Elena Romanello - X-Files Blue Book

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28 BLUEBOOK Il regista del film, Bowman, un veterano della serie, ha messo a disposizione tutta la sua esperienza e la sua tecnica che ha dovuto rispolverare per l'occasione: “Chris ha scritto la sceneggiatura sapendo che l'avrei diretta io e l'ha calibrata sulle mie capacità. Ho sempre considerato X-<strong>Files</strong> un film anche quando giravamo per la TV, ma ho dovuto riprendere familiarità con il formato panoramico. Se si vuole ad esempio riprendere qualcuno dalla testa ai piedi bisogna andare a piazzare la macchina da presa lontano e controllare tutta l'inquadra- tura da un estremo all'altro. Una volta che ci si è abituati però è bellissimo, perché in ogni scena si possono sfruttare le potenzialità di questo formato. ” La scelta di affidare le redini sul set a Rob è stata apprezzata dal cast che, come Gillian, non ha esitato ad evidenziare le sue qualità: “Rob Bowman sa indicare cosa vuole ottenere da una scena e crea un ottimo rapporto fra gli attori. Le sue indicazioni sono precise ed esaurienti. Ci guida per mano sino alla completa realizzazione della scena.” Spaziando nel paranormale X-<strong>Files</strong> deve far uso spesso agli effetti speciali per dar vita alle storie create dagli sceneggiatori. Nel film sono state inserite diverse scene spettacolari che hanno esaltato la visione sul grande schermo. Ed è senz'altro la costruzione dell'Antartide che ha offerto una sfida complicata per la troupe. E' stato usato un set artificialmente innevato durante la fuga finale, ma si è reso necessario filmare per una settimana ai bordi di un vero ghiacciaio Le estreme condizioni ambientali hanno fatto decidere alla produzione di usare sul posto quanti meno attori possibili. Ed è proprio questa impresa che ha stimolato più di tutti Duchovny: “Eravamo alloggiati a 20 minuti di elicottero dalla zona delle riprese e doveva- mo spostarci lungo aree opportunamente
delimitate per l'instabilità del fondo ghiacciato. È stato uno dei luoghi più belli mai visti, immenso, completamente privo di ogni forma di vita visibile. Mi ha dato l'impressione vera di essere parte di qualcosa di enorme.” Sempre David Duchovny ha sottolineato spesso come i tempi di lavoro fossero dilatati, e come fosse difficile raggiungere l'adeguata concen- trazione con così tante persone a lavorare sul set. Gli ha fatto eco la collega Gillian: “La parte più difficile era passare l'intera giornata nel tentativo di girare solo qualche istante di prodotto finito. E' molto difficile conservare la giusta intensità quando si lavora con tempi dilatati. Ho dovuto adeguare il mio stile di lavoro. I nostri personaggi appaiono nella serie in modo estremamente naturale e siamo sempre attenti a non esasperare la recitazione. Sul grande schermo ogni cosa sembra moltiplicata per dieci ed ho dovuto accentuare ancora di meno la mia presenza per conseguire lo stesso effetto.” Una delle più grandi difficoltà è state quella di rendere verosimile e quindi credibile l'esplosione di un grattacielo di 25 piani. La scena ha richiesto 14 macchine da presa alcune utili allo sviluppo degli effetti speciali altre destinate ad offrire angolazioni differenti. Per rendere più realistico possibile il crollo di un'intera ala dell'edificio si è proceduto a costruire una porzione di facciata di due piani con molte vie interne di fuga per i gas di combustione, costruita essenzialmente di alluminio e vetro rispettando lo stile architettonico dell'edifico originale. L'innesto ha permesso di simulare un'esplosione nei piani inferiori con conseguente crollo di quelli superiori. Sulla location era sempre presente lo storico supervisore degli effetti speciali Matt Beck sia per dare il suo contributo, sia per rendersi conto delle modifiche da apportare in post produzione. Per la maggior parte delle scene in interni è stato affittato un edificio di 16 piani utilizzato tra le altre cose, come obitorio in cui erano conservati i cadaveri dei pompieri infettati e per l'aula della commissione governativa in cui ha recitato l'attrice Blythe Danner, madre della più nota Gwyneth Paltrow, entrambe fans della serie. Altro grosso lavoro è stato compiuto sulla ideazione e creazione degli alieni, che per la prima volta, proprio nel film, ci sono stati mostrati lontani dai più rassicuranti piccoli omini verdi. Aggressivi, violenti, spaventosi come nella migliore tradizione horror fantascientifica (Aliens e Predator). La scena iniziale dell'attacco ai danni degli uomini primitivi e quella ai giorni nostri dell'aggressione ad uno degli scienziati del Consor- zio sono efficaci ed adrenaliniche. Il tipo di alieno a cui Mulder e Scully sfuggono all'interno della nave madre, non è una nuova razza, ma semplicemente il frutto dello stadio evolutivo che precede la formazione dell'alieno grigio. La creatura, molto più grande, e allo stesso tempo più vulnerabile, al fine di completare la sua evoluzione si dimostra estremamente aggressiva e violenta. Una volta alimentatasi, questa provvisoria forma di vita cambia pelle e tessuti per assumere le sembianze dei grigi, come abbiamo avuto modo di vedere nell'episodio d'apertura della sesta stagione, successivo al film, The Beginning. Il lavoro di produzione e make up fatto sugli extraterrestri è risultato convincente soprattutto perché si è allontanato da forme e aspetti già troppe volte visti nei film di genere. 29 BLUEBOOK
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