Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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che a farsi, dato l’argomento). Il ventenne<br />
Bracci, un ragazzo appare per la prima volta,<br />
in vicende senesi, come un protagonista,<br />
allora fiero repubblicano, patriota e interventista.<br />
Sembra, dalle cronache, che la riunione<br />
accaldata e rumorosa sia andata avanti;<br />
parlò lo studente Umberto Corsini [il<br />
quale] “stigmatizzò i metodi infami di<br />
Governo”, affermò “che la dimostrazione<br />
degli studenti di Roma aveva quell’alto senso<br />
di italianità che è sempre stato l’orgoglio<br />
della classe studentesca”. A quel punto<br />
quello che le cronache chiamano “il solito<br />
gruppetto bolscevico” volle parlare, non gli<br />
fu consentito e anzi fu cacciato dal cortile<br />
sulla strada; quindi baruffa ma “non si ebbe<br />
a deplorare che una legnata andata a finire<br />
sulla testa dello studente Biondi” (futuro<br />
cattedratico fiorentino): la violenza era pane<br />
quotidiano e minimizzata. Poi parlò il<br />
capitano Paolucci, il celebre “affondatore”,<br />
tuttavia a nessuno vennero in mente le povere<br />
Guardie assassinate. L’ordine del giorno<br />
finale fu acclamato dai circa duecento<br />
studenti presenti:<br />
“Gli studenti di tutte le facoltà della R.<br />
Università di Siena, riuniti in solenne comizio<br />
hanno deliberato:<br />
1) di essere solidali con i colleghi della<br />
Università di Roma e di seguire le loro deliberazioni;<br />
2) di inviare al Presidente del Consiglio<br />
<strong>dei</strong> Ministri il seguente telegramma.<br />
Studenti universitari senesi tutti reduci<br />
guerra protestano fieramente contro vile atteggiamento<br />
Governo che per opportunistico<br />
criterio appoggio socialisti, ordina repressione<br />
manifestazioni patriottiche, omaggio<br />
Sovrano, giorno sacro civiltà italiana;<br />
3) di riconfermare ad ogni buon fine<br />
alla R. Questura che la classe studentesca<br />
non è animata da preconcetti ostili contro<br />
gli agenti della forza pubblica incaricati della<br />
tutela dell’ordine, ma è solo indignata per<br />
le draconiane disposizioni del Governo,<br />
nel disporre il loro impiego e i loro movimenti”.<br />
Qualcosa di imprevisto però era accaduto.<br />
Ai cacciati studenti socialisti si erano uniti<br />
alcuni studenti non socialisti che ritene-<br />
vano ingiustificata l’espulsione. Riunitisi alla<br />
Casa del Popolo (e per un non socialista<br />
farsi vedere all’epoca alla Casa del Popolo era<br />
scandaloso assai più di quanto sarebbe<br />
stata la presenza di un democristiano, dopo<br />
venticinque anni, ad una festa dell’Unità!)<br />
fu votato questo ordine del giorno:<br />
“I sottoscritti studenti, mentre deplorano<br />
le violenze a cui sono stati fatti segno alcuni<br />
di loro dentro la libera Università, che non<br />
appartiene solo a un gruppo di nazionalisti,<br />
ma a tutti gli studenti che lavorano e studiano,<br />
elevano alta e vibrata protesta contro ogni<br />
sopraffazione di libertà verso chiunque<br />
sia usata, sia che il piombo regio faccia le<br />
sue vittime fra giovani studenti innocenti,<br />
sia che uccida onesti e pacifici operai.<br />
Mario Bracci – Goffredo Quadri –<br />
Ottaviano Pieraccini – Oreste Bramanti –<br />
Giuseppe Lepri – Pompeo Biondi – Leo<br />
Maccari – Laudo Sbraci – Vittorio<br />
Laurentini – Gino Gazzei – Carlo Moretti –<br />
C. Miccinesi – Manlio Bertoldi – Gastone<br />
Parenti – Vico Carvien – Luigi Luchetti –<br />
Bruno Cardinali – Annibale Batuzzi –<br />
Mario Bisogni – Franco Messiwal.<br />
Siena, 26 maggio 1920 ”.<br />
Dopo di che i non socialisti si allontanarono<br />
dalla Camera del Lavoro e sede del<br />
P.S.U. È Mario Bracci in testa ad una manifestazione<br />
(di non immediata comprensione<br />
per il ceto cui apparteneva) per una autentica<br />
libertà di espressione (e di cui non potevano<br />
certo candidarsi alfieri i socialisti di allora!) e<br />
si può ragionevolmente pensare sia stato lui<br />
l’estensore del testo dalle impetuose frasi giovanili:<br />
nell’episodio leggiamo il suo convinto<br />
e vivissimo sentimento della libertà per tutti<br />
– soprattutto per i dissenzienti – che lo caratterizzò<br />
per l’intera sua vita di studente, di<br />
professore, di uomo politico e che, in fondo,<br />
rese così difficile comprendere la sua adesione,<br />
nel 1948, al Fronte popolare.<br />
Ciascuno <strong>dei</strong> firmatari di quell’ordine<br />
del giorno avrà destini diversi e le scelte politiche<br />
della maturità non necessariamente<br />
dovevano coincidere con quelle assunte da<br />
ragazzi.<br />
Non finì certo tutto con un ordine del<br />
giorno.<br />
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