INTERNAZIONALE SITUAZIONISTA fascicolo N° 4 - Isole nella Rete
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<strong>INTERNAZIONALE</strong> <strong>SITUAZIONISTA</strong><br />
LA FINE DELL’ECONOMIA<br />
E LA REALIZZAZIONE DELL’ARTE<br />
Il tempo per l’uomo non è altro<br />
che una successione di fenomeni in<br />
un punto di osservazione dello spazio,<br />
mentre lo spazio è l’ordine di<br />
coesistenza dei fenomeni nel<br />
tempo, o il processo.<br />
Il tempo è il cambiamento che<br />
non è concepibile che sotto forma<br />
di movimento in progressione nello<br />
spazio, mentre lo spazio è l’elemento<br />
stabile che non è concepibile che<br />
<strong>nella</strong> partecipazione ad un movimento.<br />
Né lo spazio né il tempo<br />
possiedono una realtà, o valore,<br />
fuori dal cambiamento, o processo,<br />
cioè fuori dalla combinazione attiva<br />
spazio-tempo. L’azione dello spaziotempo<br />
è il processo, e questo processo<br />
è esso stesso il cambiamento<br />
del tempo in spazio e il cambiamento<br />
dello spazio in tempo.<br />
Così vediamo che l’aumento di<br />
qualità, o resistenza contro il cambiamento,<br />
è dovuto all’aumento<br />
quantitativo. Vanno di pari passo.<br />
Questo sviluppo è il fine del progresso<br />
socialista: l’aumento della<br />
qualità attraverso l’aumento della<br />
quantità. E esso riconosce che questo<br />
doppio aumento è forzatamente<br />
identico alla diminuzione del valore,<br />
dello spazio-tempo. Questa è la reificazione.<br />
La grandezza che determina il<br />
valore è lo spazio-tempo, l’attimo o<br />
l’avvenimento. Lo spazio-tempo che<br />
è riservato all’esistenza della specie<br />
umana sulla terra manifesta il suo<br />
valore negli avvenimenti. Senza<br />
avvenimenti, non c’è storia. Lo spazio-tempo<br />
di una vita umana, è la<br />
sua proprietà privata. È la grande<br />
scoperta di Marx, <strong>nella</strong> prospettiva<br />
della liberazione umana, ma nello<br />
stesso tempo il punto di partenza<br />
degli errori dei marxisti, perché una<br />
proprietà non diventa valore se non<br />
realizzandosi, liberandosi, adoperandosi,<br />
e quello che fa dello spaziotempo<br />
di una vita umana una realtà,<br />
è la sua variabilità. E quello che fa<br />
dell’individuo un valore sociale, è la<br />
sua variabilità di comportamento in<br />
rapporto agli altri. Se questa variabilità<br />
è diventata privata, esclusa dalla<br />
valorizzazione sociale, come è in<br />
realtà nel socialismo autoritario, lo<br />
spazio-tempo dell’uomo è diventato<br />
irrealizzabile. Così il carattere privato<br />
delle qualità umane (gli hobby) è<br />
diventato una devalorizzazione<br />
ancora più grande della vita umana<br />
rispetto alla proprietà privata dei<br />
mezzi di produzione poiché l’inutile<br />
è, nel determinismo socialista, inesistente.<br />
Il socialismo, invece di abolire<br />
il carattere privato delle proprietà,<br />
non ha fatto altro che aumentarlo<br />
fino all’estremo, rendendo l’uomo<br />
stesso inutile e socialmente inesistente.<br />
Il fine dello sviluppo artistico è la<br />
liberazione dei valori umani, attraverso<br />
la trasformazione delle qualità<br />
umane in valori reali. Ed è qui che<br />
comincia la rivoluzione artistica contro<br />
lo sviluppo socialista, la rivoluzione<br />
artistica che è legata al progetto<br />
comunista...<br />
Il valore dell’arte è così un controvalore<br />
in rapporto ai valori pratici, e<br />
si misura in senso opposto a questi.<br />
L’arte è l’invito ad un dispendio di<br />
energia, senza fine preciso al di<br />
fuori di quello che lo spettatore stesso<br />
può apportarvi. È la prodigalità...<br />
Si è pertanto immaginato che il valore<br />
dell’arte fosse <strong>nella</strong> sua durata,<br />
<strong>nella</strong> sua qualità. E si è creduto che<br />
l’oro e le pietre preziose fossero dei<br />
valori artistici, che il valore artistico<br />
fosse una qualità inerente all’oggetto<br />
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