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Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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non si deve fare la procreazione con seme <strong>di</strong> donatore, dato che si può farla a certe<br />

con<strong>di</strong>zioni, che sono quelle che ho in<strong>di</strong>cato. Riguardo poi alla Germania, non citiamola<br />

superficialmente, perché bisogna sapere che è un paese che ammette la <strong>di</strong>agnosi preimpianto<br />

degli embrioni, per impe<strong>di</strong>re la trasmissione <strong>di</strong> alcune malattie genetiche, tipo<br />

la ‘miopatia <strong>di</strong> Duchenne’ e una serie <strong>di</strong> altre malattie, cosa che in Italia è vietata dalla<br />

nuova legge. Non dobbiamo fare citazioni <strong>di</strong> comodo, dato che la legge tedesca è<br />

giustamente severa, innanzi tutto perché, essendoci stata nella storia della Germania<br />

l’eugenetica nazista, si capisce che in quel paese ci sia questo tipo <strong>di</strong> reazione ed è<br />

bene che quella memoria rimanga viva nella società tedesca. Però non facciamo <strong>di</strong>re ai<br />

tedeschi quello che non hanno mai detto e cioè che si possano impiantare, come un po’<br />

superficialmente, lo devo <strong>di</strong>re, è stato scritto dal legislatore italiano, anche degli<br />

embioni malati, salvo poi abortire. In Germania è stata fatta la scelta opposta: i singoli<br />

Länder, cioè le singole regioni, possono ogni anno aggiornare la lista dei casi in cui per<br />

determinate malattie è ammessa la <strong>di</strong>agnosi pre-impianto. Quin<strong>di</strong>, anche in questo caso<br />

consideriamo la questione con cautela, <strong>di</strong>stinguendo opportunamente.<br />

C’è un altro punto da esaminare. Naturalmente tengo ad osservare che queste mie<br />

risposte sono parziali, ma potremmo <strong>di</strong>scutere su questi argomenti per una giornata<br />

intera.<br />

Risponderò alla domanda che riguardava il prossimo referendum. Sarò molto sommario.<br />

E’ certo che servirebbe buona informazione, soprattutto televisiva, un’informazione che<br />

però mi sembra <strong>di</strong>fficile, non per ragioni legate al dosaggio tra parti opposte, delle<br />

notizie, dei tempi, se in prima o in seconda serata, ma perché, purtroppo, la qualità<br />

della <strong>di</strong>scussione televisiva è in questi anni straor<strong>di</strong>nariamente peggiorata. L’Italia si è<br />

già <strong>di</strong>visa molto profondamente due volte, su referendum non lontani, quello sul <strong>di</strong>vorzio<br />

e quello sull’aborto. Poiché sono vecchio, ricordo le <strong>di</strong>scussioni televisive nelle quali<br />

c’era grande fermezza nelle proprie convinzioni, ma grande rispetto per le posizioni<br />

dell’altro e si usava un linguaggio che non eccitava l’irrazionalità, ma cercava <strong>di</strong> far<br />

ragionare. Tutti miravano a conquistare il consenso con argomentazioni razionali e non<br />

<strong>di</strong>cendo ripetutamente: “Mi devi <strong>di</strong>re se l’embrione è una persona”. Questo modo <strong>di</strong><br />

affrontare la questione non è utile. Quanto ai sondaggi, essi sono entrati un po’ nella<br />

nostra vita e oggi ci sono regole perché rispecchino campioni rappresentativi. Sulla<br />

questione dell’astensione devo essere sincero: nella materia del referendum, la scelta<br />

dell’astensione è, dal punto <strong>di</strong> vista strettamente costituzionale, legittima. Non si può<br />

<strong>di</strong>re che, per il fatto <strong>di</strong> astenersi, si va contro le regole della democrazia, perché il<br />

referendum è valido solo se si raggiunge un determinato quorum. Deve votare, infatti,<br />

almeno il 50,01 per cento degli aventi <strong>di</strong>ritto al voto; quin<strong>di</strong> si può scegliere <strong>di</strong> votare sì<br />

o no oppure ci si può astenere, perché non si vuole che si raggiunga il quorum. Sono<br />

tutte e tre scelte legittime, anche se si possono valutare gli argomenti; ma, sulla<br />

legittimità della scelta e anche degli appelli all’astensione, io, che personalmente non<br />

mi sono mai astenuto in nessun caso, devo però <strong>di</strong>re che è una scelta, dal punto <strong>di</strong> vista<br />

costituzionale, assolutamente legittima.<br />

Prof.ssa Fierro: Vorrei farle quasi una provocazione. Lei, professore, ha detto<br />

giustamente, dal mio punto <strong>di</strong> vista, che il <strong>di</strong>ritto deve in<strong>di</strong>care un quadro <strong>di</strong> valori, ma<br />

non modelli <strong>di</strong> comportamento che nascano, per esempio, da un credo religioso o da<br />

altro.<br />

Inoltre vorrei chiedere, siccome in Europa c’è una varietà <strong>di</strong> legislazioni, a che punto<br />

siamo con questo quadro <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> riferimento, a livello, <strong>di</strong>ciamo, internazionale della<br />

<strong>di</strong>scussione? E poi un corollario, è questa la provocazione: è pur vero che nei vari paesi<br />

d’Europa, a seconda della prevalenza <strong>di</strong> governi <strong>di</strong> centrodestra o <strong>di</strong> centrosinistra, si<br />

approvano o non si approvano legislazioni in materia <strong>di</strong> un certo tipo; allora io <strong>di</strong>co che

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