Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma
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allora tutte le cose vengono fatte con la massima efficienza, con tempi rapi<strong>di</strong>,<br />
nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> successione giusto ecc. portando alla guarigione il paziente, alla<br />
risoluzione del problema per il quale si è intervenuti.<br />
Se voi vi mettete in una situazione in cui <strong>di</strong>te: “Dunque io potrei utilizzare il mio uovo e<br />
fare la donazione dello spermatozoo, oppure trovare l’utero in affitto”, o altro, non<br />
potete sperare <strong>di</strong> trovare il me<strong>di</strong>co che in modo automatico, perché largamente<br />
con<strong>di</strong>viso, proceda a delle scelte come se tutti i me<strong>di</strong>ci fossero d’accordo che si possa<br />
procedere lungo una determinata strada. Certamente no.<br />
Bisogna prendere la decisione a livello soggettivo, in<strong>di</strong>viduale, e poi trovare la persona,<br />
il me<strong>di</strong>co, che ti aiuti a fare il percorso che comporta spesso anche tappe dolorose. Io ho<br />
la sensazione che la cosa più rilevante è che negli ultimi decenni da un lato sono<br />
<strong>di</strong>ventate obsolete tutta una serie <strong>di</strong> definizioni che sembravano valide per sempre: la<br />
nascita, la riproduzione e la morte. Quando ero ragazzo io non mi sarebbe mai venuto in<br />
mente che potessero essere messe in <strong>di</strong>scussione e invece sono in <strong>di</strong>scussione a livello<br />
ontologico, a livello fondamentale, è la vera sostanza che è in <strong>di</strong>scussione. Quando la<br />
<strong>di</strong>scussione sarà finita, perché ovviamente la situazione evolve, forse si potrà avere<br />
un’opinione largamente con<strong>di</strong>visa su certe regole <strong>di</strong> comportamento e su quella base<br />
avere allora delle leggi. Prima <strong>di</strong> questo momento io penso che sia molto <strong>di</strong>fficile<br />
avviarsi su una strada che non sia quella dell’assunzione <strong>di</strong> responsabilità personali. Io<br />
non riesco a immaginare un sistema semplice con il quale io posso convincere qualcuno<br />
su tali argomenti, mi sembra che ognuno scelga una qualche soluzione non in <strong>di</strong>pendenza<br />
dell’evento che sta giu<strong>di</strong>cando ma in <strong>di</strong>pendenza del complesso <strong>di</strong> idee che ha nella sua<br />
testa: opinioni, anche politiche, credenze, anche religiose, è l’insieme delle opinioni<br />
che stanno dentro la sua testa che lo aiutano, che lo spingono, si spera, a fare una<br />
scelta, che rimane la sua, in buona sostanza. Tanto è vero che tutta la me<strong>di</strong>cina che ha<br />
a che fare con argomenti <strong>di</strong> questo genere è molto meno prescrittiva: forse l’avete<br />
sperimentato personalmente, per esempio in un consultorio il me<strong>di</strong>co non è prescrittivo,<br />
quasi mai vi fa una ricetta e <strong>di</strong>ce:”Faccia questo, poi questo ecc”. Il me<strong>di</strong>co descrive le<br />
alternative possibili, per vedere se il paziente ne vuole l’una, o l’altra, o nessuna. In<br />
molti settori i me<strong>di</strong>ci stanno riconoscendo questo evento e quin<strong>di</strong> da prescrittori stanno<br />
<strong>di</strong>ventando consultori, cioè persone che ti danno informazioni tecniche, perché le<br />
conoscono, su cui poi tu devi decidere.<br />
Io trascuro, ma sarebbe argomento sul quale <strong>di</strong>scutere, qual è la conseguenza <strong>di</strong> un<br />
<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> analisi sull’embrione. Voi sapete che oggi c’è la legge che autorizza l’aborto<br />
nel primo trimestre <strong>di</strong> gravidanza a scelta della madre e nel secondo trimestre in caso <strong>di</strong><br />
malformazioni gravi del feto, che mettano in pericolo la salute anche mentale della<br />
donna. Il problema è <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care quanto sia grave la malformazione in questione, se<br />
cioè è così grave da consentire un aborto selettivo. Questo è un altro nodo complesso da<br />
sciogliere: ora le con<strong>di</strong>zioni patologiche collegabili alla genetica sono almeno<br />
cinquemila, un numero molto elevato. Si esclude che una mamma possa andare in un<br />
consultorio e <strong>di</strong>re:” Io vorrei essere rassicurata su ognuna <strong>di</strong> queste cinquemila<br />
malattie”, non abbiamo neanche sangue sufficiente a fare tutti questi esami. In questi<br />
casi si comincia col valutare quali sono a priori i rischi, se sono aumentati, allora si<br />
cercherà in questo ambito; se non sono aumentati, si cercherà altrove, fino a che si<br />
arriverà alla certezza che quel feto è a rischio, per esempio perché la sua storia<br />
familiare è fatta in un certo modo. Facciamo un esempio concreto <strong>di</strong> una malattia che<br />
si chiama corea <strong>di</strong> Huntington, detta volgarmente una volta “il ballo <strong>di</strong> san Vito” .