Relazione Bioetica.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma

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17.06.2013 Views

vedere se effettivamente quelle forme di procreazione assistita non danneggino colui che sta per nascere. Si tratterebbe di provare che le forme di procreazione artificiale danneggiano fisicamente o psicologicamente le persone che nascondo con il loro uso. Ma queste prove non ci sono ed anzi vi sono prove in senso contrarie . Allora non si riesce a capire perché tante norme e limitazioni solo nei confronti delle forme di procreazione artificiale. Chi chiede in aree come la nascita tante norme e tanta autorità è sostanzialmente un pessimista che non crede negli esseri umani e nella libertà degli esseri umani, ed ha paura della loro libertà. In realtà gli esseri umani, se messi in condizione di svilupparsi, sono degli esseri in grado di sopravvivere e anche progredire . Certamente ci sono dei gravi problemi, guerre, etc., ma pensate a quanta strada pur tuttavia siamo riusciti a fare in quanto umanità , alle forme di convivenza e di coesistenza che siamo riusciti a inventare. Gli esseri umani io non credo che siano malvagi, con non credo che siano caratterizzati da una benevolenza illimitata. Ciò non vuol dire che non abbiamo mai bisogno di norme ed autorità imposta con le sanzioni, vuole solo dire che norme e autorità dovrebbero subentrare laddove non ci possiamo più affidare all’autonoma scelta individuale. Forse questo è il campo di alcune delle opzioni aperte dall’ingegneria genetica , forse qui non tutte le scelte e decisioni debbono essere rimesse alle scelte individuali, poniamo agli scienziati. È chiaro che non tutto quello che la scienza rende possibile va fatto. E’ chiaro che bisogna che una società scrupolosamente indaghi e investighi sulle possibilità che la scienza apre, ma bisogna farlo prima di tutto non confondendo il feto con l’embrione. Non vorrei che però, nel far questo, si bloccasse qualsiasi forma di diagnostica prenatale, perché se uno Stato blocca la diagnostica prenatale danneggia me, danneggia le generazioni future e impedisce molte linee di ricerca per le quali saremo costretti ad andare a curarci all’estero. Dobbiamo anche mettere da parte l’idea che la scienza è negativa: un rifiuto per la scienza diffuso nella nostra società che poi procede molto contraddittoriamente consumando senza limiti (e forse giustamente) per quanto riguarda i telefonini, le macchine, la televisione ecc. Lo Stato non può impedirci di usare telefonini, auto, televisioni ecc, ma non può nemmeno impedire che la scienza sviluppi e non permettere neanche di sperimentare in aree che poi possono portare dei benefici a tutti noi e alle generazioni future. Uno Stato non può costringere i suoi cittadini ad andare all’estero per un’operazione medica aggiornata, tra l’altro discriminando i non abbienti che non possono permettersi soluzioni del genere. Noi abbiamo bisogno di governi che ci rendano liberi, che ci facciano vivere meglio e che ci guidino in direzione di un maggiore benessere. Naturalmente saranno governi che noi scegliamo democraticamente, che controlleremo democraticamente. Penso che dobbiamo democraticamente tenerci alla larga da governi che ci impongono delle leggi di cui non abbiamo bisogno, da governi che pretendono di avere la verità che non hanno, che pretendono di invadere le nostre vite private e che pretendono di potere bloccare la ricerca scientifica in nome di principi assoluti che fanno valere per tutti, anche per coloro che non li accettano.

Le “ragioni” della scienza Luciano Terrenato Conferenza del 16 febbraio 2005 Prof.ssa Fierro: Oggi abbiamo tra noi il prof. Luciano Terrenato, ordinario di genetica delle popolazioni presso l’università Roma due Tor Vergata che affronterà i problemi della bioetica da un punto di vista strettamente scientifico. Egli è uno studioso di una materia complessa, ha studiato il genoma umano, l’analisi molecolare delle malattie genetiche neurologiche ad insorgenza tardiva, la tipizzazione molecolare del cromosoma Y. Dunque è un ricercatore attento nell’ambito di fattori della genetica che proprio negli ultimi tempi hanno registrato progressi notevolissimi. Mi riferisco in modo particolare alla ricerca di genetica molecolare negli isolati genetici per individuare l’origine di quelle malattie per le quali non valgono gli schemi classici dell’analisi familiare, quelle malattie che, se non mi sbaglio, si chiamano multifattoriali. In questa direzione studiosi come il prof. Terrenato si avvalgono della bioinformatica che rende possibile l’uso di una quantità enorme di informazioni. Questa ricerca comporta tutta una serie di implicazioni oltre che etiche anche legali, oserei dire anche economiche per la molteplicità degli interessi coinvolti, dai finanziamenti ai costi di produzione, ai brevetti di farmaci completamente nuovi. Siamo dunque in un campo di attualità pregnante, per certi aspetti persino futuribile, una strada che sulla scia dei risultati ultimi sicuramente sarete proprio voi studenti a dover percorrere nel migliore dei modi negli anni a venire. Chissà che qualcuno di voi non trovi di fatto suggestioni, stimoli a dedicarsi a questo tipo di ricerca quando uscirà dal liceo classico. Questa è una via di grande attualità. Sono certa che il prof. ci fornirà elementi utilissimi di conoscenza e di discussione e perciò, senza frapporre altro tempo, do la parola al prof. Terrenato, ringraziandolo fin d’ora per aver regalato a noi il suo tempo e la sua disponibilità. Prof. Terrenato: Contrariamente alle attese che possono essere state indotte dalla presentazione lusinghiera della prof.ssa Fierro, io penso che non sia il caso oggi, in una situazione come questa, di addentrarsi in una materia di ricerca così complessa. Ritengo invece utile parlarvi di temi di fondo che comunque hanno forti implicazioni con la ricerca: essi sono la nascita, la riproduzione e la morte. Sono in effetti questi i tre argomenti su cui ci stiamo tutti confrontando negli ultimi anni, nella elaborazione di una nuova scala di valori. Noi dobbiamo infatti accettare il fatto storico che viviamo in un momento in cui c’è stato un forte stravolgimento dei valori; forse in un futuro più o meno vicino si troverà un nuovo equilibrio, ma certamente non adesso: la mia sensazione è che ora stiamo vivendo la fase più critica di questo stravolgimento dei valori. Dico questo, perché dobbiamo affrontare il problema di individuare un comportamento etico, e quindi il giudizio che si deve dare su questo comportamento, quando ci si trova dinanzi a un problema biologico, cioè quando ci si trova dinanzi alla nascita, alla malattia, allo sviluppo, alla riproduzione, alla morte: questi sono gli eventi che ci tocca in ogni caso vivere. Ora cos’è accaduto? E’ accaduto che sostanzialmente negli ultimi

vedere se effettivamente quelle forme <strong>di</strong> procreazione assistita non danneggino colui<br />

che sta per nascere. Si tratterebbe <strong>di</strong> provare che le forme <strong>di</strong> procreazione artificiale<br />

danneggiano fisicamente o psicologicamente le persone che nascondo con il loro uso. Ma<br />

queste prove non ci sono ed anzi vi sono prove in senso contrarie . Allora non si riesce a<br />

capire perché tante norme e limitazioni solo nei confronti delle forme <strong>di</strong> procreazione<br />

artificiale. Chi chiede in aree come la nascita tante norme e tanta autorità è<br />

sostanzialmente un pessimista che non crede negli esseri umani e nella libertà degli<br />

esseri umani, ed ha paura della loro libertà. In realtà gli esseri umani, se messi in<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> svilupparsi, sono degli esseri in grado <strong>di</strong> sopravvivere e anche progre<strong>di</strong>re .<br />

Certamente ci sono dei gravi problemi, guerre, etc., ma pensate a quanta strada pur<br />

tuttavia siamo riusciti a fare in quanto umanità , alle forme <strong>di</strong> convivenza e <strong>di</strong><br />

coesistenza che siamo riusciti a inventare. Gli esseri umani io non credo che siano<br />

malvagi, con non credo che siano caratterizzati da una benevolenza illimitata. Ciò non<br />

vuol <strong>di</strong>re che non abbiamo mai bisogno <strong>di</strong> norme ed autorità imposta con le sanzioni,<br />

vuole solo <strong>di</strong>re che norme e autorità dovrebbero subentrare laddove non ci possiamo più<br />

affidare all’autonoma scelta in<strong>di</strong>viduale. Forse questo è il campo <strong>di</strong> alcune delle opzioni<br />

aperte dall’ingegneria genetica , forse qui non tutte le scelte e decisioni debbono essere<br />

rimesse alle scelte in<strong>di</strong>viduali, poniamo agli scienziati. È chiaro che non tutto quello che<br />

la scienza rende possibile va fatto. E’ chiaro che bisogna che una società<br />

scrupolosamente indaghi e investighi sulle possibilità che la scienza apre, ma bisogna<br />

farlo prima <strong>di</strong> tutto non confondendo il feto con l’embrione. Non vorrei che però, nel far<br />

questo, si bloccasse qualsiasi forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnostica prenatale, perché se uno Stato blocca<br />

la <strong>di</strong>agnostica prenatale danneggia me, danneggia le generazioni future e impe<strong>di</strong>sce<br />

molte linee <strong>di</strong> ricerca per le quali saremo costretti ad andare a curarci all’estero.<br />

Dobbiamo anche mettere da parte l’idea che la scienza è negativa: un rifiuto per la<br />

scienza <strong>di</strong>ffuso nella nostra società che poi procede molto contrad<strong>di</strong>ttoriamente<br />

consumando senza limiti (e forse giustamente) per quanto riguarda i telefonini, le<br />

macchine, la televisione ecc.<br />

Lo Stato non può impe<strong>di</strong>rci <strong>di</strong> usare telefonini, auto, televisioni ecc, ma non può<br />

nemmeno impe<strong>di</strong>re che la scienza sviluppi e non permettere neanche <strong>di</strong> sperimentare in<br />

aree che poi possono portare dei benefici a tutti noi e alle generazioni future. Uno Stato<br />

non può costringere i suoi citta<strong>di</strong>ni ad andare all’estero per un’operazione me<strong>di</strong>ca<br />

aggiornata, tra l’altro <strong>di</strong>scriminando i non abbienti che non possono permettersi<br />

soluzioni del genere. Noi abbiamo bisogno <strong>di</strong> governi che ci rendano liberi, che ci<br />

facciano vivere meglio e che ci gui<strong>di</strong>no in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> un maggiore benessere.<br />

Naturalmente saranno governi che noi scegliamo democraticamente, che controlleremo<br />

democraticamente. Penso che dobbiamo democraticamente tenerci alla larga da governi<br />

che ci impongono delle leggi <strong>di</strong> cui non abbiamo bisogno, da governi che pretendono <strong>di</strong><br />

avere la verità che non hanno, che pretendono <strong>di</strong> invadere le nostre vite private e che<br />

pretendono <strong>di</strong> potere bloccare la ricerca scientifica in nome <strong>di</strong> principi assoluti che<br />

fanno valere per tutti, anche per coloro che non li accettano.

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