TERREMOTO E CONSERVAZIONE: INCANNUCCIATE ...
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Fig. 2. Caserta (Loc. Casolla), Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo maggiore, Progetto di risanamento,<br />
consolidamento e restauro (arch. G. Sarnella; ing. A. Del Monaco). Variante di progetto, sezione longitudinale,<br />
1986. Come d‘uopo in quegli anni, le murature furono soggette a significativi incrementi di rigidezza, in virtù della<br />
generalizzata adozione di perforazioni armate, iniezioni di miscele cementizie e cordoli in c.a. In rosso sono<br />
indicate le opere realizzate con il primo lotto di lavori.<br />
Il progetto degli ingegneri G. Rossi e A. Ruggi, oltre a riconfigurare parzialmente l‘invaso interno per<br />
restituirvi una presunta unitarietà di stile, sempre nella navata centrale dispose l‘adozione di capriate<br />
con controcatena (ascialone) chiodato ai puntoni, secondo una configurazione particolarmente<br />
caratterizzante il panorama regionale ottocentesco, specialmente in Terra di Lavoro, limitatamente ad<br />
episodi di luce non superiore a circa 7 m, concordemente al caso in parola. In quell‘occasione, anche i<br />
manti furono totalmente sostituiti.<br />
Secondo le stime elaborate in occasione del lavoro pubblicato nel 1994, proprio nella provincia di<br />
Caserta, il dato statistico evidenzia che i danneggiamenti degli organismi chiesastici investirono, più<br />
che altrove, coperture e controsoffittature, determinandone, quasi costantemente, rifacimenti e<br />
sostituzioni, altresì favoriti dal peggioramento degli stati conservativi, in ragione della particolare<br />
tempistica degli interventi, per l‘intermittenza e la consistenza dei finanziamenti approntati troppo<br />
spesso dopo lunghi periodi di completa esposizione alle aggressioni atmosferiche [12]. Ovviamente, le<br />
connessioni tra apparecchi sommitali e tetti (orditure primarie, secondarie ed impalcati delle falde)<br />
sono fondamentali per l‘equilibrio, in particolare, di fabbriche prive di solai, con pareti libere lunghe e<br />
snelle, senza cortine trasversali di controvento, com‘è appunto comune nelle tipologie esaminate,<br />
dove la copertura sostanzia l‘unica o la principale occasione di solidarizzazione orizzontale tra<br />
paramenti opposti [13]. D‘altro canto, trattandosi di orditure non adeguatamente vincolate agli<br />
appoggi, sia nel caso di nodi catena-puntone sia, ancor di più, in presenza di incavallature prive di<br />
catena, durante il terremoto queste membrature hanno indotto spinte localizzate sulle parti murarie<br />
adiacenti, provocando spostamenti progressivi verso l‘esterno, la perdita dell‘appoggio e, quindi, lo<br />
sfilamento della singola trave. Identicamente rilevanti risultano, inoltre, i cinematismi provocati sui muri<br />
d‘ambito dalla deformazione per inflessione degli elementi di colmo, anch‘essi condizionanti i<br />
meccanismi di danno.<br />
Riguardo alle volte in cameracanne, le specificità costruttive non rivelano, invece, deficienze<br />
particolari, ad eccezione forse dello stato di conservazione di centine lignee e stuoiati. Si registrano<br />
spesso agressioni biologiche, disgregazioni e polverizzazioni delle fibre legnose, soprattutto laddove<br />
l‘esposizione agli agenti atmosferici conseguente al crollo dei sistemi di copertura é stata<br />
particolarmente prolungata. Sotto il profilo costruttivo, secondo le modalità di assemblaggio più<br />
ricorrenti, le centine, ricavate da essenze di poco pregio, sono composte dall‘abbinamento chiodato<br />
(con chiodi ribattuti o a testa larga) di due o più tavole, in funzione della misura dell‘interasse,<br />
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