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LIBRO 3-03-2006 9:26 Pagina 46 / Irene, un pezzetto <strong>del</strong>la copertina <strong>di</strong> un quaderno sul quale faceva gli scarabocchi quando era piccola e non sapeva <strong>di</strong>segnare. / Interviene Elena: da piccoli si faceva gli scarabocchi ma per noi erano <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> qualcosa… / Francesca, un paio <strong>di</strong> forbicine regalatole dalla mamma e con le quali si era tagliata, ricordo per <strong>il</strong> piacere <strong>del</strong> regalo e <strong>del</strong> dolore per <strong>il</strong> taglio. / Gabriele, una matita rossa perché gli piace <strong>il</strong> rosso. Dopo la prima fase <strong>di</strong> lavoro <strong>Francesconi</strong> parla ai bambini <strong>di</strong> spazio, <strong>di</strong> linee, <strong>di</strong> colori e <strong>del</strong>la capacità <strong>di</strong> comunicare attraverso questi elementi per consentire loro <strong>di</strong> intervenire liberamente sulla tessera con segni e colori. La conversazione prosegue sui rifiuti e sul concetto <strong>di</strong> consumismo; i bambini intervengono con le loro esperienze a proposito <strong>di</strong> oggetti ancora in buono stato che vengono gettati via e che invece possono essere convenientemente riut<strong>il</strong>izzati. Dunque riut<strong>il</strong>izzo e conservazione, oggetti che verrebbero buttati via e che invece così rimarranno legati alla memoria: formeranno un’opera, bella o brutta non ha importanza, è importante <strong>il</strong> <strong>percorso</strong> fatto per realizzarla. Viene deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre le tessere a righe sfalsate, in modo da creare <strong>di</strong>namicità. Una volta sistemati tutti i cartoncini, l’artista invita i bambini a trovare un titolo da dare all’opera. Si sceglie “Ricor<strong>di</strong> col freno a mano”, perché i ricor<strong>di</strong> belli non sono sempre così belli e i ricor<strong>di</strong> brutti non sono mai così brutti. Le Bambine e i Bambini <strong>Paolo</strong> <strong>Francesconi</strong> è una persona molto estroversa che si sa esprimere molto bene / …e dà effetto a quello che <strong>di</strong>ce / anche se qualche volta parla <strong>di</strong> cose <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i per noi e non capiamo / <strong>di</strong>ce cose da gran<strong>di</strong> / ma parla in modo molto espressivo / mimando quello che <strong>di</strong>ce / per spiegare meglio le parole <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i ci <strong>di</strong>ceva cosa volevano <strong>di</strong>re / è un piacere imparare cose nuove / è <strong>di</strong>vertente stare con lui che vorrei rimanesse tutto <strong>il</strong> giorno / credevo che si facessero <strong>di</strong>segni a pittura <strong>del</strong>le sequenze <strong>del</strong> racconto <strong>di</strong> Rodari / invece abbiamo parlato <strong>di</strong> noi e dei nostri ricor<strong>di</strong> / anche <strong>di</strong> quando eravamo piccoli e <strong>del</strong>la nostra vita <strong>di</strong> ora / quello che abbiamo fatto era <strong>di</strong>verso da quello che ci aspettavamo però ci è piaciuto <strong>di</strong> più / abbiamo imparato ad esprimere in un altro modo i nostri sentimenti. Terzo laboratorio: Scuola Primaria Oltrera classe 4 A Giuseppina Calvetti, insegnante Artista Tutti noi possiamo lasciare dei segni che testimoniano le nostre emozioni: con le parole, con la scrittura, con <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno. La realizzazione <strong>di</strong> un’opera può essere fatta con <strong>il</strong> colore, con <strong>il</strong> gesso, con gli acquarelli, con le tempere a olio ma anche… con degli oggetti. Con gli oggetti che porteremo, lasceremo un segno <strong>del</strong> nostro passaggio. L’oggetto deve essere, per noi, importante: legato ad un evento, ad un ricordo lieto o triste, ad un attimo <strong>del</strong>la nostra vita. L’artista rende i bambini protagonisti facendoli parlare uno alla volta, coinvolgendoli nel gioco-racconto.