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3maggio/giugno 2003 - Gola gioconda

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sped. in A.P. 45% art. 2. comma 20/B legge 662/96 Prato CPO - contiene inserto redazionale<br />

il piacere<br />

della<br />

tavola<br />

in Toscana<br />

GOLA <strong>gioconda</strong><br />

3<br />

maggio/<strong>giugno</strong> <strong>2003</strong><br />

maggio/<strong>giugno</strong> <strong>2003</strong><br />

€ 2<br />

edizioni Aida


S O M M A R I O<br />

<strong>Gola</strong><br />

<strong>gioconda</strong><br />

in internet<br />

2<br />

ogni<br />

settimana<br />

aggiornamenti,<br />

notizie,<br />

eventi...<br />

e mail<br />

posta@gola<strong>gioconda</strong>.it<br />

www.gola<strong>gioconda</strong>.it<br />

4 LOCALI PER UN GIORNO<br />

6 GOLA KERMESSE<br />

Destinazione gusto<br />

BARBARA GABBRIELLI<br />

9 GOLA EVENTI<br />

Dall’arca al vino<br />

CHIARA TACCONI<br />

10 GOLA ERBE<br />

Gustosa, selvaggia, pungente ortica<br />

SANDRO BOSTICCO<br />

13 ARTIGIANI DEL GUSTO<br />

Buccia di rospo’s story<br />

PAOLO PELLEGRINI<br />

16 GOLA FIERE<br />

Invito all’assaggio<br />

<strong>Gola</strong> <strong>gioconda</strong><br />

i piaceri della tavola in Toscana<br />

bimestrale<br />

In collaborazione con<br />

edizioni Aida<br />

via Maragliano 31a, 50144 Firenze<br />

Tel. 055 321841 r.a. Fax 055 3215216<br />

http://www.gola<strong>gioconda</strong>.it<br />

e mail: posta@gola<strong>gioconda</strong>.it<br />

direttore<br />

Leonardo Romanelli<br />

Hanno collaborato<br />

a questo numero:<br />

Sandro Bosticco, Olivia<br />

Chierighini, Michele Franzan,<br />

Barbara Gabbrielli, Claudio Lachi,<br />

Cristiano Maestrini, Paolo<br />

Pellegrini, Chiara Tacconi,<br />

Disegni originali<br />

Chiara Raugei<br />

17 Speciale supertuscan<br />

I gioielli del vino toscano<br />

27 GOLA COCKTAIL<br />

Lasciatevi pungere<br />

Abbonamento a 6 numeri<br />

€ 11,00 da versare sul conto<br />

corrente postale n. 25030503,<br />

CLAUDIO LACHI<br />

28 GOLA TENDENZE<br />

Un susci clandestino<br />

OLIVIA CHIERIGHINI<br />

30 CIBO TRA LE RIGHE<br />

32 APPUNTAMENTI CON IL GUSTO<br />

CHIARA TACCONI<br />

36 Le degustazioni di<br />

<strong>Gola</strong> <strong>gioconda</strong><br />

intestato a Aida, causale<br />

del versamento “abbonamento<br />

a 6 numeri di <strong>Gola</strong> <strong>gioconda</strong>”<br />

Realizzazione editoriale,<br />

grafica, impaginazione,<br />

riproduzione immagini<br />

AIDA<br />

Stampa Nuova Grafica<br />

Fiorentina, Firenze<br />

Aut. del Trib. Firenze n. 4843<br />

del 18/12/98<br />

direttore resp. Lirio Mangalaviti<br />

Servizi enogastronomici a domicilio<br />

Cioccolato, torte, dolcezze, oltre 80 qualità di formaggi italiani<br />

Piatti caldi e freddi sempre pronti<br />

Via degli Artisti, 58r - Firenze - Tel. 055/5058769 - 578460


Coperto sì, coperto no<br />

Nei ristoranti di Roma anche il pane ha un prezzo, perché il regolamento comunale, approvato dalla giunta<br />

Rutelli, ha imposto l’obbligo di togliere la voce “coperto” dal conto. L’ingegno delle persone non ha mai<br />

fine, verrebbe da pensare; ma realisticamente cosa è giusto o ingiusto pagare nel momento in cui ci sediamo<br />

a tavola? Qualche esempio. In Germania il pane è fatto pagare fetta per fetta, mentre nei paesi anglosassoni,<br />

anche se non prevista da nessuna legge, la regola della mancia al 15% è tassativa, pena vedersi rincorrere dal<br />

cameriere una volta varcata la soglia del locale. La questione dei prezzi è molto complessa: il coperto, in<br />

Italia, nacque all’epoca delle osterie, quando era possibile mangiare il cibo portato da fuori: l’oste forniva le<br />

stoviglie e le posate e per questo si faceva pagare il servizio. È poi rimasta l’abitudine di aggiungere un pò di<br />

soldi al conto (2 o 3 euro in genere, ma anche 5 o 6), che a fine giornata arrotondano l’incasso del ristoratore.<br />

È giusto o no, allora, il coperto? C’è chi ritiene giusto abolirlo e riversare il costo di tovagliolo, tovaglia e<br />

stoviglie sui singoli piatti. Così facendo, viene però maggiormente penalizzato il cliente che consuma un<br />

pasto completo, rispetto a chi mangia solo un’insalatina e occupa un posto a sedere che potrebbe rendere di<br />

più se, allo stesso tavolo, un cliente ordinasse tre piatti. Con la crisi<br />

dei consumi, derivata dalla stagnazione dell’economia e dal malessere<br />

causato dalla guerra, il problema coperto appare francamente<br />

irrilevante, considerando la “fame” di clienti che tutti i locali avvertono.<br />

Magari queste sono le occasioni per ripensare al servizio e a<br />

curare maggiormente il cliente. Qualche proposta? Lasciamo il coperto<br />

ma arricchiamolo di elementi accattivanti: un paté di olive<br />

insieme al pane, uno stuzzichino, un bicchiere di vino quale benvenuto.<br />

Ricordiamoci comunque che in Italia per una famiglia media<br />

mangiar fuori è ancora un’esperienza sopportabile in termini di costo.<br />

All’estero, negli Stati Uniti e a New York in particolare, il vero<br />

ristorante ha costi enormi, il che spiega, almeno in parte, il successo<br />

sfrenato dei fast food. Consoliamoci allora con quello che abbiamo,<br />

prima di rischiare di seguire la stessa strada.<br />

Leonardo Romanelli<br />

3


Pranzo Colazione<br />

Locali per un giorno<br />

Via Mino (angolo via dei Macci), Firenze<br />

Bancone di legno e sgabelli per brioche e cappuccino<br />

nel cuore di Sant’Ambrogio. Un ottimo punto di partenza<br />

per fare un giro in un quartiere vivace e verace, a<br />

due passi anche da Santa Croce. Se poi ci si siede vicino<br />

alla grande finestra-vetrina si può anche assistere all’andirivieni<br />

di massaie che vanno al mercato di piazza Ghiberti,<br />

studenti e turisti.<br />

Caffè d’orzo<br />

Via Reginaldo Giuliani, Firenze<br />

Locale ormai affermato in zona piazza Dalmazia. Oltre<br />

alla bevanda che gli dà il nome, si beve e si mangia rigorosamente<br />

al naturale. Torte integrali, biscotti macrobiotici,<br />

yogurt salutari, cereali biologici, deliziose creme<br />

e centrifugati con gli abbinamenti più gustosi di<br />

frutta e verdure di stagione. Qui la colazione sazia, stuzzica<br />

e… non fa ingrassare.<br />

Finisterrae<br />

Via dei Pepi 5/7r, Firenze. Tel. 055 2638675. Sempre<br />

aperto<br />

La bellezza delle stanze, l’originalità dell’arredamento, la<br />

varietà e la qualità dei piatti proposti (italiani, libanesi,<br />

francesi, spagnoli, greci purché tutti rigorosamente mediterranei),<br />

i prezzi non troppo alti contribuiscono di sera<br />

a farne un posto un po’ troppo affollato. La voglia di tranquillità<br />

e i tagli di luce che irrompono da piazza Santa<br />

Croce lo rendono piacevolissimo a pranzo.<br />

Pranzo Caffè dei Macci<br />

I’ Giova<br />

Borgo la Croce 73r (all’angolo con via della Mattonaia),<br />

Firenze. Tel. 055 2480639<br />

Giovane, come i soci che lo gestiscono (tra questi anche<br />

la cantante Irene Grandi), informale, ma ineccepibile<br />

dal punto di vista della cucina, questo ristorante, nel<br />

cuore di Sant’Ambrogio, è sempre gettonatissimo. Sarà<br />

merito del mitico antipasto del Giova (un mix di prelibatezze)<br />

oppure di un menu dai sapori toscani con numerosi<br />

(e deliziosi) tocchi di originalità?<br />

4<br />

Spuntino<br />

Aperitivo<br />

Osteria del Rosso<br />

Via Costa al Rosso, Grassina (Firenze)<br />

www.osteriadelrosso.it<br />

Un alimentari-pizzicheria che è diventato anche osteria,<br />

perfetto per una sosta e una merenda; si trova a due passi<br />

dalla piazza centrale di Grassina. Nelle stanze in cui una<br />

volta si faceva il pane, Gino e Paolo hanno ricavato le sale<br />

per chi vuole sedersi a mangiare: piatti freddi e caldi, ogni<br />

giorno diversi, in un ambiente arredato con rame e legno.<br />

D’estate si può cenare anche in giardino.<br />

Forno Pugi<br />

Viale De Amicis, Firenze<br />

Schiacciate, pizza al taglio e focacce che negli anni hanno<br />

saputo guadagnarsi la stima di tutti i fiorentini. Ormai<br />

luogo di culto nei pressi dello stadio, c’è quasi sempre<br />

da fare la fila per arrivare all’agognato pezzo di covaccino.<br />

Ma la bontà ripaga l’attesa. Ottimo per fare<br />

merenda o un pranzo superveloce.<br />

La Suite<br />

Via Baracca, Firenze<br />

Luci soffuse, selezione di musica lounge e due morbidi<br />

divani rossi. Questa è La Suite, locale fresco di inaugurazione<br />

per gustarsi un rilassante aperitivo fuori dalla<br />

pazza folla del centro cittadino e dei turisti. Siamo infatti<br />

in piazza Puccini, prima periferia di Firenze, facilmente<br />

raggiungibile in auto. Oltre al privé, anche il bancone<br />

ovale con tanti sgabelli intorno.<br />

Caffè Grotta<br />

Via Gramsci 393, Sesto Fiorentino (Fi). Tel. 055 444620.<br />

Dalle 8.30 fino a tarda notte, chiuso il lunedì<br />

Prende il nome dalla contigua sala cinematografica sestese<br />

questo bar che ormai è diventato un punto di riferimento<br />

per l’ora dell’aperitivo, o meglio dell’aperitivo<br />

dinner. Tante le offerte sfiziose che possono esser gustate<br />

dalle 18 in poi con la complicità di un nutrito programma<br />

di musica dal vivo e dj session. Mercoledì happy<br />

hour.


Cena<br />

Notte<br />

Via Fratelli Papini 79, San Feliciano di Magione (Pg).<br />

Tel. 075 8476277. Chiuso il martedì, aperto solo la<br />

sera, domenica anche a pranzo<br />

Siamo sulle rive del Trasimeno. Oltre che nel nome (che<br />

prelude a languidi tramonti ammirabili dalla veranda<br />

sul lago) il colore prevale sui muri coperti da una ricchissima<br />

parata di bottiglie. I piatti, oltre che sul pescato<br />

locale, indugiano gagliardamente sulle varie tonalità<br />

della cucina della tradizione umbra.<br />

Mammarosa<br />

Via Cassia per Siena 32, Loc. Calzaiolo, San Casciano<br />

V.P. (Fi). Tel. 055 8249454. Chiuso il lunedì, aperto<br />

solo la sera e d’inverno la domenica anche a pranzo<br />

A pochissima distanza dall’uscita Bargino dell’Autopalio,<br />

la gentilezza e l’allegria delle donne di Mammarosa<br />

arricchisce i sapori e le novità di stagione di un menù<br />

semplice dove vanno forti le verdure e gli ortaggi e quasi<br />

sempre c’è il baccalà. Ottima l’insalata di polpo, patate<br />

e zucchine. I dolci sono preparati in cucina, buona<br />

la scelta dei vini.<br />

Sésame<br />

Via delle Conce 20r, Firenze. Tel. 055 2001381. Aperto<br />

sempre a pranzo, aperitivo e cena<br />

Praticamente un angolo franco-magrebino tra Santa<br />

Croce e Sant’Ambrogio. L’ambiente è davvero sorprendente,<br />

soprattutto adesso che può essere utilizzato anche<br />

lo splendido giardino, e la cucina è tutta giocata sul<br />

dilemma: mangiare arabo o mangiare francese?<br />

Questo è il problema. In entrambi i casi è un’esperienza<br />

che merita.<br />

Notte Rosso di sera<br />

I Briganti<br />

Piazza Giorgini, Firenze<br />

Più che un ristorante, una certezza per tutti i “tiratardi”<br />

che, per forza o per scelta, non trovano il tempo di sedersi<br />

a tavola prima di mezzanotte. Non a caso il luogo<br />

è frequentatissimo da giornalisti, nota categoria dagli<br />

orari squinternati. Tavoli spartani e cucina tipica toscana<br />

fanno il resto.<br />

5


Destinazione<br />

gusto<br />

BARBARA GABBRIELLI<br />

Quattro giorni<br />

con Toscana<br />

Slow per<br />

viaggiare alla<br />

ricerca di sapori<br />

antichi e<br />

tradizioni da<br />

salvaguardare<br />

6<br />

riesco a sopportare<br />

quelli<br />

«Non<br />

che non prendono<br />

seriamente il cibo». Oscar<br />

Wilde non risparmiava provocazioni<br />

nella puritana Inghilterra<br />

di fine Ottocento e mai<br />

avrebbe immaginato che, un<br />

secolo dopo, cultura e tradizioni<br />

enogastronomiche si sarebbero<br />

fatte largo condizionando<br />

settori apparentemente lontani<br />

come editoria, turismo e formazione.<br />

Chissà cosa avrebbe detto di<br />

Toscana Slow (dal 5 all’8 <strong>giugno</strong><br />

in tutta la regione) il caustico<br />

suddito di Sua Maestà la Regina<br />

Vittoria? Certamente le sue<br />

pretese non sarebbero state disattese,<br />

visto che la manifestazione<br />

organizzata da Slow Food<br />

Toscana sembra proprio voler<br />

prendere seriamente il pianeta<br />

food con tutto il suo “seguito”:<br />

dalle produzioni tipiche di qualità<br />

alla tracciabilità dei cibi,<br />

dalla riscoperta di antiche col-<br />

GOLA KERMESSE<br />

ture alla classificazione delle<br />

biodiversità, dall’educazione alimentare<br />

alle esperienze di degustazione.<br />

Toscana Slow è un vero e proprio<br />

contenitore dal quale, in<br />

quattro giorni, escono fuori decine<br />

e decine di eventi. A scorrerli<br />

tutti si ripassa la geografia<br />

della regione. Partendo da nord,<br />

c’è la degustazione dei tipici frutti<br />

dell’arte bianca (pane e pasta)<br />

e della norcineria nel Palazzo ducale<br />

di piazza Aranci a Massa.


A Calci Slow Food invita<br />

a cogliere l’attimo migliore<br />

di formaggi e latticini che a <strong>giugno</strong><br />

arrivano a perfetta maturazione<br />

A Calci (Pisa) Slow Food invita<br />

a cogliere l’attimo migliore di<br />

formaggi e latticini che a <strong>giugno</strong><br />

arrivano a perfetta maturazione.<br />

Nel senese, a Castelnuovo Berardenga<br />

per esempio, il fascino<br />

delle crete accompagna la<br />

bontà dell’olio extravergine<br />

d’oliva e la particolarità della<br />

tradizione dolciaria del panpepato,<br />

dei cavallucci e dei ricciarelli.<br />

Non poteva mancare il Chianti.<br />

Al Castello di Verrazzano a<br />

Greve, omaggio alla tradizione<br />

contadina con i piatti delle feste<br />

– dalla battitura del grano<br />

alla conclusione della vendemmia<br />

– quando la penuria di tutto<br />

l’anno veniva interrotta con<br />

pietanze preparate con quanto<br />

di meglio poteva offrire la stagione.<br />

Due esempi: pappardelle<br />

sul papero e tortelli di patate.<br />

Chianina, Maremmana, Garfagnina,<br />

Calvana e Mucco pisano<br />

si daranno appuntamento a<br />

Cortona, in provincia di Arezzo,<br />

per la Mostra-concorso delle<br />

razze autoctone.<br />

Scendendo fino in Maremma,<br />

per degustare le doc grossetane:<br />

Morellino di Scansano, Sovana,<br />

Montecucco e Monteregio.<br />

E poi c’è il mare. Nella provincia<br />

livornese si può scegliere tra<br />

un cacciucco a Piombino o un<br />

“ponce” a bordo di una motonave<br />

Toremar che fa rotta verso<br />

l’Elba. Mentre, più a sud, nell’arcipelago<br />

toscano, Argentario<br />

e Isola del Giglio sono punti di<br />

partenza e di arrivo di un viaggio<br />

intorno all’Ansonica, il mitico<br />

bianco ideale per la cucina<br />

marinara di queste zone.<br />

Si ripassa la geografia e si realizza<br />

anche quanto sia importante<br />

e vasto il novero delle tipicità<br />

agricole della regione. Ecco perché<br />

Toscana Slow non è fatta<br />

solo di degustazioni, ma anche<br />

di tavole rotonde e convegni che<br />

ribadiranno la necessità di salvaguardare<br />

le biodiversità,<br />

Il programma<br />

Per non perdere neppure una data di Toscana Slow, è possibile consultare<br />

il programma completo su www.toscana-slow.it.<br />

Eccone, comunque, un assaggio.<br />

Giovedì 5<br />

Firenze, Salone dei Cinquecento: Cerimonia di apertura.<br />

Firenze, Accademia dei Georgofili: Biodiversità in Toscana: una lunga<br />

storia.<br />

Greve in Chianti, Castello di Verrazzano: Il pranzo delle Feste.<br />

Rufina, Villa Poggio Reale: Le delizie del cortile.<br />

Vinci, Villa del Ferrale: Mangiar di magro.<br />

Lastra a Signa, Villa Bellosguardo Caruso: Il piacere della carne.<br />

Venerdì 6<br />

Cortona (Ar): Fiera del bestiame delle razze autoctone toscane.<br />

Calci (Pi), Certosa di Pisa: I tesori del casaro.<br />

Prato, Cascine di Tavola: Dire, fare, gustare.<br />

Presentazione del Centro di formazione e comunicazione sull’educazione<br />

sensoriale, alimentare e del gusto per le scuole.<br />

Campagna senese: Gli ambasciatori della qualità toscana nel mondo.<br />

Sabato 7<br />

Piombino (Li): Di qua e di là dal mare.<br />

Massa, Palazzo Ducale: Fette di Storiae.<br />

Campagna senese: Il grande cuore verde della Toscana.<br />

Massa Marittima (Gr): Il grande West della Toscana.<br />

Porto Santo Stefano (Gr): Alla scoperta dell’Isola dell’Ansonica.<br />

Montecatini terme (Pt), Complesso termale del Tettuccio: Memorabili<br />

dolcezze di Toscana.<br />

Domenica 8<br />

Lucca: Il mercato dei mille sapori.<br />

GRANDI<br />

FORMAGGI<br />

L’arte di selezionare, affinare e stagionare formaggi<br />

di altissima qualità, sia italiani che stranieri,<br />

con la stessa dedizione di una volta.<br />

Trovate i prodotti Lamast presso i migliori negozi<br />

e i più noti ristoranti della Toscana<br />

Loc. Montagnana - Marliana (Pt)<br />

Via di Fagno 275 - Tel./Fax 0572 68218<br />

7


8<br />

l’enorme patrimonio genetico<br />

ereditato dal passato e che la<br />

‘modernità’ sta mettendo in reale<br />

pericolo. Un passo fondamentale<br />

verso questa tutela è<br />

l’istituzione della Fondazione<br />

Internazionale per la Biodiversità,<br />

che avrà sede legale a Firenze<br />

presso l’Accademia dei<br />

Georgofili, fortemente voluta<br />

da Slow Food per portare avanti<br />

le proprie politiche.<br />

In questa stessa prospettiva si<br />

pone un altro evento fonda-<br />

Nella provincia livornese<br />

si può scegliere tra un cacciucco<br />

a Piombino o un “ponce” a bordo<br />

di una motonave Toremar<br />

mentale, l’inaugurazione del<br />

Centro nazionale per la Didattica<br />

e l’Educazione alimentare,<br />

presso la Casa del Caciaio nel<br />

parco mediceo delle Cascine di<br />

Tavola a Prato. Il recupero delle<br />

tradizioni, secondo il pensiero<br />

Slow, può avvenire e può crescere<br />

solo attraverso l’educazione<br />

al gusto delle giovani generazioni,<br />

«i consumatori del<br />

mondo di domani che con i loro<br />

acquisti saranno i giudici delle<br />

politiche agricole che oggi noi,<br />

loro genitori, compiamo».<br />

Insomma, un programma<br />

che potrebbe<br />

essere definito “enciclopedico”,<br />

che si prende la<br />

briga di perlustrare l’intero panorama<br />

enogastronomico toscano,<br />

utilizza un<br />

ampio ventaglio<br />

di strumenti<br />

(dalle degustazioni<br />

alle visite guidate), stimola le<br />

papille gustative insieme al consumo<br />

critico, e addirittura<br />

“ospita” altre manifestazioni<br />

(come Amiata a tavola e Di vini<br />

profumi di Prato). L’importante<br />

è non perdersi, altrimenti la<br />

kermesse più “slow” della Toscana<br />

rischierebbe di diventare una<br />

corsa all’ultimo assaggio e questo<br />

l’associazione di Carlo Petrini<br />

non potrebbe proprio perdonarlo.<br />

Informazioni<br />

Slow Food Toscana consiglia<br />

di prenotarsi in anticipo per<br />

partecipare agli eventi in<br />

programma. Tutte le informazioni<br />

possono essere reperite<br />

sul sito www.toscanaslow.it,<br />

oppure telefonando<br />

a Slow Food Toscana (055<br />

684405). In occasione di<br />

ogni evento, comunque, saranno<br />

allestiti punti Slow<br />

per fornire informazioni sui<br />

posti rimasti disponibili.


il museo<br />

GOLA EVENTI<br />

Una delle più autorevoli<br />

ubriacature della storia<br />

è raccontata dalla<br />

Bibbia. Il diluvio era finito, gli<br />

animali erano salvi, l’arcobaleno<br />

prometteva bene.<br />

Appena sceso dall’arca, «Noè –<br />

si legge nella Genesi – coltivatore<br />

della terra, cominciò a piantare<br />

una vigna. Avendo bevuto<br />

il vino, si ubriacò e giacque scoperto<br />

all’interno della sua tenda».<br />

Un bellissimo affresco del<br />

Le sezioni<br />

Trecento contenuto nella collegiata<br />

di S. Maria Assunta a<br />

San Gimignano ritrae il vecchio<br />

Noè stordito dal vino e scompostamente<br />

disteso. Però si doveva<br />

trattare di vino buono:<br />

l’Antico testamento ci informa<br />

che Noè visse altri 350 anni. E<br />

la città delle torri ha voluto intitolare<br />

proprio a L’ebbrezza di<br />

Noè la manifestazione dedicata<br />

al vino che inizierà il 6 <strong>giugno</strong>.<br />

Mostre, concerti, incontri e<br />

Dentro al vino - la sala a forma di tino e interamente<br />

rivestita in rovere. Si sente forte l’odore della vinaccia<br />

mentre i video proiettati ci guidano alla scoperta<br />

del vino.<br />

Voce al vino - una “sala delle conferenze” che ospita<br />

oltre trenta persone, dotata di apparecchi video che<br />

trasmettono una collezione di filmati (tra gli altri<br />

una vera e propria storia della vocazione vinicola<br />

del territorio).<br />

Il territorio - pannelli e informazioni multimediali<br />

illustrano la dimensione e le caratteristiche geografiche<br />

del territorio.<br />

Per il vino - comodamente seduti davanti al caminetto,<br />

i visitatori possono assaggiare i vini mentre<br />

uno dei filmati proiettati offre un vero e proprio<br />

corso di degustazione.<br />

Dall’arca<br />

al bicchiere<br />

l’evento nell’evento: l’inaugurazione<br />

del Museo del vino Vernaccia<br />

di San Gimignano.<br />

Ha sede alla Villa della Rocca<br />

di Montestaffoli, nel punto forse<br />

più suggestivo della città, dal<br />

quale si domina sui tetti di San<br />

Gimignano e sulla campagna<br />

circostante. Il museo nasce da<br />

un modo diverso di pensare il<br />

vino, che qui acquista dignità<br />

di opera d’arte trasformandosi<br />

però in un’esperienza polisensoriale,<br />

proprio come quando si<br />

gusta un buon bicchiere. Grazie<br />

a immagini, foto, strumenti<br />

interattivi per dialogare con enti<br />

e aziende, ma anche tramite percezioni<br />

di tipo visivo e olfattivo,<br />

il visitatore farà un viaggio<br />

nell’essenza del vino, in uno spazio<br />

dedicato alle sensazioni.<br />

l’ebbrezza di Noè<br />

Gli appuntamenti<br />

CHIARA TACCONI<br />

San Gimignano<br />

dedica al vino la<br />

manifestazione<br />

L’ebbrezza<br />

di Noè.<br />

E inaugura<br />

il Museo della<br />

Vernaccia<br />

Venerdì 6 <strong>giugno</strong><br />

Villa della Rocca di Montestaffoli, ore 12: inaugurazione<br />

del museo. Palazzo comunale, Sala di<br />

Dante, ore 17: presentazione di “L’ebbrezza nel<br />

bicchiere” – Cristallo di Colle Val d’Elsa per la<br />

Vernaccia di San Gimignano. Ore 17.30: presentazione<br />

di “La Vernaccia in Museo”. Conservatorio<br />

di Santa Chiara, ore 18.30: presentazione della<br />

mostra “L’ebbrezza di Noè” – sedici artisti per<br />

San Gimignano.<br />

Sabato 7 <strong>giugno</strong><br />

Museo del Cristallo, via dei Fossi, Colle Val d’Elsa,<br />

ore 17: presentazione della mostra e del volume<br />

“L’ebbrezza nel bicchiere” – storia e immagini<br />

del progetto.<br />

9


Gustosa, selvaggia,<br />

pungente… ortica<br />

SANDRO BOSTICCO<br />

San Benedetto<br />

la usava per<br />

placare le<br />

pulsioni<br />

sessuali, ma<br />

l’utilità delle sue<br />

foglioline<br />

urticanti si<br />

apprezza meglio<br />

in cucina<br />

10<br />

State per “gettare la tonaca<br />

alle ortiche?” Prima leggete<br />

qua! È un passo dei<br />

Dialoghi di San Gregorio Magno,<br />

che narra di un monaco<br />

molto speciale, San Benedetto.<br />

Questi, prima di fondare il celebre<br />

ordine cui diede il nome,<br />

si temprò con un lungo periodo<br />

di vita ascetica, non priva di<br />

difficoltà. Infatti, “…c’era una<br />

certa donna che aveva visto in<br />

precedenza, la cui memoria il<br />

Maligno gli riportava alla mente;<br />

e col ricordo di lei infiammava<br />

potentemente di concupiscenza<br />

l’anima del servo di<br />

Dio. E ciò arrivava a un punto<br />

tale che egli, quasi sopraffatto<br />

dal piacere, temeva di abbandonare<br />

la sua vita selvaggia. Ma<br />

improvvisamente, assistito dalla<br />

grazia divina, riprendeva il<br />

controllo di sé; e vedendo molti<br />

fitti cespugli di ortica che crescevano<br />

là vicino vi si gettava in<br />

mezzo, e vi si rigirava tanto, che<br />

quando si rialzava tutto il corpo<br />

era pietosamente lacerato. E<br />

così con le ferite del corpo curava<br />

le ferite dell’anima…”. Ci<br />

si sarebbe aspettati, a questo<br />

punto, che il Benedectine, verdissimo<br />

liquore messo a punto<br />

da un frate dello stesso ordine<br />

circa mille anni dopo, contenesse<br />

grosse dosi di ortiche in occulta<br />

funzione antierotica. Macché,<br />

nella ricetta originale trionfano<br />

innocue erbe bretoni,<br />

mentre la versione industriale,<br />

messa a punto nel 1836 da un<br />

tale Alexandre Le Grand (sic!),<br />

prevede addirittura la maturazione<br />

in botte: aveva forse in<br />

mente la barrique di Attilio Regolo?<br />

Tibet, inizio dell’undicesimo<br />

secolo: altro asceta, altra<br />

religione, ma queste ortiche erano<br />

sempre nel mezzo! Si narra<br />

infatti che Milaraspa, santo nonché<br />

poeta, vivesse solo di satuk,<br />

la locale zuppa di ortiche, e quindi<br />

ne mangiasse tali dosi che<br />

dopo molti anni divenne verde!<br />

GOLA ERBE<br />

Una delle caverne dove meditava<br />

si trova nella valle di Kyrong,<br />

completamente arida se non per<br />

una lunga striscia di ortiche che<br />

porta, guarda caso, alla caverna<br />

stessa. Leggenda vuole che sia<br />

nata dalle tracce della zuppa mistica,<br />

un giorno che a Milaraspa<br />

cadde la ciotola.<br />

L’Urtica dioica è dunque molto<br />

diffusa tra l’Europa e l’Himalaya,<br />

e molto più mangiata di<br />

quanto non si possa pensare.<br />

Siamo d’accordo che in Scozia,<br />

per esempio, fino all’avvento del<br />

trasporto aereo non avevano<br />

molte verdure a disposizione e<br />

quindi dovevano consolarsi con<br />

la nettle kail, la locale minestra<br />

di ortiche, un lusso da festeg-


la raccolta<br />

Fate il pieno tra rovi e rovine<br />

Dunque le ortiche crescono rigogliose intorno alle rovine:<br />

un’ottima ragione per avventurarsi nell’esplorazione,<br />

che da buon figlio di archeologo vi sprono a fare. Ecco<br />

tre suggerimenti in terra toscana, scelti fra i molti siti<br />

possibili. Avvicinateli camminando ma anche in mountain-bike<br />

o addirittura a cavallo. Nei fine settimana della<br />

bella stagione è possibile che non siate soli nemmeno tra<br />

queste pietre abbandonate.<br />

● Fòsini. Da non confondere con Fròsini, poco lontano.<br />

Si tratta di un borgo abbandonato sulle Colline Metallifere,<br />

oggi fuori da qualsiasi rotta ragionevole. Accesso per<br />

sterrati da Radicondoli o da Gerfalco. Da non credere di<br />

trovarsi in provincia di Siena, vini e pecorini saranno fuori<br />

dell’orizzonte!<br />

● Badia di Montescalari. In pieno Chianti, ma anche qui<br />

vi sembrerà di esservi persi tanto è il senso di selvaggia<br />

solitudine che circonda questo complesso dei Vallombrosani,<br />

un tempo importantissimo tra le valli dell’Arno e<br />

della Greve (rimane ancora la strada lastricata che scende<br />

verso Ponte agli Stolli). L’accesso è dalla località La Panca<br />

(Trattoria le Cernacchie per fare il pieno), nei pressi di<br />

Cintoia. Ritorno possibile anche verso Poggio alla Croce,<br />

sempre per sterrato fra i boschi.<br />

● Il Dizionario geografico fisico storico della Toscana del<br />

Repetti, del 1841, nomina la Badia di Montescalari, ma<br />

anche Pietra Cassa, descrivendo già allora quest’ultima<br />

come “fortilizio deserto”: tale è rimasto fino ad oggi questo<br />

spettacolare complesso fondato nel XII secolo dagli<br />

stessi Conti Carolingi della vicina Badia a Morrona presso<br />

cui vi consiglio di far provvista di generi di conforto. Il<br />

senso di solitudine comincerà già lungo la strada che in<br />

località La Sterza abbandona la statale da Ponsacco a Volterra<br />

per risalire una solitarissima valle fino al paesino di<br />

Miemo. A questo punto avrete già visto le rovine in alto<br />

sulla sinistra, ma dovrete raggiungerle a piedi. (s.b.)<br />

giare il martedì grasso! Una versione<br />

lontana dall’ascetismo, infatti<br />

ci mettono anche cipolla,<br />

orzo o avena, pollo e aglio selvatico.<br />

Che bagordi! Poco più a<br />

sud, in Cornovaglia, nel non<br />

lontano 1983, i signori Gray<br />

pensarono bene di sfruttare le<br />

ortiche per avvolgere il formaggio<br />

locale, rifacendosi a una ricetta<br />

del ’400, come dalle nostre<br />

parti si fa con pecorino e<br />

foglie di castagno. Il successo fu<br />

tale che il formaggio è oggi chiamato<br />

col loro nome letto al contrario,<br />

cioè Yarg. È addirittura<br />

buono, e si mangia tutto!<br />

Sempre nelle regioni fredde,<br />

dalla Scandinavia alla Siberia,<br />

hanno da tempo trovato il si-<br />

stema di estrarre fibra da queste<br />

erbacce, e farne vestiti; a dimostrazione<br />

che queste piantine<br />

sono come certi esseri umani,<br />

che a saperli trattare perdono<br />

gli aspetti irritanti.<br />

Le ortiche, comunque, vogliono<br />

scrollarsi di dosso l’immagine<br />

dello sciampo antiforfora, e<br />

hanno affidato a una nota agenzia<br />

di pubbliche relazioni la<br />

campagna per convincere le<br />

genti che si tratta di un alimento<br />

a pieno titolo, previo accorto<br />

trattamento preliminare!<br />

Data la mia calvizie propendo<br />

decisamente per questa versione,<br />

invitando anche voi alla ricerca<br />

come fate per finocchietti<br />

selvatici, asparagina, more, lam-<br />

➤<br />

11


12<br />

➤<br />

poni e funghi. Ma non ve lo ricordate<br />

che prima di diventare<br />

cacciatori e agricoltori eravamo<br />

tutti raccoglitori?<br />

Prenderla non è un problema:<br />

basta che vi proteggiate la mano<br />

con un panno, o un robusto<br />

pezzo di carta. Personalmente<br />

uso spesso i guanti, magari quelli<br />

da motociclista se non mi<br />

sono attrezzato prima. Sì, perché<br />

l’ortica non si trova di solito<br />

sotto casa, ma predilige luoghi<br />

appartati, spesso poderi ab-<br />

le ricette<br />

Eccovi tre suggerimenti particolari,<br />

tanto per superare i classici risotti e frittate.<br />

Marmellata di ortiche<br />

800 gr di mele, 400 gr di foglie tenere di ortica, 1/2 kg di<br />

zucchero<br />

Tagliate e sbucciate le mele, quindi cuocetele con un po’<br />

d’acqua per un paio di minuti. Adesso aggiungete l’ortica<br />

ben lavata e tagliuzzata. Mescolate a fuoco basso per<br />

10 minuti, poi passate il tutto al passaverdure. A questo<br />

punto rimettete sul fuoco e aggiungete lo zucchero mescolando<br />

continuamente.<br />

Polpette di ortica<br />

600 gr di foglie di ortica, 400 gr di patate, 3 uova, 2 spicchi<br />

d’aglio, parmigiano grattugiato, sale, pepe, noce moscata,<br />

farina, olio<br />

Bollite l’ortica e passatela, dopo di che amalgamatela con<br />

le patate bollite e le uova, l’aglio tritato, il parmigiano, il<br />

sale, il pepe, la noce moscata. Fate le polpette e passatele<br />

nella farina. Friggete con olio extravergine.<br />

Grappa all’ortica<br />

1 l di grappa, 25 foglie di ortiche fresche<br />

Mettete a macerare per 45 giorni le foglie di ortica, lo<br />

zucchero e la scorza di mezzo limone (la parte gialla) in<br />

luogo fresco e buio. Filtrate e imbottigliate.<br />

bandonati e rovine (vedi il box<br />

pagina precedente). Adatta,<br />

quindi, a scampagnatori di primavera<br />

e girovaghi del uichend.<br />

La stagione è propizia alle moto<br />

e alla nostra erba, di cui è meglio<br />

approfittare quando le foglioline<br />

sono piccole e tenere.<br />

Il concetto di “buttare qualcosa<br />

alle ortiche” è tuttavia fuorviante,<br />

perché in realtà questa<br />

piantina necessita di terreni<br />

piuttosto fertili, niente affatto<br />

poveri! Ama i suoli azotati e<br />

trionfa dove qualche rifiuto organico<br />

impreziosisce il suolo;<br />

una macabra leggenda metropolitana<br />

narra che la polizia alla<br />

ricerca di cadaveri nei campi la<br />

usi come indicatore. Voi non lasciatevi<br />

impressionare da tutti<br />

questi elementi irritanti: una<br />

volta a casa separate le foglie dallo<br />

stelo (che è molto fibroso e<br />

va eliminato) e sbollentatele in<br />

poca acqua per pochissimi minuti.<br />

Saranno pronte per il risotto<br />

o la frittata.<br />

Via di Terzollina, 3/R, 50129 Firenze<br />

Tel. 055 433383 / 4289070<br />

www.zibibbonline.com


ARTIGIANI DEL GUSTO<br />

Questa è la storia di una<br />

inglese nel Chianti.<br />

Di una magica alchimia<br />

di lingue, pensieri, culture,<br />

aspirazioni, sentimenti, sensazioni:<br />

con ragazzi e ragazze che<br />

le hanno bevute, vissute, trasformate<br />

in quotidiano. Di una<br />

chicca nata – un classico – da<br />

uno sbaglio. Quasi una fiaba,<br />

insomma: perché alla fine vissero<br />

davvero tutti felici e contenti.<br />

E non solo i protagonisti.<br />

Aveva una dannata voglia di stilton,<br />

Antonia Ballarin. Perché<br />

era inglese, a dispetto di quel<br />

nome-e-cognome da figliadimaria<br />

veneziana in pellegrinag-<br />

Sorano<br />

Buccia di rospo’s<br />

story<br />

gio a San Pietro. Difficile cavarsela,<br />

quella voglia, perché in<br />

Chianti al massimo te la saresti<br />

levata, la voglia, semmai di pecorini<br />

più o meno tutti uguali,<br />

o di qualche ricotta qua e là<br />

anche favolosa, ma insomma<br />

nulla di più, le patrie dei formaggi<br />

erano altrove. Finché un<br />

giorno… E qui comincia la storia,<br />

tra la fiaba e la vita vissuta.<br />

Di mezzo c’è un formaggio che<br />

assomiglia dannatamente a uno<br />

stilton, ma è un pecorino del<br />

Chianti, e viaggia su una macchina<br />

con cella frigorifera insieme<br />

a una discreta quantità di<br />

suoi fratelli, che sono tutti pe-<br />

corini ma di quelli che non ti<br />

aspetti, compreso quella specie<br />

di “aborto” che alla fine è diventato<br />

il migliore di tutti. Il più<br />

famoso, il più richiesto, ed è<br />

forte la tentazione di aggiungere<br />

il classico “da ogni dove”.<br />

I protagonisti? Oh mamma!<br />

L’alchimia genetica, in questo<br />

lembo di Chianti-Val di Pesa,<br />

tra due ville e due colli e due<br />

fattorie che si guardano a poche<br />

centinaia di metri, ha dato<br />

sfogo alle sue più bizzarre<br />

espressioni. Di quel caos che<br />

però è solo apparente: perché se<br />

fai bene i conti, è tutto maledettamente<br />

in ordine.<br />

Ma bisogna fare qualche passo<br />

indietro, per costruire il quadro.<br />

C’era dunque un uomo, un architetto<br />

urbanista svizzero,<br />

Wendel Gelpke, che stava a Firenze,<br />

con una sorella che stava<br />

invece in Olanda, Katerina<br />

Goldschmidt. E c’erano Tillo,<br />

sette anni, e Aljoscha, dodici: i<br />

figli dei due fratelli. Era il 1972:<br />

l’architetto acquistò dagli eredi<br />

Piccolini la fattoria di Corzano,<br />

“e case e campi e ville”, come<br />

aveva cantato il Faust di Boito<br />

nel Mefistofele, tutta roba che<br />

rischiava di andare in malora,<br />

proprio come la Fattoria di Paterno<br />

e altre case e campi e ville,<br />

rilevate dai Rangoni Machiavelli<br />

quattro anni dopo. Era arrivata<br />

anche Katerina, con il<br />

marito Peter e l’altro figlio Pascal;<br />

poi, nel ’77, Wendel incontrò<br />

Susan Doran, bostoniana, si<br />

misero insieme e a Corzano ➤<br />

PAOLO PELLEGRINI<br />

C’è un mix<br />

di idiomi e<br />

d’amore dietro<br />

i formaggi<br />

di Paterno<br />

e Corzano che<br />

dalla fattoria<br />

finiscono<br />

sulla ribalta<br />

dei ristoranti<br />

più prestigiosi<br />

13


14<br />

➤<br />

misero su tre splendide ragazze:<br />

Sibilla, Arianna e Aglaia.<br />

Arriva anche Wenzel, figlio “di<br />

prima serie” di Gelpke, e due<br />

inglesine: Sophie Partridge e<br />

Atonia Ballarin. Eccola qua: il<br />

cerchio si chiude, Sophie sposa<br />

Wenzel, e se ne vanno in un’altra<br />

fattoria. Antonia sosa Aljoscha:<br />

fanno cinque figli. Sembra<br />

un guazzabuglio, ma è un<br />

po’ come la saga dei Buendìa<br />

nei Cent’anni di Marquèz: l’alchimia<br />

è perfetta, anche se purtroppo<br />

perderà un pezzo per<br />

strada, Wendel il Grande muore<br />

nel 2001. Ma intanto tutto<br />

il mosaico è composto, anche<br />

Tillo ha una moglie, Barbara:<br />

oggi hanno una figlia piccola,<br />

Tosca, e un altro in arrivo.<br />

Però c’è da tornare al formaggio.<br />

E non solo. C’è anche il<br />

vino, e che vino. Di quello però<br />

si occupa Aljoscha, a Corzano,<br />

su quell’altro colle, un pochino<br />

più alto. Mentre mamma Susan<br />

e la dolcissima Sibilla (le altre<br />

due sorelle ancora studiano) si<br />

occupano delle case, intanto diventate<br />

agriturismi, Antonia e<br />

Tillo invece si danno al cacio:<br />

entrambi vengono dalla “scuola”<br />

di Trapanotto a Barberino<br />

Val d’Elsa, lui intanto aveva cominciato<br />

a bazzicare le pecore<br />

fin da quando il padre aveva<br />

preso a mezzadria un pastore<br />

per “eliminare i rovi” e così a<br />

diciott’anni si era ritrovato giudice<br />

di razza, «e dovevi vedere<br />

– racconta divertito – le facce<br />

che faceva la gente di sessant’anni<br />

quando trovavo “difettucci”<br />

in quelle che loro ritenevano<br />

campionesse imbattibili… addirittura<br />

avevo cominciato a capire<br />

un po’ di lingua sarda, per<br />

entrare in quella mentalità e in<br />

quei discorsi…».<br />

Risultato: oggi Tillo – che ogni<br />

pochino si rolla una cartina piena<br />

di Golden Virginia, e se la<br />

svampa con avidità – si occupa<br />

delle sue 550 pecore, «sarde in<br />

selezione, già a quattordici anni<br />

ne tenevo trecento, magari sono<br />

poco remunerative come lana e<br />

come carne, ma qui si punta sul<br />

latte». Già: 50-70mila litri di latte<br />

l’anno, «e purtroppo – continua<br />

Tillo – questo è un anno di magra,<br />

la stagione ha influito male<br />

sull’”estro” delle femmine, si dilazionano<br />

i parti, si devono levare<br />

i montoni e ti ritrovi cento<br />

pecore in “asciutta”…». Senza<br />

pensare allo spettro della “lingua<br />

blu”, che «qui da noi non è ancora<br />

arrivata, ma il rischio è grosso,<br />

anche perché è una “malattia<br />

intelligente”, e invece le Asl hanno<br />

ognuna un atteggiamento diverso…».<br />

Intanto lui pensa alle<br />

sue, alimentate a miscela e granaglia<br />

aziendale, più i due tipi di<br />

pascolo naturale, quello spontaneo<br />

e quello più scientifico, e nel<br />

latte finiscono i mille profumi di


Sovana<br />

L’alchimia genetica,<br />

in questo lembo di Chianti-Val di Pesa,<br />

ha dato sfogo alle sue più bizzarre<br />

espressioni<br />

questa campagna splendida.<br />

Equazione aziendale: Tillo sta<br />

alle pecore come Antonia sta al<br />

caseificio. Dove lavora anche<br />

Barbara, moglie di Tillo, «non<br />

siamo tantissimi, tre in stalla, al<br />

massimo tre in caseificio e tre alla<br />

lavorazione». Si munge da novembre<br />

a fine agosto, «settembre<br />

e ottobre vivono sullo stagionato,<br />

e con il “blu” nascosto a<br />

capire che cosa fa»: la lavorazione<br />

avviene in un caseificio magari<br />

sopradimensionato, «ma<br />

così siamo più liberi, e la pastorizzazione<br />

è più veloce».<br />

Nove formaggi, il più famoso è<br />

di sicuro il “Blu del Chianti”,<br />

inconfondibile perfino all’occhio<br />

anche su un carrello di formaggi<br />

strepitoso – potrebbe essere diversamente?<br />

– come quello dell’Enoteca<br />

Pinchiorri: una cagliata<br />

particolare, poi il penicillum,<br />

la muffa, che fa il resto. Ma è<br />

grande la ricotta, dolce e salata,<br />

sono particolarissimi il “Morbidone”<br />

fresco e cremoso che ricorda<br />

lo stracchino; l’”Erbolino”<br />

fresco con l’aggiunta di erbe,<br />

aglio, peperoncino, prezzemolo,<br />

rosmarino; il “rocco”, un similcaprino<br />

di temperamento forte<br />

e amabile al tempo stesso, si<br />

mangia con la buccia dalle muffe<br />

nobili; il pecorino fresco e lo<br />

stagionato, che si mangiano in<br />

tanti modi, soli o ben accompagnati;<br />

il “Maso” simile al camembert,<br />

che sburra da tutte le parti,<br />

a mattonelle rettangolari. E poi<br />

l’”aborto”: il brutto anatroccolo<br />

diventato il cigno di casa. Buc-<br />

cia di rospo. Nato da uno sbaglio,<br />

troppa umidità per un pecorino<br />

cremoso, fermentazione<br />

sotto buccia, odore acre e sapore<br />

potente, «e litigai con l’Antonia<br />

– racconta Tillo – che trillava<br />

“guarda qua, s’è tutto arrospito”,<br />

m’aveva sfondato perfino due<br />

recipienti di rame quella fermentazione…<br />

eppure lo vogliono<br />

tutti, per quel sapore forte e delicato<br />

che gli dà il metodo taleggio:<br />

con l’aceto balsamico e con<br />

i primi è l’ideale». Lo va a vendere<br />

lui, Tillo, con la sua “familiare”<br />

a cella frigorifera, «una promozione<br />

– racconta, e ci si diverte<br />

– che cominciai tanti anni fa<br />

in una discoteca di Montespertoli,<br />

si facevano le merende con<br />

pane pecorino e ricotta», poi ha<br />

cominciato il suo giro: botteghe,<br />

ristoranti, dalle quattro e mezzo<br />

del pomeriggio alle undici del<br />

dopocena si presente in negozi e<br />

gastronomia, in trattorie e locali<br />

a cinque stelle, «li faccio tutti,<br />

dalla Casalinga a Pinchiorri, e Cibreo<br />

mi consuma anche venti ricotte<br />

alla settimana», e chi conosce<br />

Firenze sa che cosa voglion<br />

dire questi nomi. Dal primo all’ultimo:<br />

non vuole limiti, il poeta<br />

della cagliata.<br />

La fattoria<br />

La fattoria di Corzano e Paterno<br />

si trova a San Pancrazio<br />

(provincia di Firenze), in via<br />

Paterno 10.<br />

Telefono 055 8248179, web:<br />

www.corzanoepaterno.it.<br />

15


Invito<br />

all’assaggio<br />

A Carrara<br />

la mostra<br />

mercato<br />

Buon’Italia<br />

riunisce<br />

il meglio<br />

dell’enogastronomia<br />

nazionale<br />

16<br />

Tutti, ma proprio tutti, i<br />

prodotti agroalimentari<br />

tipici nazionali, dal<br />

“puzzone” di Moena ai pomodorini<br />

di Pachino, saranno presenti<br />

a Carrara dal 18 al 22 <strong>giugno</strong> per<br />

la quarta edizione di Buon’Italia.<br />

Nel polo fieristico di Marina di<br />

Carrara, tre padiglioni per un totale<br />

di 20 mila metri quadrati, la<br />

mostra mercato sarà aperta al<br />

pubblico dalle 18 alle 24.<br />

Ci sarà l’Enoteca, gestita dai sommeliers<br />

Ais della Delegazione<br />

Apuana. Non mancherà poi la<br />

Sala delle conoscenze. Al suo interno<br />

grandi esperti di vini, olii,<br />

sigari e distillati guideranno tavole<br />

rotonde, per saziare la voglia di<br />

conoscenza, accompagnandole<br />

con degustazioni a tema. Questo<br />

il programma, con inizio alle 19<br />

e 30: il 19 <strong>giugno</strong> “Franciacorta<br />

… bollicine da scoprire”; il 20<br />

“Cinque anni in novanta minuti:<br />

Braide Alte in verticale”; il 21<br />

“Bonsoir à Mesdames et Messieurs:<br />

Drappier e i suoi Millesimati”;<br />

il 22 “Viaggiando attraverso<br />

la Scozia: il carattere dei single<br />

malt whisky”. E, per finire, i Laboratori<br />

del gusto, nati dalla colla-<br />

borazione tra Slow Food – Condotta<br />

Apuana e Ais – Delegazione<br />

Apuana: lezioni su come<br />

degustare prodotti frutto della<br />

cultura enogastronomica italiana<br />

che quest’anno sono i dolci<br />

del miele della Lunigiana (il 19<br />

<strong>giugno</strong> alle 21.30), i “tesori”<br />

itinerari<br />

Nella terra del marmo<br />

GOLA FIERE<br />

dei casari delle montagne toscane<br />

(il 20 alle 21.30) e i grandi<br />

salumi artigianali (il 21 sempre<br />

alla stessa ora). Inoltre non<br />

mancherà uno stand dell’Associazione<br />

italiana Celiachia, con<br />

una selezione di aziende che<br />

producono senza glutine.<br />

Il viaggio enogastronomico può continuare anche fuori<br />

dai padiglioni fieristici di Carrara. I Colli di Candia e<br />

tutta la Lunigiana, oltre ad essere ricchi di paesaggi suggestivi,<br />

sono anche depositari di tradizioni culinarie preziose.<br />

Spaziando tra il crinale delle Apuane e la costa<br />

tirrenica, non si può non visitare le cave di marmo di<br />

Carrara e, naturalmente le Cave di Colonnata, il piccolo<br />

paese che ha legato il suo nome al celeberrimo lardo.<br />

Molte le Dop della zona: dal farro della Garfagnana al<br />

fungo di Borgotaro, dalla farina di neccio della Garfagnana<br />

al miele della Lunigiana.<br />

Sul versante enologico, invece, sono due le Doc: Candia<br />

dei Colli apuani e Colli di Luni. Da non dimenticare,<br />

infine, che questa terra di confine ha subito molte contaminazioni<br />

dalla vicina Liguria, tanto da condividerne<br />

alcune prelibatezze, come i “testaroli” (una sorta di focaccine<br />

cotte nei “testi” di ghisa o di ferro), gli “sgabei”<br />

(strisce di pasta fritte) e i “panigacci” (focacce di acqua e<br />

farina cotte in forni a legna in terrine di coccio).<br />

Per maggiori informazioni:<br />

Ais – delegazione apuana, delegato.apuana@aistoscana.it,<br />

benedetti.ste@virgilio.it; Strada del vino Colli di Candia<br />

e Lunigiana, tel. 0585 816574.


I gioielli<br />

del vino toscano<br />

In blend o in purezza, le grandi etichette si<br />

confermano perle enologiche capaci di esaltare<br />

il terroir e lo stile delle aziende produttrici.<br />

La prossima sfida sarà rimanere sul mercato e<br />

competere con i prodotti dei Paesi emergenti<br />

SPECIALE SUPERTUSCAN<br />

17<br />

a cura di<br />

Leonardo Romanelli<br />

Cristiano Maestrini<br />

Barbara Gabbrielli


Supertuscan<br />

ai tempi della<br />

globalizzazione<br />

SPECIALE SUPERTUSCAN<br />

18<br />

Durante l’ultimo<br />

Vinitaly è stato<br />

distribuito alla<br />

stampa specializzata un<br />

interessante volume: Wine<br />

marketing, estratto dal libro<br />

Il marketing del vino in<br />

Europa: consumi, canali,<br />

distributori e importatori, a<br />

cura di Nomisma. Si tratta<br />

di una fotografia,<br />

attendibile e fedele, del<br />

mondo vinicolo europeo a<br />

confronto con le nuove<br />

realtà emergenti.<br />

Da qui partiremo per<br />

studiare il fenomeno<br />

Toscana e per capire con<br />

quali mezzi il nostro vino,<br />

o, per meglio dire, i nostri<br />

vini intendono competere<br />

in uno scenario complesso<br />

e in continua evoluzione.<br />

Come cambia<br />

l’universo vino<br />

Anche il vino ha il suo<br />

posto nell’enorme<br />

scacchiera della<br />

globalizzazione.<br />

Innanzitutto la sua<br />

commercializzazione,<br />

ormai su scala mondiale,<br />

ha raggiunto livelli tali da<br />

convincere alcune grosse<br />

multinazionali della birra e<br />

degli spirits ad investire nel<br />

settore enoico. Un dato<br />

significativo che conferma<br />

ciò che da tempo gli<br />

esperti vanno affermando:<br />

il momento è di profonda<br />

trasformazione e di<br />

costante crescita, sia dal<br />

lato dei consumi, sempre<br />

più qualificati, che da<br />

quello della produzione,<br />

non più legata solo ai Paesi<br />

tradizionalmente vocati.<br />

Una fase, questa, che con<br />

ogni probabilità metterà<br />

sempre più a confronto il<br />

vecchio con il nuovo<br />

continente, e i loro<br />

inevitabilmente diversi<br />

approcci.<br />

Con qualche distinguo.<br />

Perché se è vero che i<br />

consumi si allargano a tutti<br />

i mercati a maggiore<br />

reddito, la vitivinicoltura si<br />

sta diffondendo nei Paesi<br />

dell’emisfero meridionale e<br />

negli Stati Uniti,<br />

minacciando la leadership<br />

europea. In Europa,<br />

invece, l’allargamento<br />

dell’Ue ai Paesi dell’Est<br />

potrebbe portare una<br />

ventata di freschezza sul<br />

mercato che comunque<br />

vede in testa Francia, Italia<br />

e Germania. Atteso il<br />

grande exploit del Regno<br />

Unito.<br />

Crescita interessante anche<br />

per l’area oceanica e per<br />

quella asiatica. La prima,


comprendendo anche<br />

importanti Paesi<br />

produttori come l’Australia<br />

e la Nuova Zelanda, si<br />

prevede che lascerà un<br />

margine esiguo alle<br />

produzioni esterne. Il<br />

continente asiatico, invece,<br />

appare come un enorme<br />

bacino in grado di<br />

assorbire grandi<br />

quantitativi di vini<br />

internazionali.<br />

Fanalino di coda l’Africa<br />

che, anche nelle previsioni,<br />

continua a mantenere una<br />

quota di mercato esigua.<br />

È inutile dire che, in<br />

IL GIOIELLO 2000<br />

Produttore: Az. Agr. Cortina e Mandorli<br />

Vitigni utilizzati: Merlot in purezza<br />

Questo vino, il cui nome è tratto da uno dei poderi aziendali, viene vinificato in vasche d’acciaio per poi passare in barriques<br />

per 12-18 mesi e si affina in bottiglia per altri 12. Il Gioiello rivela un calice rubino con archetti fitti lungo le pareti. A livello<br />

olfattivo si evidenziano ciliegia, frutti di bosco e prugna, con un contrappunto di note floreali e speziate. Leggere note di<br />

confettura nel riassaggio. In bocca: convincente l’attacco. Il vino si mantiene unito confermando bilanciamento fra le parti,<br />

con tannini già ben lavorati. Si rivela intenso e con un piacevole finale. È armonico e pronto con un legno non invadente<br />

rispettoso della purezza del Merlot.<br />

Via Mandorli 95,<br />

Montespertoli (Fi)<br />

Tel./Fax 0571 674162<br />

cortina.mandorli@tiscali.it<br />

www.cortinaemandorli.it<br />

ROSSO DEL PIEVANO 1999<br />

Produttore: La Pieve<br />

Vitigni utilizzati: Sangiovese e Cabernet Sauvignon<br />

Un rosso che rimanda ad antiche suggestioni, quelle di un’epoca in cui il Pievano celebrava la Messa con il vino migliore.<br />

Ottenuto da uve Sangiovese (50%) e Cabernet Sauvignon (50%) rigidamente selezionate in fase di raccolta, diraspate e pigiate<br />

in maniera soffice. La macerazione avviene in tini di cemento, con ripetute follature, a temperatura controllata. Quindi sosta<br />

in piccole botti da 225 litri dove completa la malolattica. Dopo il travaso, e prima dell’imbottigliamento, il Rosso del Pievano<br />

riposa ancora per dodici mesi in barriques.<br />

Gli abbinamenti ideali di questo vino sono dati da piatti di salumi e formaggi stagionati, cacciagione e umidi. La temperatura<br />

di servizio è di 18-20 °C.<br />

Via S. Stefano, Loc. La Pieve,<br />

Montaione (Fi)<br />

Tel. 0571 697764 – Fax 0571 696463<br />

simonetognetti@virgilio.it<br />

19


20<br />

N’ANTIA 1999<br />

Produttore: Badia di Morrona<br />

Vitigni utilizzati: Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Merlot<br />

questo scenario, la parte<br />

del leone la stanno facendo<br />

e continueranno a farla i<br />

vini rossi. Si prevede che le<br />

loro vendite cresceranno<br />

del 20% nei prossimi tre<br />

anni. E, secondo un trend<br />

ormai affermato, il<br />

bicchiere di vino<br />

accompagna sempre di<br />

meno il pasto casalingo per<br />

affermarsi<br />

prepotentemente nei<br />

consumi extradomestici,<br />

soprattutto dei giovani dai<br />

redditi medio-alti e più<br />

portati verso stili di vita<br />

metropolitani.<br />

I vitigni internazionali<br />

sono naturalmente quelli<br />

più affermati e, per<br />

completare il quadro, non<br />

si può non menzionare la<br />

crescita di popolarità su<br />

tutti i mercati dei rossi<br />

invecchiati in barrique.<br />

Cambiano i gusti,<br />

cambiano le tradizioni e<br />

così anche i produttori<br />

devono adeguarsi alle<br />

nuove sfide imposte dalla<br />

società e dall’economia<br />

mondiale.<br />

Una risposta<br />

possibile: i blend,<br />

la prima generazione<br />

dei Supertuscan<br />

Lo studio di Nomisma<br />

arriva a conclusione di un<br />

percorso produttivo e<br />

commerciale che porterà,<br />

Rosso di grande prestigio, prodotto con uve Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Merlot provenienti dal vigneto di N’Antia, da<br />

cui prende il nome il vino. La fermentazione avviene in piccoli recipienti di acciaio inox con una lunga macerazione delle<br />

bucce e rimontaggi giornalieri. La maturazione dei vini avviene in barriques, in parte nuove ed in parte di secondo passaggio,<br />

per 15 mesi, dopodiché vengono assemblati e si procede all’imbottigliamento. Il timbro erbaceo del Cabernet Sauvignon si<br />

sposa, a questo punto, con la solida struttura del Sangiovese, mentre il Merlot contribuisce ad armonizzare l’insieme dei vini<br />

fra di loro. Vino di grande corpo, è adatto ad un prolungato invecchiamento e ad un perfetto abbinamento ai grandi arrosti,<br />

la cacciagione ed i formaggi stagionati.<br />

Via di Badia 8,<br />

Loc. Morrona (Pi)<br />

Tel. 0587 658505 – Fax 0587 655127<br />

info@badiadimorrona.it<br />

www.badiadimorrona.it<br />

PESANELLA 2000<br />

Produttore: Agricola Monterinaldi<br />

Vitigni utilizzati: Cabernet Sauvignon e Sangiovese<br />

Ottenuto da una accurata selezione di uve Sangiovese (30-50%) e Cabernet Sauvignon (50-70%), il Pesanella viene prodotto<br />

solo nelle migliori annate. La fermentazione prevede una lunga macerazione sulle bucce e una successiva fase<br />

malolattica. Il Cabernet sosta per dodici mesi in barriques mentre il Sangiovese si eleva in legno di Slavonia. L’affinamento<br />

in bottiglia dura minimo 12 mesi, ma si prolunga non di rado oltre i 24.<br />

Alla veste rubina – molto intensa con riflessi porpora – corrispondono profumi di frutti a bacca rossa e nera e piacevoli<br />

note speziate. L’esame gustativo rivela buona stoffa ed eleganza, con equilibrio fra alcol e tannini. Finale persistente e<br />

gradevolissimo.<br />

Fattoria La Pesanella - Lucarelli<br />

Radda in Chianti (Si)<br />

Tel. 0577 733533 – Fax 0577 733609<br />

info@monterinaldi.it<br />

www.monterinaldi.it


in breve, a rivolgimenti di<br />

non poco conto. Molte<br />

regioni e molte aree<br />

vinicole, considerate<br />

emergenti, si stanno<br />

attrezzando al meglio per<br />

competere con prodotti<br />

innovativi, di qualità e di<br />

buon prezzo. La Toscana,<br />

che emergente non è, ha<br />

da tempo tracciato una sua<br />

strada, o meglio un<br />

duplice binario. Da una<br />

parte, rafforzare il concetto<br />

di territorio con le<br />

denominazioni di origine;<br />

dall’altra fare emergere<br />

l’immagine aziendale<br />

attraverso gli Igt,<br />

affrancandosi da<br />

disciplinari certe volte<br />

eccessivamente restrittivi.<br />

Come ogni artista che si<br />

rispetti, anche ogni<br />

azienda comincia a avere il<br />

suo stile, compie i propri<br />

esperimenti, presenta le<br />

proprie ‘opere’ migliori<br />

coniugando tecnica,<br />

esperienza e gusto. Ecco<br />

allora i supertuscan.<br />

Possiamo dividerli in due<br />

generazioni. Anche se<br />

questa divisione non ha<br />

niente di storico, serve<br />

comunque a rendere più<br />

chiaro il quadro. La prima<br />

generazione è quella dei<br />

supertuscan ottenuti da<br />

blend di uve internazionali<br />

fra loro o con vitigni<br />

autoctoni. La seconda è<br />

VITO ARTURO 2000<br />

Produttore: Fattoria Le Fonti<br />

Vitigni utilizzati: Sangiovese in purezza<br />

Di proprietà della Famiglia Imberti, la Fattoria Le Fonti (estesa per un totale di 350 ettari di cui 22 a vigneto) punta con<br />

convinzione sul Sangiovese. Alla produzione del Vito Arturo vengono destinate le uve migliori raccolte rigorosamente in<br />

cassetta. La temperatura di fermentazione è compresa fra i 28 e i 32 °C. Dopo la fermentazione malolattica è prevista una<br />

sosta in barriques per almeno dodici mesi. Segue l’affinamento minimo in bottiglia (nove mesi). Il Vito Arturo rivela un colore<br />

rubino profondo, perfettamente limpido. Il profumo è di un fruttato molto elegante, con note speziate e di vaniglia. Al gusto si<br />

rivela rotondo, equilibrato e armonico.<br />

Loc. S. Giorgio – Le Fonti<br />

Poggibonsi (Si)<br />

Tel./Fax 0577 935690<br />

fattoria.lefonti@tin.it<br />

SUGANELLA 1999<br />

Produttore: Fattoria Cigliano<br />

Vitigni utilizzati: Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Merlot<br />

Vino ottenuto dalla attenta selezione di uve Cabernet Sauvignon (50%), Sangiovese (25%) e Merlot (25%), la cui vinificazione<br />

avviene separatamente. Dopo tre-quattro mesi avviene la sosta in barriques, sempre separatamente. Quindi si ha l’assemblaggio<br />

e il vino sosta ancora per dodici mesi in legno. La fase di affinamento in bottiglia si protrae infine per almeno altri sei mesi.<br />

La degustazione del Suganella mette in luce un calice di grande piacevolezza, con colore rubino carico e profumi netti e puliti<br />

di frutti a bacca rossa a cui si aggiunge una speziatura che va dal pepe nero alla vaniglia. L’esame gustativo conferma un vino<br />

che si mantiene unito in ogni sua fase, armonico ed equilibrato, con un finale molto prolungato.<br />

Via Cigliano 17<br />

San Casciano Val di Pesa (Fi)<br />

Tel. 055 8<strong>2003</strong>3 – Fax 055 8290719<br />

fattoriacigliano@libero.it<br />

21


22<br />

quella dei supertuscan in<br />

purezza.<br />

La prima generazione fa<br />

risaltare il ruolo di<br />

Cabernet e Merlot, le<br />

varietà più famose nel<br />

mondo. È forse eccessivo<br />

sostenere che nella nostra<br />

regione abbiamo<br />

toscanizzato questi due<br />

vitigni. Certo è possibile<br />

sostenere che sono stati<br />

lavorati con intelligenza, e<br />

col tempo, in maniera<br />

sempre più armonica e<br />

rispettosa delle<br />

caratteristiche<br />

pedoclimatiche.<br />

Il Cabernet Sauvignon e il<br />

Merlot sono vitigni famosi<br />

per la loro adattabilità. Il<br />

CASARSA 1999<br />

Produttore: Villa Calcinaia<br />

Vitigni utilizzati: Merlot in purezza<br />

MONTARSICCIO 1998<br />

Produttore: Casa Sola<br />

Vitigni utilizzati: Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Merlot<br />

Cabernet Sauvignon trae le<br />

sue origini nel Médoc e<br />

nelle Graves (zona<br />

Bordeaux). È arrivato in<br />

Italia a fine ‘800 per<br />

espandersi nel nord-est<br />

(Trentino e Veneto, ma<br />

anche Emilia Romagna) e<br />

via via nelle altre zone.<br />

Grande capacità di<br />

adattamento, resistente alle<br />

malattie, il Cabernet<br />

Sauvignon presenta un<br />

acino piccolo e un colore<br />

delle bucce bluastro. Ricco<br />

di tannini, pigmenti e<br />

aromi, necessita di lunga<br />

macerazione e affinamento<br />

in legno. Viene accostato,<br />

specie quando il grado di<br />

maturazione non è elevato,<br />

al peperone verde, mentre<br />

in bocca esprime sapori di<br />

piccoli frutti a bacca nera.<br />

La sua diffusione è<br />

pressoché totale:<br />

dall’America Latina alla<br />

California, dalla Nuova<br />

Zelanda al Libano.<br />

Non meno famoso è il<br />

Merlot, capace di una<br />

struttura meno tannica ma<br />

di un corpo egualmente<br />

pieno. Più precoce e meno<br />

vigoroso rispetto al<br />

Cabernet, il Merlot ha<br />

acini più grossi e buccia<br />

più sottile. Quando si<br />

pensa al Merlot la mente<br />

rimanda ai grandi vini di<br />

Saint-Emilion e Pomerol e<br />

della stessa zona del<br />

Il vino ha soggiornato per 16 mesi in barriques nella bottaia sotterranea della Villa, un locale fresco e naturalmente umido<br />

con minime variazione di temperatura tra inverno e estate. Sono poi seguiti 12 mesi di invecchiamento in bottiglia.<br />

Di un bel rubino vivo, il Casarsa si presenta consistente e con fitti archetti. Al naso si evidenziano intensi profumi di frutti a<br />

bacca rossa, soprattutto ciliegia, e una buona trama speziata mentre in bocca conferma struttura e buon equilibrio: alcol e<br />

morbidezza sono infatti bilanciate da note fresche e tannini ben distribuiti. Prolungata la persistenza gusto olfattiva. Buona<br />

l’armonia complessiva. Il Casarsa si abbina bene a carni rosse, selvaggina, ragù e brasati.<br />

Via di Citille 84<br />

Greve in Chianti (FI)<br />

Tel./Fax 055 854008<br />

villacalcinaia@villacalcinaia.it<br />

www.villacalcinaia.it<br />

Blend di tre prestigiose uve, il Montarsiccio si ottiene selezionando i migliori grappoli di Cabernet Sauvignon (60%), Merlot<br />

(10%) e Sangiovese (30%). Vinificato a temperatura controllata di 27-29 °C, il vino invecchia per 24 mesi in barriques<br />

francesi per metà nuove e per metà di legno al secondo passaggio. Segue l’affinamento in bottiglia.<br />

La degustazione presenta un colore rubino e bella consistenza. È al naso che rivela interessanti profumi fruttati e floreali.<br />

Emergono ciliegia e prugna, nonché una dolce nota di vaniglia. In bocca conferma le proprie qualità con tannini ben lavorati<br />

e una struttura elegante. Decisamente buona la persistenza gusto-olfattiva.<br />

Strada di Cortine 5<br />

Barberino Val d’Elsa<br />

Tel. 055 8075028 – Fax 055 8059194<br />

casasola@chianticlassico.com<br />

www.fattoriacasasola.com


Bordeaux dove lo si<br />

considera il naturale<br />

complemento del<br />

Cabernet. In Italia si è<br />

affermato con una certa<br />

fortuna tanto che in Friuli,<br />

ad esempio, esiste una<br />

Strada del Merlot. La<br />

stessa fortuna che ha<br />

ottenuto nel Nord America<br />

a partire dagli anni ’90, in<br />

Cile e in Sudafrica.<br />

Più recente e certamente<br />

meno radicata è la<br />

presenza in Toscana del<br />

Syrah, una delle uve più<br />

nobili e longeve. Coltivata<br />

nel Rodano (in particolare<br />

nella zona dello<br />

Chàteauneuf du Pape) si è<br />

espansa in zone climatiche<br />

Nome<br />

Cabernet sauvignon<br />

Merlot<br />

Syrah<br />

SÒDOLE 2000<br />

Produttore: Fattoria Cusona – Guicciardini Strozzi<br />

Vitigni utilizzati: Sangiovese in purezza<br />

Il Sangiovese proviene da vigneti di antico impianto con rese molto basse, privilegiando vecchie varietà che danno grappoli<br />

spargoli con acini piccoli. La vinificazione avviene in piccoli recipienti con lunga macerazione delle bucce, rimontaggi e<br />

follature quotidiane. Alla fermentazione alcolica segue quella malolattica, quindi il vino sosta circa 10 mesi in barriques di<br />

rovere francese per acquistare maturazione e corposità. Dopo l’imbottigliamento il vino viene stoccato nelle cantine sotterranee<br />

dell’azienda per affinarci circa un anno prima della commercializzazione.<br />

Vino di grandissimo prestigio, rubino intenso con riflessi granata. Profumi di frutti di bosco eleganti, accompagnati da sentori<br />

floreali di viola e da una bella trama speziata. Il sapore è asciutto e armonico, di corpo e strutturato. Per la sua pienezza e la<br />

sua armonia si presenta elegante e adatto a un lungo invecchiamento.<br />

Loc. Cusona, 5<br />

53037 San Gimignano (Si)<br />

Tel. 0577 950028 – Fax 0577 950260<br />

guicciardinistrozzi@iol.it<br />

www.guicciardinistrozzi.it<br />

TEGOLAIA 1998<br />

Produttore: Travignoli<br />

Vitigni utilizzati: Sangiovese, Cabernet Sauvignon<br />

Il Tegolaia è ottenuto da uve Sangiovese (70%) e Cabernet (30%) accuratamente selezionate. La vinificazione è avvenuta in<br />

acciaio a temperatura controllata di 29-30 °C. È seguita la fase di maturazione per dodici mesi utilizzando in eguale proporzione<br />

barriques nuove, di uno e due anni.<br />

Siamo di fronte a un rosso di grande personalità con veste rubino carico. Roteando il bicchiere si nota una eccellente<br />

consistenza e profumi che fanno emergere frutta a bacca nera matura, confettura, note speziate, sentori di cioccolato, liquirizia<br />

e tabacco. Al gusto, vellutato e persistente, conferma la propria potenza esaltandosi al meglio con grandi arrosti e<br />

brasati.<br />

Via Travignoli 78<br />

Pelago (Fi)<br />

Tel./Fax 055 8361098<br />

info@travignoli.com<br />

www.travignoli.com<br />

Origine<br />

e generalità<br />

Proveniente dalla<br />

regione francese di<br />

Bordeaux<br />

Proveniente dalla<br />

regione francese di<br />

Bordeaux<br />

Originario, secondo<br />

alcuni, dalla città<br />

persiana Schiraz,<br />

secondo altri dalla<br />

zona di Siracusa<br />

vitigni & vini<br />

Caratteristiche<br />

ampelografiche<br />

Grappolo di<br />

grandezza media,<br />

oblungo, piramidale<br />

e talvolta cilindrico;<br />

spesso con un’ala<br />

molto evidente con<br />

acini di dimensioni<br />

medie. Da due a tre<br />

vinaccioli di media<br />

grandezza, piriformi<br />

Grappolo medio,<br />

piramidale, alato,<br />

più o meno<br />

spargolo; acino<br />

medio, blu-violaceo;<br />

buccia di media<br />

consistenza; polpa<br />

succosa, dolce, di<br />

sapore erbaceo<br />

Foglia medio-grande,<br />

pentagonale, tri o<br />

pentalobata;<br />

grappolo medio,<br />

cilindrico, allungato,<br />

talvolta alato,<br />

semispargolo; acino<br />

medio o piccolo,<br />

ovale, buccia blu<br />

Caratteristiche<br />

organolettiche<br />

Vino di colore rosso<br />

rubino intenso,<br />

tendente al violaceo<br />

se invecchiato;<br />

profumo vinoso<br />

intenso; sapore di<br />

corpo, fine,<br />

morbido, erbaceo<br />

Vino di colore rosso<br />

rubino intenso,<br />

tendente al granata<br />

se invecchiato;<br />

bouquet con tenue<br />

profumo di rosa;<br />

secco di corpo,<br />

armonico, sapido con<br />

leggero sapore<br />

erbaceo<br />

Vino di colore rosso<br />

rubino con forti<br />

riflessi violacei,<br />

grande<br />

concentrazione<br />

antocianica,<br />

abbastanza alcolico<br />

e tannico; corpo<br />

robusto<br />

23<br />

Abbinamenti<br />

Arrosti di carni<br />

bianche e rosse,<br />

pollame e formaggi<br />

a pasta dura<br />

Carni bianche e<br />

rosse alla griglia,<br />

bolliti misti,<br />

pollame e coniglio<br />

in umido<br />

Consigliato con<br />

carni bianche e<br />

rosse, arrosti,<br />

selvaggina e<br />

formaggi non<br />

piccanti


24<br />

calde quali California e<br />

America del Sud.<br />

Il lavoro dei vignaioli<br />

toscani è stato quello di<br />

assemblare, in proporzioni<br />

variabili, questi vitigni fra<br />

loro, oppure combinandoli<br />

al Sangiovese.<br />

Si è dunque creata, per così<br />

dire, una scuola toscana per<br />

conquistare i nercati<br />

mondiali utilizzando vitigni<br />

conosciuti e apprezzati. Ciò<br />

ha consentito anche la<br />

maggiore distribuzione<br />

delle denominazioni<br />

d’origine: Chianti,<br />

Brunello, Nobile, ecc. che<br />

presentano caratteristiche<br />

eccezionali ma meno<br />

codificate dal gusto dei<br />

BORGORICCO 2000<br />

Produttore: Tenuta La Cipressaia<br />

Vitigni utilizzati: Sangiovese<br />

Espressione del nobile vitigno toscano, il vino prende il nome da una vigna del Poggio di Borgoricco che guarda il fiume Pesa.<br />

Le uve sono state accuratamente raccolte a mano. La fermentazione è avvenuta in acciaio inox a temperatura controllata.<br />

Quindi il Borgoricco ha sostato 10 mesi in piccole botti di rovere francese, affinandosi in bottiglia successiva mente per altri<br />

sei mesi.<br />

L’esame organolettico evidenzia un prodotto strutturato ed elegante, con colore rosso rubino e profumi che armonizzano<br />

bene il frutto con le note speziate e vanigliate. Al gusto si presenta caldo, con tannini ben lavorati. La persistenza gusto-olfattiva<br />

lo rende adatto ad accompagnare le migliori portate della cucina tradizionale toscana.<br />

Via Romita 38<br />

Montespertoli (Fi)<br />

Tel./Fax 0571 670868<br />

lacipressaia@leonet.it<br />

BRUZZICO 2000<br />

Produttore: Malenchini<br />

Vitigni utilizzati: Cabernet Sauvignon, Sangiovese<br />

Il Bruzzico nasce da un uvaggio di Cabernet Sauvignon (80%) e Sangiovese (20%) fermentati separatamente in vasche di<br />

cemento vetrificate a temperatura controllata (28-30%). La macerazione sulle bucce si è protratta per 21 giorni con continui<br />

rimontaggi. Anche l’invecchiamento in legno è avvenuto separatamente: 12 mesi in botti nuove di rovere per il Sangiovese, 15<br />

mesi in barriques per il Cabernet. L’affinamento conclusivo in bottiglia è durato cinque mesi.<br />

L’esame organolettico rivela un colore rosso rubino intenso e archetti fitti e regolari. Il naso percepisce note fruttate e una<br />

interessante trama speziata (vaniglia e tabacco). Molto ben strutturato. il Bruzzico si distingue per personalità ed eleganza,<br />

con ottima persistenza ed equilibrio complessivo.<br />

Via Lilliano e Meoli 82<br />

Grassina (Fi)<br />

Tel. 055 642602 – Fax 055 646987<br />

dimalen@tin.it<br />

wine lover. Riassumendo,<br />

Cabernet Sauvignon e<br />

Merlot sono stati utilizzati<br />

quali chiavi d’accesso per<br />

far conoscere sempre più e<br />

sempre meglio lo stile<br />

toscano nel mondo.<br />

La seconda<br />

generazione:<br />

gli Igt in purezza<br />

Consolidata l’idea dei<br />

blend molte aziende<br />

stanno ormai provando da<br />

qualche tempo a produrre<br />

Igt in purezza. Sempre<br />

utilizzando i vitigni<br />

internazionali ma non di<br />

rado utilizzando e<br />

puntando con convinzione<br />

sugli autoctoni. Sangiovese<br />

in primis, naturalmente.<br />

Perché il vitigno è<br />

maledettamente difficile,<br />

ma altrettanto affascinante<br />

e, in Toscana, dà risultati<br />

unici. C’è poi stata una<br />

eccellente rivalutazione del<br />

Colorino: buccia spessa,<br />

polpa di colore rosso<br />

scuro, gusto interessante<br />

quando l’uva è ben<br />

matura. Qualche fattoria<br />

sta compiendo studi sui<br />

migliori cloni, producendo<br />

bottiglie di pregio che<br />

restano, sì, piccole perle (si<br />

parla di qualche migliaio<br />

di bottiglie, non di più),<br />

ma anche impronte<br />

inconfondibili che<br />

qualificano le fattorie


stesse.<br />

Dopo i blend la purezza,<br />

dunque. Con la funzione di<br />

far emergere lo stile e il<br />

terroir e lanciare nell’orbita<br />

internazionale i vitigni<br />

tipici della nostra regione.<br />

Ora, è chiaro che i<br />

supertuscan hanno svolto e<br />

svolgono un ruolo decisivo<br />

per elevare il grado di<br />

penetrazione commerciale<br />

sui mercati esteri, sia quelli<br />

consolidati, sia quelli<br />

potenzialmente nuovi.<br />

La forza delle aziende<br />

toscane è esattamente<br />

quella di aver definito un<br />

denominatore comune<br />

entro il quale, poi,<br />

ciascuno si muove<br />

Nome<br />

Sangiovese<br />

Colorino<br />

TRICORNO 1999<br />

Produttore: Castello di Poppiano<br />

Vitigni utilizzati: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot<br />

Ottenuto dalla vendemmia differenziata di Sangiovese (45%), Cabernet Sauvignon (45%) e Merlot (20%), il Tricorno viene<br />

vinificato in tini di acciaio a temperatura controllata (28-29°C) e macerazione di 18-20 giorni. La maturazione avviene<br />

sempre in acciaio e, quindi, per 18-24 mesi in fusti di rovere Francese (Allier). Si affina in bottiglia per almeno altri tre mesi.<br />

Presenta un colore rubino di ottima intensità dai riflessi porpora. Le note olfattive sono eleganti e calibrate: lievi sentori<br />

vanigliati e freschi sentori balsamici. Poi il bagaglio aromatico si arricchisce di note terziarie, con pelliccia e cuoio, che fanno<br />

spazio a note di confettura. In bocca ha un corpo avvolgente con tannini di ottima trama, fini e sottili, ma sempre vivi ed<br />

efficaci. Il finale è dolce, gustoso, accattivante. Il Tricorno 1999, così come è avvenuto lo scorso anno per il Tricorno 1998, è<br />

stato insignito della medaglia d’oro all’ultimo Vinitaly nella categoria Igt.<br />

Via Fezzana 45<br />

Poppiano (Fi)<br />

Tel. 055 82315 – Fax 055 82368<br />

poppiano@mclink.it<br />

Origine<br />

e generalità<br />

CAPRO ROSSO 2000<br />

Produttore: Fattoria Bagnolo<br />

Vitigni utilizzati: Sangioveto, Cabernet Sauvignon e Colorino<br />

Un rosso di assoluta personalità, ottenuto da uve selezionate e raccolte rigorosamente a mano. La fermentazione avviene in<br />

acciaio inox a temperatura controllata. La maturazione prevede una sosta del vino per 12 mesi in barriques e tonneaux di<br />

legni francesi. Quindi si affina in bottiglia per altri sei.<br />

La veste rosso rubino, i profumi di frutta matura a cui seguono note delicatamente speziate e vanigliate, l’impatto deciso ma<br />

rotondo e il gusto persistente ed equilibrato ne fanno un compagno ideale di portate a base di salumi, selvaggina e grandi<br />

arrosti.<br />

Come ogni grande rosso che si rispetti, esige che si stappi la bottiglia almeno un’ora prima del suo servizio.<br />

Via Imprunetana per Tavarnuzze 48<br />

Impruneta (Fi)<br />

Tel./Fax 055 2313403<br />

fattoriebartolini@inwind.it<br />

www.bartolinibaldelli.it<br />

Vitigno tra i più<br />

antichi (“sangue di<br />

Giove”), per alcuni<br />

era già noto agli<br />

Etruschi<br />

Di sicura origine<br />

toscana<br />

vitigni & vini<br />

Caratteristiche<br />

ampelografiche<br />

La varietà<br />

popolazione è<br />

abbastanza difforme.<br />

Attualmente sono in<br />

coltivazione nelle<br />

varie aree i tipi a<br />

grappolo medio o<br />

grande, ad acino<br />

grosso, di buona<br />

vigoria.<br />

Foglia mediopiccola,<br />

orbicolare o<br />

pentagonale,<br />

trilobata o<br />

quinquelobata;<br />

grappolo medio o<br />

piccolo, conico, con<br />

una o due ali, semispargolo<br />

o<br />

compatto; acino<br />

medio o piccolo,<br />

sferoidale, con<br />

buccia pruinosa,<br />

spessa, di colore<br />

nero-violaceo.<br />

Caratteristiche<br />

organolettiche<br />

Vino di colore rosso<br />

rubino intenso,<br />

tannico, di buon<br />

corpo, armonico,<br />

con gradevole<br />

retrogusto<br />

amarognolo, fruttato<br />

da giovane,<br />

invecchiato<br />

sprigiona profumi<br />

affinandosi<br />

notevolmente<br />

Per molti decenni è<br />

stato valido<br />

supporto del<br />

Sangiovese, per dare<br />

maggior colore al<br />

Chianti.<br />

Attualmente se ne è<br />

ridotto<br />

notevolmente<br />

l’utilizzo. Alcuni<br />

produttori sono<br />

riusciti,<br />

recentemente,<br />

ad ottenere<br />

dal Colorino<br />

risultati di rilievo,<br />

vinificandolo<br />

anche in purezza<br />

25<br />

Abbinamenti<br />

Arrosti, carni rosse,<br />

pollame, selvaggina,<br />

formaggi di media<br />

stagionatura.<br />

Carni alla brace,<br />

selvaggina, formaggi<br />

di buona<br />

stagionatura


26<br />

definendo la propria<br />

identità attraverso la<br />

capacità di offrire un<br />

ventaglio esclusivo di<br />

prodotti non<br />

standardizzati.<br />

È indubbio infatti che il<br />

passaggio da semplice<br />

bevanda a elemento<br />

d’eccellenza fa del vino un<br />

prodotto la cui domanda si<br />

fa sempre più complessa e<br />

differenziata. Il<br />

consumatore consapevole –<br />

quello che si documenta,<br />

frequenta corsi, partecipa a<br />

degustazioni – non si<br />

accontenta di bottiglie<br />

omologate. La sua ragione<br />

di consumo è fornita dalla<br />

soddisfazione di<br />

componenti organolettiche<br />

ed edonistiche:<br />

abbinamenti, occasioni<br />

conviviali, ricerca di<br />

etichette ora prestigiose ora<br />

particolari. Gli analisti del<br />

marketing direbbero che<br />

emerge la necessità di<br />

operare su target<br />

segmentati. Ciò significa:<br />

creare un contesto di<br />

mercato in cui a un certo<br />

tipo di bottiglia<br />

corrisponde un certo tipo<br />

di consumatore e viceversa.<br />

In questo contesto possono<br />

benissimo muoversi sia le<br />

grandi aziende sia le realtà<br />

medio piccole.<br />

Si potrebbe concludere che<br />

i supertuscan, in blend e in<br />

purezza, sono diffusori<br />

della tradizione toscana.<br />

Una tradizione che non si<br />

risolve nel ricalcare antiche<br />

prassi in vigna e in cantina,<br />

ma che si attualizza<br />

andando incontro al gusto<br />

contemporaneo con idee<br />

IL BRECCIOLINO 2000<br />

Produttore: Az. Agr. Castelvecchio<br />

Vitigni utilizzati: Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Colorino<br />

forti e personalità precise.<br />

Una tradizione che si<br />

confronta con l’era della<br />

globalizzazione<br />

sottraendosi, per fortuna, al<br />

pericolo incombente di un<br />

appiattimento generalizzato<br />

così come proposto dalle<br />

grandi multinazionali del<br />

gusto. Una tradizione che<br />

arricchisce l’era<br />

contemporanea grazie alle<br />

mille positive sfaccettature<br />

dei patrimoni locali.<br />

Igt di grande classe, il Brecciolino viene vinificato in acciaio inox a temperatura controllata (29 °C) in un periodo che va dai<br />

12 giorni (Sangiovese) ai 15 (Cabernet e Colorino). Questo per fornire al vino struttura e complessità adatta a un lungo<br />

invecchiamento in barriques. La lenta macerazione delle bucce, con follature soffici e rimontaggi giornalieri, ha permesso<br />

una elevata estrazione delle componenti polifenoliche e dei tannini.<br />

18 mesi in barriques francesi nuove, tre mesi in cemento, sei mesi in bottiglia: questi i periodi di maturazione e affinamento<br />

del Brecciolino, vino che ha in complessità e personalità di tratti dominanti e di prestigio.<br />

Via Certaldese 30<br />

San Casciano V.P. (Fi)<br />

Tel./Fax 055 8248032<br />

www.castelvecchio.it<br />

info@castelvecchio.it


Lasciatevi<br />

pungere<br />

Spesso ho paragonato le bevande<br />

miscelate al mondo<br />

dell’arte: non è certamente<br />

una forzatura, direi invece<br />

che le analogie sono tante.<br />

I capolavori delle arti figurative<br />

e letterarie si caratterizzano,<br />

generalmente, per la loro<br />

complessità, raffinatezza, eleganza<br />

e perfezione; vi sono<br />

però altre opere rappresentate<br />

in modo semplice ma che<br />

esprimono valori immensamente<br />

profondi, equilibri e armonie<br />

perfette.<br />

La bontà delle bevande miscelate,<br />

per analogia, non è direttamente<br />

proporzionale al numero<br />

di sostanze utilizzate; i<br />

cocktail con ricette lunghissime,<br />

presentati con due o tre<br />

guarnizioni, seppur belli ed<br />

esteticamente validi, possono<br />

sconfinare nella ridondanza<br />

con risultati pacchiani e poco<br />

equilibrati.<br />

Tutta questa premessa è necessaria<br />

per presentare degnamen-<br />

te il cocktail Stinger: semplice<br />

e raffinato sono gli aggettivi<br />

migliori per sintetizzare in<br />

modo efficace la struttura del<br />

drink considerato da molti un<br />

capolavoro di semplicità ed eleganza,<br />

una sintesi raffinata e di<br />

alto profilo per accompagnare<br />

piacevoli dopo cena.<br />

È l’esempio che proprio la semplicità<br />

è, in molti casi, un elemento<br />

essenziale per il successo<br />

di un cocktail.<br />

I primi Stinger furono preparati<br />

sui transatlantici e navi da crociera<br />

americane intorno agli<br />

anni Venti, in pieno proibizionismo,<br />

e pare fossero particolarmente<br />

graditi alle signore.<br />

Nella preparazione del “pungiglione”<br />

(questo il significato), la<br />

qualità degli ingredienti utilizzati<br />

assume un’importanza vitale;<br />

è il matrimonio tra il brandy,<br />

alcolico e ben strutturato, e<br />

la crema di menta bianca, deli-<br />

cata e profumatissima. Il risultato<br />

è un drink caldo, speziato,<br />

giustamente alcolico, dove la<br />

prepotente freschezza della<br />

menta, trova equilibrio nel calore<br />

del brandy. Sono garantite<br />

elevate capacità digestive.<br />

Un’ultima annotazione: la<br />

shakerata deve essere energica,<br />

per garantire la presenza di un<br />

sottile velo di bianca schiumetta,<br />

e breve, per evitare spiacevoli<br />

annacquamenti.<br />

la ricetta<br />

7/10 di Brandy<br />

3/10 di Crema di<br />

menta bianca<br />

Si prepara nello<br />

shaker con abbondante<br />

ghiaccio e si<br />

serve nella coppetta<br />

da cocktail.<br />

Ristorante Pizzeria Leonardo<br />

Locale tipico situato nel cuore della vecchia Vinci,<br />

ricavato dalla ristrutturazione di una parte<br />

del castello dei Conti Guidi<br />

Ambiente confortevole e familiare dove gustare piatti tipici<br />

e ottime pizze. Il tutto accompagnato da una eccellente<br />

selezione di vini toscani e pugliesi.<br />

GOLA COCKTAIL<br />

CLAUDIO LACHI<br />

Lo Stinger,<br />

capolavoro<br />

di semplicità<br />

ed eleganza,<br />

è il re degli<br />

“after dinner”<br />

Via Montalbano Nord, 16 - 50059 Vinci (Fi) Tel./Fax 0571 567916<br />

27


Un susci<br />

clandestino<br />

OLIVIA CHIERIGHINI<br />

Accostamenti<br />

insoliti;<br />

tecniche nuove;<br />

cibi caldi<br />

e freddi nello<br />

stesso piatto:<br />

la nouvelle vague<br />

culinaria<br />

spiegata<br />

e interpretata<br />

da Moreno<br />

Cedroni, jeune<br />

restaurateur<br />

28<br />

La filosofia culinaria attualmente<br />

più in auge si<br />

potrebbe definire decostruzionista,<br />

così come ha avuto<br />

modo di chiamarla il papà di<br />

questa nouvelle vague culinaria,<br />

Ferran Adrià.<br />

Lo chef catalano, patron del ristorante<br />

El Bulli sulla Costa<br />

Brava, è ai primi posti della classifica<br />

internazionale dei grandi<br />

cuochi; in cucina gioca con gli<br />

alimenti, creando inattesi contrasti<br />

di sapore, contrapponendo<br />

diverse temperature e consistenze;<br />

ha inventato minestre<br />

dolci e gelati salati, piatti che<br />

con la loro stravaganza hanno<br />

fatto il giro del mondo. Lui, tra<br />

i primi, si è avvalso di tecniche<br />

di cottura – o di preparazione<br />

dei cibi – sconosciute all’arte<br />

culinaria tradizionale, utilizzando<br />

fondamenti di gastronomia<br />

molecolare e nuovi strumenti<br />

tecnici. Grazie a lui ed a studiosi<br />

di fisica come Hervè This o<br />

Davide Cassi, si è potuto ripensare<br />

al concetto di emulsione,<br />

uno dei più importanti tra i fornelli,<br />

all’utilizzo del sifone o del<br />

forno a micro-onde.<br />

Come ogni buon guru, Ferran<br />

Adrià ha formato ed influenzato<br />

un certo numero di giovani<br />

cuochi, anche italiani; uno di<br />

questi è Moreno Cedroni, classe<br />

1964, membro dei Jeunes<br />

Restaurateures d’Europe e patron<br />

della Madonnina del Pescatore a<br />

Senigallia.<br />

Il suo rifugio sulla spiaggia si<br />

chiama Il Clandestino – susci<br />

bar: dalla carta del locale è nato<br />

il libro Susci e sushi, edito da Biblitheca<br />

Culinaria, una raccolta<br />

di ricette che spingono a ripensare<br />

il concetto di crudo e<br />

cotto. Il Susci, marchio registrato<br />

da Moreno, ha una lontana<br />

parentela con il cugino orientale<br />

perché, piuttosto, è un<br />

modo di riproporre il pesce crudo,<br />

come si prepara in molte<br />

parti d’Italia – dove spesso viene<br />

marinato con limone, aceto,<br />

cipolla – e caratterizzato da ingredienti<br />

completamente no-<br />

info<br />

GOLA TENDENZE<br />

strani. Abbiamo chiesto a Moreno<br />

di raccontarci sia la sua<br />

cucina sia il rapporto che essa ha<br />

con il grande cuoco catalano.<br />

Hai seguito uno stage da Ferran<br />

Adrià: da cosa ti sei lasciato<br />

influenzare di più?<br />

Dalla sua filosofia: mi ha insegnato<br />

a non dare nulla per scontato,<br />

a bandire ogni chiusura<br />

mentale; basta che il risultato sia<br />

buono ed i clienti soddisfatti.<br />

Molti cuochi si fossilizzano su<br />

quello che fanno da anni e non<br />

si mettono più in discussione.<br />

Dove incontrare Moreno<br />

Cedroni<br />

Madonnina del pescatore, Lungomare<br />

Italia 11, Marzocca di<br />

Senigallia (An). Tel. 071<br />

698484; www.madonninadelpescatore.it.<br />

Il clandestino – Susci bar, Località<br />

Portonovo vicino alla<br />

“Torre”, Ancona. Tel. 071<br />

801422.<br />

Cos’è il Clandestino? Fino<br />

alle 17 è un bar da spiaggia<br />

ma anche un locale cult dove mangiare crudo. È aperto<br />

fino a tarda notte con sigari e rhum. Si possono assaggiare<br />

panini susci, con cotolette di tonno, baccalà o<br />

pesce spada; per aperitivo ci sono i solids, cocktails<br />

creati appositamente per Martini e Rossi sotto forma<br />

di scintillanti gelatine ed espumas, servite gelide nelle<br />

classiche coppette.<br />

Aniko, la prima salumeria di pesce del mondo<br />

Il 16 <strong>giugno</strong>, Moreno Cedroni inaugura a Senigallia la<br />

salumeria del pesce. In Officina preparerà affumicati ed<br />

inscatolati. Sul banco, ci saranno 20 prodotti di varia<br />

tipologia, simili alla bresaola, stagionati, affumicati a caldo<br />

o a freddo. Potrete trovare un pesce spada lavorato<br />

come fosse un prosciutto di Praga.


Qualsiasi sistema è buono per<br />

ottenere il risultato voluto; anche<br />

gli strumenti di cucina si<br />

sono evoluti e molti di quelli<br />

che un tempo erano considerati<br />

non convenzionali, adesso<br />

vengono utilizzati comunemente,<br />

come i sifoni o il forno a<br />

micro-onde. La fantasia non ha<br />

limiti.<br />

Quali sono le nuove tendenze<br />

in cucina?<br />

La gente è sempre più curiosa,<br />

ha voglia di assaggiare tante<br />

piccole cose, tanti piccoli bocconi,<br />

solidi o liquidi, caldi o<br />

freddi, crudi o cotti. In un<br />

mondo in cui vogliamo tutto e<br />

subito, anche a tavola vogliamo<br />

fare un’esperienza gustativa<br />

più ampia di quella tradizionale,<br />

fatta di poche portate.<br />

Io propongo una portata di “8<br />

cucchiai”, che ti permette di<br />

assaggiare otto sapori diversi<br />

nello stesso piatto. Siamo ai limiti<br />

del vizio…<br />

Alterni elementi caldi e freddi<br />

nello stesso piatto?<br />

Sì, sia per dare un tocco di calore<br />

ad un alimento freddo, sia<br />

per dare l’impressione della cottura.<br />

È un piccolo trucco per ingannare<br />

in palato di chi non è<br />

abituato a mangiare cibi crudi,<br />

un’illusione.<br />

I cibi freddi sono appannaggio<br />

esclusivamente della cucina<br />

estiva?<br />

I cibi freddi si mangiano con<br />

piacere tutto l’anno ma bisogna<br />

prestare attenzione alla temperatura<br />

di servizio; d’inverno<br />

deve essere di circa 15°C, mentre<br />

d’estate può arrivare a 10°C.<br />

Più freddo di così, potrebbe essere<br />

sgradevole. In questa stagione<br />

sono buonissimi anche i minestroni<br />

freddi.<br />

La tua clientela come affronta<br />

il “susci”?<br />

Negli ultimi anni c’è stata una<br />

notevole apertura verso questo<br />

tipo di cibo. Il crudo piace a<br />

tutti, purché gli ingredienti siano<br />

riconoscibili e gli accostamenti<br />

di sapore siano gradevoli.<br />

Non credo ci sia un confine<br />

tra crudo e cotto bensì un confine<br />

tra buono e cattivo.<br />

Qual è il tuo ingrediente-culto?<br />

L’olio extravergine d’oliva, ma<br />

mi piace molto anche l’aglio.<br />

E quello più versatile?<br />

Il pomodoro, ma non bisogna<br />

esagerare.<br />

Quali sono i piatti forti per<br />

questa stagione?<br />

La frittatina con frutti di mare,<br />

un po’ crudi ed un po’ cotti,<br />

l’Happy toast fatto con pesce<br />

spada crudo e la giardiniera di<br />

tonno; questi sono piatti che<br />

presento al Clandestino.<br />

Jeunes<br />

Restaurateurs<br />

in Toscana<br />

Da Bracali di Luciano e<br />

Francesco Bracali Loc.<br />

Ghirlanda Massa Marittima<br />

58020 (GR). Tel. 0566<br />

902318, fax 0566 940302.<br />

Osteria del Vecchio Castello<br />

di Susanna Fumi - Alfredo<br />

Sibaldi Pieve di San Sigismondo<br />

Loc. Poggio alle<br />

Mura, Montalcino 33024<br />

(SI). Tel. 0577 816026, fax<br />

0577 816026.<br />

Da Caino di Maurizio e Valeria<br />

Menichetti Via Canonica,<br />

3 Montemerano<br />

58050 (GR). Tel. 0564<br />

602817, fax 0564 602807.<br />

Arnolfo di Gaetano Trovato<br />

Via XX Settembre, 52<br />

Colle Val D’elsa 53034 (SI).<br />

Tel. 0577 920549, fax 0577<br />

920549, www.arnolfo.com,<br />

arnolfo@arnolfo.com.<br />

Acquamatta di Andrea Alimenti,<br />

Leonardo Motolese<br />

e Paolo Pasquini Piazza della<br />

Vittoria, 13 Capolana<br />

52010 (AR). Tel. 0575<br />

420999, fax 0575 421807,<br />

www.acquamatta.it,<br />

acquamatta@ats.it<br />

29


Cibo tra le righe<br />

30<br />

Un caffè con<br />

Michelangelo<br />

Dalla terrazza della caffetteria<br />

degli Uffizi a Firenze sembra<br />

quasi di toccare Palazzo<br />

Vecchio e le statue di Piazza<br />

della Signoria. Tra<br />

un Caravaggio e un<br />

Michelangelo, la<br />

pausa per il caffè<br />

non interrompe il<br />

percorso a ritroso<br />

nella storia e<br />

nell’arte. Insomma,<br />

ormai musei e<br />

gallerie non<br />

possono più fare a<br />

meno della<br />

caffetteria, luogo<br />

dove ritrovarsi,<br />

riposarsi, magari<br />

sfogliando libri e riviste e<br />

scoprire, dopo le bellezze<br />

dell’arte, anche il piacere di<br />

scelte gastronomiche ricercate<br />

e molto particolari. Maria Sole<br />

Pantanella ha pensato di<br />

dedicare a questi spazi una<br />

vera e propria guida che, da<br />

Parigi a Copenaghen, da<br />

Londra a Cap-Ferrat, da<br />

Berlino alla Scozia, ci<br />

condurrà alla scoperta delle<br />

caratteristiche dei caffè più<br />

belli nei musei di tutta<br />

Europa.<br />

Un caffè al museo<br />

Maria Sole Pantanella<br />

Le Lettere<br />

Curarsi con la natura<br />

Dalla “A” di acacia alla “Z” di<br />

zucca, sono 102 le piante e le<br />

erbe passate in rassegna in<br />

questo libro scritto a quattro<br />

mani da due volti noti del<br />

piccolo schermo: Giuseppe<br />

Bigazzi e Ciro Vestita. Per<br />

ogni tipologia troveremo una<br />

descrizione accurata, una<br />

ricetta e l’elenco delle<br />

proprietà curative. Insomma,<br />

un utile prontuario da tenere<br />

sempre a portata di mano.<br />

La farmacia e la dispensa del<br />

buon Dio<br />

Giuseppe Bigazzi e Ciro Vestita<br />

Rai Eri<br />

Mozzarella,<br />

mon amour!<br />

Non occorre esser napoletani<br />

veraci per amare la mozzarella<br />

di bufala, quella vera, fresca,<br />

artigianale che si fonde sulla<br />

pizza margherita o si lascia<br />

prendere a morsi nella<br />

caprese.<br />

Al latticino “re” dell’estate<br />

Slow Food dedica un volume<br />

di 144 pagine, frutto di un<br />

gruppo di esperti che, dopo<br />

averne ripercorso la storia e le<br />

tecniche di produzione, ci<br />

conducono alla scoperta dei<br />

caseifici e dell’arte di<br />

degustare questo formaggio.<br />

Mozzarelle di bufala<br />

A cura di Roberto Rubino<br />

Edizioni Slow Food<br />

Le marmellate<br />

della memoria<br />

Si dice che svitare un<br />

barattolo di conserva<br />

corrisponda a tornare indietro<br />

nel tempo. Paola Pomeranzi


nel suo “Conserve memorabili”<br />

lo fa anche con l’ausilio della<br />

scrittura. Nel suo libro, questa<br />

insegnante aretina ripercorre<br />

un pezzo di storia personale e<br />

familiare. A dare il ritmo alla<br />

narrazione sono, comunque, le<br />

tante ricette – di marmellate e<br />

conserve, ovviamente – che<br />

rappresentano dei veri e<br />

propri capisaldi della<br />

tradizione culinaria toscana.<br />

Conserve memorabili<br />

Paola Pomeranzi<br />

Arezzo<br />

Valpolicella, terra<br />

beata<br />

Recioto e Amarone sono i<br />

simboli della Valpolicella,<br />

“terra beata e feconda di viti,<br />

dove il vino è profumato e<br />

prezioso”.<br />

Attorno ad essi è costruito il<br />

libro che Olivia Chierighini<br />

dedica a questa preziosa<br />

porzione di Veneto. Storia,<br />

cultura, tradizioni e,<br />

naturalmente, vitivinicoltura.<br />

Con un’interessantissima<br />

appendice-ricettario per i<br />

piatti tipici della zona.<br />

Valpolicella – Recioto e<br />

Amarone<br />

Olivia Chierighini<br />

Nardini Editore<br />

È arrivata<br />

la contro guida<br />

Per ora riguarda solo i<br />

ristoranti del Lazio, ma i suoi<br />

ideatori promettono che<br />

estenderanno l’esperimento<br />

anche alle altre regioni<br />

d’Italia. Si tratta della prima<br />

guida enogastronomica fatta<br />

dai consumatori. Sì, insomma,<br />

basta con bicchieri e<br />

forchette, e coi giudizi calati<br />

dall’alto dei gourmet di<br />

professione. La guida, ideata<br />

da un’organizzazione che si<br />

chiama Italian philosophy,<br />

presenta le schede con la<br />

descrizione del ristorante e<br />

altrettante pagelle da<br />

compilare e spedire per<br />

decretarne – oppure no – il<br />

successo. Per chi non abita<br />

nel Lazio, la guida può essere<br />

acquistata su www.iphi.it.<br />

Guida di enogastronomia<br />

regionale<br />

Italia philosophy<br />

Ricette veloci<br />

Tra le monografie della Cucina<br />

italiana, la storica rivista “con<br />

la redazione in cucina”, non<br />

poteva mancare quella con la<br />

raccolta dei piatti superveloci.<br />

Tante ricette, utili soprattutto<br />

in estate, facili e veloci per<br />

portare subito in tavola gusto<br />

e allegria. Tutte provate e<br />

quindi di sicuro successo,<br />

ordinate per portata,<br />

ingrediente princiaple e per<br />

tempo. Indispensabile per<br />

ogni cuoca.<br />

Cucina rapida<br />

La cucina italiana<br />

31


Appuntamenti<br />

con il gusto<br />

A cura di Chiara Tacconi<br />

32<br />

Quattro venti,<br />

l’esplorazione<br />

continua<br />

Quattro venti è l’originale<br />

lente di ingrandimento ideata<br />

dal Comune di Manciano che<br />

permette di conoscere una<br />

Maremma diversa, completa,<br />

fra arte contemporanea e<br />

degustazioni, musica e vini.<br />

Alcune delle “esplorazioni<br />

gastronomiche” proposte:<br />

sabato 14 <strong>giugno</strong>, in piazza<br />

Montemerano a Manciano, una<br />

giornata dedicata all’olio per<br />

scoprire sensazioni e gusti<br />

nuovi, a partire dalle 10. Dalle<br />

18 alle 23 la compagnia Koinè<br />

propone un teatro-laboratorio<br />

sul tema Ungere il mondo –<br />

cuocere il mondo. La rassegna<br />

prosegue anche per tutta la<br />

giornata di domenica 15. Per<br />

l’appuntamento successivo,<br />

invece, si cambia sapore:<br />

sabato 28 <strong>giugno</strong>, in piazza<br />

Saturnia, è di scena il<br />

formaggio, accompagnato<br />

anche dalla carne. Dalle 18<br />

alle 22 ancora la compagnia<br />

Koinè che presenta Lo spirito<br />

del pecorino, una originale<br />

degustazione teatralizzata.<br />

Ancora formaggi per tutta la<br />

giornata di domenica 29.<br />

Sabato 5 e domenica 6 luglio,<br />

invece, saranno protagonisti<br />

la pasta e il pane. Le<br />

esplorazioni si concludono<br />

sabato 19 luglio con un<br />

percorso nelle vie del centro<br />

storico di Manciano alla<br />

ricerca dei sapori nascosti. Per<br />

ogni informazione e per il<br />

calendario completo degli<br />

eventi tel. 0564 625344.<br />

Jazz a Montalcino<br />

Torna a luglio l’ormai storica<br />

rassegna jazz organizzata da<br />

Banfi. Jazz&Wine in<br />

Montalcino, con la direzione<br />

artistica di Giampiero Rubei,<br />

propone un’interessante serie<br />

di concerti: 10 luglio<br />

Arigliano, 11 luglio Sergio<br />

Laccone.com, 12 luglio Mike<br />

Stern, 13 luglio Stefano<br />

Bollani, 17 luglio Tania<br />

Maria,18 luglio Tullio De<br />

Piscopo, 19 luglio E.<br />

Alexander, S. Davis, J.<br />

Rotonds, J. Farnsworth, P.<br />

Washinghton, D. Hazeltine, 20<br />

luglio Jazzoline (Ascolese,<br />

Renzi, La Penna). I concerti si<br />

tengono a Villa Celimontana<br />

(Fortezza di Montalcino,<br />

Siena) alle 21.15. Per<br />

accompagnare la buona<br />

musica con dell’ottimo vino<br />

sarà aperto l’esclusivo wine<br />

bar di Banfi. L’ingresso ai<br />

concerti costa indicativamente<br />

10 euro; per informazioni più<br />

dettagliate: info@banfi.it.<br />

A spasso per i castelli<br />

Un percorso integrato tra arte,<br />

storia, cultura ed<br />

enogastronomia. La<br />

manifestazione I Castelli<br />

ciociari del gusto è una<br />

rassegna itinerante che si<br />

svolge presso quattro dei più<br />

suggestivi castelli della<br />

provincia di Frosinone.<br />

All’interno dei castelli saranno<br />

allestiti diversi punti espositivi<br />

dedicati alle migliori<br />

produzioni agroalimentari della<br />

provincia di Frosinone. La<br />

manifestazione sarà integrata<br />

con esperienze artistiche<br />

(pittura, scultura, musica e<br />

teatro), visite guidate,<br />

testimonianze dell’artigianato<br />

artistico tradizionale ed una<br />

coinvolgente animazione dei<br />

castelli. Il programma prevede,<br />

ad ogni tappa, un’esposizione<br />

di prodotti agroalimentari e<br />

artigianato artistico, mostre di<br />

pittura e scultura, banchi di<br />

assaggio dei vini del Lazio,<br />

abiti d’epoca, spuntino<br />

ciociaro (degustazione gratuita<br />

di prodotti tipici), visite<br />

guidate al castello, musica e<br />

teatro. Si comincia sabato 31<br />

maggio con il Castello Ducale<br />

di Monte San Giovanni<br />

Campano; si prosegue<br />

domenica 8 <strong>giugno</strong> al Castello<br />

Caetani di Trevi nel Lazio;


domenica 15 <strong>giugno</strong> è la volta<br />

del Castello Longhi de Paolis di<br />

Fumone; ultimo appuntamento<br />

domenica 22 <strong>giugno</strong>, al<br />

Castello Teofilatto di Torre<br />

Cajetani. Per informazioni<br />

Congressus Srl, tel. 0775<br />

270553, fax 0775 876443,<br />

www.congressus.it.<br />

Frutti e fiori<br />

dell’Amiata<br />

Il 13, 14 e 15 <strong>giugno</strong> Amiata<br />

a Tavola dedica una serie di<br />

incontri a Il gusto dei frutti e<br />

dei fiori di montagna. Sui prati<br />

(Vetta Amiata, Prato della<br />

Contessa, Macinaie, Cantore)<br />

ci saranno giochi e musiche<br />

tradizionali per grandi e<br />

piccini. Largo spazio sarà<br />

concesso anche ai sapori:<br />

venerdì 13 <strong>giugno</strong> una cena<br />

con I piatti dei fiori, ovvero<br />

mille modi per gustare a<br />

tavola i fiori dell’Amiata.<br />

Sabato 14 <strong>giugno</strong>, invece, una<br />

vista guidata per la strada del<br />

Montecucco (con partenza alle<br />

ore 9) condurrà i partecipanti<br />

alla scoperta del vero<br />

agriturismo in Toscana. Il<br />

pranzo prevede assaggi e<br />

degustazioni di prodotti<br />

tradizionali. Nel pomeriggio<br />

(ore 17, Cantore) si terrà un<br />

corso di conoscenza e<br />

degustazione di formaggi in<br />

collaborazione con Slow-food.<br />

Alle 19 (a Contessa) salirà in<br />

cielo una mongolfiera. A<br />

Domenica 15 <strong>giugno</strong> giornata<br />

di giochi, mini-corsi di stencil<br />

e decoupage e decorazione;<br />

pranzo e cena restano<br />

appuntamenti fissi, mentre<br />

alle 15 a Macinaie la<br />

Compagnia Alimentare<br />

presenta uno Spettacolo<br />

teatrale di tradizione<br />

popolare; protagonisti i piatti<br />

tipici dell’Amiata come<br />

allegorie di vita vissuta.<br />

Per informazioni: Apt Amiata,<br />

tel. 0577 775811, fax 0577<br />

775877, sito web<br />

www.amiataturismo.it.<br />

A Fiesole,<br />

in fattoria<br />

Musica, teatro, gastronomia e<br />

spettacoli per bambini per<br />

tutta l’estate alla Fattoria di<br />

Maiano, sulle colline di<br />

Fiesole. A <strong>giugno</strong> si comincia<br />

con una domenica per i<br />

bambini; non solo perché<br />

saranno protagonisti della<br />

giornata, ma anche perché<br />

l’incasso del pomeriggio sarà<br />

interamente devoluto alla<br />

Fondazione dell’Ospedale<br />

Pediatrico Meyer.<br />

Domenica 8 <strong>giugno</strong>, infatti,<br />

dalle 16.30 i bambini del<br />

Piccolo Coro Melograno,<br />

affiliato all’ Antoniano di<br />

Bologna, canteranno le<br />

Canzoni in allegria,<br />

direttamente dallo Zecchino<br />

d’Oro, e dopo merenda per<br />

tutti. Domenica 15 <strong>giugno</strong>,<br />

sempre alle 16.30, arrivano Le<br />

seguire la cena. ➤<br />

33


34<br />

➤<br />

streghe pasticcione: due fattucchiere<br />

che preparano<br />

pozioni magiche per una<br />

principessa triste, un baldo<br />

cavaliere, in mezzo a<br />

ragnatele, gatti neri e<br />

pentoloni. Ma ci sono anche<br />

appuntamenti per i grandi:<br />

sabato 21 <strong>giugno</strong> dalle 21<br />

nel chiostro quattrocentesco<br />

della Fattoria risuoneranno<br />

le musiche di Beethoven<br />

e di Haydn.<br />

Il concerto dell’Orchestra<br />

Amadeus sarà seguito da un<br />

buffet con i prodotti della<br />

Fattoria. Il 28 <strong>giugno</strong> invece<br />

appuntamento è con<br />

L’insostenibile leggerezza del<br />

benessere (ore 20.30): Andrea<br />

Bruni e la compagnia Down<br />

Theatre avranno l’arduo<br />

compito di divertire<br />

ironizzando sulle<br />

contraddizioni dei nostri<br />

tempi. Un atto unico di buon<br />

umore che ha guadagnato il<br />

premio “Firenze alla Ribalta<br />

2002”. E prima dello<br />

spettacolo cena toscana sulla<br />

terrazza panoramica.<br />

Gli appuntamenti alla fattoria<br />

proseguono fino all’autunno;<br />

segnaliamo solo quello di<br />

sabato 5 luglio (alle 20.30)<br />

con Incanto notturno: due<br />

arpiste accompagnano la<br />

danzatrice Silvia Grassellini in<br />

un viaggio musicale che<br />

spazia dal barocco ai temi<br />

cinematografici di Henry<br />

Mancini, passando attraverso<br />

Verdi, Puccini ed altri.<br />

L’esibizione sarà preceduta,<br />

come sempre, da un momento<br />

conviviale con la cena della<br />

Fattoria. Per partecipare alle<br />

iniziative è necessaria la<br />

prenotazione: Fattoria di<br />

Maiano, via Benedetto da<br />

Maiano 11, 50016 Fiesole (Fi).<br />

Tel. 055 599600, fax 055<br />

599640,<br />

maiano@contemiarifulcis.it,<br />

www.FattoriadiMaiano.com.<br />

Tutto<br />

in una settimana<br />

Dal 30 maggio al 7 <strong>giugno</strong><br />

Siena ospita la Settimana dei<br />

Vini dell’Enoteca Italiana. Dai<br />

segreti delle neuroscienze al<br />

mito degli etruschi, sono<br />

molti gli spunti per parlare di<br />

vino: i risultati di una ricerca<br />

condotta dal Centro di ricerca<br />

Fondazione Santa Lucia di<br />

Roma sulle aree cerebrali<br />

stimolate nei sommelier<br />

gustando grandi vini; la<br />

particolare degustazione “Il<br />

brustico: dagli Etruschi un<br />

modo semplice per gustare il<br />

pesce di lago”; questi e altri<br />

gli eventi proposti.<br />

Ospite d’onore di questa 37ª<br />

edizione sarà la Regione<br />

Marche, i cui vini negli ultimi<br />

anni sono stati protagonisti di<br />

una forte crescita. E poi<br />

degustazioni, assaggi dei<br />

prodotti tipici delle terre di


Siena, presentazione di libri,<br />

possibilità di visite guidate<br />

all’interno dell’Enoteca<br />

Italiana, concerti e mostre<br />

come “Vinfonia” a cura di<br />

Gualtiero Schiaffino e “In Vino<br />

Veritas” <strong>2003</strong> a cura di Gog &<br />

Magog, concorso di grafica<br />

umoristica.<br />

Cena e cine<br />

a Pistoia<br />

Trascorrere l’estate in città<br />

diventa sempre più una scelta<br />

e, di anno in anno, si amplia<br />

il ventaglio di proposte e<br />

opportunità. Una segnalazione<br />

va a Pistoia, dove fino ai<br />

primi di settembre e a un<br />

prezzo davvero invitante, sarà<br />

possibile nutrire prima il<br />

corpo e poi l’anima… Con 13<br />

euro, prima il ristorante La<br />

BotteGaia vi farà assaggiare le<br />

sue prelibatezze (il menù<br />

prevede primo e dolce; acqua<br />

e servizio sono compresi);<br />

subito dopo, con una breve e<br />

piacevole passeggiata nel<br />

centro storico della città, vi<br />

ritroverete ad assistere alla<br />

proiezione di un film (in<br />

cartellone pellicole di prima<br />

visione, e ad agosto alcune<br />

anteprime della stagione di<br />

settembre). Non vi basta?<br />

Bene, sappiate che La<br />

BotteGaia dispone di due<br />

bellissimi spazi all’aperto (uno<br />

sulla piazza del Duomo), ma<br />

anche le sale interne, ospitate<br />

in un palazzo del 1200, non<br />

sono meno suggestive; e che<br />

le proiezioni si terranno<br />

inizialmente al chiuso (Cinema<br />

Verdi e Roma d’essai) e, dalla<br />

fine di <strong>giugno</strong>, cinema sotto<br />

le stelle alla Fortezza S.<br />

Barbara e al Bastione<br />

Ambrogi. Tutto ciò dal lunedì<br />

al venerdì, con la cena dalle<br />

20 alle 21.30 e film alle<br />

22.30; vivamente consigliata<br />

la prenotazione (La BotteGaia,<br />

tel. 0573 365602), mentre per<br />

le informazioni sulla<br />

programmazione rivolgersi ai<br />

cinema Verdi (0573 28659) o<br />

Roma (0573 365274).<br />

Se poi siete soci di Unicoop<br />

Firenze, è stata stipulata una<br />

convenzione grazie alla quale<br />

la cena e il cinema vi<br />

costeranno solo 10 euro, ma<br />

per ogni informazione<br />

rivolgetevi alla locale sezione<br />

soci (0573 34615).<br />

Premio “Vigna<br />

degli Artisti”<br />

Vino e arte contemporanea si<br />

incontrano ancora una volta<br />

alle Cantine Leonardo da<br />

Vinci, che hanno replicato il<br />

Premio “Vigna degli Artisti”.<br />

Dopo il successo della prima<br />

edizione, svoltasi in<br />

collaborazione con<br />

l’Accademia di Belle Arti di<br />

Firenze, per il <strong>2003</strong> “Vigna<br />

degli Artisti” ha coinvolto le<br />

Accademie di Firenze,<br />

Bologna, Perugia e Urbino.<br />

Si è aggiudicato il premio<br />

Gabriele Aruzzo, ventisettenne<br />

pescarese, con l’opera<br />

Lacrimae rerum (spray, smalto,<br />

foglia d’argento su tela).<br />

L’opera vincitrice entra a far<br />

parte della collezione delle<br />

Cantine Leonardo da Vinci e<br />

sarà pubblicata sull’etichetta<br />

dell’annata 2001 del Merlot<br />

“Degli Artisti” (un Merlot “in<br />

purezza”). Le venti opere<br />

selezionate, compresa quella<br />

vincitrice, saranno esposte<br />

nella mostra (realizzata con il<br />

patrocinio del Comune di<br />

Vinci e inserita nel calendario<br />

delle celebrazioni<br />

leonardiane) inaugurata<br />

domenica 1° <strong>giugno</strong> nella<br />

sala del Comune, presso la<br />

Palazzina Uzielli di Vinci.<br />

L’esposizione rimarrà aperta<br />

fino a sabato 14 <strong>giugno</strong> con<br />

orario continuato 11-19.<br />

L’ingresso è gratuito. Per<br />

ulteriori informazioni tel.<br />

0571 902444 oppure<br />

www.cantineleonardo.it.<br />

LA QUERCE di Massimo Marchi<br />

Via Imprunetana per Tavarnuzze, 41<br />

50023 Impruneta (Firenze)<br />

Tel e fax +39.0552011380<br />

e-mail:laquerce@inwind.it<br />

www.laquerce.com<br />

35


le degustazioni di gola <strong>gioconda</strong><br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Le Degustazioni di <strong>Gola</strong> <strong>gioconda</strong> sono offerte da<br />

Degustazione verticale di<br />

Summus<br />

Degustazione effettuata in azienda<br />

il 24 gennaio <strong>2003</strong><br />

di Leonardo Romanelli<br />

C<br />

ompletiamo le verticali effettuate presso il Castello<br />

Banfi. Di scena, questa volta, due vini<br />

composti da uvaggio: il Summus, che prevede l’impiego<br />

di sangiovese, cabernet sauvignon e syrah e<br />

l’Excelsus, che ha mantenuto inalterata negli anni<br />

la sua composizione: cabernet sauvignon al 60% e<br />

merlot al 40%.<br />

Un percorso interessante, che mostra i progressi<br />

compiuti nel corso degli anni da vini che mantengono<br />

però salde radici con il territorio. È proprio la<br />

1990<br />

Colore granato, con evidenti riflessi<br />

aranciati. Di buona compattezza<br />

colorante, non molto<br />

carico, luminoso. Al naso si dimostra<br />

aperto, di forte impatto,<br />

con qualche elemento meno<br />

nitido nel finale. Emerge la frutta<br />

matura e una miscela di spezie,<br />

cenni di canfora (s.b.) ed<br />

anche dattero secco e tabacco<br />

(p.b.), caffè. Buono l’ingresso<br />

Simbologia dei punteggi<br />

in bocca, con una bella vena<br />

acida a supportare un corpo<br />

solido. I tannini sono a trama<br />

fitta, non troppo delicati. Il finale<br />

è caldo, con note balsamiche<br />

a livello retrolfattivo.<br />

Giudizio. Ha compiuto la sua<br />

vita e si avvia ad una tranquilla<br />

vecchiaia. Segni di vetustà<br />

sono evidenti, ma è apprezzabile<br />

la tenuta generale.<br />

Via S. Brigida, 10<br />

50060 Pontassieve (Fi)<br />

Tel/Fax 0558300411<br />

La commissione<br />

di degustazione<br />

è formata da: Leonardo<br />

Romanelli, Sandro<br />

Bosticco, Michele Franzan<br />

e Paolo Baracchino<br />

Castello Banfi<br />

Loc. Poggio alle Mura<br />

53024 Montalcino – Siena<br />

Tel. 0577 840111<br />

Fax 0577 840205<br />

e-mail: info@banfi.it<br />

www.castellobanfi.com<br />

piena espressione delle caratteristiche del terroir<br />

quello che ci ha colpito di più, caratteristiche che si<br />

ripetono immutabili nel corso degli anni.<br />

1993<br />

Alla vista si presenta granato<br />

deciso, con un accenno di aranciato<br />

nella parte dell’unghia,<br />

non troppo evoluto. All’esame<br />

olfattivo mostra dapprima una<br />

chiusura che poi si apre a sentori<br />

principalmente vegetali, e<br />

poi lascia spazio ad un bouquet<br />

evoluto, dove si riconosce il<br />

goudron (s.b.) e la grafite<br />

(p.b.). In bocca si dimostra di<br />

95-100 90-94 85-89 80-84 75-79 70-74


uon peso, con acidità in rilievo<br />

insieme ad un tannino ancora<br />

marcato.<br />

Giudizio. Il vino, si può dire,<br />

ha spaccato la commissione<br />

che ha considerato in maniera<br />

diversa le caratteristiche<br />

salienti.<br />

1995<br />

Si presenta di una buona tonalità<br />

rubina, dai riflessi appena<br />

granati. I profumi spaziano<br />

dapprima su note vegetali<br />

scomposte, per poi caratterizzarsi<br />

su aromi più freschi,<br />

di peperone e menta e poi ancora<br />

carruba e caffè (s.b.). Si<br />

colgono anche cenni di sottobosco<br />

e rabarbaro (p.b.). Sorprende<br />

la freschezza dell’acidità,<br />

nell’impatto in bocca che<br />

si mostra in sufficiente equilibrio<br />

ad una struttura decisa.<br />

Il finale è di media lunghezza,<br />

nel quale riaffiorano sentori<br />

erbacei.<br />

Giudizio. Manca forse un’armonia<br />

generale, ma ci sono elementi<br />

singoli godibili e piacevolmentesorprendenti.<br />

1997<br />

Rubino, compatto, serrato, dai<br />

riflessi appena più scuri. All’olfatto<br />

di manifesta subito<br />

con un ottimo impatto, dove<br />

alle sensazioni lievemente erbacee<br />

si fondono note balsamiche,<br />

supportate da un bel<br />

fruttato, che ricorda il ribes e<br />

poi la viola (p.b.). Gradevole<br />

la sensazione gustativa, dove<br />

la freschezza data dall’acidità<br />

permette di raggiungere un<br />

gradevole equilibrio, con tannini<br />

avvertibili senza però ri-<br />

sultare pesanti. Il finale è persistente,<br />

fresco, molto avvincente.<br />

Giudizio. Un vino vivo, nervoso,<br />

dotato di energia. Una<br />

bella sensazione di<br />

vitalità.<br />

1998<br />

Bello il colore, rubino vivo serrato.<br />

Si esprimono al naso dapprima<br />

delle nuances tostate,<br />

per poi aprirsi a una miscellanea<br />

di frutti, composita; nella<br />

quale si riconosce la ciliegia, il<br />

mirtillo e la prugna cotta (s.b.).<br />

Note speziate delicate ricordano<br />

la cannella e i chiodi di garofano<br />

(p.b.). Al gusto si rileva<br />

un tannino deciso, molto<br />

tenace, che riesce poi a distendersi<br />

grazie a un corpo solido,<br />

di buona consistenza. Il finale<br />

rimane un po’ condizionato dal<br />

tannino ma quella che prevale<br />

è una godibile piacevolezza gustativa,<br />

dove fa capolino il tostato<br />

del legno.<br />

Giudizio. Ben fatto e costruito,<br />

con tanta materia che si<br />

può ancora distendere, con il<br />

tempo che può incidere ancora<br />

in maniera favorevole.<br />

1999<br />

L’esame visivo mostra un colore<br />

rubino dove però sono evidenti<br />

i riflessi porpora. L’impatto<br />

al naso è dapprima delicato,<br />

senza eccessi, con una<br />

progressione nella quale vengono<br />

fuori il frutto come la<br />

mora, la dolce sensazione di<br />

vaniglia, il cioccolato (p.b.) e<br />

note vegetali nobili. L’attacco<br />

in bocca è godibile, succoso,<br />

dove il tannino risulta a trama<br />

fitta e setosa, con una sapidità<br />

di buon livello. Ottimo<br />

il finale, di lunghezza importante.<br />

Giudizio. Il migliore della serie,<br />

dove appaiono messe a<br />

frutto le esperienze<br />

del passato.<br />

le degustazioni di gola <strong>gioconda</strong>


le degustazioni di gola <strong>gioconda</strong><br />

Degustazione verticale di<br />

Excelsus<br />

Igt Toscana<br />

Degustazione effettuata in azienda il 24 gennaio <strong>2003</strong><br />

di Michele Franzan<br />

1993<br />

Il colore è un rubino intenso<br />

dai riflessi marcatamente granati,<br />

ancora luminoso. Al naso<br />

si presenta composto, maturo<br />

senza accenni evidenti di ossidazione:<br />

la gamma dei profumi,<br />

prevalentemente terziaria,<br />

spazia dal tabacco al rabarbaro,<br />

dalle note animali a lievi<br />

accenni erbacei. Le nuances<br />

fruttate, invece, ricordano la<br />

confettura di cassis (p.b.) e<br />

quella di mora. La bocca conserva<br />

un buon corpo restituendo<br />

un insieme caldo, asciutto,<br />

di bella persistenza gustativa.<br />

Giudizio. Superati i dieci<br />

anni di vita, riesce ad esprimere<br />

un carattere sicuro e forte,<br />

ancora accattivante.<br />

1995<br />

Alla vista si presenta di un rubino<br />

compatto, scuro, dai riflessi<br />

appena virati al granato.<br />

Le olfazioni palesano un insieme<br />

di buona intensità, a tratti<br />

ancora fresco, che ricorda la<br />

canfora, il pepe bianco, la marmellata<br />

di frutti di bosco. L’ingresso<br />

in bocca è soffice per la<br />

delicata dolcezza del frutto; il<br />

prosieguo, tuttavia, si rivela<br />

austero per via di un tannino<br />

piuttosto deciso. Sapido e lun-<br />

go il finale, che conserva degli<br />

apprezzabili accenni di frutta<br />

secca.<br />

Giudizio. Forse l’annata – celebre<br />

– ha creato qualche<br />

aspettativa di troppo. Intendiamoci,<br />

le soddisfazioni sono<br />

garantite, insieme con l’integrità<br />

del prodotto.<br />

1997<br />

Il colore è già di per sé una<br />

sorpresa: rosso rubino vivo,<br />

intenso, dai riflessi incredibilmente<br />

giovanili. Altrettanto<br />

carica è la componente olfattiva,<br />

in cui oltre alle note erbacee<br />

si ergono quelle fruttate<br />

e speziate: dal ribes alla mora,<br />

per arrivare alla vaniglia e al<br />

chiodo di garofano. Corretta ed<br />

equilibrata la bocca, con tannini<br />

levigati e polpa in bella<br />

evidenza.<br />

Giudizio. Altra annata blasonata,<br />

ma questa volta il colpo<br />

va a segno. Ha ancora molta<br />

strada davanti a sé.<br />

1998<br />

L’abito è di un bel rubino compatto,<br />

impreziosito da venature<br />

color inchiostro. All’olfatto<br />

la caratteristica immediatamente<br />

evidente è il deciso apporto<br />

della componente floreale,<br />

che assieme alle note mi-<br />

nerali e a quelle fruttate va a<br />

costituire il bouquet. Fra i riconoscimenti<br />

più evidenti si<br />

segnalano la viola appassita, il<br />

cassis, lo iodio, la cannella<br />

(s.b.). Buona la consistenza<br />

d’insieme al palato, anche se il<br />

tannino si rivela sopra le righe.<br />

Piacevole il finale, in cui impera<br />

un gusto deciso di prugna.<br />

Giudizio. Cresce la polpa e<br />

la pienezza in bocca, anche se<br />

l’importanza del tannino ricorda<br />

che l’equilibrio è una questione<br />

di tempo.<br />

1999<br />

Rubino molto carico, dal bordo<br />

violaceo. Evidenti i richiami vegetali<br />

al naso, in un bouquet<br />

ancora non completamente registrato<br />

che presenta profumi<br />

di viola, ciliegia, mora e note<br />

boisé. Ricca di materia e fittissima<br />

nel tannino la bocca, che<br />

appare ancora esuberante e<br />

slegata tale è la sua giovinezza.<br />

La potenzialità è però intuibile.<br />

Giudizio. Degustarlo adesso<br />

è quasi operare un assaggio enprimeur.<br />

Il giudizio, per il momento,<br />

è più che buono, ma<br />

l’appuntamento definitivo è rimandato<br />

di qualche<br />

tempo.


Gli strumenti giusti<br />

di Leonardo Romanelli<br />

Secondo appuntamento con il corso di degustazione. La volta scorsa abbiamo parlato<br />

dell’importanza della conoscenza sensoriale dei vini. La vista, l’olfatto e il gusto – come ci<br />

dimostrano le degustazioni pubblicate nelle pagine precedenti – possono svelarci molte cose.<br />

E, senza pretendere di fare di voi dei sommelier, lo scopo di queste lezioni è proprio quello di<br />

farvi acquisire nozioni utili per addentrarvi nell’affascinante mondo di Bacco.<br />

Seconda lezione<br />

L’argomento di questa seconda lezione riguarda<br />

gli “strumenti” del degustatore, un mestiere che,<br />

come qualsiasi altro, ha i suoi attrezzi. Non molti,<br />

ma tutti indispensabili.<br />

Il bicchiere: di vetro o di cristallo, l’essenziale<br />

è che sia liscio – privo di fregi o sfaccettature –<br />

trasparente, leggero e dotato di stelo, per poterlo<br />

impugnare e farlo roteare con facilità. Il<br />

bicchiere, infatti, non va mai afferrato per la<br />

pancia perché il calore della mano ne altererebbe<br />

le caratteristiche compromettendo così la degustazione.<br />

Il bordo deve essere il più sottile<br />

possibile. Esistono calici da degustazione “universali”,<br />

cioè ufficialmente riconosciuti – per<br />

dimensioni e caratteristiche – idonei ad assaggiare<br />

ogni tipo di vino. Ciò non toglie che a<br />

seconda dell’invecchiamento e della struttura di<br />

ogni vino sarà bene scegliere il bicchiere più<br />

appropriato. Per i bianchi freschi e aromatici la<br />

forma migliore è quella a tulipano, bombato al<br />

centro e stretto verso la sommità. Mentre un<br />

bicchiere più grande e soprattutto più<br />

aperto è l’ideale per i bianchi più<br />

strutturati che hanno magari anche<br />

visto un affinamento in barrique.<br />

Passando ai rossi, è meglio riservare<br />

i bicchieri più ampi e panciuti<br />

ai vini strutturati e austeri come il<br />

Brunello, il Sangiovese e il Barbaresco.<br />

Mentre i rossi giovani andranno benissimo<br />

in un calice più piccolo.<br />

Lo sputavino: il nome non è certo invitante<br />

e, per non addetti ai lavori,<br />

assume un significato poco grade-<br />

vole. In pratica, si tratta del contenitore dove<br />

espellere il vino degustato che non va bevuto,<br />

per non ingerire un quantitativo eccessivo di<br />

alcol, che renderebbe poco attendibile il giudizio<br />

espresso negli assaggi successivi!<br />

Il pane: mangiate del pane dopo una serie di<br />

campioni di vino, per far “riposare” i sensi, dopo<br />

averli ampiamente stimolati. Il pane ideale è il<br />

tipo toscano, completamente privo di sale. In<br />

sostituzione, possono essere impiegati grissini<br />

o crackers, anch’essi però non salati.<br />

Il cavatappi: dotato di una spirale a forma di<br />

verme, può avere le forme e le dimensioni più<br />

disparate. Oggetto da collezione, è stato anche<br />

uno strumento che ha fornito lavoro a designer<br />

affermati, che si sono scatenati nel cercare di<br />

creare pezzi unici, belli da vedere ma spesso<br />

poco funzionali. Il più adatto allo scopo è il<br />

modello a leva, leggero ed efficace. Se ne può<br />

fare a meno solo quando si effettua la degustazione<br />

di vini spumanti, che hanno il tappo facilmente<br />

estraibile con le mani o, in casi<br />

estremi, con l’apposita pinza.<br />

le degustazioni di gola <strong>gioconda</strong>


40<br />

OTTENUTO DA UNA<br />

SELEZIONE DELLE UVE<br />

SANGIOVESE, CANAIOLO E<br />

TREBBIANO TOSCANO,<br />

COLTIVATE NEI NOSTRI<br />

VIGNETI. QUESTO VINO<br />

DAI PROFUMI FRUTTATI E<br />

FLOREALI E DAL GUSTO<br />

MORBIDO, SI ACCOMPAGNA<br />

AI PRIMI PIATTI IN GENERE E<br />

A TUTTI I PIATTI DI CARNE<br />

BIANCA E ROSSA. SERVIRE A<br />

16°-18° C<br />

TENUTA<br />

IL CORNO<br />

VIA MALAFRASCA, 64<br />

SAN CASCIANO VP (FI)<br />

ITALIA<br />

tel. +39-055-8248009<br />

fax +39-055-8248035<br />

e-mail: ilcorno@iol.it

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