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LEVITICO - Casa Editrice HILKIA

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Levitico 1:3-9 2<br />

Gli olocausti<br />

ficio espiatorio che Cristo presenterà<br />

nella pienezza dei tempi (Ga 4:4), sia i sacrifici<br />

spirituali di riconoscenza che i cristiani<br />

offriranno ogni giorno.<br />

3. Dio diede a Israele quelle leggi per<br />

mezzo di Mosè. Nulla è piú frequentemente<br />

ripetuto di questa frase: l’Eterno<br />

parlò ancora a Mosè dicendo: parla ai figliuoli<br />

d’Israele. Dio avrebbe potuto parlare<br />

direttamente ai figli d’Israele, come<br />

aveva fatto per i Dieci Comandamenti,<br />

ma scelse di farlo per mezzo di Mosè perché<br />

il popolo stesso aveva chiesto che Dio<br />

non comunicasse piú direttamente con<br />

loro. Egli aveva quindi deciso che Mosè,<br />

tra tutti i profeti, fosse tipo di Cristo, il canale<br />

attraverso il quale Dio avrebbe parlato<br />

a noi in questi ultimi tempi (Eb 1:2).<br />

Mediante altri profeti Dio mandò dei<br />

messaggi al suo popolo, ma attraverso<br />

Mosè emanò le sue leggi, rendendolo in<br />

tal modo tipo di colui al quale il Padre ha<br />

affidato tutto il giudizio (cfr. Gv 5:22).<br />

Inoltre, il tesoro della divina rivelazione<br />

doveva comunque essere contenuto in un<br />

vaso di carne, affinché la nostra fede<br />

fosse provata e l’eccellenza della potenza<br />

fosse attribuita a Dio (cfr. Fl 2:5-11).<br />

4. Dio gli parlò fuori dal tabernacolo.<br />

Non appena la shekinah prese possesso<br />

della nuova dimora, in segno di approvazione<br />

di quello ch’era stato fatto, Dio<br />

parlò a Mosè dal propiziatorio mentre egli<br />

stava fuori dal velo o, meglio, presso la<br />

porta, udendo solo una voce. È probabile<br />

che Mosè trascrivesse in tempo reale<br />

quello che ascoltava in modo da evitare<br />

errori dovuti a interpretazioni o dimenticanza.<br />

Il tabernacolo era stato eretto per<br />

essere un luogo di comunione tra Dio e<br />

Israele, ed è in questo luogo che gli<br />

Israeliti offrivano il culto a Dio ed egli rivelò<br />

la sua volontà. Similmente noi, attraverso<br />

la sua Parola e la preghiera, abbiamo<br />

comunione con il Padre e con il<br />

Figlio Gesú Cristo (At 6:4). Quando parliamo<br />

a Dio, dobbiamo anche desiderare<br />

di ascoltare la sua voce e riconoscere<br />

come atto di misericordia il fatto che egli<br />

si degni di parlarci. L’Eterno chiamò<br />

Mosè, non perché gli si avvicinasse (in<br />

quella dispensazione persino Mosè doveva<br />

tenersi a distanza), ma perché ascoltasse<br />

e prestasse attenzione a ciò che sarebbe<br />

stato detto. Gli studiosi di ebraico<br />

c’informano che il verbo tradotto<br />

«chiamò» può avere un significato particolare,<br />

lasciando intendere che Dio parlò<br />

con voce quieta e sommessa. La legge<br />

morale era stata data in mezzo al terrore<br />

della montagna in fiamme, tra tuoni e<br />

lampi, ma la legge che riguardava il rimedio<br />

previsto per mezzo del sacrificio, essendo<br />

simbolo della grazia dell’Evangelo,<br />

ministero di vita e pace, provenne in<br />

modo piú dolce dal propiziatorio.<br />

1:3-9<br />

Si suppone che un uomo ricco per onorare<br />

Dio avrebbe dovuto portare un olocausto<br />

tratto dal suo bestiame grosso.<br />

Colui che mette Dio al primo posto e lo ritiene<br />

il piú importante, vorrà offrirgli il<br />

meglio di quanto lui stesso possiede, altrimenti<br />

non gli dà la gloria che gli è dovuta.<br />

Ora, se uno aveva deciso di uccidere un<br />

giovenco, non per il diletto della sua famiglia<br />

e degli amici ma per farne un sacrificio<br />

a Dio, doveva seguire con attenzione<br />

queste regole:<br />

1. L’animale da offrire doveva essere<br />

maschio, senza difetto e il migliore della<br />

mandria. Non solo, ma essendo assegnato<br />

per onorare Dio che è infinitamente perfetto,<br />

doveva essere eccellente nel suo genere.<br />

Ciò simboleggia l’assoluta efficacia<br />

e purezza presenti in Cristo – il sacrificio<br />

morente – e la sincerità di cuore e santità<br />

di vita che devono ritrovarsi tra i cristiani<br />

che sono presentati a Dio quali sacrifici<br />

viventi (Ro 12:1). Però, in Cristo Gesú<br />

non c’è né maschio né femmina (cfr. Ga<br />

3:28) e nessun difetto fisico potrà impedirci<br />

di essere accettati da Dio. Gli unici<br />

difetti che ci impediscono di essere graditi<br />

a Dio sono quelli morali introdotti<br />

nell’anima dal peccato.<br />

2. Il proprietario doveva offrirlo «di<br />

sua spontanea volontà» (v. 3, ND). Per essere<br />

gradite a Dio è necessario che le no-

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