Numero 12 - Pilo Albertelli
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minabile, e si pone come un‟evidente dimostrazione<br />
della sua inadeguatezza e sproporzione.<br />
Come nell‟azione il medico conserva<br />
la coscienza di non essere lui il padrone e<br />
l‟autore ultimo dell‟agire e del suo esito felice,<br />
così anche nel ricorso al libro, che pur è<br />
cercato e ritenuto indispensabile, egli si rende<br />
conto che il libro, pur con tutta la sua potenza,<br />
non lo colloca in una posizione di dominio<br />
assoluto, ma lo spinge anzi a riconoscere<br />
il proprio limite[15].<br />
Liberato dal potere magico della scienza<br />
e del sapere, il libro è in tal modo<br />
esplicitamente liberato anche dalla pretesa<br />
di poter costituire un sostituto della<br />
realtà: «la mia ferita non assomigliava<br />
a nessun disegno»[16], deve constatare<br />
sconsolato il giovane medico, così<br />
come altrove deve ammettere che, nella<br />
realtà e dalla realtà, si impara che c‟è<br />
qualcosa che nessun libro può insegnare:<br />
«Dalle parole staccate<br />
[dell’assistente], dalle frasi lasciate in<br />
tronco, dai brevi cenni buttati là di<br />
sfuggita imparai la cosa più indispensabile,<br />
che non c‟è in nessun libro»[17].<br />
La realtà è dunque qualcosa di inesauribile<br />
e di irriducibile, che si oppone<br />
continuamente alla pretesa di assolutezza<br />
del libro; e però il contesto in cui è collocata<br />
l‟ultima citazione ci suggerisce un altro<br />
elemento di opposizione a questa pretesa:<br />
l‟irriducibilità della realtà diventa chiara al<br />
giovane grazie alla comunicazione che gli fa<br />
una sua assistente; è il contatto con l‟esperienza<br />
concreta di un altro, cioè con l‟espe-<br />
rienza della realtà fatta da un altro essere, a<br />
mettere in crisi le possibili pretese del libro.<br />
Non è un caso, in questo senso, che la stima<br />
che circonda il misterioso medico predecessore<br />
del protagonista delle Memorie non dipenda<br />
semplicemente dal fatto che egli aveva<br />
organizzato una stupenda biblioteca medica;<br />
Leopol‟d Leopol‟dovič (così si chiamava anche<br />
nella realtà il predecessore del giovane<br />
dottor Bulgakov) è stimato soprattutto perché,<br />
avendo raccolto i suoi libri, è stato capace<br />
di farne uno strumento per agire nella real-<br />
Nesterov, Florensky e Bulgakov<br />
tà e poi ha insegnato ad altri come si agisce,<br />
ad altri che a loro volta insegnano al giovane<br />
medico e con lui costituiscono una sorta di<br />
comunità[18]. E questa comunità, che è fatta<br />
di umanissime cose come il bere insieme[19],<br />
significativamente è unita da un identico senso<br />
di responsabilità, nella quale l‟esperienza<br />
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