Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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Frontespizio del<br />
primo libro delle<br />
Lettere Senesi di<br />
Guglielmo Della Valle.<br />
nose controversie campanilistiche tra Siena<br />
e Firenze sull’assegnazione del primato nella<br />
rinascita dell’arte, ma anzi il suo intento<br />
era collocare gli artisti senesi al loro giusto<br />
posto nella ‘storia’. Ed effettivamente le<br />
Lettere Sanesi ebbero il merito di segnare un<br />
discrimine importante per la storia dell’arte<br />
senese e non, e per dirla con le parole di<br />
Giovanni Previtali: “L’ingegno critico del<br />
della Valle era passato come una tromba<br />
marina sulle acque stagnanti della storia dell’arte<br />
italiana” 5 . Molti furono infatti i critici<br />
che dovettero fare i conti con gli studi del<br />
frate, primo fra tutti Luigi Lanzi.<br />
Quest’ultimo non solo inserì nella sua<br />
Istoria pittorica della Italia (1795/96) un capitolo<br />
sulla ‘scuola senese’, ma fece anche ampio<br />
uso della documentazione estremamente<br />
vasta prodotta nell’opera. Dopo l’apparizione<br />
della Istoria pittorica, però, vennero alla<br />
luce numerosi errori, soprattutto attributivi,<br />
commessi da della Valle, e ciò fece sì<br />
che i suoi scritti acquistassero una certa fama<br />
di parzialità e che fossero da quel momento<br />
sfruttati unicamente come ‘fonte’.<br />
Quanto sia stata immediata e generalizzata<br />
la sfortuna delle Lettere Sanesi si può<br />
chiaramente vedere se si confrontano le due<br />
edizioni della Breve relazione delle cose notabili<br />
della Città di Siena di Giovacchino Faluschi,<br />
uscita nel 1784 e, riveduta e corretta, nel<br />
1815.<br />
5 GIOVANNI PREVITALI, La fortuna <strong>dei</strong> primitivi, Torino 1989, p. 110.<br />
Frontespizio<br />
dell’Elogio Istorico<br />
del Padre…<br />
Della Valle.<br />
L’opera riprende, sia negli intenti che<br />
nella forma (ma anche per gran parte nella<br />
sostanza), la guida di Pecci, ma tiene anche<br />
conto, almeno per quanto riguarda l’edizione<br />
del 1784, del lavoro di della Valle. E non<br />
avrebbe potuto fare altrimenti dal momento<br />
che il primo volume delle Lettere Sanesi era<br />
uscito da appena due anni ed aveva ottenuto<br />
un grande successo.<br />
Successo e notorietà insperati e non solo<br />
a Siena, ma anche a Roma dove della Valle<br />
si trasferì nel 1783. Egli infatti racconta<br />
spesso nelle lettere che scrive a Ciaccheri di<br />
essere in continuo movimento tra crocchi,<br />
cioccolate e conversazioni erudite, testimoniando<br />
la discreta notorietà ottenuta.<br />
Grazie anche alla paziente opera di ‘sponsorizzazione’<br />
fatta da Ciaccheri, infatti, il primo<br />
volume dell’opera ebbe ampia visibilità<br />
tra i corrispondenti di quest’ultimo, tanto<br />
da ottenere riconoscimenti in molti periodici<br />
dell’epoca, dalle Novelle letterarie fiorentine<br />
(che tanto tiepide erano state invece con<br />
Pecci), al Giornale <strong>dei</strong> letterati pisani o alle<br />
Efemeridi letterarie di Roma. Dopo il 1796 il<br />
successo svanì del tutto e le Lettere Sanesi furono<br />
accantonate, in favore dell’opera di<br />
Lanzi, perfino dagli studiosi senesi, primo<br />
fra tutti Giovacchino Faluschi.<br />
Nell’edizione del 1784 egli si era lanciato<br />
spesso in lodi sperticate del frate ed addirittura,<br />
subito dopo la prefazione, aveva inse-<br />
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