Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma
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Fecondazione artificiale umana: il pensiero della Chiesa cattolica Elio Sgreccia Conferenza del 5 maggio 2005 Prof.ssa Fierro: A conclusione oggi del ciclo di conferenze sulla bioetica, siamo tutti molto lieti di dare il benvenuto ad un eminente rappresentante della Chiesa cattolica. Si tratta di Mons. Elio Sgreccia. Egli è innanzitutto un vescovo, promotore dell’Istituto di Bioetica nell’Università Cattolica del Sacro Cuore presso il Policlinico Gemelli di Roma e presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Vorrei prima di tutto dirvi che questa Accademia è stata istituita da Giovanni Paolo II col motu proprio Vitae Mysterium l’11 febbraio 1994, allo scopo di studiare tutte le problematiche collegate alla promozione e alla difesa della vita, e di informarne i responsabili della Chiesa e le organizzazioni sociosanitarie sui temi della bioetica, in rapporto alle scienze mediche e alla legislazione civile e politica, attinenti alla vita e alla sacralità della persona umana. Mons. Sgreccia è un profondo conoscitore dei nodi concettuali più complessi relativi al rapporto tra fede e scienza, cui ha fornito una molteplicità di contributi: fra i tanti, mi piace ricordare il suo Manuale di bioetica, ormai largamente ritenuto un testo fondamentale sull’argomento. La sua attività di studioso e quella più squisitamente pastorale lo portano ad intervenire in maniera decisa ed appassionata nell’acceso dibattito sulle questioni dottrinali, ma anche in merito alla legislazione e dunque alla delicata posizione del credente nel contesto sociopolitico in cui vive e opera. Vorrei, a tal proposito, ricordare uno degli ultimi Suoi interventi sul «Corriere della Sera», in garbata polemica con Giuliano Amato, o anche la posizione precisa sul caso di Terry Schiavo, del tutto emblematico circa la dottrina della Chiesa sull’eutanasia. Sarà, Lei Monsignore, ad entrare nel vivo delle tematiche in questa lezione-dibattito cui ha voluto dare come titolo: La fecondazione artificiale umana: il pensiero della Chiesa cattolica. Sarà Lei, dunque, a sbrogliare questa enorme matassa in un momento in cui tutti quanti noi siamo particolarmente attenti ad ascoltare la posizione ufficiale della Chiesa su una tematica così tanto dibattuta, sulla quale i ragazzi hanno sentito i punti di vista dei laici, di quegli intellettuali che all’interno del nostro Paese hanno fornito anch’essi contributi notevoli in tutt’altra direzione. A Lei la parola, Monsignore. Mons. Sgreccia: Prima di presentare il pensiero della Chiesa Cattolica sulle tecnologie di procreazione artificiale 1 , mi sembra necessario fare una premessa di carattere 1 Le espressioni in uso “procreazione assistita”, “fecondazione artificiale” e “procreazione artificiale” vogliono indicare la stessa cosa e cioè l’insieme delle tecniche che sono dirette ad ottenere il concepimento, in seguito la nascita, di un individuo in modo diverso dalla via naturale e cioè l’unione sessuale del padre e della madre. Forse l’espressione più appropriata è “la fecondazione artificiale”, perché il termine procreazione sottenderebbe il riconoscimento di Dio creatore e la collaborazione dei genitori secondo il piano di Dio, la dicitura “procreazione assistita” comporta un eufemismo (assistita) che è falso, perché chi fa la fecondazione artificiale non si limita ad assistere purtroppo. Per una più ampia informazione vedi: Di Pietro M.L.-Sgreccia E., Procreazione assistita e fecondazione artificiale, tra scienza, bioetica e diritto, Editrice La Scuola, Brescia 1999, pp.300
epistemologico circa il rapporto tra la visione propria della fede e quella basata sulla ragione, perché il fedele cattolico, quando riflette sul dato della Rivelazione – e quindi fa appello alla fede – non rinuncia a pensare con la ragione (fides quaerens intellectum = la fede che cerca la intelligenza) e quando riflette basandosi sulle motivazioni razionali, dette anche naturali, non rinuncia a cercare un orizzonte ultimo e trascendente (intellectus quaerens fidem = l’intelligenza che cerca la fede). In altre parole il cattolico non concepisce che la fede e la ragione siano come due mondi diversi e separati, come due rette parallele. E’ vero che la fede si fonda sulla parola di Dio rivelata e la ragione si fonda sull’esperienza elaborata alla luce della intelligenza che intuisce, con l’intelletto (intus-legĕre = leggere dentro), giudica e riflette sulla base dei principi di logicità con la ragione. Ma è anche vero che Dio è autore sia della Rivelazione sia della natura umana dotata di intelletto e razionalità consapevole. Sicchè, il rapporto tra ragione e fede va inteso non dualisticamente ma in modo circolare: la fede illumina la ragione e la ragione riflettendo con le forze e i principi che le sono propri si confronta con la fede. Così il dato della fede diventa stimolo e luce per la intelligenza e la intelligenza nella sua intuizione e razionalità è aiutata, (ma non sostituita) dalla fede. Se si vuole fare un paragone, desunto dalla ricerca di laboratorio, si può dire che fede e ragione stanno fra loro come il microscopio e l’occhio: il microscopio aiuta l’occhio ma non lo sostituisce e a nulla servirebbe un buon microscopio se l’occhio fosse cieco o malato. Questo rapporto va così definito in modo dialogico e circolare soprattutto in rapporto alla realtà terrena. Ci sono nel patrimonio rivelato anche verità che provengono soltanto dalla Rivelazione e che non provengono dalla esperienza (come la rivelazione della Trinità o il dono della Grazia soprannaturale) ma anche queste verità quando toccano la intelligenza e la razionalità umana non risultano in opposizione né assurde, ma semplicemente superiori alla capacità umana e stimolanti per lo spirito umano, preziose per la visione dell’uomo 2 . Per venire al nostro tema, la procreazione artificiale tocca il concetto di generazione, il concetto di vita nascente (embrione), il concetto di matrimonio, il concetto di famiglia: tutto ciò è oggetto sia di considerazione della ragione sia della rivelazione. Sicchè quando si espone il pensiero della Chiesa Cattolica bisogna sempre distinguere ma anche unire quello che dice la ragione e quello che conferma la fede, quello che la Chiesa richiama come esigenza di mondo razionale umano e quello che conferma con l’autorità della S. Scrittura. Il più delle volte si constaterà che una determinata azione è condannata sia dalla ragione e sia dalla rivelazione. In altre parole la visione “cattolica” è “universale” perché deve comprendere una visione integrale, che si giova di una doppia e convergente fonte di luce. Fede e ragione sono le due ali che consentono il volo verso il grande orizzonte della verità totale. 3 1) La gravità e molteplicità delle implicazioni etiche della fecondazione artificiale nell’uomo: La trattazione del presente argomento solitamente è affrontata in maniera scientifica e con l’interesse rivolto completamente al «successo» e alla «percentuale di successo», 2 Questa premessa sui rapporti tra fede e ragione è analizzata nella Enciclica di Giovanni Paolo II, Fides et Ratio, Città del Vaticano, Libreria Ed. Vaticana, 14 settembre 1998, specialmente nei capp. II e III intitolati: “Credo ut intellegam”, “Intellego ut credam”. 3 Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica “Fides et Ratio”, preambolo. o.c.
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Fecondazione artificiale umana:<br />
il pensiero della Chiesa cattolica<br />
Elio Sgreccia<br />
Conferenza del 5 maggio 2005<br />
Prof.ssa Fierro: A conclusione oggi del ciclo <strong>di</strong> conferenze sulla bioetica, siamo tutti<br />
molto lieti <strong>di</strong> dare il benvenuto ad un eminente rappresentante della Chiesa cattolica. Si<br />
tratta <strong>di</strong> Mons. Elio Sgreccia. Egli è innanzitutto un vescovo, promotore dell’Istituto <strong>di</strong><br />
<strong>Bioetica</strong> nell’Università Cattolica del Sacro Cuore presso il Policlinico Gemelli <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> e<br />
presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Vorrei prima <strong>di</strong> tutto <strong>di</strong>rvi che questa<br />
Accademia è stata istituita da Giovanni Paolo II col motu proprio Vitae Mysterium l’11<br />
febbraio 1994, allo scopo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are tutte le problematiche collegate alla promozione e<br />
alla <strong>di</strong>fesa della vita, e <strong>di</strong> informarne i responsabili della Chiesa e le organizzazioni<br />
sociosanitarie sui temi della bioetica, in rapporto alle scienze me<strong>di</strong>che e alla<br />
legislazione civile e politica, attinenti alla vita e alla sacralità della persona umana.<br />
Mons. Sgreccia è un profondo conoscitore dei no<strong>di</strong> concettuali più complessi relativi al<br />
rapporto tra fede e scienza, cui ha fornito una molteplicità <strong>di</strong> contributi: fra i tanti, mi<br />
piace ricordare il suo Manuale <strong>di</strong> bioetica, ormai largamente ritenuto un testo<br />
fondamentale sull’argomento. La sua attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso e quella più squisitamente<br />
pastorale lo portano ad intervenire in maniera decisa ed appassionata nell’acceso<br />
<strong>di</strong>battito sulle questioni dottrinali, ma anche in merito alla legislazione e dunque alla<br />
delicata posizione del credente nel contesto sociopolitico in cui vive e opera. Vorrei, a<br />
tal proposito, ricordare uno degli ultimi Suoi interventi sul «Corriere della Sera», in<br />
garbata polemica con Giuliano Amato, o anche la posizione precisa sul caso <strong>di</strong> Terry<br />
Schiavo, del tutto emblematico circa la dottrina della Chiesa sull’eutanasia. Sarà, Lei<br />
Monsignore, ad entrare nel vivo delle tematiche in questa lezione-<strong>di</strong>battito cui ha voluto<br />
dare come titolo: La fecondazione artificiale umana: il pensiero della Chiesa cattolica.<br />
Sarà Lei, dunque, a sbrogliare questa enorme matassa in un momento in cui tutti quanti<br />
noi siamo particolarmente attenti ad ascoltare la posizione ufficiale della Chiesa su una<br />
tematica così tanto <strong>di</strong>battuta, sulla quale i ragazzi hanno sentito i punti <strong>di</strong> vista dei<br />
laici, <strong>di</strong> quegli intellettuali che all’interno del nostro Paese hanno fornito anch’essi<br />
contributi notevoli in tutt’altra <strong>di</strong>rezione. A Lei la parola, Monsignore.<br />
Mons. Sgreccia: Prima <strong>di</strong> presentare il pensiero della Chiesa Cattolica sulle tecnologie <strong>di</strong><br />
procreazione artificiale 1 , mi sembra necessario fare una premessa <strong>di</strong> carattere<br />
1 Le espressioni in uso “procreazione assistita”, “fecondazione artificiale” e “procreazione artificiale” vogliono in<strong>di</strong>care<br />
la stessa cosa e cioè l’insieme delle tecniche che sono <strong>di</strong>rette ad ottenere il concepimento, in seguito la nascita, <strong>di</strong> un<br />
in<strong>di</strong>viduo in modo <strong>di</strong>verso dalla via naturale e cioè l’unione sessuale del padre e della madre. Forse l’espressione più<br />
appropriata è “la fecondazione artificiale”, perché il termine procreazione sottenderebbe il riconoscimento <strong>di</strong> Dio<br />
creatore e la collaborazione dei genitori secondo il piano <strong>di</strong> Dio, la <strong>di</strong>citura “procreazione assistita” comporta un<br />
eufemismo (assistita) che è falso, perché chi fa la fecondazione artificiale non si limita ad assistere purtroppo. Per una<br />
più ampia informazione ve<strong>di</strong>: Di Pietro M.L.-Sgreccia E., Procreazione assistita e fecondazione artificiale, tra scienza,<br />
bioetica e <strong>di</strong>ritto, E<strong>di</strong>trice La Scuola, Brescia 1999, pp.300