LEVITICO - Casa Editrice HILKIA
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Levitico 3:6-17 10<br />
I sacrifici di riconoscenza<br />
s’andava ad aggiungere a quello, ed era<br />
una sua continuazione. Il grande sacrificio<br />
di pace è quello dell’Agnello di Dio<br />
che toglie i peccati dal mondo (Gv 1:29)<br />
e prepara l’altare per i nostri sacrifici di<br />
lode, che non saranno graditi se prima<br />
non ci saremo riconciliati. Si suppone che<br />
la bruciatura di questo grasso significasse:<br />
(a) L’offerta a Dio dei nostri migliori<br />
sentimenti, poiché a lui appartiene anche<br />
l’interiore. Dobbiamo spandere le nostre<br />
anime ed elevare i nostri cuori in preghiera,<br />
e benedire il suo nome con tutto il<br />
nostro essere, poiché egli richiede la nostra<br />
partecipazione intima. Il grasso indica<br />
il meglio, le parti scelte, ciò che deve<br />
sempre essere offerto a Dio che ha preparato<br />
per noi un convito di cibi succulenti<br />
(Is 25:6).<br />
(b) La mortificazione dei nostri affetti<br />
corrotti e delle nostre concupiscenze e la<br />
loro distruzione sul fuoco della grazia divina<br />
(Cl 3:5). Siamo veramente grati a<br />
Dio per le misericordie ricevute e pronti a<br />
riceverne delle altre, solo quando ci siamo<br />
separati dai nostri peccati e abbiamo liberato<br />
la mente da ogni sensualità, per<br />
mezzo dello spirito di giudizio e dello spirito<br />
ardente (Is 4:4, K.J.).<br />
3:6-17<br />
Qui vengono date le istruzioni relative<br />
ai sacrifici di azioni di grazie, nel caso si<br />
tratti di una pecora o di una capra. Per<br />
questo genere di sacrifici non erano ammessi<br />
tortore o giovani piccioni, che invece<br />
si potevano offrire in olocausto. Tali<br />
animali, infatti, non avevano grasso sufficiente<br />
da poter bruciare sull’altare, e se<br />
fossero stati suddivisi secondo le leggi<br />
che riguardavano il sacrificio di azioni di<br />
grazie, ogni parte si sarebbe ridotta a poco<br />
o a nulla. Le norme riguardanti l’agnello<br />
o la capra offerti quale sacrificio di ringraziamento<br />
erano molto simili a quelle<br />
che riguardavano un giovenco, e quindi<br />
c’è solo questo da dire:<br />
1. La parte della coda dell’animale doveva<br />
essere bruciata sull’altare insieme al<br />
grasso delle interiora: tutta la coda (v. 9).<br />
Questo perché in quei paesi essa era abbastanza<br />
voluminosa e grassa. Alcuni osservano<br />
che, sebbene fosse una parte poco<br />
dignitosa, Dio in questo modo intendeva<br />
onorarla; allo stesso modo si può dire che<br />
Dio ha fatto il corpo in modo da onorare<br />
anche quelle parti che noi riteniamo meno<br />
dignitosi (1 Co 12:23, 24).<br />
2. Ciò che veniva offerto sull’altare<br />
viene definito cibo (vv. 11, 16) perché nutriva<br />
il fuoco santo, ed era gradito a Dio<br />
cosí come il cibo è gradito a noi. E poiché<br />
il tabernacolo era come la casa di Dio tra<br />
di loro, le offerte ne imbandivano la tavola,<br />
al pari di quella della corte di<br />
Salomone (1 R 4:22 ss.).<br />
3. Qui si formula la regola che tutto il<br />
grasso appartiene all’Eterno (v. 16) e si<br />
stabilisce la norma, fondata su di essa,<br />
che non si mangi né grasso né sangue<br />
neanche nelle abitazioni private (v. 17).<br />
(a) Per quanto riguarda il grasso, non<br />
s’intende quello che si può trovare insieme<br />
alla carne (che si poteva mangiare,<br />
cfr. Ne 8:10), ma il grasso delle interiora,<br />
il rognone, ossia quella parte riservata al<br />
sacrificio. Per questa ragione era loro<br />
proibito di mangiare anche il grasso delle<br />
bestie uccise per usi profani. In tal modo,<br />
Dio preservava l’onore di ciò che gli era<br />
sacro. Non solo non potevano mangiare di<br />
quel grasso che doveva essere il cibo dell’altare,<br />
ma di nessun altro grasso del genere.<br />
L’intento era che la tavola del<br />
Signore (cosí era chiamato l’altare) non<br />
diventasse spregevole e che nessuno ritenesse<br />
che gli alimenti che quivi si offrivano<br />
erano cosa di nessun conto (Ml 1:7-<br />
12).<br />
(b) Allo stesso modo il sangue era assolutamente<br />
vietato, per la stessa ragione<br />
per cui lo era il grasso: perché era la parte<br />
di Dio, in ogni sacrificio. I pagani bevevano<br />
il sangue dei loro sacrifici, e per<br />
questo leggiamo delle loro libazioni di<br />
sangue (Sl 16:4). Ma Dio non permetteva<br />
che il sangue, lo strumento dell’espiazione,<br />
fosse profanato usandolo come bevanda<br />
(cfr. Eb 10:29), né consentirà che