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GiUliANO AGRESti, UN vEScOvO AttENtO Ai SEGNi dEi tEMPi

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Spero che la pubblicazione di questo volume «dia a cesare quello che è di cesare»,<br />

ovvero contribuisca a far riconoscere il carattere anticipatorio che esso ha<br />

avuto rispetto alla discussione odierna, ma che anche serva a evidenziare la particolarità<br />

con cui Agresti si è inserito nella riflessione sul dono che dagli anni 20<br />

dello scorso secolo (anno di uscita del saggio sul dono di Marcel Maus) ha interessato<br />

la cultura laica. Infatti rispetto alla riflessione laica quella di Agresti ha il<br />

merito di aver evidenziato la gratuità del dono, aspetto che invece è negato dai più.<br />

Ma soprattutto il merito di Agresti sta nel aver radicato il discorso della gratuità<br />

su ciò che solo può dargli consistenza e credibilità, ovvero l’amore gratuito di Dio.<br />

Vengo al secondo motivo di interesse del volume. Questo libro è una lunga meditazione,<br />

scritta interamente con il cuore in mano, quasi una confessione in forma<br />

di poesia, sull’amore gratuito di Dio. Quindi questo libro vuole farci conoscere<br />

chi è Dio. Agresti ci ricorda, con insistenza, che al di là delle immagini sfigurate<br />

che spesso anche noi cristiani abbiamo dipinto, c’è un solo Dio che merita la nostra<br />

fede, quello rivelato da Gesù sulla croce: è il Dio della misericordia, che perdona<br />

non sette ma settanta volte sette, colui che mentre eravamo peccatori, quindi nella<br />

più grande distanza da lui e in una situazione da non poter rivendicare dei meriti,<br />

è morto per noi. Oltre a rivelarci il vero volto di Dio, la meditazione di Agresti<br />

risponde alla domanda “Chi siamo noi”. Noi siamo, ripete fino allo sfinimento,<br />

perché amati follemente e gratuitamente da Dio! «Siamo tutto un dono!» Non c’è<br />

niente che ci appartenga e che possiamo dire che non sia donato. Qui sta il fondamento<br />

di una nuova umanità. La civiltà dell’amore, fondata sul dono gratuito che<br />

reciprocamente ci scambiamo: nessuno riceve il dono solo per sé, ma perché questo<br />

dono sia messo virtuosamente in circolo perché tutti ne beneficino.<br />

Ma c’è un ultimo motivo che rende unico questo libro. Esso tratta di un argomento,<br />

quello dell’amore gratuito di Dio, che non è uno dei temi ma il tema principale<br />

che Agresti in tutta la sua vita ha svolto e vissuto. Per questo ritengo che<br />

sia un libro necessario per conoscere chi è Agresti e quale sia il contenuto del suo<br />

magistero. Nella introduzione ho paragonato il tema della gratuità ad un fiume<br />

carsico che percorre sommerso tutte le opere del Vescovo Giuliano, e che emerge<br />

senza “argini” proprio in questo piccolo volume. (pensate che la prima volta che<br />

agresti utilizza quel motto, che diventerà poi presente in quasi tutti i suoi scritti,<br />

e in molte delle sue omelie, “Siamo tutto un dono”, è in un libro del 1963. Questo<br />

dice come fin dagli inizi degli anni 60 il tema della gratuità era già centrale nella<br />

mente di Agresti).<br />

“Il canto ostinato” come lo chiamava lui è stato quello di ripetere che Dio è<br />

amore e che gratuitamente ci ama. Spero che vogliate comprare questo volume.<br />

Che lo leggiate e lo facciate leggere a quante più persone possibili. A chi crede perché<br />

ne riceva il dono dell’incremento della fede, a chi non crede, magari perché gli<br />

è stato narrato un Dio che non ha niente a che vedere con la rivelazione che ne ha<br />

fatto Gesù, perché scopra la bellezza di sentirsi amato. (oltre a questo è un modo<br />

per permettere di poter continuare la pubblicazione degli altri scritti inediti).<br />

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