17.06.2013 Views

Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi

Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi

Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

lutazione ha fini informativi, l’informazione<br />

dà orientamento, l’orientamento genera<br />

attenzione alla qualità. La valutazione aiuta<br />

conseguentemente l’università ad adeguare<br />

gli obiettivi ai risultati, a darsi cioè degli obiettivi,<br />

vedendo in che misura si è in grado<br />

di raggiungerli.<br />

Un’attenta valutazione della qualità delle<br />

attività didattiche e di ricerca è una garanzia<br />

per gli investimenti che lo Stato, le famiglie<br />

degli studenti e le imprese fanno nelle<br />

università. Una valutazione ripetuta permette<br />

a chi governa un ateneo di monitorare<br />

l’esito delle proprie politiche e di diffondere<br />

informazioni affidabili.<br />

La formazione è una responsabilità<br />

pubblica, come vuole la tradizione<br />

europea, e la ricerca<br />

è la sua forza trainante:<br />

solo così si costruisce<br />

e si potenzia<br />

lo spazio dell’università<br />

nella società.<br />

Su solide<br />

basi accademiche<br />

e nel confronto<br />

aperto<br />

con le attese <strong>dei</strong><br />

portatori di interesse<br />

si realizza il<br />

rispetto della missionedell’istituzione.<br />

Che è quella di garantire<br />

e promuovere l’attività<br />

dell’intelletto per la<br />

formazione di competenze professionali<br />

qualificate e duttili, di fronte al<br />

continuo, vertiginoso mutare delle richieste<br />

di saperi, in virtù di solide basi culturali<br />

“creative”, e per lo sviluppo attraverso la conoscenza<br />

e l’innovazione per mezzo della<br />

ricerca.<br />

Per adempiere a questa missione, che diviene<br />

obiettivo, gli atenei non hanno altra<br />

scelta se non quella di anticipare il futuro<br />

attraverso un’analisi che faccia comprendere<br />

oggi i bisogni della società dell’immediato<br />

domani. Non solo. Li faccia comprendere<br />

alla stessa società perché essa possa esprimerli.<br />

E intanto l’università può prepararsi<br />

a rispondere adeguatamente a questi bisogni<br />

modificando la sua struttura: ruolo de-<br />

cisivo a questo fine ha l’esercizio pieno, e<br />

non condizionato da lacci e lacciuoli, dell’autonomia<br />

nell’ambito di un quadro legislativo<br />

chiaro e stabile (siamo vissuti in un<br />

“cantiere” per troppi anni) che delinei la<br />

cornice, lasciando agli atenei di disegnare le<br />

proprie peculiarità derivanti dalle diverse<br />

tradizioni e dai diversi contesti socio-economici<br />

territoriali.<br />

Prepararsi all’immediato domani vuol<br />

dire non solo formare e fare ricerca con l’obiettivo<br />

di acquisire un ruolo ed esercitare<br />

una responsabilità, ma anche rivedere la<br />

struttura amministrativa, formando, per<br />

guidarla, figure nuove, che non solo impostino<br />

ma anche risolvano i problemi,<br />

e la stessa architettura dell’assetto<br />

istituzionale, dal binomiodipartimenti-facoltà,<br />

agli organi di<br />

governo, fra rappresentanze<br />

e scelte di<br />

efficienza. Se è<br />

vero che l’università<br />

non sarà mai<br />

un’azienda perché<br />

la sua produzione<br />

è la cultura,<br />

che è un bene<br />

immateriale, questo<br />

non toglie che<br />

l’assetto della sua governance<br />

deve poter<br />

prevedere scelte condivise<br />

e mezzi per raggiungere gli<br />

obiettivi che ne derivano.<br />

Ma occorrono certezze legislative e finanziarie<br />

per consentire agli atenei di fare<br />

programmi pluriennali. Altrimenti la competizione,<br />

ormai aperta e inevitabile a livello<br />

europeo e mondiale, ci vedrà perdenti in<br />

partenza. Un’autonomia incompiuta in un<br />

quadro normativo nazionale non chiaro è<br />

quanto di peggio si possa configurare perché<br />

genera responsabilità senza potere e potere<br />

senza responsabilità.<br />

Lo Stato provveda alla cornice normativa,<br />

investa nell’università e pretenda risultati:<br />

queste dovrebbero essere le regole di un<br />

Paese lungimirante che vuole garantire un<br />

sistema pubblico dell’alta formazione e della<br />

ricerca adeguato ai tempi. Ovviamente, le 3

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!