Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma
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Allora si pone un altro quesito: facciamo la cosa giusta a rifiutare quegli ambiti<br />
scientifici che possono migliorare il nostro tenore <strong>di</strong> vita?Ma su questo punto, per ora, il<br />
professore non fornisce una propria opinione e si sofferma, invece, sull’importanza della<br />
formazione <strong>di</strong> una coscienza personale e consapevole.<br />
A questo punto, Lecaldano affronta il problema della <strong>Bioetica</strong> in relazione alla vita<br />
animale e a quella vegetale, fornendo due esempi speculari del problema:<br />
Per quanto riguarda la prima, il professore riferisce l’esempio della clonazione: si tratta<br />
<strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento attraverso il quale ottenere, per via agamica, in<strong>di</strong>vidui identici<br />
(cloni) a partire da un progenitore. In natura avviene me<strong>di</strong>ante frammentazione e<br />
gemmazione, mentre artificialmente si ottiene con tecniche <strong>di</strong> ingegneria genetica,<br />
attraverso il trapianto <strong>di</strong> nuclei <strong>di</strong> cellule somatiche in cellule uovo denucleate: il<br />
materiale ere<strong>di</strong>tario (DNA) trapiantato origina così un in<strong>di</strong>viduo geneticamente identico<br />
al donatore.<br />
E’ esemplare il primo esperimento in tale ambito, effettuato sulla pecora Dolly.<br />
Ma allora si pone un nuovo interrogativo: sugli animali è concesso sperimentare tutto o<br />
ci sono/devono essere dei limiti?<br />
Per quanto riguarda la vita vegetale è possibile creare invece i cosiddetti O.G.M.<br />
(Organismi Geneticamente Mo<strong>di</strong>ficati), ovvero degli organismi le cui caratteristiche<br />
vengono mutate attraverso tecniche <strong>di</strong> manipolazione del patrimonio genetico.Anche a<br />
questo proposito: è giusto o non è giusto fare ciò?<br />
Terminata la prima parte del <strong>di</strong>scorso, Lecaldano tiene a soffermarsi ora su 3 punti<br />
fondamentali. 1.Innanzitutto, afferma, la strada dell’etica non è quella in base alla<br />
quale le persone devono fondare la propria opinione su quella già sostenuta da qualcun<br />
altro.Nuovamente insiste infatti sull’assoluta libertà che ogni in<strong>di</strong>viduo ha nel farsi le<br />
proprie idee, che non può essere violata da alcuna manipolazione culturale.<br />
2.Il professore fa un’importante puntualizzazione: non bisogna cadere nell’errore che il<br />
giusto può essere stabilito dall’autorità o da un libro, né bisogna cadere nell’illusione<br />
che la soluzione più conveniente sia quella <strong>di</strong> seguire la natura: questa infatti può avere<br />
<strong>di</strong>versi significati, non è sempre benigna; e anzi, noi possiamo intervenire per<br />
correggerla.<br />
3.Il terzo ed ultimo punto riguarda la sfera dei <strong>di</strong>ritti.La <strong>Bioetica</strong> è infatti il settore in<br />
cui il linguaggio adottato è quello dei <strong>di</strong>ritti, dell’autonomia.Però bisogna fare<br />
attenzione: avere dei <strong>di</strong>ritti non significa fare ciò che si vuole, si tratta bensì <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti<br />
morali; ovvero affermare la propria libertà sulla base <strong>di</strong> certezze solide.<br />
Alla fine del <strong>di</strong>scorso vi è un breve intervallo, al termine del quale vengono poste al<br />
professore <strong>di</strong>verse domande da parte <strong>di</strong> professori e studenti.<br />
Il <strong>di</strong>battito si apre quin<strong>di</strong> con una domanda posta dalla prof. Fierro: come si può<br />
realizzare una conciliazione tra la libera scelta in<strong>di</strong>viduale e le norme che devono avere<br />
invece una valenza universale?Segue quin<strong>di</strong> l’intervento della prof. Castriota che insiste<br />
sul problema della fecondazione eterologa: quale atteggiamento dovranno avere i<br />
genitori quando sorgeranno dei problemi?Non è giusto che il figlio sappia chi è il vero<br />
padre?E non è meglio l’adozione?<br />
Dopo<strong>di</strong>ché il prof. Carini: gli embrioni vengono considerati dai cattolici e dai laici in due<br />
mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti; per i primi è già vita perché contiene in sé un futuro <strong>di</strong> vita, per i<br />
secon<strong>di</strong> è soltanto un’entità biologica:queste due posizioni così <strong>di</strong>verse tra <strong>di</strong> loro,<br />
possono avere un punto <strong>di</strong> contatto?<br />
Ora la domanda <strong>di</strong> uno studente, Federico Velluti: qual è il principio che deve regolare il<br />
<strong>di</strong>ritto morale?..ne seguono poi delle altre, ad esempio sulla contrad<strong>di</strong>zione tra il “tu<br />
devi” dell’in<strong>di</strong>viduo e le leggi dello Stato e sulla regolamentazione delle varie libertà.<br />
A questo punto, per rispondere ai quesiti posti, Lecaldano avvia il suo <strong>di</strong>scorso partendo<br />
dalla questione dell’autonomia, che riguarda la sfera della moralità.Tale autonomia si