ITALIA JUDAICA. - Direzione generale per gli archivi
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Luigi Balsamo<br />
sue poesie litu rgiche intitolata Shibhé Todi, documento significativo di un tragico<br />
avvenimento che aveva sconvolto la vita se rena della città. Solo nel 1767 fu stampata<br />
dalla tipografia di Mosè Attias ben Joseph la sua ope ra maggiore, il Jad Malahi<br />
frutto di vent'anni di studio e lavo ro, che rivela conoscenza e fedeltà al Talmud quale<br />
fonte principale della legislazione eb raica 1 7 .<br />
Pu re il già citato rabbino Emmanuel Hay Ricchi riuscì a fa r stampa re una sua<br />
ope ra a Livo rno, un commento ai Salmi (presso Meldola, 1742), dopo ave r raccolto<br />
il denaro necessario, anche questa volta, att rave rso un lungo viaggio in Italia cominciato<br />
alla fine del 1740, quasi subito dopo che Ab ramo Meldola aveva installato<br />
la sua tipografia.<br />
Troviamo dive rsi rabbini fra i gesto ri di tipografie, come Ab raham Izhaq Castello,<br />
predicato re insigne e poeta pronto a celeb ra re <strong>gli</strong> avvenimenti lieti della comunità,<br />
la quale fo rnÌ i mezzi finanzia ri, ad esempio, pe r la stampa della predica<br />
da lui tenuta nel Tempio Maggio re in occasione delle esequie (settemb re 1765) pe r<br />
la mo rte dell'impe rato re d'Aust ria e granduca di Toscana Francesco III, sovrano<br />
libe rale che aveva visitato il Tempio livo rnese. Al testo spagnolo fu aggiunta la traduzione<br />
italiana, cosÌ da favo ri re la massima diffusione di un documento che inte rpretava<br />
i sentimenti comuni 18.<br />
Quanto di me<strong>gli</strong>o, sotto ogni aspetto, ha dato l'edito ria eb raica del '700 uscì<br />
a Livo rno dalla tipografia di Carlo Gio rgi, che non era eb reo: questa impegnativa<br />
valutazione è di Guido Sonnino, auto re del primo e fino ra unico saggio specifico,<br />
seppu r sommario, dedicato alla stampa eb raica di Livo rno del secolo XVIII, appa<br />
rso più di settant'anni fa, che me rite rebbe di essere ripreso e app rofondito 1 9 . Noi<br />
possiamo, comunqué, rende rci conto come le pubblicazioni livo rnesi rispondesse ro<br />
alle esigenze e a<strong>gli</strong> aspetti quotidiani della vita ope rosa e ordinata della Comunità:<br />
prevalgono decisamente, infatti, esposizioni e commenti, testi di critica e discussione<br />
delle fonti dott rinali, consulti. Seguono, in buona quantità, libri litu rgici e fo rmula<br />
ri di riti dive rsi, di cui si provvedevano i maggio ri centri sefa rditi anche fuo ri<br />
d'Italia. In mino r nume ro sono <strong>gli</strong> studi biblici e le ope re rabbiniche (vi figu ra, <strong>per</strong>ò<br />
, un'edizione del TaimUd di Ge rusalemme); scarsi, rispetto alla produzione complessiva,<br />
risultano <strong>gli</strong> studi cabalistici che <strong>per</strong>ò ebbe ro fe rvidi culto ri anche di buona<br />
levatu ra. In prevalenza si tratta di testi inediti ossia di o<strong>per</strong>e di contempo ranei,<br />
ment re la presenza nelle stampe rie di pe rsonale proveniente da paesi lontani - del-<br />
1 7 Ibid. , p. 46: "Un'o<strong>per</strong>a che <strong>per</strong> l'importanza dell'argomento, <strong>per</strong> la dottrina ond'è<br />
materiata e <strong>per</strong> la potenza dei ragionamenti, merita un posto segnalato fra le mi<strong>gli</strong>ori uscite<br />
dalla mente ebraica durante il secolo XVIII". Così la definisce Aldo Lattes che la commenta<br />
ampiamente (cap. III, pp. 44-58); di essa furono fatte altre edizioni a Berlino (1857) e a Prze<br />
mysl in Galizia (1877, 1888).<br />
18 Ibid. , p. 17.<br />
1 9 G. SONNINO, Storia della tipografia ebraica in Livorno, con introduzione e catalogo di o<strong>per</strong>e e<br />
di autori, Torino 1912, p. 104, estratto dalla rivista