ancora.<br />
Mi commuove sempre pensare che<br />
qualcuno si ricorda ancora di me, Francesco,<br />
figlio di Pietro da Bernardone e<br />
di Pica, una donna molto bella, dolce e<br />
con tanta fede.<br />
Il mio papà voleva indirizzarmi verso<br />
una vita di ricchezze, ma io amavo la<br />
semplicità e la natura. Il denaro mi diceva<br />
poco. I veri valori per me erano<br />
altri come la bellezza, il canto, l’amicizia,<br />
la gloria... soprattutto la gloria.<br />
Quando feci 18 anni fui fatto cavaliere<br />
e la mia famiglia organizzò una gran<br />
festa; tutto il paese mi lodava. Ero il<br />
capo del gruppo dei miei amici, il più<br />
elegante, il più vivace, il più splendido.<br />
Nella primavera del 1198, gli abitanti<br />
di Assisi entrarono in guerra<br />
con Perugia, ma finì male:<br />
fummo sconfitti. C’ero anch’io<br />
nella battaglia e a Collestrada,<br />
dove ci fu lo scontro con i perugini,<br />
caddi prigioniero.<br />
CHE UMILIAZIONE!<br />
Durante l’anno di prigionia a Perugia<br />
compresi che la guerra non era proprio<br />
il mio mestiere ma non sapevo cosa<br />
decidere….<br />
Fu un anno triste. La prigionia era pesante,<br />
E MI AMMALAI!<br />
Passavo le giornate e le notti a pensare:<br />
mai ero stato così triste. Quando ripresi<br />
le forze notai che ero cambiato,<br />
MOLTO CAMBIATO. La malattia mi<br />
aveva fatto aprire gli occhi e vedevo<br />
tutto sotto un’altra luce: ora sì che ve-<br />
devo il sole, la luna, la terra, le fontane,<br />
i fiori; prima no! Sentivo un gran bisogno<br />
di ringraziare DIO per tutto quello<br />
che trovavo intorno a me, e capii che<br />
DIO stesso era nelle creature che incontravo<br />
sulla mia strada, nei lebbrosi<br />
e nei bisognosi.<br />
Decisi di stare un po’ in silenzio meditando<br />
tra le campagne e le colline<br />
di Assisi, facendo spesso tappa nella<br />
Chiesetta di San Damiano a pochi<br />
chilometri dalla città. Era una chiesa<br />
piccola piccola e tutta diroccata, con<br />
un bellissimo crocifisso sopra l’altare.<br />
E proprio quel crocifisso che era nella<br />
cappellina mi parlò:<br />
“Va, ripara la mia casa<br />
che cade in rovina”<br />
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