Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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rito una lettera in cui il piemontese si congratulava<br />
con lui per l’idea di “dare al pubblico<br />
una Guida meno fallace delle particolarità<br />
di Siena” 6 . Questa lettera fu la prima<br />
cosa che venne fatta scomparire nell’edizione<br />
del 1815. La moda infatti era cambiata,<br />
della Valle era morto da qualche anno e<br />
Lanzi era ormai l’indiscussa autorità nel<br />
campo della storia dell’arte. Basti come esempio<br />
il passo in cui Faluschi parla della<br />
celebre Madonna col Bambino di Guido da<br />
Siena conservata nella Basilica di S.<br />
Domenico di Siena. Nella prima edizione egli<br />
dice: “Si potrebbero qui addurre molte<br />
riprove per maggiore autenticità della verità<br />
della Pittura predetta, ma avendo così eruditamente<br />
e con tanti argomenti scritto sopra<br />
ciò modernamente il dottissimo F. G. della<br />
Valle Min. Convent. nelle sue Lettere Sanesi<br />
sopra le Belle Arti […] non starò a riportarne<br />
altri argomenti” 7 . Nell’edizione del 1815,<br />
invece, egli scrive: “Questa pittura deve essere<br />
stata con meraviglia dagl’intendenti per<br />
essere delle più bell’opere conservate nel sec.<br />
XIII come nota benissimo il Chiar. Abate<br />
Lanzi nella sua Istoria Pittorica tomo I” 8 .<br />
Lo stesso trattamento, diciamo abbastanza<br />
‘ingrato’, venne riservato da Faluschi a<br />
Pecci. Nella prima edizione egli riconobbe<br />
6 GIOVACCHINO FALUSCHI, Breve relazione delle cose<br />
notabili della Città di Siena, ampliata e corretta dal<br />
Sacerdote Giovacchino Faluschi Senese e dal nobil Signore<br />
Guido Savini Provveditore dell’Università e Rettore della<br />
Pia casa di Sapienza, Siena 1784, p. VI.<br />
il suo debito nei confronti della Relazione,<br />
da lui ampiamente copiata, ma in seguito se<br />
ne dimenticò completamente. Nel 1815, infatti,<br />
come era successo a della Valle, anche<br />
il nome del Pecci scomparve senza troppi rimorsi<br />
dalla guida.<br />
Bisogna però dire, ad onore del vero, che<br />
nella seconda edizione Faluschi si discosta<br />
maggiormente dal suo modello, scrivendo<br />
un’opera di impronta differente. Troviamo<br />
ad esempio nel testo molte notazioni ‘mondane’<br />
del tutto assenti in Pecci (come l’indicazione<br />
della casa di Teresa Mocenni “compagna<br />
del Cel. Conte Alfieri”) e troviamo<br />
anche delle idee molto moderne come l’indicazione<br />
dell’orario di apertura <strong>dei</strong> musei<br />
privati o delle stampe esistenti di varie opere<br />
d’arte senese.<br />
Si può dire quindi che la guida del 1815<br />
è un’opera a sé che si distacca dalla sua diretta<br />
progenitrice (cioè la Relazione di Pecci) e si<br />
distacca anche dai due autori più celebrati e<br />
discussi a Siena nella seconda metà del<br />
Settecento, cioè Giovanni Antonio Pecci e<br />
Guglielmo della Valle, che in due modi assai<br />
differenti, ma accomunati dallo stesso metodo<br />
storico e dalla stessa passione, si adoprarono<br />
per illustrare l’arte di Siena.<br />
7 G. FALUSCHI, Breve relazione cit., Siena 1784, pp.<br />
200/201.<br />
8 G. FALUSCHI, Breve relazione delle cose notabili della<br />
Città di Siena, ampliata e corretta. Al Nob. Sig. Cav.<br />
Commendatore Galgano Saracini, Siena 1815, p. 170.