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GiUliANO AGRESti, UN vEScOvO AttENtO Ai SEGNi dEi tEMPi

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Questa intitolazione è un atto di gratitudine significativo e doveroso nei confronti<br />

di un pastore che ha lasciato, anche a livello culturale, un’ampia traccia nella<br />

nostra Chiesa.<br />

2. Elogio della gratuità<br />

Abbiamo pensato di ripubblicare il libro Elogio della gratuità. Sono personalmente<br />

felice che questo prezioso volume di Agresti sia di nuovo accessibile. Si realizza<br />

un mio personale sogno. Già in occasione del X anniversario chiesi alle edizioni<br />

Paoline di ripubblicare il volume che era uscito nella collana di spiritualità<br />

“Sul monte della presenza” (una felice collana che le Paoline ha pubblicato dal<br />

1980 al 1984 ma che dal 1989 era fuori catalogo). La direttrice delle edizioni Paoline<br />

mi aveva risposto di non essere interessate e mi aveva concesso i diritti per<br />

cercare altrove una casa editrice per la riedizione. Allora non fu possibile, quest’anno<br />

invece questo progetto si è potuto concretizzare grazie all’editore lucchese<br />

BdC, che voglio pubblicamente ringraziare – nella persona di Luciano Bertolozzi -<br />

per la cura con cui lo ha realizzato. Questo volume inaugura una collana “Scritti<br />

di mons. Agresti” nella quale vorremmo, nei prossimi anni, pubblicare gli scritti<br />

inediti più significativi del vescovo Giuliano conservati nell’Archivio arcivescovile.<br />

Tra l’altro, colgo l’occasione per dire che a novembre uscirà anche un romanzo<br />

inedito di Agresti dal titolo “Il nomade” grazie alla casa editrice della comunità<br />

di san Leonino.<br />

Perché ripubblicare un libro uscito 30 anni fa? Nella mia introduzione ho cercato<br />

di motivare la scelta, e chi avrà la pazienza di leggerla troverà maggiori dettagli.<br />

In questa occasione, nel breve tempo a disposizione, mi sembra importante<br />

rilevare tre motivi: a) Innanzitutto l’attualità del tema. Proprio ieri leggevo sul domenicale<br />

del sole 24 ore un articolo di Carlo Ossola dal titolo “Il dono, vero scambio<br />

di civiltà” in cui si ripropone il tema del dono in riferimento alla prossima<br />

edizione del festival Torino spiritualità che si apre domani e che avrà come tema<br />

“GRATIS. Il fascino delle nostre mani vuote”. È un segno, oltre ad un ampia<br />

bibliografia che troverete in parte nella mia introduzione, di come in questi anni<br />

il tema della gratuità stia diventando centrale e come la categoria del dono appaia<br />

sempre di più come la via privilegiata per liberare la società dall’asfissia del profitto<br />

e del potere dell’economico. Ma non solo. In alcuni importanti documenti del<br />

magistero si riscopre finalmente il tema della gratuità. Mi riferisco, ad esempio al<br />

documento CEI dal titolo “Con il dono della carità dentro la storia”, ma soprattutto<br />

all’ultima enciclica di benedetto XVI “Caritas in veritate” in cui il tema è largamente<br />

presente e dove si dice che i rapporti umani possono essere veramente tali<br />

solo a condizione di esercitare il “principio gratuità”.<br />

Queste sono solo pochi accenni per comprendere come il tema sia oggi in antropologia,<br />

filosofia, economia, sociologia e anche in teologia di assoluta centralità,<br />

ma anche per rilevare come in questo campo, come in molti altri, Agresti sia stato<br />

anticipatore.<br />

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