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Numero 12 - Pilo Albertelli

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LA SCHIENA DI PARKER<br />

di Flannery O’Connor<br />

La moglie di Parker era seduta sul pavimento<br />

della veranda davanti a casa, e stava sgranando<br />

fagioli Parker era seduto su un gradino a<br />

una certa distanza da lei e la guardava fissamente,<br />

di malumore. Era brutta, davvero<br />

brutta. Aveva la pelle della faccia sottile e<br />

tirata come quella di, una cipolla e gli occhi<br />

grigi e acuminati come due punteruoli da<br />

ghiaccio. Parker capiva perché l'aveva sposata<br />

-non avrebbe potuto averla in altro modo -<br />

ma non riusciva a capire perché restasse: ancora<br />

con lei. Era incinta, e le donne incinte<br />

non erano il suo genere. Con tutto ciò rimaneva,<br />

come se lei gli avesse fatto una fattura,<br />

Era perplesso e si vergognava di sé.<br />

La casa che. avevano in affitto sorgeva, isolata,<br />

con soltanto un grande noce americano<br />

vicino, su un alto terrapieno che dominava la<br />

provinciale. Ogni tanto un'auto sfrecciava<br />

sotto di loro, e gli occhi della moglie di Parker<br />

si giravano di scatto, seguendone il rumore,<br />

poi tornavano a posarsi sul giornale pieno<br />

di fagioli che aveva in grembo. Una delle tante<br />

cose che disapprovava erano le automobili.<br />

In aggiunta a tutte le altre cattive qualità, non<br />

faceva che fiutar peccati. Non fumava, non<br />

masticava tabacco, non beveva whisky, non<br />

si dipingeva la faccia, e sapeva Iddio quanto<br />

l'avrebbe migliorata un po' di tinta, pensava<br />

Parker. Data la sua avversione per i colori era<br />

davvero straordinario che avesse sposato lui.<br />

A volte Parker temeva che l'avesse sposato<br />

per salvargli l'anima. Altre volte gli veniva il<br />

sospetto che in realtà le piacessero tutte le<br />

cose che diceva di detestare. In un modo o<br />

nell'altro, lei riusciva a spiegarla: era se stesso<br />

che Parker non riusciva a capire.<br />

La ragazza voltò la testa verso di lui e disse:<br />

«Non c'è ragione che tu non debba lavorare<br />

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