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• Tecniche • Cantieri • Realizzazioni • Sicurezza

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Edilizia<br />

E113<br />

PROGETTARE<br />

& COSTRUIRE<br />

Pasquale Apone<br />

Costruzione<br />

di gallerie<br />

<strong>•</strong> <strong>Tecniche</strong><br />

<strong>•</strong> <strong>Cantieri</strong><br />

<strong>•</strong> <strong>Realizzazioni</strong><br />

<strong>•</strong> <strong>Sicurezza</strong><br />

Se<br />

®<br />

sistemi editoriali<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Excerpt of the full publication<br />

Professionisti, tecnici e imprese<br />

Gruppo Editoriale Esselibri - Simone


Estratto distribuito da Biblet<br />

Excerpt of the full publication


Copyright © 2006 Esselibri S.p.A.<br />

Via F. Russo, 33/D<br />

80123 Napoli<br />

Azienda certificata dal 2003 con sistema qualità ISO 14001: 2004<br />

Tutti i diritti riservati<br />

È vietata la riproduzione anche parziale<br />

e con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione<br />

scritta dell’editore.<br />

Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro, l’editore è<br />

a disposizione degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle opportune correzioni<br />

nel caso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione degli interessati.<br />

Prima edizione: ottobre 2006<br />

E113 - Costruzione di gallerie<br />

ISBN 88-513-0392-4<br />

Ristampe<br />

8 7 6 5 4 3 2 1 2006 2007 2008 2009<br />

Questo volume è stato stampato presso:<br />

MultiMedia - V.le Ferrovie dello Stato Zona ASI - Giugliano - (NA)<br />

Coordinamento redazionale: Alice Berto<br />

www.sistemieditoriali.it<br />

Per conoscere le nostre novità editoriali consulta il sito internet: www.sistemieditoriali.it<br />

Excerpt of the full publication


n Prefazione<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Questo libro, redatto da un praticone, perché tale mi ritengo, avendo svolto la<br />

mia ultra quarantennale attività di ingegnere più nei cantieri che nelle sedi generali<br />

delle Imprese di costruzioni presso le quali ho lavorato, vuole dare un<br />

contributo, un supporto di esperienza acquisita a tutti quei tecnici, manager, impiegati,<br />

capi cantiere che operano nel settore delle grandi opere di ingegneria<br />

civile e più specificatamente in quello della costruzione di gallerie. Sicuramente<br />

la costruzione di una galleria incute rispetto e timore, perché ci si avventura<br />

nel cuore della terra, ove le incognite sono tante e spesso imprevedibili, sebbene<br />

la scienza e la tecnologia, oggi, abbiano dato tanti supporti per una preliminare<br />

ed accurata analisi di tutte quelle difficoltà di carattere geomeccanico,<br />

idraulico, soprattutto, che possono aversi nel corso dello scavo. Ma, occorre dire,<br />

ogni timore di inadeguatezza viene sempre superato quando si affronta la<br />

realtà dei cantieri, e più la si affronta più si acquisisce sicurezza. Più si vive<br />

l’esaltante esperienza di costruire una galleria più si entra nei dettagli della roccia<br />

sino a conoscerne i comportamenti, i segnali e le reazioni. La pratica quotidiana<br />

del lavoro dà sicurezza e conoscenze nuove, i turni di lavoro in galleria<br />

ti permettono di seguire nelle sue fasi di svolgimento ogni lavorazione, dalla<br />

perforazione dei fori da mina al brillamento della volata, dallo smarino al<br />

trasporto alle discariche del materiale di risulta. Si apprendono molte cose dai<br />

minatori, dai perforatori, dai fuochini, forse più di quello che si è sentito nelle<br />

aule dell’università.<br />

La costruzione di una galleria ha costituito sempre il momento più importante<br />

dei lavori di un cantiere, sia per l’alto valore economico di siffatte opere sia<br />

per la necessità di entrare, sebbene in modo pratico, nella conoscenza di numerose<br />

branche quali la geologia, la idrogeologia, la meccanica delle rocce, le<br />

macchine quali pompe, ventilatori, escavatori, elettrocompressori, l’elettrotecnica,<br />

la chimica ed infine la tecnica degli esplosivi.<br />

Questo libro, redatto da un ingegnere minerario, come si suol dire un vecchio<br />

lupo di cantiere, ha la modesta pretesa di apportare un contributo di esperienze<br />

reali in un settore sempre più al centro dello sviluppo economico e industriale<br />

del nostro paese. Basti pensare al ruolo fondamentale che le linee ferroviarie<br />

ad alta velocità, le autostrade, i gasdotti avranno nel collegamento dell’Italia<br />

al resto dell’Europa ed ai paesi in via di sviluppo dell’Est, attraverso il<br />

superamento della catena montagnosa delle Alpi, per conseguire il fine di accelerare<br />

gli interscambi commerciali. Le gallerie avranno, inoltre, sempre più importanza<br />

nell’ ammorbidire l’impatto ambientale, riducendo la percentuale delle<br />

infrastrutture a cielo aperto che spesse volte deturpano l’ambiente circostante<br />

sotto tutti i punti di vista. Basti pensare al ruolo fondamentale che hanno avuto<br />

ed avranno ancora le metropolitane nel ridurre l’inquinamento atmosferico Prefazione<br />

Excerpt of the full publication<br />

3


Costruzione di gallerie 4<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

ed il degrado ambientale delle grandi città. Basti riflettere su quanto ancora non<br />

è stato fatto per utilizzare cunicoli sotterranei per lo smaltimento veloce dei rifiuti<br />

solidi urbani. In definitiva con questo libro ho voluto dare un quadro abbastanza<br />

completo di tutte le problematiche tecniche, economiche e ambientali<br />

che riguardano lo scavo a foro cieco di una galleria, attingendo dalla mia esperienza<br />

personale e, soprattutto, dalle teorie di molti valenti esperti nella materia<br />

onde permettere ai tecnici, ai funzionari, ai dirigenti di imprese pubbliche e<br />

private, agli studenti di avere un approccio abbastanza semplice verso questo<br />

settore dell’ingegneria, che è stato sempre considerato come una specie di oligarchia<br />

del sapere esclusivo e misterioso della “terra”. Ricordo che nei lontani<br />

anni della costruzione del raddoppio ferroviario Battipaglia–Reggio Calabria e<br />

dell’autostrada Salerno–Reggio Calabria, i personaggi più importanti, fra l’altro<br />

i più pagati, erano i rudi capi cantiere provenienti generalmente dal Veneto, dal<br />

Trentino e dall’Abruzzo, privi di qualsiasi titolo di studio ma portatori di una<br />

conoscenza pratica, maturata attraverso il lavoro duro nelle gallerie minerarie e<br />

idrauliche, che conservavano gelosamente e difendevano con estrema autorità<br />

senza trasmetterla ai tecnici laureati o diplomati. Costituivano una oligarchia<br />

chiusa e impenetrabile della scienza delle gallerie. Ma il sistema migliore per<br />

sottrargli questo sapere consisteva nel dedicarsi quotidianamente, anche per turni<br />

interi di lavoro, alla galleria, osservare e analizzare tutte le fasi del lavoro,<br />

anche le più elementari, seguire gli operai in tutte le operazioni e le sequenze<br />

di lavorazioni banali ma importanti, andare a vedere come funzionavano gli impianti<br />

a servizio della galleria, annotare tutte le variazioni geologiche ed idrauliche<br />

che si manifestavano sul fronte di avanzamento, leggere i progetti, le relazioni,<br />

ascoltare le parole dei consulenti universitari. Voglio dire, quindi, che<br />

in questo settore ha molta importanza la pratica, l’esperienza del cantiere, ma<br />

è anche importante che questa vada a coniugarsi, in ogni caso, con le conoscenze<br />

teoriche. Un vecchio minatore di una volta era capace di sostenere gli<br />

scavi con l’arte del legno, era una specie di artigiano che lentamente affrontava<br />

la montagna con la realizzazione di perfette e squadrate armature in tondoni<br />

di legno. Ma il lavoro era lento e spesso pericoloso. Oggi la scienza e la tecnologia<br />

hanno messo a disposizione dei tecnici delle gallerie attrezzature e sistemi<br />

di avanzamento rapidi e sicuri, che richiedono quindi non più il minatore<br />

artigiano di una volta ma un tecnico capace di conoscere le nuove tecnologie<br />

e desideroso di viverle nella realtà fondamentale del cantiere. Insomma ho<br />

voluto, anche se in modo sintetico, esporre la pratica del buon minatore alla<br />

luce della teoria.


n 1 Le rocce e gli scavi in galleria<br />

1.1 Tipologie di gallerie<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Le gallerie naturali vengono realizzate completamente all’interno dell’ammasso<br />

roccioso e possono avere, una volta rivestite con calcestruzzo semplice o armato,<br />

una sezione trasversale finita policentrica, mistilinea o perfettamente circolare.<br />

Abbiamo essenzialmente gallerie ferroviarie, stradali, idrauliche.<br />

Le gallerie ferroviarie a doppio binario e quelle autostradali a tre corsie di<br />

marcia hanno generalmente una sagoma policentrica con dimensioni di larghezza<br />

ed altezza che possono assumere valori elevati e variabili dai 10 ai<br />

15 metri. Le aree di scavo assumono di conseguenza valori di oltre 100 mq,<br />

generando enormi quantità di materiale lapideo da abbattere e da trasportare<br />

a discarica o, se idonei, da impiegare per la formazione di rilevati o per<br />

la produzione di inerti per calcestruzzi o per conglomerati bituminosi. Nelle<br />

gallerie idrauliche generalmente i diametri sono modesti e le sezioni spesso<br />

circolari.<br />

Le gallerie artificiali vengono costruite a cielo aperto e poi interrate. Oggi le tecnologie<br />

di costruzione per queste gallerie sono molto più veloci per l’uso di paratie<br />

in cemento armato costituite da diaframmi a sezione rettangolare o da pali<br />

circolari a grande diametro accostati. Le fasi lavorative consistono in: 1. realiz-<br />

Fig. 1.1 Sezione trasversale galleria ferroviaria.<br />

5<br />

1 Le rocce e gli scavi in galleria


Costruzione di gallerie 6<br />

Fig. 1.2 Galleria artificiale paramassi.<br />

Fig. 1.3 Interramento galleria artificiale.<br />

Fig. 1.4 Sezione di una galleria autostradale a doppia canna.<br />

Excerpt of the full publication


Estratto distribuito da Biblet<br />

1 1<br />

4<br />

2<br />

3<br />

Fig. 1.5 Galleria artificiale con paratie di pali.<br />

zazione della paratia, 2. scavo del nucleo di terra, 3. realizzazione della platea di<br />

fondazione e 4. getto successivo della copertura (Fig. 1.5).<br />

Le gallerie per metropolitane urbane hanno generalmente sezione circolare con<br />

diametri variabili dai 6 agli 8 metri (Fig. 1.6).<br />

Fig. 1.6 Galleria metropolitana di Caracas – Seli Spa – D (scavo = 5,88 metri).<br />

7<br />

1 Le rocce e gli scavi in galleria


Costruzione di gallerie 8<br />

Paramento<br />

1.2 Terminologia<br />

Fig. 1.7 Terminologia.<br />

La terminologia usata nello scavo di gallerie è quella illustrata nella Fig. 1.7.<br />

Si precisa che nel caso in cui gli ammassi rocciosi siano costituiti da rocce compatte<br />

ed integre, l’arco rovescio viene sostituito da una semplice platea. L’arco<br />

rovescio è sempre necessario in presenza di rocce sciolte coerenti e incoerenti<br />

o di rocce spingenti quali le argille e gli scisti argillosi.<br />

1.3 Le rocce e i sistemi di scavo<br />

Calotta<br />

Chiave di volta<br />

Sezione<br />

di calotta<br />

Sezione<br />

di strozzo<br />

Sezione<br />

di arco rovescio<br />

Arco rovescio Platea<br />

Profilo<br />

di intradosso<br />

Profilo<br />

di estradosso<br />

Piedritto<br />

Una buona conoscenza della mineralogia, della geologia e della geotecnica è indispensabile<br />

ad ogni tecnico che si interessi di gallerie per capire la fondamentale<br />

connessione che esiste fra le caratteristiche geologiche e geotecniche di un<br />

ammasso roccioso che è l’insieme di rocce, acqua e aria, e la costruzione delle<br />

gallerie. La geologia studia la genesi delle rocce, la loro composizione mineralogica,<br />

la loro struttura e giacitura o disposizione rispetto al nord, mentre la<br />

geotecnica ne analizza le caratteristiche fisico-meccaniche, quali ad esempio mo-<br />

Excerpt of the full publication


dulo di elasticità, resistenza a rottura per compressione, per taglio, pesi specifici,<br />

granulometria e vari altri parametri.<br />

Le rocce si dividono in tre grandi gruppi: rocce ignee, metamorfiche e sedimentarie.<br />

Riportiamo nella Tab 1.1 alcune caratteristiche delle più importanti rocce ignee,<br />

metamorfiche e sedimentarie.<br />

Rocce<br />

sedimentarie<br />

Tab. 1.1 Tipologie di rocce.<br />

Cause di debolezza Conseguenze<br />

Salgemma Elevatissima solubilità Cavernosità, cedimenti nelle rocce soprastanti<br />

Gesso Alta solubilità Carsismo con gallerie e cedimenti nelle<br />

rocce soprastanti<br />

Anidrite Modesta solubilità Carsismo con gallerie e cedimenti nelle<br />

rocce soprastanti<br />

Calcare Solubile in tempi lunghi per attacco C0 2<br />

e acqua. Inoltre la stratificazione porta<br />

superfici di debolezza<br />

Dolomia Solubile in tempi lunghi per attacco C0 2<br />

e acqua. Inoltre la stratificazione porta<br />

superfici di debolezza<br />

Calcari marnosi Hanno caratteri intermedi con le marne<br />

e marne calcaree.<br />

Selci Stratificazione accentuata, che le predispone<br />

a rari franamenti.<br />

Arenarie Se alterate, perdono il cemento calcareo,<br />

o argillloso, o siliceo e si trasformano<br />

in sabbie<br />

Marne Soprattutto se alterate, si suddividono<br />

in scaglie minute e si polverizzano in<br />

frammenti<br />

Meno esposto al carsismo dei gessi, ma<br />

in tempi lunghi dà luogo a doline, cavità<br />

e corsi d’acqua sotterranei. Pericoloso<br />

in questi casi per strade, gallerie,<br />

edifici<br />

Meno esposto al carsismo dei gessi, ma<br />

in tempi lunghi dà luogo a doline, cavità<br />

e corsi d’acqua sotterranei. Pericoloso<br />

in questi casi per strade, gallerie,<br />

edifici<br />

Se argillose e calcaree hanno discreta<br />

franosità<br />

Determinano facilmente frane in presenza<br />

di acqua<br />

Argille e argilliti Sono pseudocoerenti Determinano facilmente frane anche di<br />

grandi dimensioni (colamenti)<br />

Siltiti Hanno coesione molto ridotta Determinano facilmente frane anche di<br />

grandi dimensioni (colamenti)<br />

9<br />

1 Le rocce e gli scavi in galleria


Costruzione di gallerie 10<br />

Rocce<br />

piroclastiche<br />

Cause di debolezza Conseguenze<br />

Tufi Hanno elevata porosità, fatto che li espone<br />

al gelo, e bassa resistenza alla compressione<br />

Rocce<br />

magmatiche<br />

intrusive<br />

Graniti, sieniti,<br />

dioriti<br />

Cause di debolezza Conseguenze<br />

Se alterate, danno luogo a suoli superficiali<br />

sabbioso-argillosi<br />

Gabbri Si alterano più facilmente delle altre<br />

rocce intrusive<br />

Rocce<br />

metamorfiche<br />

Pericoli per fondazioni, dighe e gallerie<br />

se lo spessore della coltre di alterazione<br />

non è previsto<br />

Pericoli per fondazioni, dighe e gallerie<br />

se lo spessore della coltre di alterazione<br />

non è previsto<br />

Cause di debolezza Conseguenze<br />

Marmi Più soggetti al carsismo dei calcari Idem come i calcari<br />

Ardesie Molto scistose, fragili, alterabili Franosità elevata, ma resistono negli<br />

scavi molto meglio delle argilliti<br />

Lavagne Molto più deboli delle precedenti Franosità elevata, ma resistono negli<br />

scavi molto meglio delle argilliti<br />

Filladi Deboli, ma più resistenti delle lavagne,<br />

hanno inclusioni di quarzo<br />

Idem; in scavo sono più resistenti delle<br />

precedenti<br />

Micascisti Sono scistosi Frane frequenti, resistenti negli scavi<br />

Gneiss Non sono scistosi, ma presentano una<br />

bancatura<br />

Serpentinoscisti Molto scistosi; talora contengono amianto<br />

Eclogiti Non scistose. Deboli solo se alterate<br />

Sono predisposti alle frane solo se sono<br />

presenti intercalazioni ricche di miche<br />

Franosità alta; inquinamento aria e acqua<br />

da amianto<br />

Rocce di faglia Cause di debolezza Conseguenze<br />

Brecce di frizione Possono anche avere punti di debolezza,<br />

dove si riduce la cementazione<br />

Miloniti Deboli se non ricementate da quarzo<br />

o calcite<br />

Frane localizzate<br />

Producono in alcune occasioni frane<br />

Cataclasiti Debolissime, pulverulente o scistose Franose e portatrici di acqua in gallerie<br />

Excerpt of the full publication


Un sistema semplice per riconoscere in indagini di campagna le rocce è quello<br />

di cospargere sul campione prelevato delle gocce di acido cloridrico per<br />

capire se nella composizione della roccia vi sia o meno la presenza di carbonato<br />

di calcio. Infatti se la goccia schiuma vuol dire che siamo in presenza<br />

di carbonato di calcio e quindi la roccia può appartenere soltanto al gruppo<br />

delle sedimentarie o delle metamorfiche. Occorre poi scalfire la superficie<br />

del campione con l’unghia o con un temperino per saggiarne la durezza e<br />

quindi verificare l’esistenza o meno di quarzo che è specifico in linea di massima<br />

delle rocce ignee, ed è un minerale che riga o scalfisce un semplice<br />

frammento di vetro.<br />

1.4 Rocce ignee o magmatiche<br />

Riportiamo nella Tab. 1.2 la suddivisione delle rocce ignee in funzione della percentuale<br />

di silice SiO 2 presente.<br />

Le rocce ignee derivano dal consolidarsi, in ambiente sotterraneo o subaereo, di<br />

una massa fluida incandescente denominata magma. Se il consolidamento per<br />

raffreddamento di questo magma avviene in ambiente sotterraneo, hanno origine<br />

allora le rocce ignee intrusive che si evidenziano in grandiosi ammassi geologici,<br />

costituenti spesso delle vere e proprie catene montagnose. Se il consolidamento<br />

avviene rapidamente in ambiente subaereo o aereo, hanno origine le<br />

rocce ignee effusive che costituiscono delle notevoli distese geologiche, abbastanza<br />

spesse, le cosiddette colate laviche, quali quelle che si osservano sui versanti<br />

di alcuni vulcani italiani come il Vesuvio e l’Etna. Fra le rocce ignee intrusive,<br />

costituite essenzialmente da allumosilicati o silicati di alluminio, sodio,<br />

potassio, calcio, magnesio e silice pura, cioè ossido di silicio, che costituisce il<br />

quarzo, uno dei minerali più duri, ricordiamo il granito che è presente in misura<br />

notevole nelle catene alpine e in Sardegna, caratterizzato dall’associazione<br />

Tipo di roccia magmatica Rocce intrusive Rocce effusive<br />

Rocce sialiche o acide<br />

SiO 2 > 65 %<br />

Rocce femiche o basiche<br />

SiO 2 < 52 %<br />

Rocce neutre<br />

SiO 2 52 - 65 %<br />

Rocce ultrabasiche<br />

SiO 2 < 45 %<br />

Graniti<br />

Granodioriti<br />

Gabbri Basalti<br />

Leucititi<br />

Dioriti<br />

Sieniti<br />

Monzoniti<br />

Peridotiti<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Tab. 1.2 Rocce magmatiche.<br />

Excerpt of the full publication<br />

Lipariti o Rioliti<br />

Porfido quarzifero<br />

Ossidiane<br />

Pomice<br />

Andesiti<br />

Trachiti<br />

11<br />

1 Le rocce e gli scavi in galleria


Costruzione di gallerie 12<br />

di quarzo e ortoclasio (allumosilicato di potassio), la sienite, la diorite, mentre<br />

fra le rocce ignee effusive ricordiamo il porfido quarzifero, il basalto, la leucitite<br />

del Vesuvio.<br />

Le rocce ignee, siano esse intrusive che effusive, sono caratterizzate da elevati<br />

moduli di elasticità longitudinale e trasversale, E e G, e da una notevole resistenza<br />

alle sollecitazioni di compressione, come si evidenzia dalla seguente Tab.<br />

1.3 ove vengono riportate anche le resistenze a compressione di alcune rocce<br />

metamorfiche, quali scisti cristallini e gneiss, e di rocce sedimentarie quali tufi,<br />

arenarie e travertini.<br />

Un cubetto di granito può presentare una resistenza a rottura a compressione<br />

anche di oltre 2000 kg/cmq, un cubetto di sienite circa 1450 kg/cmq, uno di<br />

basalto può raggiungere anche valori di 4000 kg/cmq.<br />

Quindi queste rocce caratterizzate da altissimi valori delle resistenze alle sollecitazioni<br />

di compressione e di taglio costituiscono, da un punto di vista statico,<br />

il meglio che si possa incontrare nello scavo di una galleria, sempre che<br />

siano sane, omogenee e non siano state interessate da fortissimi movimenti<br />

tettonici. Infatti le rocce ignee sottoposte alle rimarchevoli sollecitazioni meccaniche<br />

di movimenti tettonici si frantumano, si spaccano appunto per la loro<br />

notevole rigidità, in una tela di fessurazioni, dette litoclasi e diaclasi, nelle<br />

quali possono circolare le acque che possono innescare un lentissimo processo<br />

di disfacimento chimico fisico. Le acque circolanti nelle fratture di un<br />

ammasso granitico possono, quindi, ingenerare un lento processo di argillificazione<br />

degli allumosilicati. Nelle cavità createsi si formano sacche di argille<br />

plastiche che alcune volte sono state intercettate durante lo scavo di<br />

gallerie.<br />

Roccia Rottura a Taglio<br />

kg/cmq<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Tab. 1.3 Caratteristiche meccaniche di alcune rocce<br />

Rottura<br />

a compressione<br />

kg/cmq<br />

Modulo<br />

di elasticità<br />

longitudinale<br />

kg/cmq<br />

Rottura a<br />

flessione<br />

kg/cmq<br />

Graniti-sieniti 100/150 1600/2400 500.000/600.000 100/240<br />

Dioriti 130/180 1700/3000 800.000/1.200.000 100/200<br />

Basalti 100/150 2500/4000 1.050.000 150/250<br />

Tufi vulcanici 8 30/70<br />

Tufi calcarei 75<br />

Scisti cristallini 700<br />

Gneiss 1100 210.000/970.000 180<br />

Arenarie 10/40 400/1300 25/250<br />

Travertini 450<br />

Excerpt of the full publication


13<br />

Ma in generale possiamo dire che le rocce ignee intrusive ed effusive garantiscono<br />

l’adozione di metodi di scavo a piena sezione di galleria altamente<br />

meccanizzati con forti produzioni e con un abbattimento della roccia<br />

a mezzo di esplosivi. Si potrebbero abbattere queste rocce anche con frese<br />

puntiformi o con frese full face cioè a piena sezione di scavo, ma gli elevati<br />

costi della macchina, milioni di euro, e gli elevati costi di frequenti sostituzioni<br />

degli utensili di taglio, dovuti alla forte abrasività di queste rocce<br />

contenenti minerali duri quali il quarzo e i silicati di alluminio, fanno<br />

propendere la scelta verso l’abbattimento a mezzo di esplosivi. In sintesi, il<br />

sistema di lavoro per le grandi gallerie autostradali e ferroviarie in rocce<br />

ignee, si estrinseca nella fase di scavo della galleria a piena sezione mediante<br />

l’abbattimento della roccia per mezzo di volate lunghe anche due o tre<br />

metri, i cui fori da mina vengono perforati da carri Jumbo a più bracci di<br />

perforazione.<br />

L’organizzazione del lavoro si sviluppa praticamente su due cantieri distinti e<br />

separati, non interferenti fra loro, posti anche ad un centinaio di metri di distanza:<br />

il fronte di scavo ed il fronte di getto. Sul fronte di scavo il carro Jumbo<br />

effettua la perforazione dei fori da mina che sono centinaia, subito dopo si<br />

effettua il caricamento dei fori con candelotti di dinamite gelatinosa, per ogni<br />

foro la colonna di candelotti viene interrotta da un candelotto armato con una<br />

capsula di detonatore elettrico a tempo munito di due fili elettrici; tutti questi<br />

fili vengono infine collegati fra loro onde formare un circuito elettrico continuo,<br />

i cui due estremi vengono collegati mediante un cavetto bipolare ad un<br />

esploditore elettrico posto a grande distanza. Una volta effettuata la volata,<br />

cioè l’esplosione dei fori da mina, si aspetta che i fumi dell’esplosione vengano<br />

eliminati dalla ventilazione, per raggiungere subito dopo il fronte di scavo<br />

per effettuare un disgaggio, cioè una specie di pulizia delle pareti eliminando<br />

eventuali massi pericolanti a mezzo bracci meccanici snodabili portanti alle<br />

estremità palanchini o utensili metallici specifici. Si effettua lo smarino con<br />

grandi pale gommate caricando il materiale su dumper e, dopo aver effettuato<br />

lo smarino, si procede alla messa in opera di centine metalliche a doppio<br />

T, intervallate di un metro e collegate fra loro con catene metalliche. Subito<br />

dopo si effettua un prerivestimento a mezzo spritz-beton che consiste nel lancio<br />

violento contro le pareti dello scavo di una miscela a base di cemento ed<br />

acqua con additivi chimici atti ad accelerarne la presa. Tale rivestimento vie- galleria<br />

ne effettuato con macchine pneumatiche o pompe azionate da motore elettri- in<br />

co o ad aria compressa.<br />

scavi<br />

Prima di effettuare lo spritz-beton, alcune volte si pone sulla volta degli scavi<br />

gli<br />

una rete elettrosaldata chiodata alle pareti, oppure si associa alle miscele ce- e<br />

mentizie una certa quantità di fibre metalliche o sintetiche atte a costituire una<br />

rocce<br />

specie di betoncino armato, per scoraggiare eventuali distacchi di materiale non<br />

Le<br />

perfettamente agganciato al corpo dell’ammasso roccioso. 1<br />

Excerpt of the full publication


Costruzione di gallerie 14<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Effettuate queste operazioni, che richiedono almeno due turni di lavoro, si riprende<br />

la perforazione del fronte di scavo con carro Jumbo come prima descritto.<br />

Ad alcune centinaia di metri di distanza si procede sul fronte di getto al rivestimento<br />

definitivo della galleria con calcestruzzo non armato con resistenza<br />

caratteristica di 300 - 250 kg/cmq e dello spessore generalmente pari a 50 cm,<br />

mediante il posizionamento di casseri metallici assemblati su di un carro porta<br />

casseri munito di pistoni idraulici, atti a contenere il getto. Si armano e gettano<br />

tratte di lunghezza pari ad 8 metri.<br />

È chiaro che durante il posizionamento dei casseri il traffico veicolare proveniente<br />

dal fronte di scavo viene ridotto, per cui occorre organizzare le fasi in<br />

modo specifico e puntuale. Generalmente prima di effettuare il rivestimento definitivo<br />

della galleria, si pone a contatto delle pareti, rivestite con betoncino,<br />

un manto impermeabile atto ad impedire infiltrazioni di acqua nel calcestruzzo,<br />

che ne potrebbero rapidamente compromettere le caratteristiche di resistenza<br />

meccanica, e che creano fastidiosi gocciolamenti in fase di esercizio sui mezzi<br />

transitanti.<br />

In queste tipologie di roccia possiamo avere avanzamenti medi giornalieri di<br />

galleria finita dell’ordine di 5 e anche 6 metri, il che presuppone lo smarino di<br />

centinaia di mc di roccia e di altrettante centinaia di mc di calcestruzzo da porre<br />

in opera. Da questi numeri ci si rende conto dei numerosi problemi di carattere<br />

tecnico ed organizzativo che devono essere affrontati dai tecnici preposti,<br />

quali:<br />

1. centrale di betonaggio ad alta produzione ed estremamente meccanizzata;<br />

2. autobetoniere idonee a svolgere un servizio continuo su percorsi in sotterraneo;<br />

3. officina attrezzata di uomini e mezzi onde poter effettuare una manutenzione<br />

periodica di mezzi meccanici impegnati in terreni fortemente abrasivi;<br />

4. centrale di frantumazione delle rocce provenienti dallo scavo per la produzione<br />

e selezione degli inerti per il calcestruzzo;<br />

5. centrale di compressione dell’aria progettata per sopperire a tutte le utenze<br />

ubicate lungo il percorso della galleria;<br />

6. centrale elettrica e relative diramazioni atte a fornire l’energia in tutte le zone<br />

del cantiere;<br />

7. mezzi meccanici quali dumper, pale meccaniche, escavatori, ruspe, martelli<br />

perforatori e demolitori, carri Jumbo di perforazione, argani, pompe, tubazioni,<br />

pompe per il getto dei calcestruzzi, pompe per spritz-beton, perfettamente<br />

idonei al metodo di scavo applicato;<br />

8. centrale di ventilazione progettata in modo tale che per tutta la durata del<br />

lavoro vengano eliminate dal sotterraneo tutte le impurità provenienti dai<br />

gas di combustione dei motori a scoppio, dalle polveri, dai fumi dell’esplosione<br />

delle volate e da eventuali e, in questo caso, improbabili fughe di gas<br />

immagazzinati nell’ammasso roccioso. La ventilazione deve provvedere inol-<br />

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Estratto distribuito da Biblet<br />

tre al raffreddamento dell’aria in sotterraneo surriscaldata dall’aumento del<br />

gradiente termico, dal calore sviluppato dalla presa del calcestruzzo, dalla<br />

combustione dei motori termici e da altre fonti di energia;<br />

9. laboratorio prove munito di tutti gli attrezzi necessari a controllare le resistenze<br />

caratteristiche dei materiali usati, a monitorare lo stato di tensione<br />

nell’ammasso roccioso, a misurare e controllare il grado di impurità dell’aria<br />

in sotterraneo.<br />

Occorre sottolineare il fatto che lo scavo in queste rocce con elevate caratteristiche<br />

meccaniche risulta molto facile, considerato che si può addirittura evitare<br />

ogni sostegno provvisorio delle pareti dello scavo. Infatti nello scavo della<br />

galleria dello scarico di fondo della diga di Pattada (SS), che si sviluppava in<br />

un ammasso granitico compatto, si realizzò prima tutto lo scavo della galleria<br />

con abbattimento a mezzo esplosivo, senza apporre alcuna armatura provvisoria,<br />

e poi si realizzò il rivestimento definitivo. Soltanto il disgaggio delle pareti<br />

doveva essere molto accurato per staccare dei massi o cunei di roccia pericolanti<br />

e lesionati dalle vibrazioni dell’esplosione. Cosa che si sarebbe potuto<br />

evitare con un pretaglio o pre-spletting da realizzare con l’esplosione simultanea<br />

di fori perimetrali, posti ad interasse di 20 cm e caricati solo con miccia<br />

detonante, che avrebbero isolato dalle rocce retrostanti il nucleo centrale dello<br />

scavo ove realizzare la volata vera e propria.<br />

Fig. 1.8 Galleria scarico di fondo – diga di Pattada.<br />

Excerpt of the full publication<br />

15<br />

1 Le rocce e gli scavi in galleria


Costruzione di gallerie 16<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

1.5 Rocce ignee fratturate o tettonizzate<br />

Difficoltà notevoli possono nascere allorché le rocce ignee siano state interessate<br />

da intensi movimenti tettonici che, oltre a provocare una parziale metamorfizzazione<br />

della roccia, provocano al suo interno anche delle fessurazioni o<br />

fratturazioni che vengono evidenziate dalla campagna preliminare di perforazioni<br />

con carotaggio continuo e dalle indagini geosismiche, che evidenzieranno un<br />

abbassamento del modulo di elasticità E correlato ad un basso valore dell’Indice<br />

di qualità della roccia, Rock Quality Designation (RQD). L’RQD, che viene<br />

espresso in percentuale, misura il grado di fratturazione dell’ammasso roccioso<br />

mediante il rapporto fra la lunghezza delle carote di lunghezza maggiore o pari<br />

a 10 cm e la lunghezza totale carotata. Dalla Tab. 1.4 ricaviamo una classificazione<br />

della roccia in situ in funzione dell’RQD.<br />

Tab. 1.4 Classificazione roccia in funzione di RQD.<br />

RQD % Descrizione della roccia<br />

0/25 molto scadente<br />

25/50 scadente<br />

50/75 discreta<br />

75/90 buona<br />

90/100 eccellente<br />

Una correlazione fra RQD e modulo di elasticità E si ha dal diagramma della<br />

Fig. 1.9.<br />

Da questo diagramma si evince che con l’aumentare dei valori di RQD, cioè<br />

con il crescere dei carotaggi integri, si ha un aumento nei valori numerici<br />

del modulo elasticità E e quindi in definitiva un aumento nella qualità della<br />

roccia.<br />

Nel caso quindi di rocce ignee fratturate occorre procedere con molta cautela<br />

nella elaborazione o progettazione delle volate di esplosivo al fronte di avanzamento.<br />

Infatti una volata mal progettata, eccessivamente caricata con esplosivi<br />

ad alto potere deflagrante, può scatenare una reazione a catena di sollecitazioni<br />

meccaniche che andranno a sgranare tutti questi ammassi fratturati, ossia<br />

questi blocchi e macigni mal cementati fra loro se non per mezzo di sacche<br />

di argille fluide o plastiche. Questi macigni, una volta messi in movimento,<br />

possono gravare con spinte poderose ed asimmetriche sul volto della galleria<br />

armata solo con centine metalliche e spritz-beton, provocandone il crollo<br />

anche per lunghezze considerevoli.<br />

Negli anni sessanta un crollo di tale natura si ebbe durante lo scavo della galleria<br />

ferroviaria di Vibo Valentia in Calabria, interessante ammassi rocciosi di<br />

Excerpt of the full publication


10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

1<br />

0,8<br />

0,6<br />

0,4<br />

0,2<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

0,1 0 20 40 60<br />

Fig. 1.9 Correlazione fra RQD e modulo di elasticità E.<br />

gneiss provenienti dal metamorfismo di graniti silani, subito dopo lo sfumo della<br />

volata.<br />

In queste rocce ignee così fratturate e, in generale in tutte le rocce metamorfiche,<br />

si deve procedere rispettando i seguenti principi:<br />

<strong>•</strong> consolidamento preliminare di una vasta tratta di galleria da scavare a mezzo<br />

di iniezioni di malte cementizie additivate in modo da ripristinare un alto<br />

grado di saldatura dei blocchi o macigni;<br />

<strong>•</strong> chiodatura delle pareti a mezzo barre di acciaio ancorate alla retrostante roccia<br />

integra con la parte terminale cementata con iniezioni di malte cementizie<br />

o resine epossidiche o con bulbo ad espansione (vedi Fig. 1.11 pag.19). galleria<br />

Non procedere mai a piena sezione di galleria, onde evitare un aumento delle in<br />

sollecitazioni ai bordi, derivanti da macigni scollegati la cui probabilità di mag-<br />

scavi<br />

gior spinta è funzione diretta del diametro del cavo aperto. Occorre adottare il<br />

gli<br />

metodo di scavo cosiddetto “metodo belga” che consiste nello scavare e rive- e<br />

stire prima la sezione di calotta, poi effettuare lo scavo dello strozzo, e quindi<br />

procedere allo scavo e getto dei piedritti in sottomurazione ed allo scavo e get- rocce Le<br />

to dell’arco rovescio, come illustrato nella Fig. 1.10. 1<br />

17


Costruzione di gallerie 18<br />

4<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

2<br />

1<br />

3 4<br />

Le fasi di lavoro si articolarono nelle seguenti successioni:<br />

fase 1: scavo calotta<br />

fase 2: rivestimento in calcestruzzo della calotta<br />

fase 3: scavo dello strozzo<br />

fase 4: scavo per sottomurazione dei piedritti e loro getto<br />

fase 5. scavo e getto dell’arco rovescio.<br />

5<br />

Fig. 1.10 Metodo di scavo belga.<br />

Per evitare ogni sconnessione alla roccia in posto e per ridurre i fuori sagoma<br />

di scavo, indotti dall’esplosione, l’ideale sistema di avanzamento dovrebbe<br />

attuarsi con una fresa puntiforme, ma questa operazione sarebbe estremamente<br />

onerosa e difficile sia per la presenza di discontinuità, sia anche per<br />

la durezza ed il potere di abrasione della roccia sugli utensili o cutters. Occorre<br />

quindi procedere con volate corte, di 1 metro, ben calibrate nei tempi<br />

di sparo e con il sistema del pre-splitting (vedi Fig. 1.12 pag. 20). I parametri<br />

da calibrare sono:<br />

<strong>•</strong> numero dei fori da mina;<br />

<strong>•</strong> scelta dell’esplosivo idoneo e dei microritardi;<br />

<strong>•</strong> armatura provvisoria dello scavo.<br />

Prima dell’armatura provvisoria delle pareti va effettuato innanzitutto un preciso<br />

disgaggio dei massi pericolanti. Si procederà poi alla posa in opera di centine<br />

a doppio T, intervallate di 1 metro, fra loro incatenate, all’eventuale bullonatura<br />

o chiodatura delle pareti, alla posa in opera di uno strato di spritz-beton<br />

armato con fibre speciali in acciaio, al carbonio o polimeri, o con rete elettrosaldata<br />

chiodata.<br />

Excerpt of the full publication


Dado con<br />

sede sferica<br />

Nodo semisferico<br />

Dado<br />

Coni<br />

di bloccaggio<br />

Tappo<br />

Molla<br />

Piastra<br />

Iniezione con malta cementizia<br />

Piastra di ripartizione<br />

Piastra<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Barra in acciaio liscio<br />

Barra in acciaio<br />

Fig. 1.11 Chiodature, bulloni, tiranti.<br />

Ancoraggio ad espansione<br />

Barra o tubo Ancoraggio fondo foro<br />

19<br />

1 Le rocce e gli scavi in galleria


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e definitive;<br />

– definire l’imbocco della galleria, i tipi di esplosivi e le volate;<br />

– riconoscere i tipi di gas presenti, affrontare i problemi di ventilazione e smaltimento delle<br />

acque.<br />

L’autore pone un’ampia casistica di problematiche e suggerisce le possibili reali soluzioni,<br />

grazie alla propria esperienza di un’intera vita dedicata all’argomento.<br />

Alla fine del testo si riportano le norme di sicurezza da osservare per condurre i lavori a<br />

regola d’arte.<br />

Pasquale Apone, laureato in Ingegneria Mineraria presso l’Università di Roma, ha svolto la sua attività dedicandosi alla<br />

direzione tecnica e all’organizzazione di grandi cantieri di opere pubbliche. Si è interessato, anche, di edilizia industriale,<br />

dirigendo i lavori di costruzione di importanti stabilimenti.<br />

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Guida alle tecniche di costruzione<br />

E101/1 - Volume 1 - Fondazioni e strutture<br />

Fondazioni - Sostegni - Murature - Strutture in calcestruzzo<br />

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Strutture in legno e metallo - Facciate - Serramenti - Coperture<br />

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