Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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Fuori dal coro<br />
IL FUTURO DEL SANTA MARIA DELLA SCALA<br />
E ALTRE STORIE<br />
La mostra sui Falsi d’autore organizzata da<br />
Gianni Mazzoni con appassionata competenza<br />
sta sollevando notevole interesse e come accadde<br />
lo scorso anno per la straordinaria rassegna<br />
duccesca, contribuisce a mantenere alta la qualità<br />
della programmazione del Santa Maria della<br />
Scala. Siamo lontani, per fortuna, da iniziative<br />
anguste e di basso profilo, improvvisate per meri<br />
scopi di cassetta senza il sostegno di un adeguato<br />
spiritus loci, che pure vanno oggi di moda<br />
orientando un sensibile flusso turistico, subito<br />
pretenziosamente definito “culturale”.<br />
Tuttavia non è facile gestire un’area espositiva<br />
così vasta con manifestazioni di livello internazionale<br />
e, soprattutto, destinate per loro natura<br />
a vivere l’esiguo spazio di una stagione. Delle<br />
tante parole spese, ormai quasi 10 anni fa, in<br />
convegni e assemblee per osannare la nascita di<br />
un’istituzione che avrebbe dovuto sviluppare<br />
mirabolanti progetti culturali si è spenta anche<br />
l’eco e si rende quindi necessario tornare a programmare<br />
il futuro del grande ente.<br />
Innanzitutto dovrebbe essere ricuperato il<br />
progetto di un settore espositivo stabile, che affianchi<br />
il già operante Museo Archeologico in<br />
quello straordinario complesso interdisciplinare<br />
e polivalente in cui il Santa Maria ha ampia potenzialità<br />
di trasformarsi. Come ha scritto efficacemente<br />
Roberto Barzanti sulla Voce del Campo:<br />
“Un museo al centro di servizi, di biblioteche,<br />
di punti di ristoro e di sosta, di laboratori e di attività<br />
formative, all’intersezione di esperienze e<br />
di incontri: affermazione pacifica d’identità e<br />
invito permanente allo scambio”.<br />
Intanto tutti gli enti interessati dovrebbero<br />
offrire un contributo imparziale, affinché si possa<br />
velocemente arrivare alla costituzione della<br />
struttura museale centrale, su cui fondare questa<br />
grandiosa istituzione. Uno sforzo collettivo e<br />
costruttivo che, lungi dalla miope ricerca dell’effimero<br />
e da un’attenzione egoistica e non pagante<br />
verso la cultura artistica, dovrebbe innanzitutto<br />
favorire l’aggregazione nelle stupende sale<br />
del Santa Maria delle opere d’arte di scuola<br />
senese tutt’oggi disperse tra la Pinacoteca e altre<br />
raccolte cittadine di proprietà comunale e eccle-<br />
siastica. Sarebbe così possibile offrire una visione<br />
modernamente integrata e funzionale dell’immenso<br />
patrimonio artistico della nostra<br />
città, ormai ritenuto dai critici espressione di una<br />
scuola civica di assoluto valore europeo, ed esibire<br />
in un organico collegamento cronologico<br />
tutti i frutti delle sue produzioni figurative, dai<br />
campi principali della pittura e della scultura a<br />
quelli collaterali della grafica, dell’oreficeria e<br />
delle arti minori.<br />
Solo una rassegna completa della civiltà artistica<br />
senese, finalmente e stabilmente inserita in<br />
una cornice di pari livello per importanza storica,<br />
sociale e spirituale, potrà rendere ancora più<br />
luminosi questi splendidi saloni, che, altrimenti,<br />
non sarà improbabile vedere un giorno brillare<br />
per una fredda vacuità.<br />
* * *<br />
Nel tentativo di divulgare la musica “colta”,<br />
portandola in platee superaffollate, la Piazza del<br />
Campo ha ospitato questa estate Orchestra e<br />
Coro dell’Accademia di S. Cecilia, in un concerto<br />
interamente dedicato ai capolavori di George<br />
Gershwin.<br />
Non era la prima volta, perché la piazza senese<br />
ha già ospitato altre orchestre importanti,<br />
balletti e perfino opere, mostrando sempre scarse<br />
attitudini in termini di acustica, come puntualmente<br />
succede a Massa Marittima, S.<br />
Gimignano e in molti altri luoghi straordinari<br />
sotto il profilo monumentale, ma inesorabilmente<br />
inadatti alla corretta diffusione <strong>dei</strong> suoni.<br />
Ovviamente le cronache hanno esaltato l’avvenimento,<br />
sottolineando opportunamente la<br />
bravura degli artisti e <strong>dei</strong> musicisti, con qualche<br />
ammiccamento per toilettes, abbronzature e<br />
scollature esibiti nei vari settori della platea.<br />
Ma c’è stato anche chi, come Ranieri Carli,<br />
ha stigmatizzato il pessimo risultato in termini<br />
di ascolto della pur eccellente performance <strong>dei</strong><br />
concertisti, a causa del tentativo di amplificarne<br />
elettricamente l’esecuzione con uno sgradevole<br />
(per le orecchie) gruppo di casse acustiche innalzate<br />
sul palco da un’altrettanto sgradevole (per<br />
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