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Numero 12 - Pilo Albertelli

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The romans romans photographed photographed by a a gaul under the statue statue of of Julius Julius<br />

ANTONIO: Oh, perdonami, tu insanguinata<br />

zolla di terra, se io sono umile e benigno con<br />

questi carnefici! Tu sei la rovina del più nobile<br />

uomo che mai visse nella vicenda dei tempi.<br />

Guai alle mani che versarono questo prezioso<br />

sangue! Sulle tue ferite ora io profetizzo<br />

- ferite che quali mute bocche dischiudono<br />

le loro rosse labbra ad implorare la voce e<br />

l'accento della mia lingua che una maledizione<br />

ricadrà sulle membra degli uomini; il furore<br />

intestino e la feroce lotta civile strazieranno<br />

ogni parte d'Italia; il sangue e la rovina<br />

saranno così comuni e gli spaventosi spettacoli<br />

così familiari che le madri non sapran<br />

che sorridere nel mirare i loro bimbi squartati<br />

dagli artigli della guerra; ogni pietà sarà soffocata<br />

dall'abito delle truci gesta; e lo spirito<br />

di Cesare, vagante in cerca di vendetta, con al<br />

suo fianco Ate uscita infocata dall'inferno,<br />

entro questi confini con voce di monarca griderà<br />

"Sterminio", e scioglierà i mastini della<br />

guerra, così che questa infame impresa ammorberà<br />

la terra col puzzo delle carogne<br />

umane gementi per la sepoltura.<br />

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