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Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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omettere questo intervento, una lesione della civiltà: il problema nuovo è che oggi non<br />

usare la flebo è una grave omissione <strong>di</strong> soccorso con risvolti penali, però nel contempo<br />

questo soccorso può implicare un danno inenarrabile, condannare una persona ad una<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tortura se non si risveglia dal coma.<br />

Qui si solleva un problema serissimo <strong>di</strong> bioetica per decidere che regole ci sono: come<br />

intervenire, quando intervenire, con che cosa intervenire, quanto a lungo intervenire,<br />

quanto è il tempo considerato troppo lungo, quanto è il tempo considerato troppo<br />

corto, insomma tutta una serie <strong>di</strong> decisioni da prendere ognuna delle quali comporta una<br />

responsabilità.<br />

D’altra parte io vi ho fatto un esempio molto banale, superficiale, che già presenta dei<br />

risvolti etici <strong>di</strong>fficili, ma la realtà può essere molto più complessa, con risvolti più<br />

drammatici, pensate solo all’espianto <strong>di</strong> organi a fini <strong>di</strong> trapianto.<br />

Voglio parlarvi <strong>di</strong> quell’attore che ha interpretato Superman, che per una caduta da<br />

cavallo è rimasto completamente paralizzato, in grado <strong>di</strong> sopravvivere solo attaccato<br />

costantemente ad una macchina. Ebbene dopo alcuni anni il corpo a cui era attaccata<br />

questa testa danneggiata, ha cominciato ad essere seriamente danneggiato, deteriorato<br />

perché si può fare poco per impe<strong>di</strong>re il deterioramento <strong>di</strong> un corpo paralizzato. Ed<br />

infatti se non fosse morto era già in lista per un trapianto <strong>di</strong> corpo, si aspettava cioè che<br />

in un incidente automobilistico qualche giovane morisse per danni cerebrali, in modo da<br />

poter staccare le teste rispettive e fare uno scambio <strong>di</strong> corpi, dando al nostro attore un<br />

corpo giovane che potesse essere irrorato dalle macchine; naturalmente questo non<br />

voleva significare tornare all’efficienza, alla funzionalità del corpo, che sarebbe rimasto<br />

sempre paralizzato, significava solo garantire organi nuovi che potessero durare più a<br />

lungo <strong>di</strong> quelli originari usurati dalla paresi.<br />

Io ho visto sulle vostre facce delle espressioni inorri<strong>di</strong>te, ma non c’è niente <strong>di</strong><br />

spettacolare in tutto questo, ci sono invece delle considerazioni interessanti da fare, per<br />

esempio che in questo scambio in cui una testa viene innestata su un cadavere, si<br />

riconosce per la prima volta che la vera identità sta nella testa. E d’altronde quando<br />

Barnard fece il primo trapianto <strong>di</strong> cuore, <strong>di</strong>sse che quella era solo la prima pagina <strong>di</strong> una<br />

storia infinita, e lo sarà.<br />

Senza fare altri esempi, traggo la conclusione che ognuno <strong>di</strong> noi nella sua vita sarà<br />

inevitabilmente chiamato a fare delle scelte rispetto ai congiunti più anziani che si<br />

ammalano e rischiano la morte: che tipo <strong>di</strong> assistenza, dove intervenire, come<br />

intervenire, se in ospedale, se a casa, se richiedere o no la terapia intensiva,<br />

l’accanimento terapeutico, se praticare o no l’eutanasia, scelte personali che sono tutte<br />

nell’ambito della bioetica.<br />

L’ospedale ha in genere un comitato <strong>di</strong> bioetica per i casi più complessi, ma siccome non<br />

si possono <strong>di</strong>scutere tutti, i me<strong>di</strong>ci tengono un comportamento me<strong>di</strong>o ragionevole<br />

accettato, senza che ci sia stata una riflessione approfon<strong>di</strong>ta, anche se qualche volta<br />

salta fuori qualcuno a <strong>di</strong>re : “Ma mia figlia era in coma da trent’anni, poi si è svegliata,<br />

e allora non bisogna mai staccare la spina”. Adesso il problema non è stato affrontato da<br />

un punto <strong>di</strong> vista filosofico, non ha regole, ha solo giurisprudenza: in me<strong>di</strong>a i me<strong>di</strong>ci si<br />

comportano così, secondo una prassi più o meno consolidata.<br />

Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>venta più ancora più complesso quando si passi alla riproduzione, dove<br />

abbiamo tutta l’enorme casistica delle gravidanze e parti non fisiologici. Partiamo anche<br />

in questo caso da situazioni concrete. Voi sapete che nel ventre materno il feto è<br />

attaccato alla placenta attraverso il cordone ombelicale, da cui riceve sangue<br />

ossigenato, essenziale per lo sviluppo, in particolare del cervello; al momento del parto

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