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Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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C) La procreazione artificiale e il “generare”.<br />

Questo aspetto che la Chiesa Cattolica considera come prioritario, riguarda tutte le<br />

forme <strong>di</strong> procreazione artificiale laddove, cioè l’atto coniugale personale viene<br />

sostituito dalla tecnologia 19 .<br />

Nessuna fra le leggi che via via sono pubblicate nel mondo, che si sappia, prende in<br />

considerazione come <strong>di</strong>scriminante questo fattore personale come proprio del<br />

“generare” che è atto impersonale e proprio dei genitori coniugi. Ma ciò è quanto è <strong>di</strong><br />

più umano, intimo e spiritualmente e psicologicamente arricchente nella esperienza dei<br />

coniugi genitori. Certo la legge civile non coincide in tutto con la legge morale e il<br />

legislatore si limita a finalizzare il suo intervento alle azioni e relazioni esterne delle<br />

persone, quelle che possono contribuire al bene comune, non potendo coprire tutta la<br />

interiorità e intimità della vita personale.<br />

Tuttavia è un legame naturale e profondo quello che unisce “la <strong>di</strong>mensione unitiva”<br />

e “la <strong>di</strong>mensione procreativa” 20 dell’atto coniugale: è lo stesso atto <strong>di</strong> unione sponsale<br />

(fisica, affettiva e spirituale) che contiene in sé la capacità (se non ci sono ostacoli) <strong>di</strong><br />

procreare; e questa duplice <strong>di</strong>mensione ha per <strong>di</strong> più la forza della reciprocità, sicché lo<br />

sposo <strong>di</strong>venta padre attraverso l’unione con la sposa e la sposa <strong>di</strong>venta madre attraverso<br />

l’unione con lo sposo come recentemente ha ricordato alla nostra Pontificia Accademia<br />

per la Vita Giovanni Paolo II: «Sempre <strong>di</strong> più emerge l’imprescin<strong>di</strong>bile legame della<br />

procreazione <strong>di</strong> una nuova creatura con l’unione sponsale, per la quale lo sposo <strong>di</strong>venta<br />

padre attraverso l’unione coniugale con la sposa e la sposa <strong>di</strong>venta madre attraverso<br />

l’unione coniugale con lo sposo.<br />

Questo <strong>di</strong>segno del Creatore è inscritto nella natura stessa fisica e spirituale<br />

dell’uomo e della donna e, come tale, ha valore universale… Un gesto così ricco, che<br />

trascende la stessa vita dei genitori, non può essere sostituito da un mero intervento<br />

tecnologico, impoverito <strong>di</strong> valore umano e sottoposto ai determinismi dell’attività<br />

tecnica e strumentale» 21 .<br />

Questo impoverimento dell’atto procreativo costituisce ovviamente un’offesa alla<br />

<strong>di</strong>gnità del figlio che viene procreato.<br />

Infatti un atto <strong>di</strong> procreazione senza l’espressione corporea risulta privo non tanto<br />

dell’elemento biologico (che si recupera tecnologicamente con il trasferimento dei<br />

gameti), quanto della comunione interpersonale che si può esprimere in modo completo<br />

attraverso il corpo nella sua pienezza e unità. La caratteristica dell’amore coniugale è la<br />

sua totalità e la pienezza del dono delle due persone. La sostituzione del gesto corporeo<br />

con la tecnica determina una riduzione dell’atto coniugale, un suo declassamento alla<br />

tipologia <strong>di</strong> “atto tecnico”.<br />

In un’azione <strong>di</strong> pura tecnica l’oggetto costruito rimane ontologicamente<br />

<strong>di</strong>somogeneo rispetto al soggetto, e <strong>di</strong> esso il soggetto costruttore ha la proprietà e il<br />

dominio. Nelle azioni <strong>di</strong> comunione e comunicazione, come l’atto coniugale, il soggetto<br />

esprime se stesso ad un altro soggetto, <strong>di</strong> cui rispetta l’uguaglianza e con cui è<br />

consentita la libera espressione. Tra gli atti espressivi o linguaggi corporei, quello<br />

dell’atto coniugale ha la caratteristica della pienezza e della totalità: ridurre la<br />

procreazione a fatto <strong>di</strong> tecnica significa stabilire un rapporto dominativo “soggetto<br />

produttore-oggetto prodotto” 22 e significa depauperare e degradare l’atto procreativo<br />

19<br />

Paolo VI, Lettera Enciclica Humanae Vitae, 25.7.1968, n.12, in Enchiri<strong>di</strong>on Vaticanum, vol. III, E<strong>di</strong>zioni Dehoniane,<br />

Bologna, n. 598.<br />

20<br />

Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla X Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita,<br />

“L’Osservatore <strong>Roma</strong>no”, 22.2.2004, p.5. Ve<strong>di</strong> anche: Istruzione Donum Vitae, o.c.II parte.<br />

21<br />

Idem.<br />

22<br />

Sgreccia E., Manuale <strong>di</strong> bioetica, III, Ed. Milano 2003, p.543.

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