17.06.2013 Views

Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi

Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi

Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

42<br />

In serata scontri, pugilati e aggressioni socialiste<br />

agli studenti “nel parapiglia vedemmo<br />

il segretario Cavina [della Camera del lavoro,<br />

nel ’<strong>21</strong> deputato] prendersi una legnata,<br />

mentre lo studente Gianni veniva ferito<br />

alla testa insieme al Vivarelli”. I feriti conosciuti<br />

furono appunto Lavinio Vivarelli,<br />

Michelangelo Gianni, Rodolfo Lippi, Dario<br />

Pacifici, Giulio Di San Marzano.<br />

In serata (è quasi estate, le giornate sono<br />

lunghe) altra furibonda rissa al Caffè Greco<br />

e “le legnate voleranno lo stesso e un po’ alla<br />

cieca” e così “lo studente Bracci che tentava<br />

di riportare a miglior consiglio i caporioni,<br />

veniva legnato di santa ragione”. Ci<br />

furono anche colpi di rivoltella (chi fosse il<br />

primo a sparare non si capiva mai).<br />

Mario Bracci spedì ai quotidiani locali la<br />

lunga lettera che riportiamo e che conferma<br />

in serena riflessione (anche se un po’ meravigliano<br />

“gli sbirri del Re” e “la ferocia pazzesca”)<br />

quanto già dicemmo sulla fede nella<br />

libertà per tutti. Pare che l’Italia fosse divisa<br />

in due innocenti cori contrapposti col<br />

Governo che picchiava su ambedue.<br />

“Caro Direttore<br />

sento la necessità di spiegare con questa<br />

mia lettera la vera portata e il giusto valore di<br />

un ordine del giorno di cui sono un firmatario,<br />

sia perché ben chiaro a tutti apparisca il<br />

nobilissimo movente che ci ha inspirato, sia<br />

per dissipare menzogne e insinuazioni malvagie<br />

ad arte diffuse.<br />

Tutti gli studenti senza distinzione di idee<br />

e di partito erano stati ieri sera invitati<br />

all’Università per protestare contro i fatti di<br />

Roma, e tutti, senza distinzione accorremmo,<br />

unanimi nel disapprovare le violenze inaudite<br />

usate contro colleghi nostri e soprattutto<br />

per protestare contro queste metodiche<br />

sopraffazioni erette a sistema, si che<br />

ogni giorno gli sbirri del Re stroncano con<br />

una ferocia pazzesca donne, ragazzi, studenti<br />

innocenti solamente colpevoli di cantare<br />

un inno patriottico, operai onesti solamente<br />

colpevoli di cantare inni socialisti.<br />

Nessuna bandiera partigiana doveva essere<br />

sventolata nella nostra onorata, ma serena<br />

discussione, una sola idea alta purissima<br />

doveva ispirare le nostre proteste, quell’idea<br />

che una volta negli Atenei trovava i<br />

suoi più fedeli apostoli “libertà”.<br />

Ed invece proprio dove ci si riuniva per<br />

protestare contro una violazione di liberà, si<br />

è commessa una disgustosa sopraffazione<br />

doppiamente odiosa perché usata verso colleghi.<br />

Non spetta a me fare la cronaca, i fatti<br />

sono noti. Quando i pochi colleghi socialisti<br />

sono stati cacciati in furia dall’atrio di<br />

quella casa che è loro come nostra, tutti gli<br />

studenti di qualunque partito ma che conoscono<br />

e servono una sola libertà che non è<br />

parola vana hanno abbandonato indignati<br />

l’Ateneo e assicurata ai compagni la propria<br />

solidarietà, invitati dai colleghi socialisti ci<br />

siamo riuniti noi soli studenti, e noi soli, abbiamo<br />

discusso e approvato l’ordine del giorno<br />

comunicato alla stampa. Quindi dopo avermi<br />

incaricato di redigere una lettera di spiegazione<br />

l’assemblea si è sciolta.<br />

E qui termina la nostra opera collettiva.<br />

Ci unimmo di ogni partito affratellati da<br />

una idea santa di libertà che ci sembra di<br />

poter sostenere a fronte alta, molto più degnamente<br />

di tanti altri. Ci separammo affettuosamente,<br />

pronti a riunirsi se questa nostra<br />

idea da qualunque parte si tentasse di<br />

sopraffare, noi soli studenti.<br />

Ogni altra conseguenza che se ne volesse<br />

trarre, è insulto e menzogna.<br />

Ogni altra responsabilità che ci si volesse<br />

addossare, è malvagità.<br />

Nei dolorosi e luttuosi fatti che avvennero<br />

nella serata, ciascuno assume la responsabilità<br />

propria.<br />

Io personalmente credo di aver fatto tutto<br />

il mio dovere di cittadino e di studente,<br />

cercando di dissipare tragici equivoci, pericolose<br />

esaltazioni.<br />

E ai feriti tutti, colleghi e compagni di<br />

studio, vittime di un dolorosissimo incidente,<br />

io mando i miei auguri sinceri, i miei saluti<br />

affettuosi.<br />

Mario Bracci ”<br />

La turbolenta giornata ebbe un’appendice.<br />

Gli studenti socialisti furono cacciati<br />

dalla lezione di Oculistica connivente il celebre<br />

professore Bietti mentre a Medicina<br />

legale l’altrettanto celebre professor Biondi<br />

si oppose alla espulsione.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!