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Numero 12 - Pilo Albertelli

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due scrittori sovietici che contestano le affermazioni<br />

del diavolo circa l‟esistenza di Dio,<br />

dicendogli: «Vede, professore, noi rispettiamo<br />

il suo vasto sapere, ma al proposito ci atteniamo<br />

a un punto di vista diverso»[27], il<br />

diavolo stesso ribatte: «Non c‟è bisogno di<br />

nessun punto di vista, è esistito e basta!”. E<br />

all‟insistenza di uno dei due, Berlioz, che<br />

vorrebbe delle prove («Ma ci vuole qualche<br />

prova»), il diavolo ribatte ancora una volta:<br />

«Neppure di prove c‟è bisogno.[…] È tutto<br />

molto semplice: avvolto in un mantello bianco<br />

[…] », e dà inizio al racconto della Passione<br />

di Cristo (che poi nella ricreazione bulgakoviana<br />

si trasformerà nel romanzo di Pilato),<br />

narrata da una voce che si pone come quella<br />

di un testimone oculare e che quindi sostitui-<br />

sce alla disquisizione intellettuale l‟evidenza<br />

stessa dei fatti.<br />

Non è che Bulgakov ignori o prenda alla leggera<br />

le prove dell‟esistenza di Dio; come è<br />

dimostrato dal contenuto e dalla storia della<br />

composizione di questo capitolo, le conosce<br />

benissimo e si è attentamente documentato; si<br />

pensi a questo proposito al discorso che viene<br />

fatto in questo capitolo sulle cinque prove<br />

dell‟esistenza di Dio.<br />

Innanzitutto, e contrariamente a quanto si potrebbe<br />

credere, le cinque prove dell‟esistenza<br />

di Dio qui citate (e poi contestate richiamandosi<br />

a una sesta prova attribuita a Kant) non<br />

sono quelle di san Tommaso, e la questione<br />

cela una complessità che vale la pena di ri-<br />

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