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GiUliANO AGRESti, UN vEScOvO AttENtO Ai SEGNi dEi tEMPi

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salmi e da silenzi; ringraziamenti per molti, benedizioni per i preti in missione e<br />

per quanti gli avevano obbedito e suppliche per tutti e fu un gioire d’incontri e soprattutto<br />

di ritorni attesi e insperati. Come nel caso di quel massiccio prete lucchese,<br />

per anni lontano e in contrasto con il suo vescovo, che mostrò in quelle ultime<br />

ore un’intesa affettuosa e antica con una competenza rara nell’accudire con<br />

delicatezza a un malato terminale che stupì tutti. Di lui il vescovo Giuliano disse:<br />

«Lo aspettavo, mi doveva tornare; ha il cuore buono». Qualcuno gli fece notare che<br />

fuori a visitarlo c’erano anche quelli che s’erano lamentati di lui fino a Roma; ma<br />

lui, fermo e sereno, a dire: «io sono il vescovo di tutti».<br />

Ecco il vescovo Giuliano: un uomo e un pastore, un discepolo che si era lasciato<br />

governare dal futuro di Dio percorrendo e insegnando «la lunga via delle cose<br />

penultime». Servo accorto e amico fedele è stato trovato vigilante quando nel cuore<br />

della notte si udì il grido: «ecco lo sposo, andategli incontro». Fu pronto a incontrare<br />

il suo Dio crocifisso con l’entusiasmo del suo venerato vescovo Ignazio,<br />

«carico di amore più che di catene» e con il delirio d’amore del suo diletto Francesco<br />

che, pochi giorni prima di morire, diceva ai frati che «tutto era ancora da ricominciare».<br />

E proprio al termine del giorno delle Stimmate di san Francesco il Signore<br />

volle la sua compagnia per sempre.<br />

Il francescano padre Agostino Lundin, psichiatra svedese convertito, fondatore<br />

del Centro Ecumenico Nordico di Assisi, per molti anni suo confessore e anziano<br />

nel dolore, nell’anniversario della sua nascita al cielo volle pubblicamente testimoniare<br />

che il nostro vescovo era uno di quei pochi che non aveva mai perduto<br />

la grazia battesimale.<br />

Un albero non potato fa solo foglie, aveva scritto il vescovo Giuliano, e se oggi,<br />

vent’anni dopo, la mia testimonianza in questo luogo è stata possibile è perché anche<br />

il mio disutile dire è un frutto del suo gaudioso amore di pastore e di padre.<br />

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