Rivista Accademica n 21 - accademia dei rozzi
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Pecci, Della Valle e Faluschi<br />
di MARTINA DEI<br />
Frontespizio della<br />
guida di Siena di<br />
Giovanni Antonio<br />
Pecci, primo tentativo<br />
di un’organica descrizione<br />
del patrimonio<br />
artistico senese.<br />
Tra la metà del Settecento ed i primi anni<br />
dell’Ottocento Siena conobbe un periodo<br />
estremamente vivo nell’ambito della letteratura<br />
artistica. Nel giro di poco più di un<br />
cinquantennio uscirono infatti ben due guide<br />
della città ed un’opera sulla storia dell’arte<br />
senese in tre tomi.<br />
I protagonisti di queste vicende letterarie<br />
furono Giovanni Antonio Pecci, che pubblicò<br />
nel 1752 una guida, la Relazione delle<br />
cose più notabili della città di Siena (poi ristampata<br />
con un titolo differente e leggermente<br />
rimaneggiata nel 1759 e nel 1761),<br />
Guglielmo della Valle, letterato piemontese,<br />
autore sul finire del Settecento delle Lettere<br />
Sanesi, e Giovacchino Faluschi che pubblicò,<br />
quasi contemporaneamente all’opera<br />
di della Valle, una Breve relazione delle cose<br />
notabili della Città di Siena, cioè un’altra guida,<br />
anche questa edita nuovamente nel<br />
1815.<br />
Pecci nella sua opera si ricollegava esplicitamente<br />
alla tradizione della letteratura<br />
periegetica ma non dimenticava la sua ‘vocazione’<br />
nei confronti dell’indagine storica.<br />
Egli si scusava infatti di non aver potuto dedicare<br />
alla storia ed ai monumenti maggiore<br />
Frontespizio della<br />
guida di Siena redatta<br />
da Gioacchino<br />
Faluschi per ampliare<br />
la precedente opera<br />
del Pecci.<br />
spazio, ma purtroppo il genere da lui scelto<br />
imponeva una certa “brevità” utile per i<br />
“Forestieri, che non potendo a lungo trattenersi,<br />
osservano solo superficialmente ciò,<br />
che avanti gli occhi loro si presenta”.<br />
La passione di Pecci per l’arte traspare<br />
anche da una raccolta universale di tutte l’iscrizioni,<br />
arme, e altri monumenti, opera rimasta<br />
manoscritta e frutto del lavoro, intrapreso<br />
dall’erudito, di trascrizione di documenti<br />
ed iscrizioni. Proprio questi volumi manoscritti<br />
furono ampiamente sfruttati dal frate<br />
minore Guglielmo della Valle, letterato piemontese,<br />
senese di adozione, attivo sul finire<br />
del Settecento per illustrare con le sue<br />
Lettere Sanesi (1782-86) l’arte di Siena.<br />
Della Valle, arrivato a Siena nel 1779,<br />
non conobbe Pecci (morto nel 1768), ma ne<br />
conobbe a fondo l’attività di storico attraverso<br />
la mediazione di Giuseppe Ciaccheri,<br />
il famoso Bibliotecario della Sapienza ed<br />
appassionato di arte senese. Della Valle, infatti,<br />
al suo arrivo a Siena per leggere teologia<br />
nel convento di S. Francesco, conobbe<br />
questo poliedrico personaggio ed entrò a far<br />
parte del gruppo di letterati che ruotavano<br />
intorno a lui. Ciaccheri era infatti in relazio- 27