Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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sull’edilizia medievale cittadina. Agli inizi<br />
degli Anni Novanta si scavarono d’emergenza<br />
i resti di una fornace da ceramica in via<br />
delle Sperandie, databile fra la seconda metà<br />
del XV e i primi decenni del XVI secolo.<br />
Dalla fine degli anni ’90 l’intervento del<br />
Dipartimento di Archeologia si è fatto più<br />
organico, individuando Siena come uno <strong>dei</strong><br />
poli centrali del progetto “Archeologia <strong>dei</strong><br />
Paesaggi Medievali”, attivato in collaborazione<br />
con la Fondazione Monte <strong>dei</strong> Paschi.<br />
Sono quattro finora i punti in cui è stato<br />
possibile svolgere indagini esaustive che<br />
hanno aperto nuovi fronti di conoscenza: il<br />
complesso monumentale del Santa Maria<br />
della Scala, il sottosuolo del Duomo, il convento<br />
del Carmine, la valle di Follonica.<br />
LO SCAVO NELL’OSPEDALE SANTA<br />
MARIA DELLA SCALA<br />
L’Ospedale è stato interessato da due diversi<br />
interventi archeologici. Il primo nel<br />
1988 sugli spazi immediatamente esterni, il<br />
secondo tra il 1998 ed il 2000 ed in coincidenza<br />
del restauro del monumento. I due<br />
scavi hanno fornito prime indicazioni significative<br />
per la storia della città.<br />
Se fino a poco tempo fa le tracce archeologiche<br />
riferibili all’epoca etrusca si limitavano<br />
alla localizzazione di alcune sepolture,<br />
gli archeologi hanno invece portato alla luce<br />
i resti di una grande struttura. forse una<br />
residenza aristocratica, posizionata sul versante<br />
meridionale della collina del Duomo<br />
e databile nel corso del VII secolo a.C. Si<br />
tratta di un’estesa capanna con fondazione<br />
in muratura ed elevato in materiali deperibili,<br />
forse dotata all’esterno di una recinzione<br />
che delimitava un’area di rispetto.<br />
Nel corso degli ultimi tre secoli prima<br />
della nascita di Cristo, dopo l’abbandono<br />
ed il crollo dell’edificio etrusco, in una zona<br />
poco più a monte si sviluppò un nuovo<br />
insediamento, del quale rimangono tracce<br />
in grandi presenze di materiale ceramico,<br />
tra cui la caratteristica vernice nera, ed alcune<br />
infrastrutture tipo silos conici per la conservazione<br />
delle derrate alimentari.<br />
Più evidenti sono le tracce della Siena romana<br />
che le fonti letterarie attestano con il<br />
nome di Saena o Senensis Coloni. Tra il I ed<br />
il III secolo d.C. il colle fu interessato da una<br />
serie di tagli artificiali dal profilo verticale,<br />
che ne regolarizzarono il pendio creando<br />
larghe terrazze sulle quali si sviluppò l’abitato,<br />
in un’alternarsi di edifici e zone ortive.<br />
Intorno al IV secolo una delle terrazze<br />
che si affacciano sul Fosso di S.Ansano fu<br />
interessata dalla costruzione di un nuovo<br />
grande edificio del quale è stato indagato<br />
un ambiente allungato, terminante sui due<br />
lati brevi con absidi. A nord doveva svilupparsi<br />
il resto del complesso, probabilmente<br />
identificabile come una struttura termale.<br />
Nel VI secolo il complesso fu abbandonato<br />
e le strutture perimetrali spoliate quasi<br />
fino alle fondamenta. Tracce di una struttura<br />
abitativa sono state trovate ai margini<br />
meridionali di piazza Duomo, dove un<br />
grande muro (forse resti della cinta muraria<br />
della città) è riutilizzato per la costruzione<br />
di un piccolo edificio con alzato in terra<br />
battuta. Una delle absidi dell’edificio termale<br />
ospitò invece una baracca di legno utilizzata<br />
come magazzino degli attrezzi per le<br />
attività di demolizione delle strutture murarie<br />
di età romana che hanno lasciato grandi<br />
mucchi di pietre, tegole e malta.<br />
Per quanto riguarda la viabilità, sembra<br />
ormai certo che il percorso che collegava la<br />
parte più bassa del versante collinare all’odierna<br />
Piazza Duomo ripercorresse quello<br />
della strada interna all’ospedale bassomedievale.<br />
Per i secoli VI-VIII, lo scavo ha mostrato<br />
un notevole accrescimento <strong>dei</strong> depositi<br />
che pian piano obliterano i resti degli edifici<br />
più antichi. Tali depositi sembrano<br />
proporre il modello già formulato per molte<br />
città italiane nel momento di passaggio<br />
tra tarda antichità ed alto medioevo: una<br />
“crescita in verticale” <strong>dei</strong> livelli urbani con<br />
accumulo di livelli di terra nera ricchi di<br />
materiale organico decomposto. Si tratta di<br />
scarichi e piani d’uso tagliati da buche di<br />
palo o da strutture con basamento in pietra<br />
ed alzato ligneo. In particolare, a ridosso<br />
del balzo che si getta nel fosso di<br />
Sant’Ansano è stata riconosciuta una struttura<br />
muraria a secco che riutilizzava materiali<br />
edilizi eterogenei e che probabilmente<br />
costituiva il basamento di una palizzata li-