Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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Il cavallo della facciata del Duomo di Siena restaurato da Antonio Manetti.<br />
Chiesa di Sant’Agostino a Siena 13 . La muta<br />
di candelieri, due candelieri più grandi e il<br />
paliotto dell’Altare Maggiore fanno parte di<br />
un’unica commissione voluta dallo<br />
Scolopio Cosimo Mariani, fondatore nel<br />
1843 della Pia Unione di preghiera del<br />
SSmo. e Immacolato Nome di Maria, a cui<br />
si deve probabilmente anche la commissione<br />
del davanzale della Cappella della<br />
Madonna datato 1857 e caratterizzato da<br />
motivi decorativi molto vicini a quelli che<br />
compaiono sul paliotto della Tartuca 14 .<br />
Contemporaneamente Manetti iniziò a<br />
lavorare ai restauri della facciata del<br />
Duomo di Siena che lo impegneranno per<br />
quasi vent’anni, dal 1834 al 1851, sotto lo<br />
stretto controllo della Deputazione alla<br />
Conservazione <strong>dei</strong> beni artistici senesi nelle<br />
figure del cavaliere Mario Nerucci, del di-<br />
13 In merito al legame fra queste opere cfr. G.<br />
MAZZONI, “Catalogo”, in AA.VV., Agostino Fantastici<br />
architetto senese, Torino, Umberto Allemandi & co.,<br />
1992, pp. 254-256 e S. CHIARUGI, 1994, pp. 178-179.<br />
14 Sugli arredi lignei della Chiesa di Sant’Agostino<br />
cfr. H. TEUBNER e M. BUTZNEK, Die kirchen von Siena,<br />
F. Buckmann KG, Munchen, 1985, vol. 1-1, pp. 129-<br />
135. La notizia della commissione si trova in AAS, B.<br />
rettore dell’Istituto d’Arte Nenci e dell’architetto<br />
Alessandro Doveri.<br />
I restauri erano iniziati alla fine del<br />
Settecento in seguito al terremoto del 1798<br />
che aveva profondamente colpito la<br />
Metropolitana 15 . Tra il 1834 e il 1837 l’artista<br />
fu occupato nei lavori di ripristino della<br />
parte destra della facciata. Tra questi lavori<br />
troviamo il restauro del “remenate” (cioè<br />
del timpano del portale), del cornicione<br />
marcapiano, nonché delle figure di un cavallo<br />
e di un leone ancora qui collocate.<br />
Manetti rifece anche il capitello alla base<br />
dell’olimascolo destro e quello sulla colonna<br />
a tortiglione, che mostrano ancora delle<br />
protomi umane dai profili puri tipici dello<br />
stile del nostro artista, e il fregio tra essi,<br />
dove compaiono figure umane e animali di<br />
gusto rinascimentale, ma in realtà frutto di<br />
P. di Sant’Agostino, 412 (1840-1920), Economale 37 S.<br />
Agostino in Siena, inventari verbali, ins. 74,<br />
“Inventario della Chiesa di S. Salvador in S. Agostino<br />
di Siena fatto in occasione della presa di possessione<br />
<strong>dei</strong> beni della medesima nel dì 30 Marzo 1870”.<br />
15 Sulla storia <strong>dei</strong> restauri del Duomo cfr. AA.VV.,<br />
Il Duomo di Siena, documenti-studi-restauri, Siena,<br />
Centroofset, 1993.