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Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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sterilizzare un uomo o una donna o a fare un atto perché quello sia sterile. Ci sono le<br />

cause <strong>di</strong> mezzo, può darsi che siano cause volute da noi, fra l’altro, magari senza<br />

saperlo, senza colpa. Una donna può <strong>di</strong>ventare sterile perché prende una clami<strong>di</strong>a al<br />

mare che pervade tutto l’organismo sessuale della donna e la rende sterile. Non è Dio in<br />

questo caso, siamo noi che abbiamo sporcato il mare, quin<strong>di</strong> attenti bene quando <strong>di</strong>amo<br />

la colpa a Dio <strong>di</strong> cause che sono volontarie talvolta, involontarie il più delle volte, ma<br />

sono cause seconde, come si <strong>di</strong>ce. Noi abbiamo l’obbligo <strong>di</strong> curare la sterilità, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

mettere in atto tutto ciò che impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> essere sterili. Dobbiamo fare del tutto perché<br />

le sterilità non ci siano, perché provengono la gran parte dagli uomini, dall’ambiente,<br />

dal cattivo uso. Io le do la parola, ma lei non mi fa rispondere, lei deve star buona e<br />

calma, perché mi si fa <strong>di</strong>re delle cose che non ho detto. Io <strong>di</strong>co che la sterilità è un<br />

male, come qualcuno dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>ce che non è una malattia, ma io la considero una<br />

<strong>di</strong>sabilità tale che bisogna evitarla, fare del tutto perché non ci sia. Il modo come si cura<br />

la sterilità è un altro paio <strong>di</strong> maniche. Io posso curare la sterilità dando dei farmaci,<br />

facendo un intervento che riporta la natura dove doveva essere, riparatrice<br />

dell’organismo. Con la fecondazione artificiale, invece, la sterilità non si cura, rimane,<br />

si produce una vita umana, ma la sterilità <strong>di</strong> base rimane quella <strong>di</strong> prima. Quello che<br />

raccoman<strong>di</strong>amo è che la sterilità venga curata, ma venga curata restituendo<br />

all’organismo la sua capacità, non provocando dei danni più gran<strong>di</strong> facendo morire degli<br />

embrioni, eccetera. Esiste un modo corretto <strong>di</strong> superare la sterilità ed esiste un modo<br />

che noi reputiamo non corretto, che è quello della fecondazione. Questo è il mio<br />

pensiero, dopo se non mi sono spiegato bene, sono contento <strong>di</strong> saperlo.<br />

Giulia: Io trovo giusto che la sterilità venga curata se uno ha fatto il bagno a Ostia ed è<br />

<strong>di</strong>ventato sterile, ma se uno c’è nato, ed è una cosa del patrimonio genetico ere<strong>di</strong>tario,<br />

e a sua volta l’ha ere<strong>di</strong>tata da genitori che ne erano affetti, e non gli è stata indotta da<br />

fattori esterni quali malattie, infezioni, eccetera, non ritengo giusto curarla. Un<br />

cristiano per me dovrebbe rimanere sterile.<br />

Mons. Sgreccia: Io vi <strong>di</strong>co che, se mi consentite <strong>di</strong> rispondere, ammettiamo che uno,<br />

una, come <strong>di</strong>ce la figliola Giulia, sia nata sterile per con<strong>di</strong>zioni magari genetiche. Penso<br />

che in questi casi non sia rime<strong>di</strong>abile. Forse qualche volta sì, ma supponiamo che non sia<br />

rime<strong>di</strong>abile, per esempio non ha le ovaie, e lì non è rime<strong>di</strong>abile. Il trapianto delle ovaie<br />

è proibito proprio per l’ere<strong>di</strong>tarietà. Ma allora in questi casi la domanda sta lì: è lecito o<br />

non è lecito dare un figlio a questa donna senza farla <strong>di</strong>ventare feconda? Perché la<br />

sterilità rimane in questa figliola, rimane sempre sterile, cioè non è che le si può<br />

produrre una possibilità naturale, ma darle un figlio con la fecondazione artificiale. La<br />

domanda è quella che ci facciamo: è questo lecito? È una via praticabile dal punto <strong>di</strong><br />

vista etico? Abbiamo visto che tecnicamente non riesce sempre. Dovete sapere che<br />

quelle coppie che vanno a fare la fecondazione artificiale non sempre riescono, anche<br />

ripetendola più volte, e quin<strong>di</strong> dei casi <strong>di</strong> sterilità invincibile ci sono, rimangono, come<br />

ci sono anche gli han<strong>di</strong>cappati, come ci sono persone alte, ci sono quelle basse, ci sono<br />

persone sterili e non sterili. Anche con la fecondazione artificiale non tutti i casi si<br />

risolvono, perché la natura umana le imperfezioni le porta e in qualche caso non tutte<br />

sono superabili. Allora, potrebbe <strong>di</strong>re, se la fecondazione artificiale funziona, perché<br />

non farla? Perché per farne nascere uno se ne devono uccidere novantasei! E con questo<br />

non si può raggiungere uno scopo buono attraverso scopi e mezzi non buoni. Voi sapete<br />

che il fine buono con i mezzi cattivi si chiama Machiavelli, ma non è lecito né a un<br />

pagano né a un cristiano produrre un’azione buona con i mezzi cattivi. Quelli che<br />

facevano le sperimentazioni nei campi <strong>di</strong> concentramento avevano lo scopo buono <strong>di</strong><br />

trovare me<strong>di</strong>cine nuove, però facevano del male a degli altri. Attenti bene, perché ci

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