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Numero 12 - Pilo Albertelli

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agazza la prese e la voltò. La mano di lei era<br />

asciutta e ruvida, ma al contatto si sentì ravvivare<br />

di colpo. Guardò meglio la ragazza.<br />

Non voglio averci a che fare, con questa,<br />

pensò.<br />

Lei scrutò con occhi penetranti la mano rossastra<br />

e che teneva nella sua. Sul dorso, in<br />

una cornice rossa e blu, era tatuata un'aquila<br />

appollaiata su un cannone. Parker aveva la<br />

manica arrotolata fino al gomito. Sopra l'aquila<br />

c'era un serpente, c'erano dei cuori, alcuni<br />

dei quali trafitti da una freccia. E sotto il<br />

serpente c'erano alcune carte da gioco disposte<br />

a ventaglio. Tutto il braccio di Parker, dal<br />

polso al gomito, era coperto di disegni chiassosi.<br />

La ragazza lo guardò, con un sorriso<br />

quasi inebetito per la sorpresa, come se per<br />

sbaglio avesse raccolto un serpente velenoso,<br />

e lasciò cadere la mano.<br />

«La maggior parte degli altri tatuaggi me li<br />

sono fatti all' estero» spiegò Parker. «Questi,<br />

sono quasi tutti americani. Il primo, l'ho fatto<br />

che avevo appena quindici anni.»<br />

«Non dica niente» ordinò la ragazza.<br />

«Non mi piacciono. Mi danno sui<br />

nervi.» «Dovrebbe vedere quelli che<br />

non si vedono» insinuò Parker, e<br />

strizzò l'occhio.<br />

Sulle guance della ragazza erano<br />

comparse due macchie rosse come<br />

mele, che l'addolcivano. Parker era<br />

perplesso e incuriosito. Non poteva<br />

nemmeno pensare che i tatuaggi non<br />

le piacessero. Non aveva mai conosciuto<br />

una donna che non ne fosse<br />

attratta.<br />

Parker aveva quattordici anni, quando, a una<br />

fiera di, paese, aveva visto un uomo coperto<br />

di tatuaggi dalla testa ai piedi. Salvo il basso<br />

ventre, avvolto in una pelle di pantera, il corpo<br />

dell'uomo era coperto da un unico disegno<br />

intricatissimo, a colori squillanti, o almeno<br />

così era sembrato a Parker che era quasi in<br />

fondo alla tenda, in piedi su uno sgabello.<br />

L'uomo, piccolo e tarchiato, camminava su e<br />

giù lungo la piattaforma, flettendo i muscoli,<br />

in modo che l'arabesco di uomini, animali e<br />

fiori sul suo corpo sembrava animato da una<br />

misteriosa vita propria. Parker era pieno d'emozione,<br />

esaltato come certa gente quando<br />

vede passare la bandiera. Era un ragazzotto<br />

che di solito guardava tutto a bocca, aperta:<br />

massiccio, leale e ordinario come una pagnotta.<br />

Quando lo spettacolo era terminato, era<br />

rimasto in piedi sulla panca, con gli occhi fissi<br />

nel punto dove aveva visto l'uomo tatuato,<br />

fino a quando la tenda non si era svuotata<br />

quasi del tutto.<br />

Prima d'allora, Parker non aveva mai provato<br />

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