Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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nienti da collezioni italiane e straniere, che<br />
Mazzoni ha selezionato con grande diligenza<br />
e ordinato in un vasto, esauriente itinerario<br />
tematico, sviluppato in sette sezioni attorno<br />
alla produzione di Icilio Federico<br />
Joni. Una rassegna di maestri, che partendo<br />
appunto dallo Joni, si snoda attraverso autori<br />
di falsi - ma quasi sempre autentici per<br />
qualità artistica - come lo scultore cremonese<br />
Alceo Dossena, il pittore senese Umberto<br />
Giunti, i “collaboratori ed epigoni” Igino<br />
Gottardi, Bruno Marzi, Gino Nelli.<br />
Tra i capolavori della falsificazione d’arte<br />
esposti in questa rassegna, non è possibile<br />
non ricordare una Madonna scolpita da<br />
Alceo Dossena nello stile di Donatello, capace<br />
di suscitare in Ugo Ojetti le stesse alte<br />
emozioni di un’opera autentica; o la tavola<br />
di Girolamo di Benvenuto proveniente dal<br />
Museo di Montalcino, che collocata in mo-<br />
stra a fianco della copia dipinta dallo Joni,<br />
ha messo in difficoltà alcuni autorevoli professori<br />
chiamati a distinguere il soggetto originale<br />
da quello moderno.<br />
Gianni Mazzoni, che da anni studia con<br />
colta passione il fenomeno <strong>dei</strong> falsi nella<br />
storia dell’arte, dopo aver pubblicato studi<br />
importanti (cfr. Quadri antichi del 900,<br />
Vicenza, Neri Pozza, 2001) raccoglie in questa<br />
mostra i frutti di un severo e coraggioso<br />
impegno di ricerca che la particolarità della<br />
disciplina non contribuisce certo ad agevolare<br />
e che, probabilmente, gli ha creato anche<br />
qualche nemico.<br />
Sul catalogo, edito dalla Protagon, compaiono<br />
gli scritti di Alessandra Mottola<br />
Molfino, Giorgio Bonsanti, Giuliano<br />
Catoni, Caroline Villers, Bruno Santi e<br />
David Rossi, oltre naturalmente ad un saggio<br />
del curatore della mostra.