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Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi

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Moderna ricostruzione del criterio di riempimento di una volta a botte come rivelato dall’intervento in un locale<br />

del S. Maria del Carmine (da: C’era una volta, Siena, Protagon, 2002).<br />

mere d’aria quante erano le forme ceramiche.<br />

Il riempimento trovava coesione e stabilità<br />

colmando con terra i vuoti tra i pezzi.<br />

Vista la numerosa presenza di ceramisti<br />

nella zona, i materiali utili per il riempimento<br />

furono facilmente reperiti presso le loro<br />

botteghe. Vennero utilizzati così sia vasellame<br />

di seconda scelta sia scarti di fornace e<br />

non è difficile immaginare le ore di lavoro<br />

degli operai impiegate a fare la spola fra le<br />

diverse botteghe del quartiere, trainando<br />

carretti carichi di boccali, anforette, orci ecc.<br />

Si tratta per la maggior parte di materiali<br />

in buono stato di conservazione, adatti a<br />

creare un volume assai più leggero di ogni<br />

altro tipo di riempimento. Con questo obbiettivo<br />

boccali e anforacei furono collocati<br />

con la bocca rivolta verso il basso per evitare<br />

che si riempissero di terra, mentre le forme<br />

aperte, ciotole, tazzine e catini, furono<br />

collocate a mo’ di rincalzo.<br />

L’analisi del materiale di riempimento,<br />

oltre ad ampliare notevolmente le conoscenze<br />

sulla ceramica senese, ha messo in evidenza<br />

anche un’eccezionale varietà di resti<br />

di origine vegetale: manufatti e frammenti<br />

di legno, legni carbonizzati e porzio-<br />

ni di piante (rami, spighe, foglie, frutti, semi).<br />

Le specie ritrovate hanno permesso di<br />

capire che sicuramente il cantiere era attivo<br />

durante l’estate. Inoltre hanno permesso di<br />

ricostruire diversi ambienti: i boschi, l’orto<br />

e il frutteto, i campi coltivati.<br />

Particolarmente interessante è la ricostruzione<br />

dell’orto <strong>dei</strong> Carmelitani. Era un “orto<br />

giardino”, dove coesistevano specie alimentari,<br />

medicinali ed ornamentali; gli spazi coltivati<br />

erano ordinati e delimitati da siepi di<br />

bosso e di alloro e da isolati alberi di leccio e<br />

cipresso. Le colture principali dovevano essere<br />

rappresentate dagli alberi da frutto, dalla<br />

vite, dal melone e dal cocomero.<br />

Anche la coltivazione delle spezie aveva<br />

uno spazio riservato, come testimonia la<br />

presenza di numerosi semi di coriandolo,<br />

noto per le sue proprietà antispasmodiche e<br />

digestive, era anche usato in cucina come aroma<br />

leggermente piccante per le carni.<br />

IL CANTIERE DELLE<br />

FONTI DI FOLLONICA<br />

L’area in cui si trova la Fonte di Follonica

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