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LEVITICO - Casa Editrice HILKIA

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I sacrifici di riconoscenza 9<br />

Levitico 3:1-5<br />

2. Prosperità e completa felicità.<br />

L’espressione abbi pace può indicare al<br />

tempo stesso: abbi ogni bene. Quindi,<br />

questi sacrifici venivano offerti con uno<br />

di questi significati:<br />

(a) Come richiesta o supplica per ottenere<br />

qualche bene che si desiderava e sperava.<br />

Se uno era alla ricerca o nell’attesa<br />

di una particolare grazia, poteva sostenere<br />

la sua domanda con un sacrificio di ringraziamento,<br />

e probabilmente formulava<br />

la richiesta mentre poneva le mani sulla<br />

testa della vittima. Cristo, colui che dona<br />

pace (cfr. Gv 14:27), è la nostra offerta di<br />

pace. Infatti, solo per mezzo di lui noi<br />

possiamo aspettarci di ottenere misericordia<br />

e grazia alle nostre preghiere; in lui le<br />

nostre richieste saranno accettate ed esaudite,<br />

anche se non portiamo alcun sacrificio.<br />

Meno costose sono le nostre devozioni,<br />

piú dovrebbero essere vive e serie.<br />

(b) Come ringraziamento per qualche<br />

particolare beneficio ricevuto. Talvolta<br />

essa viene chiamata offerta di pace e di<br />

ringraziamento perché a volte si trattava<br />

di un ringraziamento e altre volte di voto<br />

(Le 7:15, 16, K.J.). Le versioni italiane<br />

traducendo il termine ebraico con «ringraziamento»,<br />

«riconoscenza», ci fanno<br />

pensare che gli Israeliti, dopo aver ricevuto<br />

una grazia da Dio, offrivano questo<br />

tipo di sacrificio quasi per disobbligarsi,<br />

in segno di gratitudine per il beneficio ottenuto<br />

(Sl 116:12). Noi dobbiamo continuamente<br />

offrire a Dio il sacrificio della<br />

lode attraverso Cristo «nostra pace» (Ef<br />

2:14), e questo sarà gradito al Signore piú<br />

che buoi o torelli. Osserviamo:<br />

I. Per quanto riguarda il sacrificio di<br />

ringraziamento, supponendo che fosse un<br />

bovino, doveva essere senza difetto, e non<br />

importava che fosse maschio o femmina<br />

(v. 1). Nelle offerte che diamo per l’Opera<br />

del Signore, egli guarda il cuore (cfr. Ga<br />

3:28).<br />

II. Per quanto riguardava il procedimento:<br />

1. L’offerente doveva, con una solenne<br />

imposizione di mani, trasferire la sua proprietà<br />

a Dio (v. 2) e, con la mano sulla<br />

testa della sua offerta, riconosceva la particolare<br />

grazia a causa della quale aveva<br />

deciso questo sacrificio, o, se era un voto,<br />

formulava la sua richiesta.<br />

2. L’animale veniva scannato all’ingresso<br />

della tenda di convegno, sebbene<br />

tutto il cortile fosse idoneo a questo<br />

scopo. Infatti, si riconosceva che le misericordie<br />

ricevute, o attese, provenivano da<br />

Dio al quale erano dirette le preghiere e le<br />

lodi, che in ogni caso dovevano passare<br />

attraverso quella porta. Il nostro Signore<br />

Gesú ha detto: «Io sono la porta», perché<br />

effettivamente egli è la porta del “tabernacolo”.<br />

3. Il sacerdote doveva spargere il sangue<br />

sull’altare, giacché era il sangue che<br />

faceva l’espiazione per l’anima. Anche se<br />

non si trattava di un sacrificio per il peccato<br />

era comunque necessario insegnare<br />

che in tutte le nostre offerte dobbiamo<br />

avere lo sguardo rivolto a Cristo, propiziazione<br />

per il peccato, nella consapevolezza<br />

che anche i nostri migliori servizi<br />

non potranno essere accettati se i peccati<br />

non sono perdonati. La nostra gratitudine<br />

deve essere sempre accompagnata dalla<br />

confessione dei peccati. Qualunque sia la<br />

grazia per cui preghiamo dobbiamo anzitutto<br />

chiedere che sia tolto il peccato:<br />

prima, perdona tutta l’iniquità, e poi, accettaci<br />

benevolmente, oppure facci del<br />

bene (Os 14:2).<br />

4. Tutto il grasso delle interiora, quello<br />

che chiamiamo «sego» o «strutto», ossia<br />

il grasso che copre e aderisce alle interiora,<br />

i due arnioni e il grasso che v’è<br />

sopra e che copre i fianchi, nonché la rete<br />

del fegato, dovevano essere tolti via e<br />

bruciati sull’altare come sacrificio fatto<br />

mediante il fuoco (vv. 3-5). Del sacrificio<br />

di ringraziamento, questo era tutto quello<br />

che andava offerto al Signore, mentre nel<br />

capitolo 17 (dal v. 11) troveremo tutte le<br />

altre disposizioni al riguardo. L’ordine era<br />

che tali cose venissero bruciate sopra l’olocausto,<br />

cioè, sull’olocausto giornaliero,<br />

l’agnello che veniva offerto ogni mattina<br />

prima di ogni altro sacrificio. In tal modo,<br />

il grasso del sacrificio di azioni di grazie

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