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Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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Questa è una malattia neurodegenerativa, per cui l’in<strong>di</strong>viduo fino ad età matura, trenta<br />

quaranta anni, ha una vita normale, poi intorno a quell’età si comincia a <strong>di</strong>struggere il<br />

sistema nervoso, non si controlla più il movimento volontario, il paziente decade anche<br />

mentalmente, <strong>di</strong>venta demente, e nel giro <strong>di</strong> cinque <strong>di</strong>eci anni muore. Però lui fino<br />

all’inizio della malattia è stato benissimo. Ecco, questo è un caso classico in cui ci si<br />

pone l’interrogativo: un feto che abbia questo destino certo può essere selezionato dalla<br />

madre oppure no? Ora per la legge italiana la madre può <strong>di</strong>re: “Io non me la sento <strong>di</strong><br />

affrontare questa situazione, io non la reggo, la mia salute mentale ne sarebbe<br />

compromessa”: questo la autorizza ad abortire. Se noi invece volessimo una legge<br />

esplicita per ogni situazione, cadremmo in un caos infinito, perché in una gamma<br />

infinita <strong>di</strong> situazioni a rischio è impossibile scrivere migliaia <strong>di</strong> articoli <strong>di</strong> legge che<br />

regolamentino precisamente “Questo sì, è un rischio insostenibile, questo no”, nessun<br />

legislatore serio riuscirebbe a regolamentare queste infinite situazioni secondo una<br />

opinione largamente con<strong>di</strong>visa. Questo è un altro esempio che mi porta a confermare<br />

che la vera scelta etica sia quella in<strong>di</strong>viduale.<br />

Altro argomento appassionante ma <strong>di</strong> cui non ho parlato per niente sono le me<strong>di</strong>cine<br />

alternative: l’agopuntura, lo shatsu, l’omeopatia. Tutte queste aprono naturalmente dei<br />

problemi bioetici che sono in <strong>di</strong>scussione, perché l’affidarsi a un me<strong>di</strong>co comporta che<br />

egli faccia tutto quello che è nelle sue possibilità per aiutarti, come è precritto nel<br />

giuramento <strong>di</strong> Ippocrate. Ora noi ci troviamo <strong>di</strong> fronte ad un tipo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine che non<br />

hanno mai subito nessun tipo <strong>di</strong> validazione consensuale, non sono mai state considerate<br />

me<strong>di</strong>cine, per es. quelle omeopatiche, e quin<strong>di</strong> non sono mai state testate, esaminate,<br />

giu<strong>di</strong>cate come le altre me<strong>di</strong>cine: sono in circolazione ma noi non abbiamo la più pallida<br />

idea <strong>di</strong> quanto siano efficaci. La mia sensazione è che abbiano il solo vantaggio <strong>di</strong> non<br />

essere dannose perché in buona sostanza non contengono niente. Ma non far male non è<br />

una con<strong>di</strong>zione sufficiente perché il paziente è andato dal me<strong>di</strong>co non solo per non<br />

subire un danno ma anche, se possibile, per essere guarito da una malattia. Qual è il<br />

giu<strong>di</strong>zio da dare su questo tipo <strong>di</strong> terapie in termini <strong>di</strong> assunzione <strong>di</strong> responsabilità da<br />

parte del me<strong>di</strong>co? Anche questo è a mio parere un settore dove bisogna lasciare la libera<br />

scelta al giu<strong>di</strong>zio in<strong>di</strong>viduale perché è vero che la pilloletta omeopatica non ti fa male,<br />

ma se <strong>di</strong>venta sostitutiva <strong>di</strong> una me<strong>di</strong>cina tra<strong>di</strong>zionale che quando ti senti male ti<br />

salverebbe, ecco che anche la pilloletta omeopatica più innocua <strong>di</strong>venta agente <strong>di</strong> male.<br />

Anche in questo settore non è tanto facile intervenire con una legislazione con<strong>di</strong>visa.<br />

Io non ho voluto affrontare <strong>di</strong>scorsi tecnici, che forse sono più <strong>di</strong> mia competenza: mi è<br />

sembrato che fosse più utile porre problemi più generali, ma qualunque curiosità,<br />

qualunque quesito voi mi poniate sono qui per cercare <strong>di</strong> rispondere.<br />

In conclusione siamo arrivati a questo bel risultato: non sappiamo cos’è esattamente<br />

nascita, cos’è riproduzione e cos’è morte ma siamo nella necessità <strong>di</strong> fare leggi in<br />

materia e ci tocca pure <strong>di</strong> rispettarle. Non è una situazione facile.<br />

(Trascrizione autorizzata rivista dall’autore)<br />

Prof.ssa Fierro: Come sempre in questi momenti <strong>di</strong> riflessione, noi non ci troviamo <strong>di</strong><br />

fronte a delle certezze. Non ce le può dare neppure il professore, lo scienziato che pure<br />

approfon<strong>di</strong>sce per tutta la vita determinati ambiti. Quello che riusciamo a comunicare,<br />

come tutte le persone che stu<strong>di</strong>ano, sono dubbi, interrogativi . Ora dopo il momento<br />

propositivo della conferenza, <strong>di</strong>ciamo dopo la parte frontale, entreremo nel vivo del

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