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Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi

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Bracci, non hanno più ragion d’essere ormai<br />

nei riguardi di lui, dopo le dichiarazioni<br />

da lui fatte.<br />

Con queste reciproche dichiarazioni i<br />

sottoscritti studenti desiderosi che la famiglia<br />

studentesca senese nella quale ogni idea,<br />

purché educatamente e serenamente professata,<br />

deve trovar rispetto, non sia più a lungo<br />

agitata e divisa da sterili rancori, si sono<br />

lasciati in piena concordia con scambievoli<br />

attestazioni di stima e di affetto, unanimi<br />

nel riprovare i metodi di chiunque, a corto<br />

di argomenti di ragione, creda di poter far<br />

trionfare le sue idee colla bestiale violenza”.<br />

Lo “status” di studenti universitari prevalse<br />

sulle divisioni di parte.<br />

Si aggiunse una protesta del dottor<br />

Chiurco – anima e “storico” del Fascio senese<br />

– perché tra coloro che solidarizzavano<br />

con gli studenti socialisti ne appariva uno<br />

appena “redento”, che per il Chiurco era intollerabile!<br />

Si noti ancora che il professor Calamandrei,<br />

stimato da tutti gli studenti è evidente,<br />

chiamato a far da giustiziere se l’era cavata<br />

spiritosamente con l’affermazione che<br />

non poteva non aver fiducia in tutti i suoi<br />

studenti, tutti in buona fede! Che, se i giudici,<br />

dal Calamandrei tanto elogiati, si fossero<br />

comportati alla stessa stregua! Ben altro<br />

tono aveva usato il Calamandrei pochi<br />

giorni prima commemorando Curtatone e<br />

Montanara nel tradizionale appuntamento<br />

e in un delicatissimo momento; le cronache<br />

narrano che “l’esimio professor Calamandrei<br />

ha trascinato in un delirio l’auditorio<br />

mettendo tutta la sua anima nel ricordo della<br />

sua vita di guerra”.<br />

È un discorso celebre anche per l’invettiva<br />

contro il Governo (Calamandrei, in fondo,<br />

è stato sempre contro “tutti” i Governi)<br />

che metteva in cella le ragazze fiumane e<br />

dalmate insieme alle prostitute! Chi ha subito<br />

il fascino dell’eloquenza del<br />

Calamandrei nelle esaltazioni della resistenza<br />

può comprendere l’entusiasmo che suscitava<br />

quando parlava della guerra e della<br />

Patria. Quel giorno, dopo di lui, presero la<br />

parola gli studenti Cioni e Agostinelli ricordando<br />

le “glorie della studentesca senese” e<br />

incitando all’unione per combattere “le in-<br />

sidie e le aggressioni della marmaglia contro<br />

la classe studentesca”.<br />

E la “marmaglia”, cioè i socialisti senesi?<br />

Nei loro commenti al conflitto di Siena<br />

mentre doverosamente difendono i loro pochi<br />

studenti (nel ’20 d’altra parte non era facile<br />

per un socialista farsi paladino della libertà,<br />

come poté fare il giovanissimo repubblicano<br />

Bracci) sottolineano l’aggressività e<br />

la provocazione degli altri, “la spavalderia<br />

di cinque vili conigli che con la rivoltella in<br />

pugno stavano sulla porta del Caffè Greco,<br />

che al primo assalto fuggirono come lepre<br />

al passaggio della polvere”.<br />

Nell’ambito di quello che era avvenuto<br />

in città due episodi sono caratteristici dell’eccitamento<br />

dello spirito “borghese” e della<br />

imperante faziosità. Sembra che per uno<br />

studente di parte nazionalista “furono apportate<br />

tutte le cure necessarie” e “fu sgombrata<br />

la sala medica”, “mettendo tre infermieri<br />

alla sua assistenza”: Perché, si domandava<br />

il foglio socialista, altrettanto, pochi<br />

mesi prima, non era stato fatto per Enrico<br />

Lachi? Ancora: un medico avvertito del lavoro<br />

incombente, stante il tafferuglio in<br />

corso, si dice abbia esclamato: “vorrei portassero<br />

tutti i socialisti con l’intestino in<br />

mano!”; al contrario, si compiace il foglio<br />

rosso, “gli portarono anziché socialisti …<br />

studenti”. Il clima era questo: poco sopra<br />

nel medesimo foglio si legge delle “infamie<br />

di un cappuccino all’ospedale” e nel testo<br />

Dio è stampato a caratteri minuscoli.<br />

Povera Siena, povera Italia.<br />

All’inizio del secondo dopoguerra da ogni<br />

parte si udiva “non facciamo gli errori<br />

dell’altra volta!”; ne furono compiuti altri,<br />

ma, almeno a Siena, il ’20 e il ’<strong>21</strong> non ebbero<br />

replica.<br />

Dunque Piero Calamandrei e Mario<br />

Bracci furono in relazione in quel 1920; dopo<br />

appena quattro anni il Bracci andrà professore<br />

a Sassari, il Calamandrei nella sua<br />

Firenze. L’amicizia e il comune sentire furono<br />

profondi per tutta la vita anche se con<br />

differenti atteggiamenti durante e dopo il<br />

Fascismo, ma le radici erano già vive nel<br />

trentenne professore e nel ventenne studente<br />

nell’infuocata – e un po’ triste – Siena del<br />

1920.<br />

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