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Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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<strong>Relazione</strong> sulla conferenza<br />

tenuta dal prof. Luciano Terrenato<br />

Il 16 febbraio 2005 si è tenuta la seconda conferenza sul tema della “<strong>Bioetica</strong>”, in<br />

questa circostanza, tenuta dal professor Terrenato, docente or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> genetica delle<br />

popolazioni all’università <strong>Roma</strong> 2 Tor Vergata. Il professore, in particolare, nel corso<br />

della sua lunga carriera, si è occupato <strong>di</strong> ricerca riguardo il genoma umano, il<br />

cromosoma y, e, in particolare, degli isolati genetici.<br />

Il relatore si è preoccupato <strong>di</strong> specificare, fin da principio, la struttura <strong>di</strong> base del suo<br />

intervento; una struttura tripartita secondo le fasi principali che caratterizzano tutti gli<br />

esseri viventi: nascita, riproduzione, morte. Tuttavia gli esseri umani, in quanto dotati<br />

<strong>di</strong> facoltà intellettiva, <strong>di</strong> fronte a questi punti, si trovano a dover affrontare problemi <strong>di</strong><br />

norma non solo biologica, ma soprattutto etica: da qui il termine coniato da pochi anni<br />

BIOETICA (βιο∫= vita, εθο∫= comportamento, perciò “norma <strong>di</strong> vita). E’ stato necessario<br />

far ricorso ad una nuova parola per stigmatizzare un drastico stravolgimento dei valori<br />

nell’ultimo ventennio circa.<br />

Il professore, dopo questa introduzione, ha ritenuto giusto partire nella sua analisi, dalla<br />

morte, l’evento ineluttabile e improcrastinabile per eccellenza. Qual è il problema etico<br />

riguardo tale punto? Il problema è che progressivamente, la capacità <strong>di</strong> controllare la<br />

morte da parte dell’uomo, è cresciuta molto, e quin<strong>di</strong> si richiede anche un nuovo<br />

sistema <strong>di</strong> definizione del processo e dell’evento MORTE. Per spiegare ciò, Terrenato ha<br />

esposto un esempio chiaro ed esaustivo: la flebo.<br />

Questa pratica me<strong>di</strong>ca, fondamentale nel pronto intervento e nella degenza ospedaliera<br />

dei pazienti, è recentissima. Se in passato, ad un malato colpito da ictus o traumi simili<br />

che conducono ad uno stato <strong>di</strong> semi incoscienza, era doveroso cercare <strong>di</strong> bagnargli le<br />

labbra per non “condannarlo” a morte sicura, oggi è un problema etico attaccarlo o<br />

meno ad una macchina, il cui principio è lo stesso del gesto umano <strong>di</strong> inumi<strong>di</strong>re le<br />

labbra, ma del quale non si è sicuri dell’effetto che si avrà sul paziente: si può anche<br />

“condannare” un uomo a vivere venti anni attaccato ad uno strumento meccanico.<br />

Il professore ha spiegato che l’atteggiamento dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> fronte a decisioni così<br />

<strong>di</strong>fficili, e che toccano le personali coscienze, è <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione; in particolare, ogni<br />

ospedale ha un proprio comitato <strong>di</strong> bioetica, che regola e, appunto, cerca <strong>di</strong> me<strong>di</strong>are<br />

<strong>di</strong>plomaticamente gli atteggiamenti eccessivamente progressisti o tra<strong>di</strong>zionalisti del<br />

corpo me<strong>di</strong>co.<br />

Si è dunque poi passati al secondo tema: la riproduzione. Anche qui Terrenato ha fatto<br />

ricorso ad un esempio per esplicare i problemi etici che possono sorgere in questa fase: i<br />

bambini, alla nascita, devono respirare, altrimenti muoiono; se non respirano per 4 – 5<br />

minuti, nascono con delle malformazioni gravissime. Una patologia particolare quanto<br />

tremendamente violenta è l’ernia <strong>di</strong>aframmale: il bambino che ne è affetto, muore<br />

perché non può respirare avendo le cavità polmonari piene <strong>di</strong> intestini; se al momento<br />

della nascita, il me<strong>di</strong>co ne è cosciente, con un intervento specialistico molto rischioso,<br />

può, o meglio, deve intervenire d’urgenza per salvarlo, ed evitare ulteriori<br />

malformazioni causate da qualsiasi ritardo nel corso operatorio.<br />

In realtà, per migliaia <strong>di</strong> anni, famiglie allargate sperimentavano quoti<strong>di</strong>anamente la<br />

nascita e la morte dei figli. Oggi, per la famiglia nucleare, la gravidanza rappresenta<br />

quasi la pretesa <strong>di</strong> avere un figlio sano: del resto, l’essere genitori è <strong>di</strong>venuto ormai uno<br />

status sociale.<br />

E qui scatta quel problema etico, che fino a pochi anni fa non ci si sarebbe mai posti: le<br />

moderne tecniche me<strong>di</strong>che, come l’ecografia o l’amniocentesi, consentono ormai con

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