Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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melio del 1891, che gli autori opportunamente riproducono tra le tavole a colori: una lettera giunta a Liverpool da Siena in appena tre giorni. Una prestazione che fa impallidire anche la nostra “posta celere”. Tornando, infine, al Bartali – uno dei primi Arcirozzi dopo l’elevazione granducale della Congrega in Accademia - va ricordata l’importanza del suo, oggi rarissimo, libretto, che, ovviamente, non s’interessava solo delle tabelle con i “giorni della posta”, ma riferiva compiutamente il calendario dei più importanti eventi cittadini attinenti “sì allo Spirituale, come al Temporale”, delle festività, delle fiere nei vari centri dello Stato; segnalava i dati delle magistrature e delle signorie, le distanze da Siena dei “Luoghi dello Stato”; sintetizzava ad diem i principali eventi storici, evidente fonte d’ispirazione per quel più famoso Diario Senese, che, dopo una ventina d’anni, tanto prestigio avrebbe recato a Girolamo Gigli. 47
48 INTERESSANTE NOVITÀ IN LIBRERIA DI SILVIA COLUCCI SEPOLCRI A SIENA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO Già agli inizi del Settecento, Giovanni Antonio Pecci, avendo ben chiara l’importanza documentaria delle epigrafi, stese la Raccolta universale di tutte le iscrizioni, arme e altri monumenti, sì antichi come moderni, esistenti in diversi luoghi pubblici della città di Siena fino a questo presente anno MDCCXXX, conservati all’Archivio di Stato di Siena e ancora in attesa di pubblicazione. Il lavoro dell’erudito settecentesco è stato ora ripreso da Silvia Colucci nell’ambito di una tesi di laurea assegnata dal professor Fabio Bisogni. Silvia Colucci non si è limitata a censire tutte le iscrizioni funerarie senesi dal medioevo alla fine della Repubblica, ma ha intrapreso un completo excursus dei sepolcri ancora conservati, compresi quelli di cui rimangono solo frammenti. L’autrice ha inteso offrire non soltanto un semplice catalogo delle forme sepolcrali adottate a Siena nel periodo considerato – lapidi epigrafiche, lastre con il gisant, monumenti complessi – ma anche una interpretazione delle motivazioni dell’adozione delle diverse forme in relazione allo status del defunto nel corso del tempo. Nell’ottica prescelta, quella cioè dell’analisi nel lungo periodo cronologico, è stato possibile sottolineare gli elementi di continuità formale e iconografica ma anche quelli di rottura, assi significativi per individuare l’emergere di nuove istanze liturgiche, di nuove necessità sociali, o semplicemente di un mutamento del gusto. È significativo in questo senso l’intervento di Donatello nel pieno Quattrocento, che ripropone le consuete forme sepolcrali desunte dalla tradizione medievale rinnovandone tuttavia gli aspetti formali e stilistici, ponendosi come punto di non ritorno per il genere a Siena. La ricerca ha interessato complessivamente duecentouno sepolture in un arco cronologico che dal 1258, tomba di
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tre giorni. Una prestazione che fa impallidire<br />
anche la nostra “posta celere”.<br />
Tornando, infine, al Bartali – uno <strong>dei</strong><br />
primi Arci<strong>rozzi</strong> dopo l’elevazione granducale<br />
della Congrega in Accademia - va ricordata<br />
l’importanza del suo, oggi rarissimo, libretto,<br />
che, ovviamente, non s’interessava<br />
solo delle tabelle con i “giorni della posta”,<br />
ma riferiva compiutamente il calendario <strong>dei</strong><br />
più importanti eventi cittadini attinenti “sì<br />
allo Spirituale, come al Temporale”, delle festività,<br />
delle fiere nei vari centri dello Stato;<br />
segnalava i dati delle magistrature e delle signorie,<br />
le distanze da Siena <strong>dei</strong> “Luoghi dello<br />
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