Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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17.06.2013 Views

Relazione sulla conferenza tenuta dal prof. Luciano Terrenato La seconda del ciclo di conferenze che hanno come tema di approfondimento la Bioetica, è stata tenuta dal Professore Terrenato, docente a Roma Due Torvergata di Genetica delle popolazioni, ricercatore nel campo della genetica molecolare e membro di uno dei comitati bioetici della regione Sardegna. Il professore ha esordito ricordando la prima di queste conferenze presieduta dal Professore Lecaldano, che ha avuto la funzione di incontro introduttivo alle tematiche complesse e talvolta controverse di una materia così particolare, quale la bioetica. Terrenato ha poi proseguito con un'analisi del cambiamento di valori verificatosi nell' ultimo decennio e precisando come il termine "bioetica" non sia altro che il termine usato per indicare il comportamento da tenere di fronte ad un problema o ad una questione di ordine biologico. Il Professore ha quindi esaminato il significato di tre parole che descrivono le tre fasi della vita di un essere umano: morte, nascita e riproduzione. La morte, ha asserito il professore, è un evento ineluttabile, ma negli ultimi tempi è cresciuto il controllo che si ha su di essa. Nonostante questa affermazione positiva, il professore non ha dimenticato di specificare che in certi casi il soccorso portato ad un malato o ferito può avere conseguenze ben poco positive, come la riduzione a stato vegetativo dell'individuo. Quando per esempio in un intervento di primo soccorso si applica una semplice flebo per risolvere dei problemi di disidratazione, si è consci che forse, a seconda della patologia, i danni riportati dal paziente saranno così gravi da impedire un naturale svolgimento dopo la totale o parziale ripresa del paziente stesso. Molte volte interventi che avevano il fine di salvare la vita di un uomo portano questo stesso uomo a vivere sostenuto da macchine. Anche questo è un problema bioetico in quanto mette in discussione un comportamento che solo fino a qualche hanno fà era giudicato ineccepibile, in quanto seguiva i dettami del giuramento di Ippocrate che i dottori fanno. Non che oggi i dottori infrangano questo giuramento (l'infrazione di questo porterebbe a sanzioni penali e all'espulsione dall'albo dei medici), ma pur rispettandolo si soffermano di più a pensare se ciò che fanno è giusto nei confronti del paziente, o meglio nei confronti della sua vita futura. Terrenato ha informato di come un corpo si deteriori quando resti collegato troppo a lungo ad una macchina che ne permette la vita e ha menzionato anche una procedura medica che, dai mormorii che si sono levati in aula magna, ha lasciato sorpresi e quasi inorriditi i presenti: potendoselo permettere si può procedere ad un trapianto di corpo. Proprio come nel trapianto di un qualunque organo del corpo umano, la testa (in cui viene riconosciuta l'identità dell'individuo) viene espiantata dal corpo malato e deteriorato e trapiantato su uno in migliori condizioni. La scelta è quindi in alcuni casi direttamnente proporzionale al denaro che si possiede! Un altro punto analizzato è quello riguardante la scelta di cure e mezzi di assistenza fatte da terzi che a volte prendono determinate decisioni per puro egoismo.E' chiaro che la scelta non può essere rimessa completamente ai parenti dell'interessato. Per la discussione dei casi particolarmente gravi sono infatti istituiti, in ciascun complesso ospedaliero, comitati bioetici che propongono ai parenti dell'assistito varie terapie da poter seguire e specificano tutte le conseguenze che esse comportano. Il professore ha poi detto che anche i vari comitati di bioetica devono seguire delle regole per prendere le loro decisioni, alle quali anche i singoli devono attenersi in

determinate occasioni. Ma queste regole non possono essere tramutate in leggi perchè ci sarebbe una casistica troppo ampia e perciò almeno secondo il parere del professore al posto di una legge si dovrebbe usare, come almeno per il momento si fa, una "canonizzazione delle abitudini" o per usare le parole del genetista "un comportamento senza regole ma fondato sulla giurisprudenza". Il prof. Terrenato ha poi spostato l'attenzione sul secondo termine: la nascita. Soffermandosi soprattutto sui parti non fisiologici, ha sottolineato come il parto sia un momento incredibilmente traumatico per il bambino e ha reso noto che i minuti più a rischio sono quelli che precorrono la nascita vera e propria e il primo respiro del neonato. Capita che invece di fare il suo primo respiro il bambino emetta solo un gemito e poi muoia. Questo è dovuto ad una malformazione fetale chiamata ernia diaframmatica; è una malformazione del diaframma in cui gli organi interni dell'apparato intestinale risalgono verso le cavità polmonari che non si sono sviluppate. E' questa una patologia risolvibile tramite un intervento chirurgico che consiste nell'intubare il neonato, nell'aprire la sua cavità toracica e spostare gli organi dell'intestino nella loro collocazione naturale. Benché questo intervento abbia avuto esito positivo sessantanove volte su settanta, è una pratica molto rischiosa che deve essere eseguita in una particolare sala parto e con un'equipe che deve agire con la massima rapidità. Nel caso in cui questo intervento abbia delle complicazioni si incorre in gravi danni permanenti. L'ernia diaframmatica è una malformazione diagnosticabile tramite ecografia del feto ed è in quel caso che si deve decidere se programmare o meno l'intervento. Anche questo rientra nella categoria dei problemi bioetici. Il professore ha poi parlato della riproduzione e di come ci sia sempre stato il controllo delle nascite benché ciò prima avvenisse in maniera naturale; le donne avevano il primo figlio fra i diciassette e i ventidue anni e questo aumentava molto la loro fertilità, ma il grande numero di nascite era equilibrato dall'alto tasso di mortalità infantile.Oggigiorno il controllo delle nascite è regolato da anticoncezionali e in casi estremi dall'aborto: benché drastico è anche questo un metodo che mantiene l'equilibrio in una famiglia. Bisogna considerare che la nascita di un figlio ha un'elevata importanza sociale, ma viene spesso subordinato alla carriera. Infatti le assegnazioni di posto di lavoro sono molto discriminanti nei confronti delle donne che intendono mettere al primo posto la famiglia; solo dopo avere acquisito un certo grado nel proprio ambito lavorativo la società permette la nascita di un figlio. Ma a questo punto se la donna non ha avuto già precedenti gravidanze, vedrà la sua fertilità diminuire drasticamente. E così entra in gioco il problema di come avere un figlio nel qual caso il metodo tradizionale non funzionasse: ed ecco un altro problema bioetico: la fecondazione assistita. Il professore ha dato delucidazioni sull'argomento solo in seguito ad una nostra richiesta ed ha detto che siccome ottenere un ovulo per una fecondazione in vitro è un procedimento doloroso, che sottopone la donna ad un forte bombardamento ormonale, si cerca di ottenere più ovuli possibile riducendo al minimo il trattamento ormonale. Nell'utero però non può essere impiantato più di un singolo ovulo e qui sorge il problema che ultimamente accende i dibattiti nell'ambito scientifico e religioso: cosa fare con gli embrioni che avanzano? Per evadere questo problema la legge italiana ha finora limitato il numero di ovuli da estrarre da una stessa donatrice al numero di tre, ma è possibile, per chi se lo può permettere, recarsi in paesi quali la Svizzera o l'Inghilterra dove la pratica della fecondazione assistita è ormai da tempo legalizzata, legando così la maternità e la paternità ad un fattore economico.

determinate occasioni. Ma queste regole non possono essere tramutate in leggi perchè ci<br />

sarebbe una casistica troppo ampia e perciò almeno secondo il parere del professore al<br />

posto <strong>di</strong> una legge si dovrebbe usare, come almeno per il momento si fa, una<br />

"canonizzazione delle abitu<strong>di</strong>ni" o per usare le parole del genetista "un comportamento<br />

senza regole ma fondato sulla giurisprudenza".<br />

Il prof. Terrenato ha poi spostato l'attenzione sul secondo termine: la nascita.<br />

Soffermandosi soprattutto sui parti non fisiologici, ha sottolineato come il parto sia un<br />

momento incre<strong>di</strong>bilmente traumatico per il bambino e ha reso noto che i minuti più a<br />

rischio sono quelli che precorrono la nascita vera e propria e il primo respiro del<br />

neonato. Capita che invece <strong>di</strong> fare il suo primo respiro il bambino emetta solo un gemito<br />

e poi muoia. Questo è dovuto ad una malformazione fetale chiamata ernia<br />

<strong>di</strong>aframmatica; è una malformazione del <strong>di</strong>aframma in cui gli organi interni<br />

dell'apparato intestinale risalgono verso le cavità polmonari che non si sono sviluppate.<br />

E' questa una patologia risolvibile tramite un intervento chirurgico che consiste<br />

nell'intubare il neonato, nell'aprire la sua cavità toracica e spostare gli organi<br />

dell'intestino nella loro collocazione naturale. Benché questo intervento abbia avuto<br />

esito positivo sessantanove volte su settanta, è una pratica molto rischiosa che deve<br />

essere eseguita in una particolare sala parto e con un'equipe che deve agire con la<br />

massima rapi<strong>di</strong>tà.<br />

Nel caso in cui questo intervento abbia delle complicazioni si incorre in gravi danni<br />

permanenti. L'ernia <strong>di</strong>aframmatica è una malformazione <strong>di</strong>agnosticabile tramite<br />

ecografia del feto ed è in quel caso che si deve decidere se programmare o meno<br />

l'intervento. Anche questo rientra nella categoria dei problemi bioetici.<br />

Il professore ha poi parlato della riproduzione e <strong>di</strong> come ci sia sempre stato il controllo<br />

delle nascite benché ciò prima avvenisse in maniera naturale; le donne avevano il primo<br />

figlio fra i <strong>di</strong>ciassette e i ventidue anni e questo aumentava molto la loro fertilità, ma il<br />

grande numero <strong>di</strong> nascite era equilibrato dall'alto tasso <strong>di</strong> mortalità infantile.Oggigiorno<br />

il controllo delle nascite è regolato da anticoncezionali e in casi estremi dall'aborto:<br />

benché drastico è anche questo un metodo che mantiene l'equilibrio in una famiglia.<br />

Bisogna considerare che la nascita <strong>di</strong> un figlio ha un'elevata importanza sociale, ma<br />

viene spesso subor<strong>di</strong>nato alla carriera. Infatti le assegnazioni <strong>di</strong> posto <strong>di</strong> lavoro sono<br />

molto <strong>di</strong>scriminanti nei confronti delle donne che intendono mettere al primo posto la<br />

famiglia; solo dopo avere acquisito un certo grado nel proprio ambito lavorativo la<br />

società permette la nascita <strong>di</strong> un figlio. Ma a questo punto se la donna non ha avuto già<br />

precedenti gravidanze, vedrà la sua fertilità <strong>di</strong>minuire drasticamente. E così entra in<br />

gioco il problema <strong>di</strong> come avere un figlio nel qual caso il metodo tra<strong>di</strong>zionale non<br />

funzionasse: ed ecco un altro problema bioetico: la fecondazione assistita.<br />

Il professore ha dato delucidazioni sull'argomento solo in seguito ad una nostra richiesta<br />

ed ha detto che siccome ottenere un ovulo per una fecondazione in vitro è un<br />

proce<strong>di</strong>mento doloroso, che sottopone la donna ad un forte bombardamento ormonale,<br />

si cerca <strong>di</strong> ottenere più ovuli possibile riducendo al minimo il trattamento ormonale.<br />

Nell'utero però non può essere impiantato più <strong>di</strong> un singolo ovulo e qui sorge il problema<br />

che ultimamente accende i <strong>di</strong>battiti nell'ambito scientifico e religioso: cosa fare con gli<br />

embrioni che avanzano? Per evadere questo problema la legge italiana ha finora limitato<br />

il numero <strong>di</strong> ovuli da estrarre da una stessa donatrice al numero <strong>di</strong> tre, ma è possibile,<br />

per chi se lo può permettere, recarsi in paesi quali la Svizzera o l'Inghilterra dove la<br />

pratica della fecondazione assistita è ormai da tempo legalizzata, legando così la<br />

maternità e la paternità ad un fattore economico.

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