Il paziente con orticaria: come comportarsi? - Passoni Editore
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<strong>Il</strong> <strong>paziente</strong> <strong>con</strong> <strong>orticaria</strong>:<br />
<strong>come</strong> <strong>comportarsi</strong>?<br />
Alberico Motolese*, Sarah Capriata**<br />
*Direttore U.O.Dermatologia Ospedale A.Manzoni, Lecco<br />
**Responsabile Servizio di Allergologia, Ospedale Valduce, Como<br />
Dal 15 al 25% della popolazione ha almeno un episodio di <strong>orticaria</strong> acuta nella corso<br />
della vita. L’incidenza e la prevalenza esatta delle orticarie croniche idiopatiche (<strong>con</strong><br />
sintomi recidivanti per più di 6 settimane <strong>con</strong>secutive) non è nota, sebbene sembra sia<br />
tra lo 0.1 e il 3% della popolazione generale, più frequente nel sesso femminile. <strong>Il</strong> ri<strong>con</strong>oscimento<br />
dell’agente causale, soprattutto per l’<strong>orticaria</strong> cronica, rappresenta una vera<br />
e propria sfida diagnostica per il medico di famiglia e per lo specialista. Le batterie di<br />
esami presenti nei protocolli diagnostici comprendono una serie di esami vari sui quali<br />
forti perplessità sono sempre state nutrite.<br />
È stata recentemente pubblicata una metanalisi di Kozel et al (J Am Acad Dermatol,<br />
2003) che ha analizzato 53 studi clinici che includessero non meno di 50 pazienti effettuati<br />
dal 1930 ad oggi sulla diagnosi di <strong>orticaria</strong> cronica in pazienti adulti. Lo scopo era<br />
di identificare una relazione tra le cause accertate di <strong>orticaria</strong> cronica e il numero di esami<br />
di laboratorio effettuati e valutare il numero di patologie internistiche severe eventualmente<br />
correlate. Negli studi <strong>con</strong> più di 20 esami eseguiti, la percentuale di diagnosi<br />
accertate era tra 1% e 84%, mentre in quelli <strong>con</strong> meno di 20 esami eseguiti la diagnosi<br />
varia tra 29% e 84% dei casi. Se<strong>con</strong>do questa metanalisi non sembra quindi esistere correlazione<br />
tra numero di esami e possibilità di fare diagnosi, che viene effettuata mediamente<br />
nel 38% delle orticarie croniche.<br />
Non appare quindi particolarmente importante eseguire un grande numero di esami per<br />
effettuare diagnosi in pazienti <strong>con</strong> <strong>orticaria</strong>, quanto piuttosto eseguire gli esami mirandoli<br />
sulla base dell’anamnesi, che appare uno strumento fondamentale per orientare il<br />
medico verso un adeguato screening diagnostico.<br />
Nella raccolta anamnestica appare utile la compilazione, anche a domicilio, di un questionario<br />
da parte del <strong>paziente</strong> che sia esauriente soprattutto nella valutazione di eventuali<br />
fattori scatenanti l’<strong>orticaria</strong> (farmaci, fattori fisici, <strong>con</strong>sumo di alcolici, alimenti).<br />
Negli ultimi anni la letteratura ha segnalato una possibile correlazione tra <strong>orticaria</strong> cronica<br />
e infezione da Helicobacter pylori, distiroidismi, infezioni. I dati di letteratura sono<br />
in realtà assai <strong>con</strong>trastanti nel definire l’esatta correlazione tra queste patologie e l’<strong>orticaria</strong>.<br />
Accanto ai più comuni test allergologici di screening per valutare eventuale correlazione<br />
tra l’<strong>orticaria</strong> e alimenti, inalanti o apteni per <strong>con</strong>tatto, oggi è d’uso effettuare<br />
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il test ASST (Autologus Serum Skin Test o test del pomfo autologo) per valutare le orticarie<br />
autoimmuni.<br />
Quasi un terzo dei pazienti <strong>con</strong> <strong>orticaria</strong> croniche idiopatica possiede autoanticorpi IgG<br />
<strong>con</strong>tro i recettori ad alta affinità per le IgE Fc_RI e, meno frequentemente (intorno al<br />
10% dei pazienti), ha autoanticorpi anti IgE.. I pazienti <strong>con</strong> uno o entrambi gli autoanticorpi<br />
positivi sembrano essere affetti da forme più severe di <strong>orticaria</strong> e rispondere meglio<br />
a terapie <strong>con</strong> farmaci immunosoppressori.<br />
Anche le strategie terapeutiche da mettere in atto nella cura dell’<strong>orticaria</strong> devono seguire<br />
un preciso algoritmo che inizia <strong>con</strong> le comuni terapie <strong>con</strong> antistaminici di nuova<br />
e vecchia generazione e cortisonici (da utilizzare solo nelle fasi acute) per <strong>con</strong>cludersi,<br />
nei casi più complessi, <strong>con</strong> farmaci immunomodulanti.<br />
Interessante anche il nuovo utilizzo dei farmaci antileucotrienici, fino ad oggi indicati<br />
solo nella terapia dell’asma e della rinite, in associazione <strong>con</strong> gli antistaminici per la cura<br />
in particolare delle orticarie correlate all’assunzione di FANS.<br />
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